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Autore: funnyforever    13/03/2014    2 recensioni
la mia idea è partita da un " e se..." . E se Leon e Vilu fossero i tributi del distretto 12 dei 76 ° hunger games?
E cosa succederebbe se Peeta e Katniss fossero il loro mentori?
ho messo insieme le cose che adoro di più ed è venuta fuori questa storia. spero che vi piaccia.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leon, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti Tributi v-lovers ( ehehe che bel nome che vi ho trovato) !!! Eccomi qui, dopo moolto tempo ( scusate per il ritardo a proposito), con un nuovo capitolo =) spero come sempre che vi piaccia e… buona lettura <3

 

CAPITOLO 7

-Narra Violetta-

Le urla degli spettatori sono aumentate, e io mi sento sempre più a disagio.

Tutti quegli occhi fissati su di noi… un po’ mi inquietano.

Mi sforzo di sorridere, e vedo il mio volto proiettato su una specie di bandiera.

-come sono falsa- penso nella mia testa. -credono veramente che io sia felice? Quale persona sana di mente lo sarebbe tre giorni prima degli Hunger Games?-

Va tutto bene,come da programma, ma il carro sta svoltando, e io non me ne accorgo, visto che sono occupata a sorridere e a mandare baci al pubblico chiassoso che grida a squarcia gola il mio nome e quello di Leon.

Perdo l’equilibrio, e cado su Leon, che mi afferra e istintivamente per la vita, fingendo che sia parte dello show.

Mi rivolge un sorriso sarcastico e mi sussurra - stai attenta la prossima volta-

Ecco, in questo momento lo vorrei buttare giù dal carro!

Vorrei buttarlo giù insieme a quelle tre oche delle favorite, se non fossero così lontane da me.

Ci disponiamo a semicerchio, lungo lo stemma di Capitol City scolpito nel pavimento, e ascoltiamo il discorso annuale del presidente, che se vogliamo dirla tutta, conosco a memoria, parola per parola.

È sempre lo stesso, in 76 anni, non hanno cambiato neanche una virgola.

Finito il prevedibile discorso, torniamo al salone dai nostri mentori.

Katniss e Peeta si congratulano con noi. Effie e Sallix ci corrono incontro e non smettono di farci complimenti. Haymich si limita a darci una pacca sulla spalla e farci un cenno di consenso, che tradotto significa ottimo lavoro.

Mi volto, e noto che tutti i tributi ci stanno fissando, piuttosto invidiosi.

Arriva Crizy, dell’1, e con il suo solito sarcasmo commenta il mio abito.

Crizy : ma che novità, una ghiandaia imitatrice…non sapete più cosa inventarvi. Com’è che ti chiami… Fiammetta?

Vilu : no, mi chiamo Violetta e…che strano… non hai sentito il pubblico gridare il mio nome prima? O eri impegnata a farti notare da qualcuno?

Crizy : non ho bisogno di essere notata!

Vilu : già, lo penso anche io…sei ridicola anche se nessuno ti nota e… se fossi in te mi toglierei quel ratto dalla testa…

Crizy : questo è Ermellino pregiatissimo, viene da oltre oceano!!!

Crizy se ne va infuriata più che mai. Prende il suo copricapo e lo getta a terra in preda a una crisi di nervi.

Leon : credo che entro tre giorni, tu riuscirai a mandarla al manicomio.

Vilu : le ho solo detto quello che si meritava.

Leon : se fossi in te non la insulterei molto… è una favorita e scommetto che se continui così sarai la prima a …

Vilu : forse lo sono già, anzi sicuramente…

Finalmente le ali sono scomparse. Pesavano molto sul carro e ora sono libera di muovermi, visto che prima ero imprigionata tra le piume incandescenti.

Dopo aver ringraziato tutti, torniamo al nostro appartamento.

Sono molto stanca. Appena entro, corro a togliermi il trucco e faccio una doccia per rimuovere la tinta rossa istantanea dai capelli. Sono tornata me stessa.

