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Autore: MC_Gramma    11/03/2014    1 recensioni
Una serata tra amiche a base di schifezze, una maratona di Grey’s Anatomy brutalmente interrotta, strani paragoni col medical drama per sfogare la rabbia di un tradimento e una frase buttata lì che fa nascere mille se..
Ebbene sì, la mia mente contorta e malata ha partorito una sorta di 'what if? nel What If?' U.U
Nota: cronologicamente questa OS si colloca prima del capitolo “Trouble Man”, ma se non seguite L’usignolo e la rosa potete prenderla come un delirio mentale.. che fondamentalmente si tratta proprio di questo!
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hunter Clarington, Jake Puckerman, Kitty Wilde, Marley Rose, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Huntley is the new Finchel.'
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A/N: personalmente avevo deciso di eliminare tutto questo, e quando l’amica Diana mi ha lasciato scritto ‘attendo con ansia (e terrore) il twerk’ ero già lì a mangiarmi le mani.. poi ho controllato il cestino e per fortuna non l’avevo ancora svuotato: insomma, ecco come è nato questo secondo spin-off! ^^
 
 
 
 
“Ma stiamo scherzando, Cat?!”
“Ti ho detto di non chiamarmi in quel modo!”
“Non rispondermi così, Catherine! Non ti ho mai tirato uno schiaffo in sedici anni, ma non è mai troppo tardi per iniziare.. Hai visto che ore sono?!”
“È venerdì sera!”
“Non mi interessa se domani non avete scuola, è già domani e dovreste essere a letto da ore: ora spegnete la TV e andate immediatamente a dormire!”
Kitty sbuffò chiudendo la porta, resistendo all’impulso di sbatterla solo per non dare motivo a sua madre di tornare sui propri passi, e pestando i piedi raggiunse il lettore.
“Fine della maratona, ragazze!” ringhiò, estraendo il DVD.
Marley spostò la ciotola di popcorn e si volse verso il pc, dove Sugar dallo schermo aveva sospirato un piccolo ‘peccato’ per poi disconnettersi da Skype senza neanche salutare: quella ragazza era un vero mistero, ma mai quanto il viaggio – il secondo nel giro di un mese, questa volta a Las Vegas – in cui l’aveva coinvolta per lavoro il padre..
Kitty intanto rimise il DVD nella custodia e la ripose insieme alle altre, lisciandole con le dita per farle stare tutte allo stesso livello o forse preda dello stesso abbattimento che l’aveva spinta a invitare le ragazze del Glee a casa sua.
Marley c’era rimasta male quando aveva scoperto di essere stata l’unica a rispondere a quella che chiaramente era una richiesta di aiuto. Tina le aveva risposto in malo modo – “A giudicare dalla voce nasale e i rumori di fondo, l’ho beccata mentre scopava con Abrams” – di avere da fare; Unique aveva Ryder a cena e Kitty non s’era risparmiata immaginando un simile avvenimento in casa Addams; Britt era irraggiungibile su ogni mezzo di comunicazione e Sugar aveva brevemente presenziato in conferenza. Lei invece era lì e non perché non avesse da fare, anzi.. e Hunter da parte sua era stato fin troppo comprensivo.
“Tu sei una persona buona, Marley Rose: vai pure dalla tua amica, noi ci vedremo domani..” le aveva detto “E poi ho sempre preferito festeggiare il giorno preciso piuttosto che la vigilia!”
Certo, però Marley aveva pianificato tutto: cenetta al Bel Grissino, film romantici e briosi di Julie Andrews, dopo la mezzanotte gli avrebbe dato il regalo che questa volta s’era preparata da tempo e poi.. ma naturalmente era andato tutto a monte!
Il perché ancora non lo sapeva, Kitty continuava con la storia del pigiama party e lei non voleva chiedere per paura di girare il dito nella piaga; tuttavia anche se non le aveva ancora detto chiaramente cos’era successo – anche se conoscendo Jake era prevedibile – aveva intuito qualcosa dal suo accanimento verso Alex che, in genere, era il suo personaggio maschile preferito.
