Luna park!
L’aria fresca riempiva i suoi polmoni. Hikari si stiracchiò i muscoli mentre aspettava gli altri. Era una bella giornata di domenica e il sole batteva forte. Hikari era arrivata in anticipo e stava guardando l’orologio. Mancavano solo dieci minuti all’orario prestabilito. In quell’istante però il suo cellulare squillò. Lei lo prese e vide chi la stava chiamando. Era Ì.
-Ciao Akira-
-Ciao Hikari. Scusa ma volevo solo dirti che oggi io e Tadashi non possiamo proprio venire al luna park! Mi dispiace!-
-Peccato. Pazienza, sarà la prossima volta. Aspetta, ma perché sei con Tadashi?-
-Ehm… be’… perché… volevamo diciamo passare del tempo insieme…e …- la voce di Akira era un po’ soffocata.
-Ah, va bene. Se è per questo va bene. Allora ciao Akira-
-Ciao Hikari! Scusami!- e spense. Hikari mise via il cellulare e massaggiò l’orecchio. Quanto gridava Akira. Il suo cellulare squillò ancora.
-Pronto?- alla chiamata non rispose nessuno. Sentì solo un rumore di qualcosa che si girava e una matita che scriveva.
-C’è qualcuno?- il rumore non cessò. Poi Hikari le venne in mente le precedenti chiamate che aveva fatto tempo fa.
-Ah sei tu Megumi?-
-“Esatto”-
-Scusa ma va bene se mi passi Jun? E’ che con lui mi capisco meglio-
-“Va bene, nessun problema” … Ciao Hikari! Voleva dirti che io e Megumi non possiamo venire. Purtroppo Ryu deve aiutare il padre con certi affari quindi vogliamo fare un piccolo show con la voce di Megumi e la musica del mio violino. Non è fantastico?- Hikari ripensò ai vecchi spettacoli che avevano fatto. Uno era stato al compleanno di Takishima… non era finito bene.
-Sì… un’idea carina…-
-Sai vogliamo alzargli il morale. Secondo te funzionerà?-
-Sicuramente- sicuramente no.
-Adesso però io e Megumi dobbiamo salutarti, dobbiamo raggiungere Ryu. Ciao Hikari, ci vediamo… “Ciao Hikari”-
-Ciao- e Jun attaccò. Rimise via il cellulare. Sembrava che tutti fossero occupati in quel giorno. Non le piaceva passare la giornata al luna park da sola. Guardò l’orologio e vide che era l’ora. Si esaminò attorno per vedere se c’era una faccia familiare e scorse qualcuno. Aveva i capelli biondi e gli occhi neri. Vicent, di certo. Non c’era nessuno che lo accompagnava. Era vestito in uno stile casual che Hikari non sapeva cosa volesse dire perché a lei una maglietta alla moda e una semplice maglietta senza stampe era lo stesso. Lui le venne incontro sorridente.
-Ciao Hikari. Visto? Sono venuto- lui però cercò di guardare dietro di lei.
-Non è ancora arrivato nessuno?-
-Ancora no. In verità tutti i miei amici non vengono perché sono occupati. Takishima, non saprei. E tu?-
-Casualità, anche i miei compagni erano occupati. Proprio strano- poi si guardarono – anzi lui guardò lei mentre lei guardava le giostre – e ci fu un strano silenzio tra i due – anzi lui stava zitto mentre lei sussurrava qualche stupore vedendo le montagne russe - anche se c’era molta gente che passava rumorosamente.
-Ehi visto che ci siamo, andiamo a divertirci, no? Dai andiamo alle montagne russe!- era eccitatissima, voleva qualcosa di estremo. Vincent non fu molto convinto ma ci andarono lo stesso anche se lui gridava dalla paura e ovviamente Hikari gridava per il divertimento – per questo non aveva capito che Vincent aveva paura, pensava al contrario-.
Camminarono per vedere altre giostre anche se Vincent non era messo bene dopo il giro sulle montagne russe ma si riprese velocemente. Andarono nella casa degli orrori e nessuno dei due si spaventò e si divertirono, soprattutto Hikari – prevedibile -.
Poi andarono al tiro a segno e tutti e due dimostrarono capacità sbalorditive attirando l’attenzione di molti. E così vinsero un premio ciascuno, cioè un peluche per ognuno. Dopo ancora molte altre giostre – chissà quante – si presero il gelato. Si sedettero su una panchina e si guastarono il loro gelato. Hikari aveva preso il cioccolato e Vincent aveva preso la vaniglia. Hikari si ricordò che a Takishima piaceva la vaniglia. Si domandò cosa facesse in quel momento.
-Ti stai domandando cosa sta facendo Kei?- Hikari rimase un po’ sorpresa.
-Sì certo. Chissà cosa starà facendo adesso Takishima-
-Ma perché lo chiami Takishima?-
-Non lo so. Forse perché l’ho chiamato così dalle’elementari-
-Vi conoscete dalle elementari?-
-Sì certo. L’ho seguito per tutto il tempo per sconfiggerlo. Ma purtroppo lui è sempre il primo, io la seconda- il viso di Hikari si fece più cupo.
-Che situazione bizzarra…- commentò lui non facendosi sentire visto che Hikari era occupă con la sua disperazione.
-E tu da quando conosci Takishima?-
-Io conosco Kei da quando avevo sei anni. Era già un persona molto dotata al quel tempo e io l’ammiravo. Ammetto che ero invidioso di lui e non so come anche se frequentavamo scuole diverse la mia invidia cresceva. Non mi piaceva essere inferiore a lui quindi so come ti senti in tutti questi anni. Siamo simili-
-Abbiamo qualcosa in comune allora! Ecco perché avete un atteggiamento così ostile. E adesso non cerchi di sconfiggerlo come me?- chiese Hikari mentre finiva il suo gelato.
-No, è inutile-
-Ma perché?-
-E’ ovvio il perché. Kei primeggia in tutto, nessuno lo può battere. Sarebbe un spreco-
-Scusa ma come puoi dirlo se non ci provi- Hikari lo guardò dritto negli occhi fiera –se non continui a provare, non andrai mai da nessuna parte. Non si deve mai arrendersi ed è quello che farò-
Vincent rimase sorpreso da quelle parole pensoso. Decise di alzarsi e si chinò prendendola di nuovo la mano baciandola.
-Thank you, my lady-
Tutte le persone si girarono per guardarli pensando a quanto sia romantica quella scena. Ma l’attenzione fu spostata sull’elicottero che stava atterrando in quel esatto punto dove c’era Hikari e Vincent. Dentro si intravide una figuara di un ragazzo. Fece un salto alto cinque metri da terra scioccando tutti i presenti -eccetto Vincet e Hikari- e atterrò senza farsi male. Alla fine Kei era venuto.
Kei subito le prese in braccio –avete presente quando il principe prende la sua principessa? Ecco quello- e guardò con aria di sfida Vincent.
-Scusa ma te la porta via- disse solo lui mentre Hikari protestava energicamente dimenandosi.
-LASCIAMI GIU’, TAKISHIMA! LASCIAMI GIU’!- gridava lei.
Ma l’elicottero stava atterrando e all’istante Kei saltò portando via con sé Hikari irritata e fece volare via l’elicottero nel cielo. Le eliche dell’elicottero tagliavano l’aria producendo rumore e pian piano quel rumore si affievolì lontano. Il pubblico che aveva visto tutto la scena rimasero con la bocca spalancata. Invece stranamente Vincent sorrideva ancora.
Angolo dell'autrice: scusate per il ritardo, sono stata occupata. Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento. Recensite, grazie. Alla prossima!
Fairy E