Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: Cherrie_2709    18/03/2014    0 recensioni
-Madre...Padre...ho una richiesta da fare-
"Oddio no" pensò Flora
Federico si inchinò ai suoi piedi -Flora, amore mio...-
La tensione nella stanza era palpabile.
-...vuoi sposarmi?-
Silenzio. Silenzio totale. La ragazza stava ascoltando il suo cuore. Sapeva cosa le stava dicendo, ma aveva paura di dar voce ai suoi sentimenti. Prese un bel respiro e si preparò a rispondere. Ma qualcun'altro lo fece per lei.
-NO!- gridò Ezio, senza pensarci due volte.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Beh, non saprei come descrivere questo capitolo. Non è male, credo, però non è clou u.u Il prossimo sarà decisamente meglio, ecco. Però ditemi voi i vostri pareri ^^

- Altri ladri?
- Proprio così. Sembra quasi che io li attiri, dannazione.
Flora era tornata subito al bordello, unico luogo in cui riusciva a sentirsi sicura. Quando era arrivata, aveva trovato Luigi nuovamente circondato da cortigiane, dalle quali, però, si era allontanato non appena aveva capito che qualcosa non andava.
- Non li voglio tirare in mezzo sta volta. Non voglio tirare in mezzo nessuno che non appartenga alla confraternita. Teodora ci serve solo per rimanere nascosti, dopotutto.
- Fate bene. Meno siamo, meglio è. Altre persone diventerebbero solo un fardello inutile.
La ragazza apprezzava il fatto che, almeno riguardo alle cose importanti, Luigi sapesse mantenere un tono serio.
- Mi metterò subito al lavoro – concluse l'assassina – Voglio sbarazzarmi di mio padre al più presto.

Le ricerche di Flora cominciarono quel giorno e si protrassero per lungo tempo. Questo perché non tutti i testimoni furono collaborativi come le ragazze di Teodora. Queste ultime, infatti, erano ottime spie che, durante le loro nottate con affiliati templari, riuscivano a carpire diverse informazioni. Erano, per lo più, frammenti di informazioni, che l'assassina doveva poi assemblare di volta in volta. Le informazioni più corpose arrivavano, però, da coloro che Flora scovava per conto suo. Templari “dichiarati” ma non abbastanza coraggiosi da affrontarla, parenti di questi ultimi, guardie ubriache dopo una notte in taverna.  Dopo un po' tutti parlavano, ma solo dopo le dovute minacce. Certo, sarebbe stato tutto più semplice se Luigi le avesse dato manforte. Il ragazzo, infatti, andava in cerca delle sue vittime, ma tornava o a mani vuote o con informazioni che le aveva già dato qualche cortigiana.
Passarono quasi tre anni prima che potesse dire di sapere effettivamente qualcosa su suo padre: Claudio viveva in un'enorme villa poco fuori Venezia, ricoperto dall'oro guadagnato quando era un templare in servizio. La maggior parte degli altri templari lo snobbava, certi che la sua appartenenza all'ordine aveva solamente uno scopo di lucro. Gli unici che ancora stavano al suo fianco erano vecchi amici o lontani parenti.
- Ne siete sicura?
- Certo che sì! Quanto dovrei aspettare ancora, Luigi?
- Non saprei. Pensavo che, dopotutto, vi sareste presa del tempo per pensare. E' pur sempre sangue del vostro sangue.
- No. Non dirlo. Mio padre per me è morto. Quell'uomo è solo la sua ombra. Se vorrai venire con me, bene, ma non ti costringerò. E' una questione tra me e lui.
Se ne stavano seduti a bordo del letto, con lo sguardo rivolto verso il pavimento. Flora, nonostante ciò che aveva detto, sembrava piuttosto combattuta, mentre Luigi pareva...preoccupato? Aveva una strana espressione in volto.
- Che pensate? - chiese Flora, facendosi avanti.
- Io...credo che sarà bene prepararsi. Andrò da un fabbro a far controllare armi e armatura, per essere più sicuro che mai.
- Mio padre non ha uomini, dimentichi?
- Ah, attenzione. Non ne ha molti. Cosa ti dice che i pochi rimasti con lui non siano abilissimi guerrieri?
Sì, non aveva tutti i torti. Anche se ne aveva pochi, loro erano pur sempre in due.
