Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Just Izzy    17/03/2014    12 recensioni
Si sente ancora l'eco di due sussurri.
"Ti amo Sherlock.
"Ti amo anche io, John."
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Autore: Just Izzy.

Titolo: Echi di sussurri.

Personaggi /Pairing: John Watson/Sherlock Holmes.

Wordcount: 1539

Rating: Arancione.

Avvertimenti: Slash, Tematiche delicate.

Introduzione: Si sente ancora l'eco di due sussurri.

"Ti amo Sherlock."

"Ti amo anche io John."

 

 

Primo gradino.

Cominci a salire le scale del 221B di Baker Street con quel passo che solo tu hai: felpato quanto basta per mimetizzarti nell' ambiente circostante. Getti un'occhiata alla tua destra: la signora Hudson è china davanti al forno, sta controllando qualcosa, biscotti a giudicare dall'odore ... Le mani ti sudano, cosa innaturale per il "grande Sherlock Holmes."

Secondo gradino.

Sei plateale. Hai il capotto che ti svolazza da una parte all'altra. Ti sistemi i capelli, li arruffi, più di prima, e dopo fai leva sulla gamba per spostarti al gradino successivo. Sei impaziente, impaziente di rivederlo.

Terzo gradino.

Senti il gradino scricchiolare. Il problema dello scricchiolio è rimasto sempre. Senti anche le ossa della Signora Hudson scricchiolare, magari avrà cercato di girarsi, a controllare, ma la sua anca non gli avrà permesso di muoversi. Su questo ne sei certo. Ed è veramente meglio così.

Quarto gradino.

Continui a salire, non puoi e non vuoi fermarti proprio adesso. Una persona riceverà una bellissima sorpresa. Dopo due anni, il tuo migliore amico -o- forse- qualcosa- di- più, saprà che tu non sei morto buttandoti dal tetto del St. Bart ma sei ancora vivo, intatto. Stai tornando solo per lui gettando così in pericolo l'Europa intera.

Quinto gradino.

Mycroft te lo aveva detto di non andare da John, ma tu sei troppo testardo. E lui ti aveva lasciato fare, ovviamente. "Non ti fermerò, tanto so già che andrai contro corrente, fratellino adorato."

Sesto gradino.

Ci sei vicino. Guardi dietro di te. La porta alle tue spalle è allettante, il pensiero di andartene senza dire una parola, senza fare alcun rumore, è superlativo.

Settimo gradino.

Non senti più alcun rumore. Solo qualche rantolo e qualche singhiozzo sommesso. Non riesci a capirne la fonte, però.

Ottavo gradino.

Velocizzi il passo. Il desiderio di rivederlo, riabbracciarlo cresce velocemente nel tuo cuore.

Nono gradino.

Ti trovi sulla soglia del tuo appartamento. Butti un'occhiata dentro. Tutto è rimasto intatto. I bossoli dei proiettili sono ancora incastrati dentro il muro, il teschio è ancora sulla mensola, i tuoi attrezzi scientifici, però, non sono più sul tavolo ma si trovano dentro dei vecchi scatoloni riposti a casaccio sul pavimento del salone. Le finestre sono chiuse. La vestaglia, che eri solito mettere, si trova ancora appesa alla porta del bagno. Anche la polvere, è dove l'hai lasciata due anni prima. Il violino e l'archetto sono sempre nello stesso posto accanto agli spartiti, l'ultima composizione è stata quella per Irene. E te ne vergogni, quasi. Ricordi ancora quanto John aveva fatto per te in quei giorni, e te ne accorgi soltanto adesso. Altri singhiozzi, ma questa volta alcuni sono anche i tuoi.

Decimo gradino.

Prendi tutto il coraggio che hai, cominci a fare discorsi mentali su cosa dirai non appena lui ti vedrà. Come reagirà? Potrebbe avere un infarto. Potrebbe scoppiare a piangere e abbandonarsi a sentimentalismi inutili. Ma tu lo lascerai fare, anche a te, strano ma vero, sono mancati quei sentimentalismi. A volte sai essere, anche tu, umano. Nel peggiore dei casi potrebbe romperti il naso con una testata  ma quello succederà solo in casi estremi. I singhiozzi sono più vicini. Ti blocchi e ritorni indietro.

Nono gradino, di nuovo.

Sei più sicuro di prima. I singhiozzi provengono dalla tua stanza da letto. Entri dentro casa, spalancando un po’ di più la porta. Ti sistemi il cappotto e poi cominci a muoverti verso la tua stanza.

Primo passo.

Cerchi di fare il meno rumore possibile. Fai un passo alla volta, piano. Ad ogni passo pensi a qualcosa da aggiungere al tuo discorso.

Secondo passo.

"John."

 Terzo passo.

"Sono qui."

 Quarto passo.

"Non piangere. Sono vivo. Sono tornato per te."

Quinto passo.

 Senti un tonfo, un rumore di un vetro infranto. Pensi al peggio adesso. Cominci a correre verso la tua stanza. Te ne freghi altamente di quanto rumore tu possa produrre in questo momento. Spalanchi la porta, con una tale forza che nemmeno tu pensavi di avere. Una scena raccapricciante ti si presenta davanti. John ha lanciato tutto per aria, piange sena ritegno. Sussurra il tuo nome accompagnato da esalazioni del tipo:"Perché lo hai fatto? Perché ti se buttato?"

