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Autore: bicchan    04/03/2014    3 recensioni
{One-Shot Fuyuka/Kidou | Possibile OOC }
Dedicata a _Ranmaru_ , perché è grazie a lei se ho scoperto questa coppia stupenda **
Dalla storia:
"Ci sono quei giorni in cui ti chiedi perché esisti, mentre passi ore ed ore a riflettere, a guardare la pioggia battere incessantemente sul vetro della finestra.
Ci sono quei giorni in cui ti sembra che il tempo si sia fermato, per darti il tempo di pensare, di annoiarti.
Ci sono quei giorni in cui non hai niente da fare, eppure sono proprio quei giorni ad essere i più stancanti.
Fuyuka Kudou stava vivendo uno di quei giorni"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb/Akio, Camelia/Fuyuka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Per Una Manciata Di Cachi






Ci sono quei giorni in cui ti chiedi perché esisti, mentre passi ore ed ore a riflettere, a guardare la pioggia battere incessantemente sul vetro della finestra.
Ci sono quei giorni in cui ti sembra che il tempo si sia fermato, per darti il tempo di pensare, di annoiarti.
Ci sono quei giorni in cui non hai niente da fare, eppure sono proprio quei giorni ad essere i più stancanti.

Fuyuka Kudou stava vivendo uno di quei giorni.
Con il mento appoggiato sul palmo della mano, lo sguardo vacuo di chi si è appena svegliato, nonostante fossero le cinque del pomeriggio, la ragazza, seduta sul terrazzino, guardava distrattamente le rondini che volavano basse, compiendo acribatiche giravolte nell'aria.
Il vento continuava a sferzare gli alti cipressi che contornavano il rigoglioso giardino, dividendo il casolare dalla strada. Una ringhiera in ferro battuto correva lungo tutto il perimetro della proprietà, tra un cipresso e l'altro, ed un sentiero di pietra univa il cancello con il portone. Nelle buchette, piene d'acqua per il temporale appena passato, si abbeveravano dei passerotti, arruffando le penne per asciugarsi.
Fuyuka sorrise, osservando quelle piccole creaturine pennute che si schizzavano a vicenda nelle pozzanghere, e che le ricordavano tanto lei da bambina, quando pregava la balia per lasciarle indossare gli stivali di gomma ed uscire subito dopo che aveva piovuto.

Ma ad un tratto la sua attenzione venne attirata da qualcos'altro. O per meglio dire, da qualcun'altro.
Un ragazzo, più o meno della sua età, stava cercando di scavalcare il cancello, con successo. Aveva uno strano taglio di capelli, un ciuffo castano che gli ricadeva sugli occhi, ed era vestito soltanto con una maglietta logora e dei pantaloncini al ginocchio. Tutto del suo aspetto lasciava intuire la sua classe sociale: quel ragazzo veniva dalla strada.
Fuyuka provò subito una grande pena per quel poveraccio, ed ebbe un'idea. Corse in casa, afferrando al volo un cestino di vimini che stava appoggiato alla finestra.

Akio Fudou intanto, aveva spiccato un salto dalla cima del cancello e adesso correva verso l'orticello, pestando con i piedi il fango nelle pozzanghere e facendo volare via tutti i passerotti.
Non aveva visto la ragazza, e pensando di essere passato inosservato, iniziò a scalare l'albero di cachi con grande maestria.

Fuyuka non si era neanche curata del fatto che il ragazzo stesse violando una proprietà privata, per di più la sua, ma era subito corsa nella dispensa, ed ora arraffava velocemente quello che gli capitava sotto mano: una pagnotta, una forma di formaggio, una paio di mele ed una schiacciata alle olive.
Mise tutto nel cestino e volò di nuovo fuori, scendendo le scale di corsa. Ma il ragazzino dagli strani capelli stava già scavalcando di nuovo il cancello, ed in men che non si dica appoggiò i piedi sulla superficie bagnata della strada.

-Hei tu! Aspetta!
Akio voltò la testa di scatto, allarmato. Una ragazza stava venendo verso di lui correndo, con i capelli violetti che le fluttuavano a destra e a sinistra ad ogni passo.
-Accidenti- mugugnò a denti stretti il castano, cominciando a correre lungo la strada. Sentiva i cachi spiaccicarsi nelle tasche dei pantaloni, così per non sciupare l'unico cibo della giornata li tirò fuori uno ad uno infilandoseli in bocca, imboccando stradine laterali e scorciatoie, per arrivare velocemente a casa. La sua "casa" era una baracca di cartone e lamiera, costruita alla fine di un viottolo a fondo chiuso, tra un cassonetto della spazzatura ed il muro di cinta di un edificio mezzo crollato; si trovava nella parte povera di Ehime, vicino al porto.
Fudou si fermò ansimante, con le mani sulle cosce e le tasche dei pantaloni appiccicose per i cachi, buttando sul pavimento della baracca quei pochi frutti che rimanevano, dato che gli altri era stato costretto a mangiarli, se non voleva avere marmellata nelle tasche.
-Accidenti a lei- borbottò.

Fuyuka non aveva retto, poco abituata allo sforzo fisico, ed alla prima curva aveva mollato, crollando a sedere sul selciato.
Tornò a casa strusciando i piedi, con il cestino di vimini in una mano e tutti i capelli in disordine.
"Prima o poi lo rivedrò e gli regalerò questo cibo" pensò convinta la ragazza, attraversando il giardino, ed al suo passaggio i passerotti si levarono in volo.