“Oh, qui Shonda ha passato il segno!” aveva detto a metà della sesta stagione “Alex passa per la vittima quando non lo è affatto, Izzie aveva tutte le ragioni per andarsene e non doveva tornare.. no, non doveva tornare per quanto le mancasse.. ma noi donne siamo stupide, Izzie è stupida, ed ora eccola lì” indicò lo schermo, dove i due erano abbracciati nello spogliatoio “ad ingoiare altra merda e dargli la possibilità di farla soffrire ancora.. no, proprio non ci siamo.. va bene i sentimenti, va bene ascoltare il cuore, ma a volte devi essere tu a farti ascoltare, gridargli addosso se necessario, perché è evidente che non ha capito un cazzo!”
Marley s’era bloccata, a bocca aperta e con una manciata di pop corn a mezz’aria, fissandola incredula per quel voltafaccia.
“Alex Karev è solo uno bastardo puttaniere egoista!” se n’era uscita più tardi, mentre passavano dalla sesta stagione alla settima “Meritava di morire dissanguato in quell’ascensore..”
Lasciò scegliere alla bionda da che lato dormire e solo quando furono ben nascoste sotto le coperte, la bionda si sentì abbastanza al sicuro da aprirsi un po’ con lei.
“Quella puttana era una negra.” Disse in bisbiglio così sommesso che all’inizio le sembrò avesse detto “Quella puttana era bellissima.”
Tacque in attesa che parlasse ancora e dopo.. quanto non sapeva di preciso.. Kitty le porse il cellulare mostrandole una foto: c’era Jake con gli occhi chiusi, in evidente affanno, e una ragazza di colore con la testa sul suo petto che guardava avvenente l’obiettivo. Bree.
“Non significa niente, Kitty.” commentò d’istinto e prima di beccarsi un vaffanculo proseguì “È già successo e l’avete sempre superato.”
“Questa volta è diverso, l’ho lasciato e non tornerò indietro.” sibilò Kitty, riprendendosi il cellulare “Non importa quante volte busserà alla mia porta o mi chiederà scusa giurandomi che è l’ultima volta.. fa sempre così, solo parole ma niente fatti!”
“Ti sei proprio stancata?”
Esitò prima di rispondere, anche se la sua non era una vera risposta.
“Non è questo il punto..”
“E allora qual è?”
L’altra prese un profondo respiro, stringendo un momento gli occhi, e vederla così contrita la spinse ad allungare una mano sulla sua spalla ben sapendo che non le piacesse essere toccata.. e il fatto che non facesse nulla per sottrarvisi le diede un’idea chiara di quanto stesse soffrendo.
“L’ha fatto solo perché gli ho detto no un po’ troppo spesso!” confessò infime, passandosi la lingua sulle labbra, sbattendo le palpebre per ricacciare indietro le lacrime “Ti rendi conto? Gli ho negato il pane quotidiano..”
“Kitty.”
“No, avrei dovuto capirlo..” minimizzò, annuendo più volte “Avrei dovuto capire che stava con me per non stare solo.. per avere una che aprisse le gambe al primo schiocco di dita senza dover faticare..”
“Kitty, smettila!”
“Tu la smetteresti?! Se fossi al mio posto e gli avessi detto no per un motivo più che valido e lui.. oh, ne parlo proprio a te!” si scambiarono un sorriso, quello della bionda molto più amaro del suo “Tu non ci saresti stata così tanto.”
Marley tacque ancora, perché non poteva risponderle in tutta franchezza: quello che aveva provato per Jake era nulla più di una cotta, non c’era confronto coi suoi sentimenti per Hunter, però.. certo, se con lui non fosse successo nulla forse avrebbe creduto che con Jake fosse amore ma comunque non sapeva cosa dirle.
“Vorrei non starci male. Vorrei..” continuò l’altra “Vorrei uno che pensi solo a me, come Artie con Tina!” inarcò un sopracciglio “Oddio, sono davvero invidiosa di Tina Cohen-Chang?!”