- Narra Leon -

Arrivo nella mia stanza. Mi tolgo il trucco, la tinta dai capelli, e mi stendo sotto le coperte.

Apro un cassetto del mio comodino, e trovo una piccola agenda.

- perché non usarla? Se morirò, forse qualcuno, leggendo il mio diario si ricorderà di me…- penso.

-Il diario di Leon- la chiamerò così.

Prendo una penna da un altro cassetto, e inizio a scrivere…

IL DIARIO DI LEON -3 giorni agli HG

Scrivo questo diario per fare in modo che qualcuno si ricordi di me. A scuola me la cavavo con la scrittura…scrivevo delle piccole lettere per i miei genitori, -da spedire in Paradiso- scrivevo sempre.

Oppure ad Elly e Sammy, le mie sorelline. Ma questo diario lo voglio dedicare a una persona che conosco da poco, Violetta Carter, la ragazza del mio distretto.

Prima non ci pensavo molto, ma ora… beh, ora me ne rendo conto. Gli Hunger games si avvicinano e li temo più di chiunque altro.

Non so se ne uscirò vivo, ma una cosa è certa...ho paura, ho tanta paura.

Se morirò vorrei che almeno vincesse Violetta, ma se continua a reagire a Crizy… non so se ci riuscirà.

Solo tre giorni. Tre giorni per riflettere, per pensare a quello che mi aspetterà nell’arena, per guardare in faccia i miei avversari, per imparare a sopravvivere.

È passato il primo allenamento, la parata, e sono certo che gli ultimi giorni passeranno in un lampo.

Per ora non ho niente da aggiungere, ma domani sarà un’altra giornata, e avrò altro da raccontare.

Chiudo il diario e mi addormento tra i pensieri, che navigano nella mia mente.

È da molto tempo che programmo un piano nel caso fossi scelto come tributo per gli Hunger Games, ed ora è arrivato il momento di metterlo in atto.

Ricordo che guardavo ogni edizione, per imparare le strategie, i miei futuri movimenti.

Ammetto che saprei come comportarmi in qualsiasi ambiente, che sia deserto, bosco, foresta pluviale o valle glaciale.

Conosco più o meno le piante, e me la cavo con la caccia, visto che da piccolo cacciavo con mio padre nel boschetto sconfinato dal filo metallico. Poi quando se n’è andato, con mia sorella maggiore Ally, abbiamo dovuto prenderci cura di mamma, che stava morendo, e della nostra sorellina Sammy.

Mi viene naturale procurare cibo, soprattutto se si tratta di lepri o fagiani, ma di persone, non me ne intendo.

È questo il problema… io non voglio uccidere nessuno! Ma se non lo faccio, lo faranno loro, e morire non è una delle mie priorità, devo tornare dalla mia famiglia.

Poi c’è Violetta… e… non ne voglio parlare… non ci voglio pensare.

- Narra Katniss-

Mi sveglio, è mattina, e sento che c’è qualcosa di strano. Peeta non è accanto a me.

Mi alzo, lo cerco in tutto l‘appartamento, ma non lo trovo.

Vado da Violetta, poi da Leon, ma neanche loro ci sono.

Percorro il corridoio che porta alla terrazza, ma non sono lì. Tutto tace. Il silenzio è talmente fitto, che farei qualsiasi cosa per romperlo. L’unica cosa che riesco a fare è urlare i loro nomi a squarcia gola per riuscire nel mio intento, ma niente, il silenzio è aumentato, e mi sta soffocando lentamente.

Sono sola. I senza-voce quando mi incrociano, si voltano e cambiano direzione, come se non esistessi.

Poi ad un certo punto sento una voce nel salone, stranamente famigliare; è solamente la tv.

Caesar Flinckerman sta intervistando qualcuno… qualcuno di importante data la reazione del pubblico.

- i vincitori della 76° edizione degli Hunger Games!!!- dice

Vedo un ragazzo e una ragazza, così sfocati da riconoscere solo i colori dei loro abiti.

