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Autore: blackthornssnaps    11/03/2014    0 recensioni
Due ragazzi. Una passione in comune, una serie tv. E se questa passione portasse a qualcosa di più? Una scena, un'esperienza, un episodio, un viaggio, uno dei tanti.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - Altro, Madame de Pompadour, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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DIVERSE REALTA’ NEL TEMPO

Andava avanti da mezz’ora ormai.
Lui l’aveva condizionata a vedere quella serie tv, ed era ormai come una droga per entrambi.
La faccenda stava degenerando.
Lei era indietro, ferma solo alla seconda stagione, mentre lui era già alla quarta, e la prendeva in giro, con finti spoiler (o almeno, sperava fossero finti).
Quella sera si era messo in salotto, chiudendo tutte le finestre e abbassando le tapparelle, e aveva in mano un cacciavite, che si ostinava a chiamare sonico.
Blaterava di aver nascosto il T. A. R. D. I. S. e urlava “I’M THE DOCTOR!”
Lei rideva all’inizio, ma poi gli aveva più volte chiesto di smetterla perché non voleva altri spoiler, e lui non la ascoltava.
E la serata andò avanti così per un po’ e poi il ragazzo si fermò di colpo.
Si girò verso l’orologio del nonno, che lei aveva insistito per tenere e rimase a contemplarlo per diversi minuti.
Proprio quando lei iniziò a preoccuparsi, lui si voltò e serissimo disse:
- Quest’orologio è rotto. La nave ha bisogno di pezzi – e si avvicinò prendendole le mani.
Fu un attimo, ma sapevano entrambi cosa sarebbe successo.
Il loro coinvolgimento li portava, con un semplicissimo contatto, in una realtà diversa a vivere e interpretare il ruolo dei personaggi che stavano citando.
E così si ritrovarono catapultati nella Francia del 1700, alla corte del re, lei nei panni dell’amante del sovrano, Janet Renet Poisson, anche conosciuta come Madame de Pompadour.
E lui? Lui, beh, naturalmente vestiva i panni dell’unico uomo che la ragazza aveva mai amato oltre a suo marito, il re: IL DOTTORE.
Ovviamente, viaggiando nel tempo i due giovani mantenevano il loro aspetto fisico originale, lo stesso che possedevano nel loro tempo.
Era tutto il resto che cambiava. Dagli abiti, agli scenari, e persino i ricordi.
A ogni nuova epoca, acquistavano le conoscenze del tempo appartenute al personaggio storico che interpretavano.
Si guardarono intorno per capire dove erano capitati e si ritrovarono nel bel mezzo del ballo reale.
Lui indossava il classico abito del Dottore: camicia bianca, cravatta, completo coordinato scuro e cappotto lungo beige tenuto aperto, adattato però a quella particolare occasione. I capelli pettinati per dargli un’aria importante.
Lei invece era vestita esattamente come tutti si aspettavano fosse la sovrana di Francia.
Portava i capelli sciolti, ma con una fascia di diamanti posta sul capo con dei nastri ricamati che ricadevano all’indietro, e tra i riccioli erano acconciati piccoli fiori bianchi.
Indossava uno sfavillante abito celeste con un'ampia gonna a balze e il corsetto ricamato in pizzo bianco. Sulla schiena lasciata nuda era adagiato un mantello di leggerissima seta, anch’esso celeste.
Lui, ovvero il Dottore, si trovava davanti alla ragazza incantato, mentre lei lo guardava con il terrore di quello che sarebbe potuto accadere negli occhi.
Quand’egli notò il suo sguardo, capì e si avvicinò per prenderle le mani come gesto di rassicurazione.
- Se ora, spuntasse uno di quei mostri che aspettavano sotto il letto, tu mi salveresti, vero? – chiese lei.
- Mi pare ovvio, sono il Dottore, io. Non temere.
Lei lo guardò e sorrise sollevata, poi lui si inchinò e le porse una mano, per invitarla a ballare.
La dama sorrise, e accettò l’offerta, d’altronde non capitava mica tutti i giorni di essere a Versailles per una festa dell’aristocrazia francese.
Rimasero in pista per ore, danzando in sincronia perfetta, e poi a fine serata lui la portò sulla terrazza della reggia ad ammirare le stelle.
Il volto di lui, illuminato dalla luce della luna, era ancora più perfetto. Il riflesso dei raggi sulla sua figura in penombra gli creava attorno un’aura splendente, importante, perché lui, come se stesso e come Dottore non era solo un uomo, era molto di più.
- Sei il mio angelo solitario – disse lei, senza quasi rendersene conto.
Lui girò la testa di lato, quanto bastava per poter incontrare i suoi occhi.
- Sono il tuo demone innamorato.
Fece un passo verso di lei, come per baciarla, ma poi guardò il cielo e si ricordò che il tempo stava per scadere.
Le lanciò uno sguardo e lei annuì impercettibile, poi gli prese le mani, chiudendo gli occhi, e immaginando di essere di nuovo a casa.
E così come era successo prima, i due giovani furono trasportati attraverso le epoche, per tornare alla loro.
Quando aprirono gli occhi, erano nel salotto, con i loro abiti comuni e non i sontuosi abiti settecenteschi, ma un cimelio, un ricordo dalla Francia era rimasto. La coroncina di lei.
Lui gliela sfilò delicatamente dal capo e la ripose nella teca, dove erano custodite le memorie dei loro viaggi temporali.
La ragazza posò casualmente lo sguardo sulle lancette dell’orologio, era molto tardi.
Decise fosse giunto il momento di andare a dormire e così si affrettò a salutare il suo amato.
- Buona notte dunque, mio demone innamorato – disse dolcemente.
- Buona notte, mio unico peccato – e sorridendo, la guardò allontanarsi verso la camera da letto, per poi sparire nella penombra.















ANGOLO AUTRICE!!
Premetto due cose: la prima è che so benissimo che non dovrei mettermi a scrivere altre fan-fiction avendo una long sulla percabeth da completare, che tra l’altro sono mesi che non aggiorno; la seconda è che in realtà questa l’avrei dovuta pubblicare dalle vacanze di Natale, e poi per vari motivi non lo avevo fatto.
Tornando alla oneshot, è la prima che pubblico su Doctor who perciò siate clementi. L’ho scritta quando avevo finito proprio l’episodio citato quindi ero molto coinvolta nella storia (?)
A voi i commenti, fatemi sapere che ne pensate. Critiche ben accette! RECENSITE!
Un bacio, Becky :3
   
 
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