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Autore: serengleepity    16/03/2014    2 recensioni
[Demi/Joe]
Demi indietreggiò di qualche piccolo passo, mentre il dito minaccioso di Joe si alzò fino a puntarla.
“Ho detto no.”
“Joe…”
“No.”
“Prometto di non metterti in imbarazzo.”
“No.”
“D’accordo, allora. Vedo che non mi lasci altra scelta.”
Demi gli rivolse un’occhiataccia di rimprovero, pronta a giocarsi la sua ultima, persuasiva e infallibile carta. Era una tattica che l’aveva aiutata per anni, e testarla su Joe la divertiva tanto e forse troppo.
Il ragazzo corrucciò la fronte, ma rilassò i muscoli assumendo un’espressione accigliata non appena capì le intenzioni della più piccola.
“Non osare.”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Demi Lovato, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I don't like you.
 
 
 
Rating: Verde
Genere: Fluff. Tanto, troppo fluff.
Personaggi/Pairing: Demi Lovato, Joe Jonas (you don’t say!).
Note: Intervista, non intervista, amore vero, amore montato, but WHO REALLY CARES. Fingiamo che tutto ciò abbia un senso o almeno un nesso logico, è a questo che servono le ff fluff, no? Seh. *lolla via*
Disclaimer: Va ribadito che la sottoscritta - purtroppo o per fortuna, chi lo sa - non possiede assolutamente nessuno dei personaggi coinvolti nella vicenda.
Conteggio parole: 767
Prompt: Bambini
 
-
 

“Non se ne parla!”, aveva ringhiato Joe, una volta fuori dall’orfanotrofio in cui avevano appena trascorso il pomeriggio.
Era tardi e non servì la luce fioca dei lampioni a ricordargli la fine di un’altra giornata spesa a fare qualcosa che – finalmente – non  comprendesse solo ridurre un porcile la casa e ingozzarsi di schifezze davanti ad un videogioco.
Sapeva quanto benessere gli arrecasse fare volontariato, e quasi lo allietava il pensiero di dover trascorrere quei pomeriggi di luglio in mezzo a qualcuno che si sentiva solo, – bambini, per di più. Piccoli, innocenti, indifesi bambini… –, ma non quando i suoi turni coincidevano con quelli di Demi Lovato.
Bionda, occhi nocciola, sorriso facile, battuta pronta e faccia da pecorella smarrita.
“Avanti Jonas, durerà meno di quanto tu creda!”, urlò imperterrita, nel disperato tentativo di convincerlo a voltarsi.
Si ritrovò intrappolato a pochi passi di distanza da lei, provando ad accelerare il passo ad ogni parola accusatoria che gli rifilava. Tentò disperatamente di costruirsi un alibi minimamente credibile, quando si accorse che probabilmente voltarsi e liquidarla una volta per tutte  sarebbe servito a togliersela dai piedi.
Quella ragazza possedeva l'innata qualità di fargli saltare i nervi in tempi record. Quando si impuntava per qualcosa che le stava particolarmente a cuore, era la fine. Non c’era verso di dissuaderla, perché tanto avrebbe vinto ugualmente. In un modo o nell’altro.
“Ho detto no. No, mai. Non indosserò quel costume. E’ ridicolo. Scordatelo.” sbuffò, mentre con espressione sorniona indicava il costume da Geronimo Stilton che Demi teneva saldamente in mano da una quantità di tempo indefinita.
Glielo aveva agitato, sbattuto, rifilato e “distrattamente lanciato” davanti per tutto il pomeriggio, sperando di riuscire a convincerlo ad indossarlo.
Un po’ per suo gusto personale – e Joe ci avrebbe giurato –, un po’ per la vera motivazione che li legava a quell’ennesimo inseguirsi senza freni.
“Devo forse ricordarti il motivo di questa festa?”, lo bacchettò la giovane, inchiodandolo sul posto con il solo eco di quelle parole.
Demi stessa,  infatti , aveva proposto una piccola festicciola a sorpresa per Tommy – per quanto il budget che avevano a disposizione permettesse di chiamare una torta e due palloncini; “festa” –, il piccolo bambino che presto avrebbe dovuto lasciare l’edificio per essere accolto dalla sua nuova famiglia.
Sapeva quanto Joe gli fosse affezionato.
Sapeva quanta tristezza e felicità stesse provando per lui e con lui.
Sapeva che non sarebbe mancato, e sapeva anche che nonostante tutto avrebbe fatto l’impossibile per fare in modo che si ricordasse di lui, una volta lontano.
Nonostante il suo immancabile giacchetto di pelle, la sigaretta costantemente accesa e stretta tra le labbra sottili, Demi sapeva bene cosa si nascondesse dietro la facciata da cattivo ragazzo.
E sarebbe ricorsa ai metodi più sleali, pur di ricordarglielo.
Demi indietreggiò di qualche piccolo passo, mentre il dito minaccioso di Joe si alzò fino a puntarla.
“Ho detto no.”
“Joe…”
“No.”
“Prometto di non metterti in imbarazzo.”
No.
“D’accordo, allora. Vedo che non mi lasci altra scelta.”
Demi gli rivolse un’occhiataccia di rimprovero, pronta a giocarsi la sua ultima, persuasiva e infallibile carta. Era una tattica che l’aveva aiutata per anni, e testarla su Joe la divertiva tanto e forse troppo.
Il ragazzo corrucciò la fronte, ma rilassò i muscoli assumendo un’espressione accigliata non appena capì le intenzioni della più piccola.
“Non osare.”
La bionda lo ignorò beatamente e prese a sbattere ripetutamente le ciglia, fissandolo come una bambina intenta a mettere in scena la sua più grande performance nel tentativo di convincere il fratello maggiore a prendersi le colpe di una marachella infantile con i propri genitori.
Maledizione, ci avrebbe scommesso. Quello fu un colpo basso degno di lei, su questo non c’erano dubbi. Ma nonostante suonasse roba già vista, non aveva alcuna intenzione di cascarci, non di nuovo almeno.
Deglutì a fatica e - per quanto la trovò irrimediabilmente dolce e al tempo stesso fastidiosamente provocante – provò con tutte le sue forze a distogliere lo sguardo da quelle iridi scure.
“Piantala!” ordinò, ignorando il suo tono apparente irremovibile traballare appena.
Per favore?” mugugnò con voce melliflua, osservando i suoi bellissimi occhi nocciola saettare da una parte all’altra del suo viso.
Il ragazzo lanciò un ringhio frustrato, strappandole con nonchalance il capo dalle mani. “Non mi sei mai piaciuta, Demetria Lovato”, sibilò, guardandola un ultima volta, prima d’inoltrarsi nel leggero chiarore di quel tardo pomeriggio.
Demi non lo fermò, ma sorrise. Perché sapeva che il giorno dopo lo avrebbe visto fare il suo ingresso trionfale, sotterrato da una moltitudine di strati di pelo, solo per rendere l’ultimo giorno di quel bambino indimenticabile.
Solo per vederlo sorridere.

 
  
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