- Se non vi dispiace, portatevi anche la mia armatura. Delle armi posso occuparmi anche da sola.
Il ragazzo le fece un lieve cenno con la testa e le sorrise. Lei rabbrividì: dove teneva nascosto quel lato dolce e premuroso? Ormai si era abituata a una belva bramosa di sesso e mossa da un'intelligenza dubbia.
Prima di occuparsi delle armi, comunque, volle fare un'altra passeggiata: dopo aver ucciso suo padre non sarebbe rimasta lì a lungo, perciò voleva godersi Venezia finché la sua notorietà era minima. Ormai si era abituata al puzzo dei canali e all'esuberanza delle persone, tanto che riusciva a non farsi distrarre. Passeggiava calciando qualche pietra a terra, osservando come queste si cozzavano in modo del tutto casuale creando, però, divertenti reazioni a catena. Con una, ad esempio, riuscì a far cadere una mela da una bancarella. Osservare quell'evento, però, la fece inciampare contro una persona. Inciampare, per modo di dire. Riuscì a travolgerla totalmente, facendo cadere praticamente tutto ciò che portava in mano. Pile e pile di carta, legni e legnetti, fili e pezzi di vetro che, fortunatamente, non si rovinarono minimamente.
- Mi dispiace davvero tanto. Io non stavo guardando dove mettevo piede.
- Oh, non c'è problema. So esattamente come è facile lasciarsi distrarre dalle cose del mondo.
La ragazza alzò subito lo sguardo. Quella voce, lei la conosceva. E davanti a lei ritrovò i lineamenti a cui la associava. Un bel pizzetto curato, capelli biondi lunghi fin sopra le spalle e due bellissimi occhi azzurri.
- Leonardo?
L'uomo, ancora preso dal raccogliere tutte le sue carte, alzò a sua volta la testa. I suoi occhi si spalancarono, così come le sue braccia.
- Flora! Mia cara!
La abbracciò senza pensarci due volte. Lasciò nuovamente cadere i suoi averi, solo per poterla cingere in un caloroso abbraccio. 
- Oh, Leonardo, quanto tempo! - disse lei ricambiando il gesto – Ma cosa ci fate qui?
- Potrei farvi la stessa domanda – osservò l'artista, lasciando la ragazza e ricominciando a raccogliere tutti i suoi oggetti.
Flora prese ad aiutarlo1 e, una volta che ebbero tolto tutto dalla strada, lo seguì. Si accorse che passarono diverse volte da strade già percorse, perciò capì che non doveva essere lì da molto.
- Da quanto siete qui? - chiese lui, precedendola.
- Ormai sono quasi due anni.
- Ah, siete praticamente una veneziana ormai – sorrise divertito dalla sua stessa battuta.
- Voi, invece, mi sembrate piuttosto spaesato.
- Ah, l'avete notato? Sì, beh, sono qui solo da stamattina e il viaggio non è stato granché. A quanto pare le navi non mi vanno molto a genio.
- Se mi dite dove dovete recarvi, posso aiutarvi.
L'artista si trovava nella laguna per via di una commissione da parte di un nobile veneziano, il quale gli aveva pagato il viaggio e la bottega in cui la ragazza lo stava accompagnando. Non se l'era sentita di lasciare tutti i suoi lavori a Firenze, sia perché era desideroso di portarne a termine il più possibile, sia perché aveva timore che qualcuno potesse saccheggiare la sua vecchia bottega.
- Ho lasciato Salai a guardia dei miei progetti già conclusi, perciò ora mi sento sicuro – concluse – E voi? Come mai vi trovate qui?
- Beh, sapete...affari...
- Ahhhh, capisco bene. Affari da assassini – disse sussurrando.
- Voi sapete? Pensavo che in un qualche modo Ezio vi avesse tenuto nascosto tutto.
- E come poteva? Gli ho costruito tante di quelle armi che qualche domanda dovevo fargliela.
Scoppiarono in una fragorosa risata. Leonardo era allegro come suo solito e per la ragazza era impossibile non lasciarsi contagiare. Chiacchierarono lungo tutto il tragitto, raccontandosi tutto ciò che si erano persi l'uno dell'altra in quei quattro anni, anche se Flora preferì omettere il fatto di aver passato la maggior parte del suo tempo con Ezio. Già l'aveva nominato guadagnandosi un leggero tuffo al cuore.