A questo giro scoppiarono a ridere, finché Kitty non le fece cenno di far piano o sua madre avrebbe fatto l’ennesima sfuriata.
“Marley”
Quasi se sfuggì quel bisbiglio. Annuì, per farle capire che la stava ascoltando, e capì che quello scoppio di risa aveva aperto la via alle lacrime quando sentì Kitty avvinghiarsi nella semioscurità al suo braccio.
“Anche se per tutto l’anno ti ho detto alle spalle ma anche in faccia che sei povera e.. grassa.. e pallosa.. e ti vesti come una mongolfiera.. io volevo.. insomma, volevo dirti.. grazie.” tirò su col naso, strusciandosi contro la sua spalla “Grazie di essere mia amica!”
Chiunque altro avrebbe pensato cinicamente che Kitty cercava solo una scusa per asciugare il moccio, ma a  Marley la biondina fece una tenerezza assurda: era proprio come un gatto, un attimo prima ti odia e quello successivo ti viene a cercare per farti le fusa.. ronfava persino come un gatto! Non fu sorpresa che si fosse addormentata appena toccato il cuscino, ormai erano le quattro di mattina e anche lei sentiva le palpebre sempre più pesanti.
Eppure ancora si arrovellava su quella domanda – retorica, in teoria – che da sola apriva un mare di possibilità.
Chissà, forse sarebbe rimasta con Jake se fossero andati insieme al Sadie Hawkins ma conoscendo la sua reputazione gli avrebbe offerto neanche troppo velatamente un ultimatum.. e magari lui l’avrebbe colto, comportandosi bene per un po’.. di certo non sarebbe riuscito a reggere il confronto coi regali di Ryder per San Valentino o magari avrebbe chiesto aiuto proprio a lui, spacciando per proprie le sue idee per arrivare a qualcosa di più. Sì, probabilmente sarebbe andata così! Ma questa volta lei avrebbe chiamato Hunter per..
Interruppe il filo dei propri pensieri, fissando il soffitto bianco su cui venivano proiettate ombre dalla strada illuminata. Visto che ormai ci stava prendendo gusto con tutti quei se e ma, tanto valeva farlo in grande!
Cosa sarebbe successo se non fosse andata al gruppo di sostegno e non avesse incontrato Hunter? Anzi, ancora peggio: se ci fosse andata ma lui non ci fosse stato perché era stato espulso e magari il giudice l’avesse spedito in un centro di disintossicazione per via degli steroidi? Non si sarebbero mai incontrati e sarebbe stato tutto diverso, per esempio Trent non sarebbe mai uscito con Gabrielle senza il suo aiuto o forse avrebbe trovato il coraggio di parlarle in seguito a qualche altro stimolo.. e se Blaine fosse riuscito a riconquistare Kurt facendogli una mega proposta di matrimonio durante la settimana dei Beatles, coinvolgendo non solo le Nuove Direzioni ma anche gli Usignoli ed altri gruppi? Sebastian ci sarebbe stato malissimo, ma avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco perché senza Hunter non avrebbe avuto nessuno con cui parlare di quanto era successo con l’ex usignolo.. e se Unique non fosse stata aggredita e non avesse rivelato subito a Ryder chi fosse in realtà Katie ma solo una volta messa alle strette.. oddio, e se Finn avesse aspettato il fine settimana per andare a New York da Rachel e disgraziatamente fosse salito su quel treno deragliato nell’Hudson River.. e se.. e se.. oh, era troppo stanca per quel gioco perverso di se e ma, chiuse le palpebre lasciandosi avvolgere dall’invitante torpore.
Il suo ultimo pensiero andò a nonna Denia, che sicuramente avrebbe avuto da ridire a tutte quelle sue delucidazioni, infatti fin da bambina le ripeteva ‘Coi se e coi ma la storia non si fa’.
Mi viene da pensare che sua nonna non avesse ben chiaro come funzionano i sogni..
