Fissavo il mare,seduta sulla spiaggia e pensavo a tutto quel dolore che vivevo ogni giorno,quel dolore mi riduceva in polvere,a quanto la gente fosse sempre stata cieca nei miei confronti,a mio padre che odiava la sua unica figlia in un modo indescrivibile,prendendola a frustrate... e poi pensavo all'odio che io provavo verso di me,forse anche più forte dell'odio che provava mio padre! Pensavo a quella lama che ogni giorno sentivo conficcata nei miei polsi e nelle mie braccia,quel sangue che vedevo scendere dai quei tagli,le lacrime versate ogni sera per tutto il dolore che non riuscivo più a sopportare e tutte quelle persone che mi deridevano prendendomi in giro....mi chiamo Sarah,ho 16 anni e vivo a Londra. Sono sempre stata una di quelle ragazze che ogni giorno si vestono di un finto sorriso, quei tagli fatti "dal gatto" sempre coperti con le maniche delle felpe che arrivavano alle dita delle mani. Sono molto timida e chiusa...non voglio che nessuno sappia tutto questo anche se alcune volte mi verrebbe voglia di rinfacciare tutto ciò che sto passando a quelle persone che se la ridono di me e mi giudicano dall'esterno. Loro conoscono il mio nome,non la mia storia! Alcune lacrime scesero lungo la mia guancia. Fissai le onde che si scontravano negli scogli un ultima volta poi decisi di andarmene. Non avevo intenzione di tornare a casa,di vedere quel "mostro" che mi guardava con disprezzo e profondo odio,non volevo sentire di nuovo quei colpi sulla mia schiena, anche se sapevo che prima o poi sarebbe successo. Feci una lunga passeggiata ma poi decisi di tornare perché si era fatto tardi. Mi fermai davanti a quella porta che dall'esterno sembrava una normale porta di una casa,ma io lo vedevo come un passaggio che portava all'inferno. Decisi di entrare. Controllai se mio padre fosse in casa ma non c'era. Salii le scale e entrai nella mia stanza. Subito sulla mia scrivania vidi il diario di mia madre. Era morta quando avevo 6 anni. Non so il motivo. Lo presi e iniziai a rileggerlo.Scriveva tutto. Aveva scritto anche della mia nascita. Diceva che ero davvero bellissima e che mi amava davvero tanto. Purtroppo non ho molti ricordi di lei. Vidi cadere dal diario un foglietto ripiegato più volte su se stesso. Lo raccolsi e iniziai a leggere. Appena lo aprii non feci in tempo a leggere la prima parola che subito un rumore attirò la mia attenzione. Era il rumore della porta. Mio padre era tornato e se mi avrebbe visto con quel diario in mano si sarebbe infuriato. Ripegai il foglio,lo misi in mezzo a due pagine e chiusi il diario. Lo nascosi dentro un cassetto. Sentivo i suoi piedi sbattere sulle scale. Si stava avvicinando verso la mia porta. Il cuore iniziò a battermi molto forte. Sapevo cosa stava per succedere.