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Autore: telesette    02/03/2014    0 recensioni
C-18 non sapeva assolutamente il "come" e il "perché" di questo suo terrore, eppure lo percepiva chiaramente nelle ossa, e per quanto cercasse di attribuirgli una giustificazione...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Fanfiction di Jamina'
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JAMINA, ovvero l'autrice di questa serie di fanfic su Dragon Ball - 'Le Fanfiction di Jamina' - è tornata in Albania nell'estate del 2012. Prima di partire mi ha lasciato almeno una cinquantina ( se non di più ) di bozze e appunti cartacei, con la promessa che le avrei caricate qui a nome suo.

In Fede

DAVID BIZZARRI

 

L'ombra di C-18
( immagini tratte da internet )

 

Quando C-18 riaprì gli occhi nel bel mezzo del sonno, sconvolta senza neppure conoscere il motivo, il suo corpo prese a sussultare e il cuore a batterle sempre più forte.
Stringendosi la coperta addosso, come se quella sensazione di gelo improvviso fosse dovuta a qualcosa di fisico, l'androide si mise a sedere sul letto in preda a violenti brividi e con lo stomaco in subbuglio.
Aveva paura!
Era da tanto che non provava una simile sensazione.
Ricordava vagamente cosa aveva provato, poco prima di venire assorbita dal corpo mostruoso di Cell, ma stavolta era diverso.
C-18 non sapeva assolutamente il "come" e il "perché" di questo suo terrore, eppure lo percepiva chiaramente nelle ossa, e per quanto cercasse di attribuirgli una giustificazione...
Niente.
Buio completo.
La sua mente artificiale era in grado di elaborare dati e di ristabilire i valori del suo organismo, con la velocità di un computer sofisticatissimo, ma la paura faceva parte di una componente umana che non si può semplicemente rimuovere con una scansione di controllo.

- Che cosa mi sta succedendo - mormorò angosciata. - Perché, di che cosa ho paura? Non riesco proprio a capirlo, eppure...

D'istinto si girò verso il proprio compagno.
Crilin dormiva ancora beatamente, russando peraltro, con la bocca spalancata a mo' di rana in letargo.
C-18 pensò dapprima di svegliarlo ma, non sapendo neppure lei stessa la causa del proprio turbamento, non le sembrava giusto guastargli il sonno.
Da che lei stessa gli aveva rimproverato più volte di essere uno scansafatiche, il poverino si era dato estremamente da fare per svolgere ogni tipo di lavoro consono alle sue possibilità: pony-express, scaricatore portuale, manovale presso un'impresa edile a Satan City... senza trascurare poi gli allenamenti quotidiani con la sua dolce mogliettina affettuosa, capace di suonarlo come un tamburo se solo si azzardava ad abbassare la guardia.
Pur non essendo un Adone, fisicamente parlando, Crilin era comunque un marito devoto e un compagno pieno di buone qualità... e a livello di prestazioni, volendo proprio sottolineare, non era affatto male neanche lì.
Vedendolo dormire così bene, quasi invidiandolo in un certo senso, C-18 si limitò a sorridergli teneramente.
Quella notte pareva più fredda del solito per lei ma, come si strinse piano al corpo del marito, la sensazione di calore attenuò un poco tutte quelle ansie che si portava dentro. C-18 si portò la mano ai capelli con fare seducente, e prese a sussurrargli qualcosa nell'orecchio.

- Lo so che non te lo dico spesso, non te lo dico praticamente mai... Ma tu sai quello che provo, vero?
- Mhm...
- Dai, sii serio!
- Eddài, amore, dammi fiato... RONF - borbottò Crilin nel sonno. - Lo sai che preferisco... ZZZ... quando mi fai le coccole, tante coccole... RONF...
- Ah, è così - fece lei, inarcando bonariamente il sopracciglio. - Ti piacciono le coccole, furbacchione che non sei altro!

Facendosi sempre più stretta a lui, lasciando che le braccia di Crilin si facessero istintivamente nido per accoglierla, C-18 si abbandonò completamente all'uomo che amava con tutto il cuore.

- Anch'io ho tanto bisogno di coccole, stanotte!

La voce dell'androide era poco più che un respiro lieve sulla punta delle labbra, la guancia accostata contro il petto forte e sicuro dell'altro, e anche l'espressione del suo volto sembrava diversa dal solito.
C-18 era una donna energica.
Dura come carattere, spesso difficile da trattare, ma anche lei sentiva il bisogno di assaporare tutto l'affetto e le attenzioni sincere di chi le voleva davvero bene.
Crilin l'amava, così come lo amava lei, e tale sentimento nasceva prima di tutto da un abbraccio.
E proprio in quell'abbraccio, pur con quella forte sensazione di panico ancora addosso, C-18 lasciò che il pensiero di Crilin al suo fianco togliesse spazio a tutto il resto e si addormentò.

 

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