Erano passati vari mesi dal giorno grigio in cui Fuyuka e Fudou si erano incontrati la prima volta, e non passava giorno in cui la violetta non pensasse al ragazzo vestito di stracci che aveva cercato di aiutare.
Ormai aveva perso le speranze di rivederlo, la città era grande, e la ragazzina non sapeva dove cercarlo. Quante volte aveva allungato il collo dalla macchina mentre passavano nella parte povera della città, quante volte aveva indugiato mentre passeggiava con le amiche nel parco, aspettandosi di vederlo spuntare da un cespuglio da un momento all'altro?
Ma niente. Niente fino a quel giorno.
L'estate era ormai alle porte, i passerotti cinguettavano dagli alberi di ciliegio, e Fuyuka aveva approfittato della bella giornata per andare a fare un giro in paese. Mentre passeggiava con le amiche chiaccherando del più e del meno, una delle compagne annunciò che a breve sarebbe dovuta andare via, poiché sua madre le aveva chiesto di comprare del pesce da cucinare quella sera.
-Se vuoi veniamo con te!- fece una.
-Si, dai! Così posso finire di raccontarti dell'altra sera- continuò un'altra.
-E va bene- sorrise Haruna -Venite con me.

Le amiche camminarono fino a raggiungere il molo, dall'altra parte della città, e si diressero verso le bancarelle dei pescatori, dove vendevano il pesce fresco. Un po' affamata, Fuyuka comprò una mela da una bancarella, e cominciò a sbocconcinarla. Ad un tratto ebbe un sobbalzo. Ad una ventina di metri di distanza, vicino ad un casolare mezzo distrutto, un ragazzo stava seduto per terra con le gambe incrociate, mangiando a piccoli bocconi un panino.
"Non ci credo" pensò la Kudou "Non può essere lui". E come non riconoscerlo? Pantaloni consumati, maglietta larga e quei buffi capelli.
Era il ragazzo che aveva scavalcato il cancello.
La turchese si avvicinò piano piano, continuando ad osservarlo. Il ragazzo teneva la testa bassa, perciò non la aveva ancora notata, e Fuyuka si avvicinò indisturbata finchè non fu abbastanza vicina per parlargli.
-Ciao!- proruppe -Io ti conosco.
Il castano alzò la testa di scatto.
-Io sono Fuyuka, molto piacere- continuò la ragazza dagli occhi viola, incuriosita -Perché sei entrato nel mio giardino? E perché sei scappato?
Il castano assottigliò gli occhi -Ti sbagli con qualcun'altro.
La turchese scosse la testa -No che non mi sbaglio! Tu sei entrato nel mio giardino e poi sei scappato!
L'altro dirignò i denti -Io non scappo mai, e non ho paura di nessuno, figuriamoci di una bambina- sputò con disprezzo. Sapeva chi era quella ragazza, ed aveva già visto di che razza di persona si trattava quella. Adesso avrebbe di sicuro voluto indietro i suoi frutti, era solo una ragazzina viziata. Ma non sapeva quanto si sbagliava.
-Non sono una bambina! Anzi, secondo me abbiamo perfino la stessa età!- gridò l'altra indispettita -Comunque non mi sbaglio di certo, mi ricordo bene di te! Adesso vuoi dirmi perché te ne sei andato invece di aspettarmi?
Akio era incredulo. Cosa aspettava la violetta ad incolparlo di avergli rubato qualche frutto? Va bene che non era un reato grave, ma la gente perbene si agita subito per delle cose futili, non lo sanno mica che cosa vuole dire avere fame! Quelli al massimo hanno appetito. Non fame. Eppure quella ragazzina che se ne stava davanti a lui, con le gambe divaricate e i pugni sui fianchi, non sembrava volerlo incolpare.
-E cosa dovevo fare scusa? Avevo appena rubato dei cachi dal tuo giardino!
Adesso era la Kudou ad essere incredula. Se voleva dei cachi, perché non glieli aveva chiesti? Espresse la domanda a voce alta.
-Non rompere le scatole Fuyuka -ti chiami Fuyuka vero?- e non venirmi a dire che me li avresti regalati perché non ci credo, e poi... insomma!
Il castano si alzò di scatto, pulendosi i pantaloni con le mani. Puntò un dito contro la violetta: -Si può sapere che cosa vuoi da me?
Fuyuka abbassò lo sguardo: -Volevo solo fare amicizia.
-Fuyuka!- gridarono le amiche -Avanti vieni, dobbiamo andare!
-Beh, allora ciao- fece la ragazza, sorridendo mesta, poi si voltò e cominciò a correre.
-Mi chiamo Akio! Akio Fudou!- gridò il crestato -Spero di rivederti Fuyuka!
E mentre correva Fuyuka si voltò e lo salutò con una mano.
-A presto Akio Fudou, anche io spero di rivederti.






 


Rametto del passerotto ^^ (avete notato quanti passerotti ci sono??)

Salve a tutti populum!
Ed ecco la mia prima one-shot sul fandom! Spero che qualcuno apprezzi, e magari mi lasci una recensioncina piccina piccina per farmelo sapere :D
Da un po' di tempo ho cominciato ad apprezzare questa coppia, e devo dire che sono davvero stupendi insieme!
Aniway! Ringrazio in anticipo chi recensirà e tutto il resto C:
A presto **
Titu

  
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