Ma è proprio quando annuncia i loro nomi, che il cuore smette di battere nel mio petto.

- Leon Thompson e Violetta Carther!!!-

C’è anche Peeta sul palco, e non smettono di applaudirlo, per essere riuscito a salvarli entrambi.

Salgono sul palco anche Effie ed Haymich, ma i conti non tornano…

Perché loro sono là e io sono qua? Mi hanno abbandonato?!

Corro in cerca di qualcuno, ma non ci sono più neanche gli inservienti.

Avanzo disperata verso l’uscita, ma la porta non c’è più, si è dissolta davanti a me, come polvere al vento.

Le finestre, il divano, la tv, le porte delle altre camere scompaiono, e così tutto ciò che mi circonda, lasciandomi in una stanza senza soffitto, né pavimento, totalmente avvolta in un candido bianco.

Penso per un momento di essere morta, di essere in Paradiso.

Sento una fitta lancinante allo stomaco, e quando abbasso gli occhi, mi accorgo di avere una lancia che mi trapassa il ventre, come se fossi un fantasma.

Rimane lì, e io cerco di sfilarla lentamente. Niente ferita, niente sangue e rimango esterrefatta.

Non sono morta. Impugno la lancia, ma appena la estraggo del tutto, sento un forte colpo di cannone, e vedo proiettata in alto la foto di Rue.

L’arma non è più nelle mie mani, è nel suo stomaco, ma questa volta non c’è nessuno accanto a lei che la possa accompagnare in cielo, è sola, come me in questo momento.

Le lacrime iniziano a solcarmi il viso, per la disperazione, per la rabbia, per la paura, per la solitudine, quando…

Mi risveglio nel mio letto. Apro gli occhi di scatto. Sto tremando e ansimando. Il mio viso è umido e caldo e mi sento la febbre.

Farfuglio qualcosa su Rue, quando ad un tratto riprendo coscienza di me stessa, e mi rendo conto che Peeta è accanto a me, e mi sta accarezzando i capelli.

Peeta : era solo un incubo , era solo un incubo…

Scoppio in lacrime e lo abbraccio più forte che posso, trascinandolo verso di me.

Peeta rassicurandomi : è tutto finito, tranquilla, ci sono io con te.

Io disperata: è morta!!! È MORTA, L’HO UCCISA IO!!! È TUTTA COLPA MIA!!!

Peeta : no, non è colpa tua Katniss. Tu, sei stata molto importante per lei.

Io : mi ha salvato la vita, e… e io non ho potuto salvarla!!!

Peeta : Katniss… cosa ti ha detto prima di… beh…em…

Io : di vincere…

Peeta : lei voleva questo, e tu hai lottato fino in fondo, per il suo ultimo desiderio.

Ehi, guarda cosa ti ho portato…

Peeta prende un grande vassoio contenente biscotti decorati, pane tostato, marmellata, zucchero,

cupcakes al cioccolato, e altre delizie, tipiche ti Peeta. Un muffin, ha perfino su scritto il mio nome, con tanti cuori. Mangio qualcosa, ma in realtà non ho molta fame.

Mi è rimasta in mente Rue, la piccola Rue, e temo che i miei ragazzi facciano la stessa fine.

Dopo esserci cambiati, e soprattutto dopo essermi quasi ripresa dall’incubo, io e Peeta raggiungiamo i ragazzi, che stanno facendo colazione nella sala da pranzo.

Sono felice di vederli.

Mi guardano in modo strano… devo avere un aspetto orribile.

Leon : Katniss? Stai bene?

Io : eh???

Leon : Stai bene?

Io : em… sì, ho solo dormito un po’ male questa notte.

Vilu : fai colazione con noi?

Io : no grazie, l’ho già fatta.

Vilu : dobbiamo andare noi… secondo allenamento…

Io : giusto…beh, sapete cosa fare. Esercitatevi su altro, e verso la fine cercate di migliorare quello in cui siete più bravi … e buona fortuna.

