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Autore: Uptrand    18/03/2014    34 recensioni
Questo racconto trae ispirazione da Mass Effect la lega degli eletti da me precedentemente pubblicato. Post Mass Effect 3 con Shepard che ha salvato il consiglio, distrutto la base dei collettori, curato la genofagia, fermato la guerra tra geth e quarian e distrutto i razziatori.
Contiene descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashley Williams, Comandante Shepard Uomo, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Gli anni tra la vittoria contro i Razziatori avvenuta nel 2186 e l'anno in corso, il 2212, erano stati di pace e prosperità.
I danni della guerra furono enormi, le stime ottimistiche parlavano di un numero di morti pari a un quarto della popolazione totale della galassia, i costi così alti che il totale delle loro somme non fu mai calcolato.
Si potè parlare di un reale miglioramento solo dall’anno 2200.
Il Consiglio si era allargato comprendendo anche krogan e quarian, portando a sei i suoi membri. Le sei potenze che si contendevano e condividevano il potere erano: Alleanza dei Sistemi, Unione Salarian, Repubbliche Asari, Impero Turian, Ammiragliato Quarian, Clan Federati di Tuchanka.
Dall’equilibrio di potere tra queste sei potenze dipendeva la pace, amministrata a sua volta dal Consiglio.
In tutto questo, la posizione del comune cittadino era simile a quella di un animale d’allevamento. Viveva tranquillo nel suo recinto, al sicuro, protetto da esso e dal suo pastore.
Il recinto erano le leggi del Consiglio che disciplinavano le questione tra le varie potenze, mentre il pastore era il Consiglio stesso.
Così i cittadini vivevano al riparo, affrontando i semplici inconvenienti della vita come disoccupazione, criminalità e le solite cose che non sarebbero mai cambiate. Rassicurati che le sei potenze andavano d’accordo, almeno pubblicamente.
Eppure, se avessero guardato appena al di fuori del recinto avrebbero visto che era pieno di predatori.
All’ombra dell’opinione pubblica avvenivano omicidi, tradimenti, furti, ricatti e qualsiasi cosa fosse necessaria per ottenere il potere. Era un incontro tutti contro tutti a cui partecipavano anche criminali, grandi corporazioni commerciali e potenze minoritarie.
Compito del Consiglio era quello di fare da arbitro supremo, intervenire con i suoi agenti s.pe.t.t.r.o. quando la situazione si faceva troppo pericolosa.
Perché vi era un'unica regola inviolabile, il cittadino non avrebbe mai dovuto accorgersi di come il potere era amministrato dietro le quinte.
I predatori dovevano rimanere nascosti o il pastore spaventato dal belare dei suoi animali li avrebbe scacciati e bastonati.

Il cargo era diretto alla stazione spaziale dell'Alleanza dei Sistemi in orbita intorno a Eris, il più grande pianeta nano del sistema solare, situato oltre l'orbita di Nettuno.
La stazione di destinazione era nota come “La Guardia”, era una vecchia base militare costruita alla scoperta del portale Caronte per fare da “guardia” a tutto ciò che sarebbe potuto uscirne e abbandonata all'ingresso dell'umanità nella comunità galattica.
Al termine della guerra contro Razziatori fu riaperta a causa della carenza di strutture integre. Adesso era usata come centro di comunicazione e d'addestramento avanzato del corso ufficiali dell’Alleanza dei Sistemi.
Essa rappresentava il governo e le forze armate umane oltre i confini del sistema solare, essendo un'organizzazione sopranazionale indipendente possedeva un proprio parlamento che aveva sede nella stazione spaziale Anderson, dedicata all’eroe di guerra David Anderson, dopo la distruzione della stazione Arcturus sede del primo parlamento.
All'attracco del cargo i vari passeggeri, maggior parte dei quali giovani soldati destinati a diventare i nuovi ufficiali, sciamarono fuori dalla nave.
Tra questi, come un papavero tra le margherite, spiccava una bella ragazza dal viso delicato e di corporatura normale. Indossava la divisa da militare ed era dotata di due bellissimi occhi verdi che le conferivano una sguardo attento e intelligente, aveva la carnagione chiara, qualche lentiggine e lisci capelli rosso fuoco naturali che le arrivavano fino alle orecchie. Caratteri ereditati dalla nonna paterna.