- Ma ditemi, dipingete ancora?
Erano ormai arrivati quando Leonardo le pose quella domanda. La ragazza posò gli oggetti dell'artista a terra, aspettando che lui estraesse la chiave e aprisse la porta.
- Eh, magari. Mi manca il tempo, Leonardo. E, sinceramente, non so nemmeno se ne sono ancora capace.
- Lo siete. Un vero artista non perde mai le sue capacità, anche quando restano latenti.
- Spero abbiate ragione. Quando tutto questo finirà, non mi dispiacerebbe ritagliarmi un po' di tempo per dipingere qualcosa. Ho troppe immagini stampate in testa che vorrei mettere su tela.
- Alcune di queste comprendono il viso di un uomo?
Probabilmente l'artista avrebbe voluto farla ridere con quelle parole, ma ottenne l'effetto contrario. Apparve, certo, un lieve sorriso sul volto di Flora, ma la ragazza non riuscì a nascondere la tristezza e una punta di rabbia. Leonardo era sempre stato bravo a capirla negli anni in cui studiava da lui e, a quanto pareva, non aveva perso il suo tocco.
- Ho detto qualche parola di troppo, forse?
- No, io...Probabilmente lo dipingerei un uomo, ma non più per amore. Forse userei dei colori freddi e spenti per dipingerlo, per rievocare la tristezza che mi provoca pensare a lui. E ce n'è un altro, poi, che non so con quali colori dipingerei. Che colore si è soliti utilizzare per rievocare la confusione?
- Oh, mia cara, non tutto dipende dai colori. Molto dipende dalle pennellate, dalla tecnica che usate. Perdonatemi, ma...ho capito bene? Addirittura due uomini?
- Già...uno peggio dell'altro...
L'uomo sorrise divertito e, come prima, contagiò anche la ragazza. Non che la tristezza e la rabbia l'avessero abbandonata, ma si rese conto che la sua battuta non era male.
- Ezio sarà curioso.
E tutto cambiò di nuovo. Flora perse ogni traccia di divertimento, rabbia e tristezza: tutte furono rimpiazzate da incredulità.
- Come...Come avete detto, scusate?
- Dicevo – rispose Leonardo riprendendo le cianfrusaglie da terra, dopo essere finalmente riuscito ad aprire la porta – che Ezio sarà curioso. Di solito è lui quello circondato da individui del sesso opposto – sghignazzò.
- Sì, ma...cosa centra lui ora in tutto questo?
- Beh, pensavo che, dopotutto, vi cercherà ora che siete entrambi qui.
Si sentì mancare. Subito cercò sostegno nel muro dietro di lei e lentamente si calò a terra stando contro di esso. Sentì la saliva diminuire e faticò a deglutire.
- Flora! State bene?
Subito Leonardo la aiutò a rialzarsi e le sventolò davanti un foglio per farle aria, credendo che avesse avuto un mancamento per il caldo. Poi, fermandosi a pensare, si rese conto che era Gennaio e che, quindi, il motivo doveva essere un altro.
- Ezio...è qui. A Venezia – borbottò la ragazza.
- Oh, diamine. Ora capisco perché non vi ha nominata nemmeno una volta. Mi era sembrato strano, sapendo che siete confratelli. Ma ditemi, cosa vi ha allontanati?
- Leonardo...la storia è assai più lunga.

- Matrimonio??? Ha chiesto la vostra mano in matrimonio???
- Proprio così. E io avevo anche accettato.
- Avevate?
- Sì, quella promessa non è durata a lungo, dato che voleva la mia mano e, contemporaneamente, le labbra di Cristina Vespucci.
Il pittore fece una smorfia di finto dolore. Sapeva che quella di Ezio era stata una pessima mossa. Inoltre, perché ferire quella povera ragazza?, pensò.
- Ezio, Ezio. Ma che mi combini?
- Leonardo, vi prego di non far parola di tutto questo con lui. Voglio dire, il nostro incontro, il fatto che sono qui...devono rimanere un nostro segreto.
- Oh, ma certo Madonna. Ora, non vorrei cacciarvi, ma, se non volete rischiare di incontrarlo, vi conviene andare.