Vilu : grazie, a dopo

Leon : a dopo.

- Narra Violetta-

Secondo allenamento. Niente di speciale… ormai conosco tutte le postazioni, e ho già in mente cosa fare.

Inizierò con il combattimento con le spade, poi proverò il tiro con l’arco.

Per la sopravvivenza, imparerò le tecniche per cercare l’acqua, fondamentale per vivere nell’arena. Se mi avanzerà del tempo, mi specializzerò nel lancio dei coltelli, come mi ha consigliato Katniss, e poi imparerò a mimetizzarmi.

Sono parecchie le cose che devo fare, e sarà meglio che inizi subito.

Io e Leon arriviamo nella grande sala degli allenamenti, e appena entriamo, ci scambiamo uno sguardo, e ognuno va per la sua strada.

Mi dirigo verso la postazione di tiro con l’arco.

L’istruttore, è una donna sulla trentina d’anni. Non c’è tempo di fare presentazioni, e così iniziamo subito.

Prendo in mano l’arco, e faccio qualche tiro di prova… un completo disastro!!!

La seconda freccia, ha sfiorato di un millimetro la testa dell’allenatrice e così decido di cambiare postazione. Arco e frecce non fanno per me.

La postazione di combattimento con le spade è già occupata, ma decido di aspettare che il ragazzo del distretto 8, Duke, finisca il suo allenamento.

Quando finisce, noto che porta un guanto alla mano sinistra.

Mi passa la spada, che peserà circa 3 kg.

Io : cosa hai fatto alla mano?

Duke : mi sono tagliato ieri con un coltello, non me la cavo molto bene…

Io : se vuoi io ti insegno a lanciare i coltelli… e tu mi insegni a costruire qualche trappola…so che l’8 è il distretto della tessitura, e devi essere abile con i fili…

Duke : sì, me la cavo… e…va bene…

Io : per la ferita… potresti usare delle foglie di Achillea…ti aiuteranno…

Duke : g-grazie… lo farò…

Duke non mi sembra un cattivo ragazzo… deve avere un anno meno di me, e mi sembra piuttosto spaventato, come me d’altronde…

Mentre si allontana, io impugno la spada, e l’istruttore mi insegna le mosse base del combattimento.

Alla fine riesco a squarciare un manichino, e finalmente, dopo quindici minuti di lotta, riesco a maneggiare una spada come i favoriti.

Duke mi aspetta alla postazione della costruzione delle trappole.

Me ne mostra un paio , ma quella che ho imparato meglio è quella per catturare dei piccoli animaletti, come scoiattoli o roba del genere.

Ricambio il suo favore, con una lezione di lancio dei coltelli. Gli mostro qualche tiro, così nel frattempo mi posso esercitare, e lui mi imita. La sua mira non è eccellente, ma sono sicura che qualsiasi suo lancio, sarebbe capace di annientare anche un favorito.

-Il segreto è mantenere la calma, centrare il bersaglio e tirare più forte che puoi- gli dico.

Detto fatto. Il suo tiro è migliorato nettamente.

Mi ringrazia, e io ringrazio lui per le trappole, e cambio di nuovo postazione.

Non deve mancare molto alla fine degli allenamenti di oggi, perciò cerco di apprendere più in fretta possibile.

Raggiungo la postazione della ricerca dell’acqua.

Ci sono molti modi per capire se mi trovo vicino a un laghetto, come per esempio tastare il terreno e sentire se è umido, vedere se il pelo degli animali è bagnato e altre cose simili.

Mentre l’istruttore mi spiega un altro metodo, suona l’allarme, e devo tornare all’appartamento.

Anche questa volta mi ritrovo in ascensore con Leon.

Leon : come è andata?

Vilu : bene…

Leon : ho visto che hai fatto amicizia oggi…

Vilu : intendi Duke? Lo stavo solo aiutando…

Leon : ti ho visto combattere con la spada… sei forte…

Vilu : grazie… anche tu con arco e frecce…

La cena trascorre lenta. Peeta, Katniss, Effie e Haymich continuano a domandarci come è andata.