 
Marley percorreva sovrappensiero il corridoio del McKinley quando Bree la fermò. Quel fatto e il sorriso amichevole della ragazza di colore la misero subito in guardia, e infatti la nuova capo cheerleader le mostrò un video che le aveva fatto mentre tentava di twerkare con Jake..
Come se il compito della settimana non fosse già abbastanza di merda! Era abbastanza sicura che il professor Schue fosse ancora traumatizzato dall’improvvisa scomparsa di Finn, non c’era altra spiegazione per il suo accanimento in difesa di quell’oscenità definita ‘ballo’ che Miley Cyrus aveva inventato solo per mettere definitivamente una croce sopra Hannah Montana.. la povera, piccola, dolce Hannah Montana che lei guardava sempre – aveva ancora Butterfly fly away come suoneria nel suo vecchio cellulare – e l’aveva tanto ispirata! Ora il suo ricordo era per sempre imbrattato di fango per colpa di una zoccoletta che.. aspetta, che le stava dicendo quest’altra zoccoletta!?
“Volevo solo di esserti di aiuto!”
Certo, come una scimmia che porta un elefante in una cristalleria solo per vedere che succede!
“Sarei felice di darti lezioni di twerking.”
Oh, questa è troppo grossa, tesoro.. per favore, lasciami andare prima che muoia appestata per le stronzate che stai sparando una dopo l’altra.
“Il twerk non è affatto difficile se hai il patner giusto..”
E di sicuro tu ne hai avuti molti, mentre io sono una verginella inesperta: messaggio ricevuto!
Marley studiò le proprie scarpe, mille volte più interessanti della faccia da schiaffi di Bree. Se voleva convincerla a farsi dare queste fantomatiche lezioni solo per essere filmata ancora, magari con uno dei suoi patner, per essere ulteriormente derisa e magari messa in cattiva luce stava solo..
“Come pensi che il tuo ragazzo sia diventato così bravo?”
Tornò a guardarla, convinta di aver capito male, ripetendosi che era solo un brutto scherzo e non doveva darle retta ma quando accennò a quel neo.. poteva esserselo inventato, doveva esserselo inventato.. eppure quel pensiero l’ossessionò finché non incrociò Jake e a quel punto aveva bisogno di risposte.
Non badò al suo saluto o alla sua aria interrogativa quando gli sollevò la maglietta e abbassò il bordo dei pantaloni quel tanto per.. ingoiò un singhiozzo, trovando un neo proprio sul fianco destro, e sfiorandolo con le dita scoprì che era in rilievo e molto sensibile, considerando come Jake fu scosso da un brivido a quel leggerissimo tocco.
“Piccola, cosa..” mormorò lui, avvicinandosi forse credendo che avesse cambiato idea.
Marley lo spinse via, finendo contro l’armadietto, ma il dolore che le attanagliava il petto non le fece sentire per la botta. Gli rivolse uno sguardo furente e seppur velato di lacrime sortì l’effetto: Jake capì che lei sapeva quello che era successo con Bree ed ebbe almeno il buon senso di non inventar scuse o non provare a fermarla.
La voce si sparse in fretta e Ryder andò a parlarle, prima come amico per consolarla e poi proponendole di uscire, riprovarci, promettendole che lui non l’avrebbe mai fatta soffrire.. ma per quanto Marley volesse davvero lasciarsi andare tra le sue braccia sapeva che non sarebbe stato corretto né usare Ryder per sentirsi meglio né nei confronti di Unique, che sembrava aver accantonato la cosa ma in realtà teneva ancora molto al ragazzo e sperava che potesse ancora succedere qualcosa, visto che lui era rimasto nelle Nuove Direzioni e avevano ripreso a parlare nonostante alla fine avesse scoperto che c’era proprio Unique dietro il profilo di Katie.
