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Autore: Swamplie    12/03/2014    3 recensioni
Spoiler per chi non ha visto la terza stagione.
“Allora Swan, sei innamorata di me? Del pirata più tronfio e affascinante degli oceani, con i capelli neri e lisci, con gli occhi verdi e con le labbra più buone del mondo? Se non ricordo male, le hai già provate una volta.”
One shot ambientata a Storybrook. Emma e tutta la compagnia sono tornati dall'Isola che non c'è. Peter Pan è stato sconfitto e Henry è sano come un pesce.
E' il compleanno di David e Mary Margaret ha pensato bene di invitare alla festa anche Hook. Come reagirà Emma? Riuscirà finalmente a lasciarsi andare all'amore?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Ruby/Cappuccetto Rosso
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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I WILL WIN YOUR HEART, EMMA


Era il compleanno di David. Il principe azzurro. Mio padre. Era strano da dire e da pensare. Pensate se una mattina vi svegliaste e vi dicessero che siete la quarta figlia di Harry Potter e che dovete salvare il mondo.
Ecco, è quella la sensazione che ormai vivevo da un bel po’ di tempo.
Regina aveva messo a disposizione la sua casa e il suo giardino per festeggiare David. Eravamo tornati da poche settimane dall’Isola che non c’è e l’atmosfera era decisamente festosa.
Tutti avevano risposto all’invito, in fondo David era per alcuni principe per altri re del regno. Molti ancora non erano convinti del cambiamento di Regina.
C’erano festoni appesi tra gli alberi, tavoli carichi di ogni cosa, candele accese che correvano intorno al cancello di legno bianco.
 
Mi stavo avvicinando al tavolo delle lasagne di Regina, ma quando mi voltai ebbi una sorpresa spiacevole e piacevole insieme.
Hook.
Erano giorni piuttosto complicati per la faccenda Hook. Ero giunta alla conclusione che mi mancava. Se ne stava tutti i giorni sulla sua Jolly Roger, in città si vedeva raramente. Mi fece un certo effetto, quindi, vederlo in carne e ossa camminare tranquillo sull’erba del giardino.
Era bello. Straordinariamente e schifosamente bello. Semplice constatazione oggettiva. Era bello, punto.
Non indossava i vestiti da pirata. Pantaloni chiari, camicia bianca e giacca blu.
Non mi aspettavo che venisse. Non pensavo fosse uno a cui piacessero le feste.
Come si sarebbe comportato con me? Da quando avevamo fatto ritorno dall’Isola che non c’è ci eravamo visti poco. Dopo il bacio, dopo le cose che mi aveva detto, dopo il suo segreto erano cambiate un po’ di cose.
Ma era pur sempre un pirata.
E se c’era una cosa che avevo imparato a Storybrooke, era che non ci si doveva fidare mai di nessuno.
 