Non è andata tanto male oggi… Crizy non si è presentata…me ne sono accorta solo adesso, che non ho litigato con nessuno…se non con quel maledetto arco e le sue dannate frecce!

- Narra Leon -

Finita la cena, ci separiamo nelle nostre camere.

Mi stendo sul letto, prendo la mia agenda e sfoglio una nuova pagina.

IL DIARO DI LEON - 2 giorni agli HG

È trascorso il secondo e penultimo giorno degli allenamenti.

Ogni giorno che passo qui, mi sento sempre più strano, come se la realtà fosse scivolata via da me.

Oggi ho imparato a mimetizzarmi, ad arrampicarmi sugli alberi e a scalare una parete a mani nude.

Per fortuna non sono caduto di sotto, mentre ero a cinque metri di altezza!

Credo che Violetta abbia la stoffa dell’assassino… è capace di lanciare coltelli con una mira incredibile, e a usare una spada come se fosse un nastro… affascinante.

Mi reputo bravo nel tiro con l’arco, con le lance e con i coltelli ( non come Violetta però) .

Cerco di avvicinarmi ai favoriti per capire i loro punti deboli.

Finora ho capito solo che Daniel è un pessimo arciere e che Savy non è abbastanza forte da sollevare i vari pesi. Ho trovato un punto debole anche in Crizy, la pazza dell’1. Penso che sia innamorata di Louis, il ragazzo del suo distretto, e credo che sarà più vulnerabile, visto che lo dovrà… come dire… togliere di mezzo.

Non so perché, ma mi ha dato parecchio fastidio che Violetta si avvicinasse al ragazzo del distretto 8... Forse perché…

Questa non ci voleva!Mi si è scaricata la penna! Ne cerco nel cassetto un’altra, ma niente.

Non ho visto penne per l’appartamento, perciò decido di chiederne una alla stanza accanto, quella di Violetta.

Busso, ma nessuno mi apre. La porta è aperta e così entro furtivamente nella stanza. Violetta si sta facendo la doccia, ecco perchè non mi ha sentito.

Apro il cassetto, e trovo una penna; la prendo e sto per uscire, quando sento una voce meravigliosa, Violetta sta cantando.

Rimango qualche secondo ad ascoltare la melodia che sta cantando, e per un momento dimentico il motivo per cui sono qui.

Ma non posso stare qui… devo tornare nella mia stanza. Esco e torno a scrivere…

-… forse perché… mi affeziono troppo presto alle persone, o forse perché tengo a lei particolarmente.

Pochi secondi fa ero nella sua stanza, e l’ho sentita cantare. Pensavo che solo gli usignoli cantassero così…mi sbagliavo.

Chiudo il diario, non avendo altro da dire. Le cose indescrivibili sono fatte per non essere descritte, come Violetta; mi mancano le parole solo a dire che colore ha gli occhi.

Mi metto sotto le coperte e mi addormento, cercando di eliminare tutti i pensieri che vanno a lei.

Gli Hunger Games non sono il posto ideale per far nascere l’amore o l’amicizia, tranne che per Peeta e Katniss, loro ce l’hanno fatta, ma è stato un caso su settantacinque edizioni, e

non capiterà mai più.

Devo dimenticarla.

ANGOLINO DELL’AUTRICE : ciao gente!!! Come va? Vi è piaciuto il capitolo? Lo so che è un po’ lungo rispetto gli altri ( ho contato 6 pagine un record per me XD) e spero che vi sia piaciuto.

Comunque, abbiamo un nuovo narratore, cioè Leon… e attraverso il suo diario potremo finalmente scoprire cosa prova per Violetta =) poi ci sono il sogno inquietante di Katniss, e gli allenamenti di Violetta. Ehheheh gli Hunger Games si avvicinanoooooo! Nel frattempo vi mando un bacio Tributi v-lovers!!! Ciao <3

  
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