Ne parlò con sua madre, mentre l’aiutava in mensa, e Millie le disse tante cose: era normale che Jake le mancasse nonostante tutto il dolore che le aveva causato, aveva fatto la cosa giusta rifiutando la corte di Ryder e s’era comportata da buona amica nei confronti di Unique, anche se probabilmente avrebbe dovuto parlarle riguardo i sentimenti che ragazzo ancora nutriva nei suoi confronti perché non si facesse illusioni.. e soprattutto era sollevata che tra lei e Jake fosse finita prima che andassero fino in fondo. Certo, quell’allusione con tanto di mezzo balletto l’aveva traumatizzata a vita, ma era servito ad allentare un po’ la tensione! E comunque sua madre aveva ragione, aveva bisogno di qualcuno che le desse rispetto, prima ancora di amore, quindi doveva scegliere con cura la prossima volta e lasciar perdere i cattivi ragazzi.
Le diede persino dei soldi per quel paio di shorts che aveva visto da Gap, quando ormai aveva rinunciato perché erano della nuova stagione e costavano decisamente troppo! In fondo lo shopping era decisamente la cura migliore, ma forse non l’unica.. naturalmente non pensava a quello mentre cercava nella pila la propria taglia e una voce alle proprie spalle la fece sobbalzare.
“Posso esserti d’aiuto?”
Le parole le morirono in gola trovandosi davanti– stando al racconto di Blaine – il cattivo dei cattivi per eccellenza: Hunter Clarington.
Farfugliò qualche parola, mentre quello rimetteva a posta la pila che aveva fatto inavvertitamente crollare per lo shock e solo allora si accorse che non indossava la divisa della Dalton bensì quella da commesso.
“Tanto per rispondere alle domande ovvie” esclamò, senza che lei avesse chiesto nulla “Mi sono disintossicato e dalla settimana scorsa sto in un alloggio con altri quattro ragazzi, come puoi vedere ho un lavoro con cui mantenermi e nel caso dovessero trovarmi in possesso di droghe o avessi di nuovo attacchi di rabbia mi rinchiuderebbero di nuovo e probabilmente butterebbero via la chiave.”tornò in piedi, rimettendo la pila al proprio posto “Ora hai qualcosa da raccontare al tuo piccolo gruppo di diversi!” concluse, mettendole in mano un paio di shorts “Salutami Anderson.. e digli che Mr Puss che si farebbe volentieri le unghie sulla sua faccia di bronzo.”
La superò convinto di averla intimidita abbastanza, ma stranamente di tutto quel discorso Marley colse solo un particolare.
“Mr Puss?!”
“Il mio gatto.” spiegò lui, sistemando una camicia sulla gruccia “Mi hanno concesso di tenerlo con..”
Venne interrotto dalla sua prorompente risata, sorprendendo sé stessa molto più di lui.
“I nomi non sono il tuo forte!”
“A lui non dispiace.”
“E come lo sai?”
“Fa capire molto eloquente quando qualcosa lo infastidisce.”
“Non ne dubito, visto il padrone..”

Si portò una mano alla bocca, timorosa di aver osato troppo, ma Hunter non diede segno di essersela presa.. anzi, per qualche secondo le rivolse un piccolo sorriso, poi strinse le labbra e lo ricacciò indietro.
“Sorridi come un gatto” gli fece notare.
Hunter le rivolse uno sguardo scettico inarcando un sopracciglio.
“E da quando i gatti ridono?!”
“Oh, lo fanno! Solo che non tutti se ne accorgono.. fidati, io da piccola leggevo nella mente degli animali!”