“Chi l’ha invitato?” Mi avvicinai a Mary Margaret che stava sistemando bicchieri e bottiglie sul tavolo vicino al melo.
“Chi?”
“Il pirata.” Risposi, facendo un cenno con il mento nella sua direzione. Prova ed essere un po’ meno aggressiva, Emma. Almeno provaci.
“Io. Ha salvato la vita a tuo padre, mi sembrava giusto invitarlo. Da quando siamo tornati se ne sta sempre sulla sua nave, da solo. Non ti fa piacere che sia qui?”chiese lei sorridendo.
“No. Cioè... sì. Voglio dire, non m’importa.” Perché doveva farmi quell’effetto il pirata? Dio, ero peggio di una ragazzina alla sua prima cotta.
“Pensavo che voi due andaste d’accordo.”
“Voi due? Non c’è nessun noi. Noi non...”
“Non l’avevi baciato sull’Isola che non c’è?” Mi interruppe lei. Da quando Mary Margharet era così curiosa?
“Sì, bè... non era niente. Era...era per dirgli grazie. Per aver salvato David.” Si certo, di solito le persone si ringraziano con un bacio sulle labbra. Un lungo bacio sulle labbra. E con la sua lingua che accarezzava la tua. E con le mani intrecciate nei capelli.
Sì, è così che si ringrazia chi salva la vita di tuo padre.
“Quindi non voleva dire niente?”
“Assolutamente”
“Lo sai che sei arrossita, vero Emma?”
Fanculo a quelle labbra da pirata.
“Va bene, sai? Hook. Non si è dimostrato il cattivo che pensavamo. Non avremmo salvato Henry senza di lui.” Sì, era una cosa che mi ripetevo spesso. Ormai mi ero convinta che lui fosse apposto. C’era in me qualcosa che non andava.
“Perché non ti lasci andare, Emma? Dagli una possibilità. Lui ti muore dietro da sempre!”
Mi lasciai sfuggire un sorriso.
“E tu anche.”
“E io anche cosa?” chiesi subito ritornando seria e guardando mia madre.
“Anche gli muori dietro.”
 “Non è vero!” Era imbarazzante fare certi discorsi con mia madre.
“Ma dai, vi ho guardati nella Foresta Incantata, sull’Isola che non c’è e poi qui. Siete fatti l’uno per l’altra, l’ho pensato subito. Non dire niente! Ho ragione io!” disse prima che potessi avere tempo di ribattere. “E poi immagina, Henry avrà una mamma salvatrice e l’altra regina, un nonno principe, una nonna principessa, l’altro nonno il Signore Oscuro buono e il papà pirata. Gli piacerà!”
“Hook non sarà il padre di Henry!” Come poteva pensarlo? C’era Neal, che in questo momento se ne stava fermo e zitto in un angolo della mia testa. Hook aveva decisamente avuto la meglio.
“Perché no? Puoi provarci.”
“Buonasera Biancaneve. Buonasera principessa.”
Merda.
Non poteva arrivare in un momento meno opportuno.
“Buonasera a te Hook.” Rispose Mary Margaret con il suo sorriso stampato in faccia. “Sono felice che tu sia venuto. Siamo felici. Vero Emma?”
Merda di nuovo.
“Siamo tutti felicissimi. Davvero.” Dio, perché ero così brava ad essere antipatica? Che diavolo di talento era?
“Come mai questo cambio di look? Ti aspettavamo nelle tue vesti da pirata.” Si brava Mary Margaret, continua a ricordarmi quanto è bello e sexy. Sicuramente mi servirà a considerarlo come un padre serio e a lasciar perdere pensieri poco casti.
“Ho chiesto un consiglio ad un amico. Volevo fare colpo.” Rispose il pirata fissandomi dritta negli occhi. Sentii il mio volto andare a fuoco e distolsi lo sguardo. “Ci sono riuscito?”
La domanda era rivolta a me, ovvio.
Che cosa avrei dovuto rispondere?
Risposta affermativa e mi sarei buttata sulle sue labbra, lì davanti a tutti (genitori e figlio compresi).
Risposta negativa e l’avrei deluso di nuovo, non avrei neanche fatto un tentativo.
Optai per la soluzione più facile: la fuga.
“Vado un bagno. Ci vediamo dopo Mary Margaret” E mi allontanai senza neanche salutarlo.
 