Sembrava divertirsi e camminava risoluta come non fosse la prima volta che veniva sulla stazione, anche se molto tenue era innegabile una certa area di leadership che la avvolgeva.
«Steve cosa proponi di fare? Abbiamo un'ora di tempo per registrarci e metterci a rapporto, possiamo cercare un pasto decente e farlo dopo o andare direttamente a presentarci al centro d'arrivo. » Chiese lei al fratello.
Steve, più giovane di un anno, superava la sorella in altezza per dieci centimetri e oltre a essere più grande fisicamente, non era dotato della stessa capigliatura della sorella e aveva normalissimi capelli corti e occhi castani.
Aveva una carnagione lievemente più scura rispetto a lei, un aspetto taciturno e un'espressione vuota che non tradiva emozioni. In volto giusto un accenno di sorriso.
«Andiamo a mangiare Olivia, dopo otto ore di viaggio non ho una gran voglia d'incontrare subito un tizio che mi dice cosa fare. Ho bisogno prima di risollevare il mio umore.» Suggerì lui.
Trovarono un locale per mangiare qualcosa alla veloce, in piedi e appoggiati a un tavolino discutevano delle loro impressioni su “La Guardia”, la loro casa per i prossimi otto mesi.
«Meglio andare Olivia, far tardi ancor prima d'incominciare non è una buona idea.» Commentò Steve.
Un cenno di assenso di lei e si diressero verso il centro arrivi, ad attenderli, dietro al bancone c'era un sergente. Lo salutarono militarmente e consegnarono i propri ID, per dare modo all'operatore di recuperare gli ordini per loro.
«Bene cadetti, ricordatevi che da questo momento fino alla vostra espulsione dal corso o al suo completamento siete promossi a tenenti, saremo io e gli altri sottufficiali a dovervi fare il saluto. Sarete valutati sia fuori che dentro al corso, vuol dire che in caso di problemi durante un permesso questi potrebbero portare alla vostra espulsione.» Spiegò il sergente.
Inserì quindi gli ID nel computer richiamando le relative schede e ordini.
Olivia odiava questa parte, oramai sapeva dire con precisione, e di sicuro anche Steve, quando le persone leggendo le loro schede sgranavano gli occhi e riconoscevano il nome riportato.
«Si tratta di un caso di omonimia, sergente. Per giunta uno molto fastidioso, mi creda.» Disse lei anticipando qualsiasi domanda del militare.
Quella risposta convinse il sottufficiale «Ah, beh...immagino abbia ragione. Benvenuto a “La Guardia” Tenente Olivia Williams Shepard e Tenente Steve Williams Shepard.»
« Grazie, sergente!» Risposero all'unisono, dirigendosi verso la sezione delle camerate.
«Ti sentivo ridacchiare Steve.» Dichiarò imbronciata lei
Lui sorrise divertito «Scusa sorellina, non resisto alle loro espressioni quando leggono il nostro nome. A chiederlo ci avrebbe scortato fino ai nostri alloggi.»
« Certo e in tutta la base non si sarebbe parlato d'altro, gli ufficiali ci avrebbero fatto discorsi, noi saremmo stati sotto pressione e tutti ci avrebbero guardato. Per non parlare che una parte dei cadetti ci avrebbe invidiato, l'altra avrebbe cercato dei vantaggi e tutti ci avrebbero fatto domande personali. Tu odi dare spiegazioni e smettila con questa sorellina sono “IO” la maggiore.»
« Vero, ma io posso fare questo!» Annunciò Steve avvicinandosi ad Olivia e appoggiandogli il mento sopra la testa «Sei più piccola di me, ed essendo mia sorella sei una sorell-ina.» Lo disse come si trattasse di una verità assoluta.
Olivia sbuffò allontanandolo con una lieve spinta e lui riprese il discorso «Sarei diventato il sex-symbol della stazione in un'ora, se avessi lasciato fare a quel sergente, oh beh...fa lo stesso. Ora però bisogna separarsi, camerate maschili a destra e femminili a sinistra, classica disposizione dell'Alleanza. A dopo Olii e farò come mi hai chiesto per il nome.»
« A dopo fratell-ino e odio i diminutivi che mi dai.» Commentò lei.
L'unica risposta fu la risata del fratello che si allontanava.
   
 
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