Si morse la lingua subito dopo averlo detto, arrossendo vistosamente. Perché diceva sempre cose stupide quando era nervosa?! Non che Hunter Clarington la rendesse nervosa in quel senso, la metteva in soggezione esattamente come quando l’aveva visto sul palco alla Provinciali.. non c’era nient’altro.. andava più spesso da Gap solo per punzecchiarlo, sapendo che non poteva reagire, e una volta.. okay, un paio di volte.. avevano preso un caffè insieme,, e non aveva detto agli altri di aver incontrato l’ex capitano degli Usignoli, ma a lei non piaceva Hunter Clarington. Né lei a lui! Lo ribadirono all’unisono quando Sebastian – che a quanto pare si divertiva a sua volta a tormentare l’ex compagno di stanza, facendogli dannare l’anima per cercargli ora un paio di pantaloni ora una camicia della scorsa stagione che gli aveva assicurato il responsabile essere ancora in magazzino.. – li osservò battibeccare come loro solito per qualche minuto per poi chiedere di punto in bianco da quanto stessero insieme.
Naturalmente non credette ad una parola, e nemmeno Blaine che assistette suo malgrado alla scena buttando il telefono in faccia a Kurt per chiamare Sam: il giorno dopo, in aula canto, l’aspettava una sorpresa.
“Marley, questo è un intervento!” annunciò il professor Schuster.
Questo l’aveva già capito dall’enorme striscione appeso alle loro spalle, però non le era chiaro per cosa fosse: Jake li aveva forse convinti a un ultimo disperato tentativo perché tornassero insieme – strano, le era parso che continuasse a vedersi con Bree.. e le altre cheerios! – o forse avevano male interpretato il fatto che avesse pranzato fuori per tre giorni di fila? Ma certo, avevano paura che il suo disordine alimentare si fosse ripresentato. Come fargli capire che non era così senza rivelare che in realtà aveva raggiunto Hunter nella sua pausa..
“Siamo preoccupati per la relazione con Hunter Clarington” continuò l’insegnante “Blaine ti ha visto con lui da Gap e..”
“Ci sono passato, okay?!” intervenne il moretto “E stare con lui ti conferisce il 10% di sconto su tutta la merce, che non è molto ma di questi tempi capisco che..”
“Quello che Blaine vuole dire” riprese Schuster, mentre Sam faceva cenno all’amico di tacere “è che quel ragazzo non è il genere di persona con cui una ragazza come te dovrebbe passare del tempo.”
Marley osservò i suoi compagni annuire uno dopo l’altro e.. scoppiò a ridere.
Una risata sguaiata e incontrollabile la fece piegare in due e dovette tenersi la pancia, che iniziava a far male, rischiando persino che le scendessero le lacrime da quanto irreale e divertente fosse quella situazione.
“Marley, contieniti.”intervenne Emma al suo fianco, posandole le mani sulle spalle perché si tirasse su “Capisco che a te non sembri così, ma quel ragazzo ha un sacco di problemi e..”
“E chi non li ha!?” ribatté lei, liberandosi dal suo tocco gentile “Siete proprio degli ipocriti a dire queste cose di Hunter senza nemmeno conoscerlo!”
Schuster si fece avanti, forse per calmarla, ma si fermò quando gli puntò minacciosamente il dito contro.
“Lei, professore, ha iniziato questa assurda crociata per il twerk ma l’ha fatto solo perché Sue Sylvester lo disapprovava, come ha sempre disapprovato Finn!”
L’uomo di sbiancò quando pronunciò quel nome e Marley rincarò la dose.
“Ho ragione, vero?! Ma non lo ammetterà mai, come Blaine” spostò il dito su di lui “non ammetterà mai che ha rinunciato alla NYADA perché non voleva che Kurt si sentisse di nuovo messo in ombra da lui e ha rinunciato al proprio sogno perché si sono appena rimessi insieme e guai se dovessero mai litigare e rischiare di spezzare il loro perfetto idillio amoroso! Glielo hai detto che, per l’addio al celibato, Sam ha promesso di portarti dai suoi colleghi spogliarellisti?! Dovrebbe saperlo visti i tuoi trascorsi..”
“ADESSO BASTA, MARLEY!” sbraitò il professor Schue “Non siamo qui per giudicare..”
“Oh, sì invece! Voi tutti siete qui per giudicare me e Hunter, ma prima dovreste farvi un bell’esame di coscienza perché tutti in quest’aula hanno commesso degli errori e sono stati perdonati.. ma per quello che mi riguarda, ogni battito che i vostri cuori hanno fatto dacché ha avuto inizio questa farsa non vale un solo battito di ciglia di Hunter Clarington!”