Mi chiusi la porta del bagno di Regina alle spalle e mi sedetti sul bordo della vasca. Gomiti sulle ginocchia e mani nei capelli.
Dov’era finito tutto il coraggio che mi aveva reso la persona che ero? Perché era totalmente scomparso con l’arrivo di Hook? Lui è un pirata, non un mago. Non fa scomparire le cose.
Eppure ero diversa con lui.
Lui mi costringeva ad essere più aggressiva, più arrabbiata, con chi poi restava ancora un mistero.
Forse con me, che non mi decidevo a lasciarmi andare.
Mi aveva scelta, ora toccava a me. Ora dovevo scegliere lui e buttarmi finalmente tra le sue braccia.
Va bene. Dovevo solo aprire la porta, uscire dal bagno, andare da lui, dire che ci era riuscito benissimo, era riuscito a vincere il mio cuore, me l’aveva anche promesso, e baciarlo. Poggiare finalmente le mie labbra sulle sue e sentirne il profumo, la morbidezza, la perfezione. E lui sapeva baciare davvero bene, avrebbe mandato in tilt il cervello di qualunque donna.
Dovevo andare da lui e baciarlo e lui avrebbe capito.
Tutto era nato dal mio poco autocontrollo sull’Isola che non c’è quando l’avevo attirato su di me. E le sue labbra non mi avrebbero dovuto fare quell’effetto.
Doveva essere un bacio senza significato, ma quello che provai mi spaventò. Neanche con Neal mi ero sentita così completa e di Neal poi mi ero innamorata.
Battei le mani sulle ginocchia, mi avrebbe dovuto dare coraggio. Mi alzai e mi guardai allo specchio aggiustandomi i capelli.
Killian ti trova bella anche con i capelli in questo stato.
Dio, l’ho davvero chiamato Killian? Sto messa proprio male allora. E poi che diamine di pensieri faccio. Ora mi preoccupo anche di piacergli.
“Forza Emma.” Sussurrai allo specchio. Hai affrontato Peter Pan, Malefica, troll, giganti, Cora e ora ti preoccupi di un pirata innamorato? Datti una mossa.
 