Il tuo cuscino è umido. Chissà quante notti avrà pianto su di esso dopo l'ennesimo incubo. Magari su di te che cadevi, ti lanciavi. Oh, Sherlock, che cosa hai fatto? Invece di proteggere il tuo amico, lo hai distrutto per sempre.

John, si trova davanti la parete, seduto sulle ginocchia. C'è una foto di voi due accanto. Il vetro della cornice è infranto a terra. Non ricordi quando l'avete fatta. Sai solo che è molto bella, ti ricorda i bei vecchi tempi, non è vero, Sherlock? John ha le nocche ricoperte di sangue.

Molto probabilmente avrà preso a pugni la cornice, prima di rassegnarsi e buttarla per terra, accasciandosi accanto ad essa. Un altro profilo riesci a delineare, lì, nell'oscurità. É una pistola. E si trova all'altezza del petto di John. Vuoi urlare, ma un groppo alla gola te lo impedisce. Non c'è la fai. Cerchi di correre verso di lui ma le gambe sembrano attaccate al pavimento. Ogni passo che cerchi di fare viene risucchiato dal pavimento. Le gambe sono molli, stai tremando.

"John! Aspetta!" riesci ad urlare. Lui si gira e ti guarda con le lacrime agli occhi.

"S- Sh- Sherlock?" balbetta, la pistola adesso si trova lungo i suoi fianchi.

"John, posa quella pistola. Avanti. Sono qui adesso. Sono tornato, per te."

Non ti saresti mai immaginato una reazione del genere da John. Avevi pensato che sarebbe andato avanti con la sua vita, avevi pensato che lui ti avrebbe dimenticato in fretta, si sarebbe riadattato e avrebbe superato il trauma il più in fretta possibile. Ma a quanto pare, oggi la fortuna non è dalla tua parte.

 Si alza e a testa bassa ti si avvicina. Arrivato vicino a te alza lo sguardo e si fionda sui tuoi occhi azzurri.

"Sei frutto della mia immaginazione. Una mia allucinazione. È tutto post-traumatico ma non riesco proprio a capire perché questo trauma stia durando due anni. Mi sto rovinando, Sherlock. Devo prendere delle pillole, il mio corpo non funziona più, aspetto la fine, che tarda ad arrivare. Io non c'è la faccio più a stare senza di te. Non posso più fare l'accoppiata dello scapolo e del grande detective se non ho un grande detective. Io, senza di te, non sono nulla. E se pensi che adesso non lo farò -dice scuotendo la pistola che ha in mano- ti sbagli. Perché Sherlock io voglio amarti ancora. Adesso sei tu che mi devi una caduta." dice con gli occhi ancora lucidi. Lo fissi, attonito, inerme. Non sai cosa fare.

"No, John, no, non sono frutto della tua immaginazione. Guarda."

Prendi la sua mano e la sposti all' altezza del tuo cuore. Gli fai sentire il tuo cuore, che batte, che è vivo. John scuote la testa rassegnato. Non ci crede. Non ci crede più. Non sai che fare. Non hai più idee.  John comincia a piangere, silenziosamente e non puoi fare a meno di stringerlo a te. Ti abbassi all'altezza del suo viso e gli baci la fronte.

"Sono qui, adesso. Ti proteggo io. " sussurri.

John continua a scuotere la testa. "Non puoi. Sei solo la mia immaginazione. Tieni gli occhi fissi su di me. Per favore, fallo per me. Puoi?" ti sussurra.

"Sì, posso. Hai degli occhi bellissimi, John." sussurri con la voce rotta. John alza la pistola, all'altezza del petto. "Se tu non puoi tornare, verrò io da te. Ti amo, Sherlock." Un rimbombo risuona nella stanza. Una pozza di sangue c'è adesso all'appartamento del 221B, mischiato ai vetri rotti. Sei spiazzato. Lo guardo e ti accasci a terra, sui ginocchi, accanto a lui. Gli stringi la mano. "Non mi interessa una vita dove tu non ci sei, John." Perché glielo hai lasciato fare? Perchè non lo hai fermato? A queste domande c'è una sola risposta. Un'altro rimbombo risuona nella stanza. Le pozze di sangue mischiate ai vetri rotti sono due. Si sente ancora l'eco di due sussurri.

"Ti amo Sherlock."

"Ti amo anche io John."  

 

 

 

Note dell'autrice: PostReichenbach, perché i ReichenFeels ci sono, e si fanno sentire. Se siete arrivati qui e gli occhi non vi sanguinano troppo, lasciate una recensione dove mi insultate e mi dite che dovrei licenziarmi, chiudere l'account e andarmi a rinchiudere nel posto più sperduto della terra. Sono pronta a ricevere tutto: pomodori, lattuga, cetriolini, tutto basta che non siano funghi. Non chiedetemi perché l’ho scritta, quando troppe idee mi si attanagliano nella testa, devo solo liberarmi o mi scoppia la testa. Comunque scherzi a parte, grazie per essere arrivati fino a qui, veramente, grazie di cuore.

E sì continuerò anche la longfic. Voglio farvi del male *ride sadica. A volte è peggio di Moriarty tzè*

Okay, comunque se la storia non vi ha fatto troppo schifo lasciate una recensioncina carina carina ... No eh? Comunque vi accoglierò a braccia aperte.

With love

BAZINGA!

 

  
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Just Izzy