- Stavo giusto pensando lo stesso. Tonerò Leonardo. Busserò tre colpi ben distinti per farvi capire che sono io e, se dovesse esserci una qualsiasi presenza a me non gradita, che siano Ezio o i templari, dovrete solo rispondere in modo da farmelo capire.
- Sta bene. Alla prossima, mia cara.

Quando rientrò al bordello lo trovò stranamente vuoto. Le cortigiane non giravano nell'atrio, dal piano di sopra non provenivano gemiti e nel salottino d'attesa non c'era alcun uomo. Dal giardino sul retro, però, sentii un vociare indistinto. Le ragazze emettevano grida di gioia con un tono a dir poco acuto.
- Suor Teodora? Ci siete?
- Sono tutte di là.
Dal nulla era apparsa una ragazza. Era Alice, quella che Flora aveva identificato come la più scorbutica delle cortigiane. In realtà le stava simpatica proprio perché non era frivola come le altre.
- Oh, salve Alice. Sapete cosa stanno facendo?
- E' arrivato un tizio e pare che ne siano rimaste ammaliate – rispose imitando le moine delle sue compagne - Suor Teodora le ha raggiunte per controllare che non lo infastidissero troppo.
- Un uomo? Fanno tutto questo baccano solo per un uomo?
- Lui è diverso. Non è come i soliti vecchi che vengono qui sbavando, tutto il contrario. E' giovane, affascinante e non sembrava minimamente interessato a noi. O così hanno detto le altre – disse la ragazza con tono disinteressato.
- Voi mi sembrate di altro parere, però.
- Ho altri gusti...
- Ah, capisco.
Flora ridacchiò. Aveva finalmente scoperto il perché del suo carattere scorbutico. Rimaneva però incuriosita dall'uomo misterioso che era arrivato.
- Ha detto il suo nome? L'uomo intendo.
- No, ma, da come Teodora si è rapportata, sembrava lo conoscesse. Non mi stupisce, dati gli abiti molto simili ai vostri.
- Come? Porta abiti simili ai miei? Intendete la veste bianca e rossa da assassino?
- Esatto. Lo conoscete?
L'assassina si diresse subito nel giardino, per scoprire che l'uomo “giovane e affascinante” altri non era che...
- Ezio.
Fu come a Monteriggioni due anni prima. Lui si voltò e, come se niente fosse, le sorrise amorevolmente.
- Oh, salve Flora.
- Flora – si intromise Teodora – Stavo giusto per mandarvi a chiamare. Immagino che avrete molto di cui discutere.
- Alloggerò qui al bordello, perciò potrete venire a parlarmi quando vorrete.
- Starete qui? Perché?
- Speravo vi avrebbe fatto piacere.
No, sapeva esattamente che le avrebbe dato fastidio. Proprio in quel momento, come una manna dal cielo, arrivò Luigi. Non che Flora avesse voglia di vederlo, ma sapeva che, se Ezio l'avesse visto, avrebbe cambiato atteggiamento.
- Ah, siete qui anche voi – osservò l'assassino biondo – Vi sentivate solo?
- A dire il vero, caro Messer Berti, ho una missione molto importante da portare a termine. Pare che la congiura de' Pazzi sia arrivata fin qui.
- Di che si tratta? - chiese Flora, subito più interessata.
Ce l'aveva con lui, ma il lavoro era sempre lavoro. Sapeva bene che quella congiura era seria e pericolosa.
- Perdonatemi, ma ora ho bisogno di riposo. Sta sera mi potete trovare nella mia stanza, se vorrete ancora saperne di più.
- Ezio, Flora non è stupida. Sa bene che il vostro è un tentativo di portarla a letto.
- Oh, no! Luigi, siete voi quello meschino, non io.
Si congedò dalle ragazze facendo a ognuna il baciamano, rischiando di farne svenire qualcuna. Salutò Luigi con un leggero inchino e a Flora poggiò una mano sulla spalla. Approfittando della vicinanza, si chinò abbastanza da sussurrarle nell'orecchio.
- Non prometto nulla, però.

Cherrie's notes -
1. Lo accompagnerebbe un'altra persona e, inoltre, Ezio dovrebbe essere con lui, ma questa è una delle mie solite modifiche alla trama ;)

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: Cherrie_2709