“Non mi hai risposto alla domanda, Swan.”
“Diamine Hook, mi hai spaventata” Era appoggiato allo stipite della porta e mi guardava con quella faccia da pirata che si ritrovava.
“Chiamami Killian, principessa.” Si avvicinò troppo a me, troppo. Era quel tipo di vicinanza che si poteva risolvere in un unico modo. “E’ più intimo” Mi sussurrò in un orecchio.
Rabbrividii quando sentii il suo uncino accarezzarmi la guancia, lentamente. In quei secondi dimenticai di respirare, processo biologico piuttosto fondamentale per chiunque voglia continuare a vivere.
“Allontana quell’uncino da me, Hook.”
“Quale dei due, Swan? Perché sai, oltre a questo qui” disse passandomi ad accarezzare l’altra guancia “ho anche l’altro uncino che...”
“Va bene, Hook, ho capito. Smettila.” Mi allontanai rendendo la distanza più sopportabile.
“Dai Emma, mi sono conciato così solo per te!” Mi aveva chiamato Emma e questo implicava l’inizio di un discorso serio e io, sinceramente, non ero pronta per affrontare discorsi seri con lui. La sua bellezza, la sua perfezione erano snervanti.
“Dì la verità, ti piacevo di più in veste di pirata cattivo, eh?” Mi lasciai sfuggire un sorriso.
Ecco che ritornava a fare il buffone.
Ascolta tua madre, Emma. L’hai sempre voluta una mamma, ora che sei addirittura il frutto del vero amore ti rifiuti di seguire i suoi consigli?
“Credo che scriverò un articolo.” Dissi distogliendo lo sguardo dei suoi occhi.
“Un articolo?” chiese lui, avvicinandosi di un altro passo. Dio, perché mi deve rendere tutto più difficile?
“Sì, un articolo. Una specie di lettera, Hook, a tutte le mamme. Solo per suggerirgli di cambiare un po’ la favola di Peter Pan. E il tuo personaggio. Non ti descriveranno più come il pirata più cattivo dei mari. Non bisogna dire bugie ai bambini. Sarai il pirata più tronfio e affascinante degli oceani. Così poi tutte le ragazzine si innamoreranno di te. Ah, è naturalmente togliamo anche i boccoli alla Luigi XIV.”
“Chi?” chiese lui, evidentemente divertito della piega che aveva preso la conversazione.
“Lascia stare.” Risposi sorridendo, attirata di nuovo dai suoi occhi verdi irresistibili. “Ringrazia i tuoi capelli neri e lisci.”
“Che dicevi prima? Tutte le ragazzine s’innamoreranno di me?” come diavolo faceva ad avere quella voce dannatamente sexy anche quando diceva stupidaggini, tipo assecondare i miei discorsi alogici.
“Oh si, come potranno resisterti?” Fare certi discorsi con lui era peggio che ficcarsi una freccia bagnata di Sognombra nel braccio. La cosa bella era che avevo cominciato io il discorso. E naturalmente avrebbe vinto lui alla fine. Ma tanto ormai cosa avevo da perdere? Ero stracotta di lui, era tutto il resto ad essere difficile, tutta me.
Tanto valeva giocare un po’, divertirsi e lasciarsi andare qualche volta.
“E tu, amore? Tu sei innamorata di me?” Dovevo aspettarmelo. Solo che era un tantino difficile far funzionare il cervello quando un pirata, quel pirata, era a pochi centimetri dalle tue labbra e sussurrava con la sua voce e ti guardava con i suoi occhi.
“Non sono una ragazzina” In qualche modo dovevo stare al gioco.
“No, ma sei una donna adulta, Swan. Dovresti essere in grado di capire i tuoi sentimenti meglio di come farebbe una ragazzina.” Feci l’enorme errore di abbassare lo sguardo sulle sue labbra ed erano troppo, troppo invitanti. Non so quale forza sovrumana mi trattenne, avrei potuto anche lanciarmi su di lui, certo non gli sarebbe dispiaciuto. Ma quella sera ero dominata da un particolare senso di autocontrollo che mi sorprese non poco.
“Allora Swan, sei innamorata di me? Del pirata più tronfio e affascinante degli oceani, con i capelli neri e lisci, con gli occhi verdi e con le labbra più buone del mondo? Se non ricordo male, le hai già provate una volta.”
Ti amo Hook.
“Può darsi.” In fondo mi stava divertendo tanto quel gioco.
“Mmh... sta funzionando questo scomodo abbigliamento allora. Non so come facciate a vestirvi così. Mi manca il mio mantello, mi rende così affascinante. Forse è quello che ti convincerà una volta per tutte di quanto mi ami, Emma.”
Era impossibile non sorridere ascoltando quelle parole. Era così serio e così convincente. Tanto convincente che non resistetti e annullai la distanza che c’era tra di noi.
Sapevano di acqua di mare e di rhum le sue labbra, un sapore che già conoscevo, ma che fu di nuovo troppo piacevole.
Sentivo che entrambi avevamo bisogno di quel contatto. Probabilmente era l’inizio di qualcosa di grande, qualcosa che lui aveva già vissuto con Milah.
Milah l’aveva amata davvero. Sapevo che amava anche me, forse non come aveva fatto con Milah, ma mi amava davvero. L’aveva confessato dove non si potevano raccontare bugie.
Era stato difficile realizzare che qualcuno potesse davvero tenere a me, dopo che i miei genitori mi avevano abbandonata, dopo che Neal mi aveva lasciata sola, come facevo a fidarmi di qualcuno? Soprattutto di un pirata...
Ma le sue labbra dicevano tanto, la sua lingua che mi accarezzava esprimeva tutto quello che cercava di dirmi da tanto.
Era bello lasciarsi andare, smettere di pensare e lasciare che fosse qualcun altro a guidarmi, per una volta.
E mi stava guidando Killian.
La sua lingua si muoveva dolcemente, mentre le mie mani gli stringevano disperatamente i capelli, attirandolo ancora di più verso di me.
“Piano principessa, o non riuscirei più a...”
“Sta zitto.” Non potevo allontanarmi, non ora che ormai il cervello era andato.
E poi le sue labbra, la sua lingua, le sue mani, il suo corpo così vicino al mio erano qualcosa di troppo eccitante, che non mi sarebbero bastate. E neanche a lui. Lo sentivo.
“Vuoi fermarti?” mi chiese lui, subito prima di cominciare a baciarmi lentamente il collo.
Spalancai gli occhi per la sorpresa e mi lasciai sfuggire un sospiro di piacere. Sentii Killian sorridere sulla mia pelle.
Dio, non potevo comportarmi così a casa di Regina.
“No. Andiamo a casa mia.” Quelle parole uscirono da sole dalle mie labbra e ringraziai mente, cuore, cervello, ormoni, qualsiasi cosa che me le avesse fatte pronunciare.
 