Corse fuori dall’aula e per i corridoi e poi fuori, senza fermarsi e senza sapere dove stava realmente andando finché non lo vide.
Già, Sebastian li aveva obbligatoriamente invitati a passare il weekend negli Hamptons con suo padre e la fidanzata ventenne e Hunter aveva detto che sarebbe andato a prenderla a scuola: teoricamente mancavano un paio d’ore all’uscita, eppure la jeep era già parcheggiata nel piazzale e lui era appoggiato al cofano, con le cuffie nelle orecchie e gli occhi chiusi, quindi si spaventò non poco quando praticamente lo travolse abbracciandolo.
Marley non sapeva neanche perché stava piangendo ma stette subito meglio quando sentì le sue braccia stringerla, così forte che quasi non riusciva a respirare, e la sua voce che canticchiava parole incomprensibili tra i suoi capelli che però avevano un suono così dolce da tranquillizzarla.
“Ricordami perché non abbiamo mai cantato insieme” mormorò, tirando su col naso.
Hunter rise, in quel suo modo particolare che la faceva ridere a sua volta, e quando si tirò su erano così vicini che un bacio sarebbe stato d’obbligo però.. però.. non riuscì a trovare un motivo per non farlo, né dentro di sé né dentro quegli occhi verdi che non aveva mai visto da così vicino ed erano davvero belli e avrebbe voluto protestare quando li chiuse anche se per un’ottima ragione. Non c’era nulla di sbagliato in quel bacio, all’inizio dolce poi dal ritmo sempre più serrato, come se entrambi si fossero negati per troppo tempo quel..
 
La signora Wilde irruppe nella camera di prima mattina svegliandole di soprassalto e per un momento Marley pensò seriamente che la donna volesse vendicarsi per la sera prima..
“Marley, è venuta tua madre a prenderti.” asserì frettolosamente “Cat, svegliati anche tu, devi aiutarmi in alcune faccende.”
Sul serio, non sapeva inventare balle migliori?!
Dovette in parte ricredersi quando Millie Rose la tirò letteralmente fuori dal letto e la vestì, proprio come quando in prima elementare la svegliava alle sei per accompagnarla a scuola, che era dall’altra parte della città rispetto a quella dove lavorava e per una mamma single era un vero problema.
“Mammma.. è s-bato..” biascicò, socchiudendo a fatica gli occhi.
“Sssh!” sussurrò l’altra, prendendola in braccio proprio come allora “Continua a dormire, tesoro..”
Marley si accoccolò con un sospiro soddisfatto nel morbido incavo del suo collo, inspirando il familiare odore di farina e buono che caratterizzava la donna, e senza bisogno di incentivi le palpebre le si riabbassarono: questa volta cadde in un sonno profondo e senza sogni a differenza di prima. Ed era stata svegliata così bruscamente, che il ricordo del precedente era svanito in fretta senza darle il tempo di catturarne il minimo particolare.
 
 
 
 
 
-.-.- Angolino dell’Autrice -.-.-
Salve a tutti coloro che sono arrivati fino alla fine, vi ammiro moltissimo!
Non c’è molto da dire, mi sono semplicemente sbizzarrita.. però ci tengo a precisare di aver preso spunto da un aforisma di Jean-Paul Malfatti e da “Castelli di rabbia” di Alessandro Baricco (vaghissimo richiamo ai pensieri di Jun riguardo la madre di Mormy).
Quest’autunno era passata al telegiornale la notizia di un treno deragliato nel Hudson River e la tempistica naturalmente non coincide, ma appena l’ho sentita ho pensato a Finn.. T-T
 
Per chi segue la long: la parte finale riprende in parte l’inizio di “Trouble Man” proprio perché, come ho spiegato nella presentazione, questo doveva essere il capitolo che lo precedeva. ^^
  
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