Mia madre era sparita e mi avvicinai a Belle e a Ruby, che, sedute a un tavolo, mangiavano due enormi pezzi di torta.
“Emma! È una bellissima festa.” Esclamò Belle.
“Sentite ragazze, io devo andare. Lo dite voi a...”
“Dove devi andare?” Mi chiese Ruby. E io che volevo mantenere la cosa segreta...
“Io vado... devo fare... una cosa” E senza neanche voltarmi indicai involontariamente Hook, che mi stava aspettando vicino al cancello.
“Con il pirata? Vai a fare una cosa con il pirata?” La faccia di Ruby diceva tante cose.
“Si bè... dobbiamo solo...” Mi sentii andare a fuoco di nuovo.
“Dovete solo?” Incalzò Ruby.
“Non insistere Ruby!” Fortunatamente intervenne Belle. “Non ti preoccupare, Emma, lo diremo noi a Mary Margaret che dovevi andare. E così il pirata, eh?” No, niente fortunatamente. Ora ci si metteva anche Belle. “Abbiamo qualcosa in comune noi, ci affascinano i cattivi.”
“Killian non è un cattivo.” Nei miei piani quella conversazione sarebbe dovuta durare molto di meno.
“Si bè, neanche Rumple. Diciamo apparentemente cattivi. E quindi voi state andando a...”
“Belle, ora sei tu a insistere!” Ecco che ricominciava di nuovo Ruby. “Lasciamola andare, non vedi quanto è impaziente di ritornare dal suo pirata?”
“La volete smettere tutt’e due? Siete incredibili!” sbottai io con gli occhi spalancati.
“Io ho imparato da Ruby. Non fa che prendermi in giro su Rumple.” Disse Belle.
“Non è vero. Dico solo che è un mago potentissimo, ha sempre una soluzione a tutto, chissà quante cose nasconde che magari mostra solo a te. Magari nei momenti più... intimi.”
“Ok, io devo andare.” Ci mancava solo che mi mettessi a parlare delle prestazioni sessuali di Rumplestiltskin e Belle.
“Vai, avvisiamo noi tua madre.”
“Vai e divertiti!” Aggiunse Ruby. E io le risposi con una meritatissima linguaccia.
 
“Andiamo prima che ci vedano Mary Margaret o David.” Dissi prendendo Killian per il braccio e allontanandomi da casa di Regina.
“Come mai ci hai messo così tanto?” Mi chiese lui cingendomi la vita con il suo braccio.
“Belle e Ruby volevano sapere cosa stiamo andando a fare.”
“Davvero? E cosa gli hai risposto?”
“Che stiamo lasciando Storybrooke con la Jolly Roger.”
“Sul serio?” Chiese guardandomi negli occhi.
“Pensi che non ne sarei capace?” Gli dissi con un mezzo sorriso.
“Penso che saresti un’ottima donna pirata.”
“Sì lo credo anch’io.”
E poi fu lui a baciarmi.
 Mi prese il volto tra le mani e poggiò dolcemente le sue labbra sulle mie. Lo abbracciai forte.
Mi mancò l’ossigeno, l’aria, il mondo intero quando si allontanò, ma le due parole che pronunciò subito dopo riempirono immediatamente quel vuoto.
“Ti amo.”
Tutto il mondo ritornò indietro e io stavo benissimo.
Stavo benissimo perché avevo quella specie di superpotere.
Non stava dicendo una bugia.

 
[Ho riletto questa storia dopo tanto tempo e mi sono accorta che c'erano alcuni errori abbastanza stupidi, che ora ho corretto :) ] Avevo bisogno di scrivere nella lunga pausa che mi separava dal 9 Marzo e così ecco il risultato :)
E' la prima volta che scrivo su OUAT, spero di aver inquadrato bene i due personaggi.
Grazie davvero per avermi dedicato del tempo :)
  
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