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Autore: Evil_Regal    20/03/2014    4 recensioni
*Ci sono spoiler della 3x13,vi voglio avvertire nel caso in cui non l'aveste vista*
Il momento in cui Regina incontra Henry nell'appartamento di Snow,dal mio punto di vista che risulta essere SWANQUEEN.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SPOILER DELLA 3X13

Avevano parlato a lungo del momento in cui Regina avrebbe rivisto Henry,e ogni volta Regina si rifiutava. Non perché non volesse. Vedere il suo bambino,abbracciarlo era tutto quello che lei voleva fare.
Ma non poteva.

Non ci riusciva.

Non riusciva a guardarlo negli occhi e vedere che per lui lei non era nient’altro una persona che sua madre gli stava presentando,qualcuno a cui stringere la mano,fingere un sorriso,e dire che era stato un piacere conoscerla.
Per lui,lei non poteva essere niente.Non si ricordava di lei,non poteva ricordarsi di lei e questa cosa stava uccidendo Regina dentro.

Nessuna mamma  dovrebbe vedere il proprio figlio sapendo che lui non la conosce,che lui non si ricorda di lei.

Regina era distrutta.

Aveva paura di riguardarlo negli occhi e sentirsi un fantasma,sentirsi come se lei non fosse nulla.
Henry era l’unico che credeva in lei,l’unico che le voleva davvero bene,l’unico che le faceva venire voglia di vivere.
Ma ora che per lui era un’estranea,Regina si stava lentamente e dolorosamente annullando.

E’ un po’ come la storia di Peter Pan,in cui la luce di Trilly smette di splendere perché nessuno credeva più in lei.

Ecco…Regina era Trilly. La sua luce si stava spegnendo perché non c’era più nessuno che potesse alimentare quella fiamma che già tempo addietro si era rimpicciolita,quella fiamma che era viva a malapena….che era sempre stata viva a malapena.

Sapeva che sarebbe stato un errore interagire con lui,perché non riusciva a mentire,non riusciva a fare finta di niente,non riusciva a controllarsi e non riusciva a rivolgersi a lui come se lo stesse incontrando per la prima volta.

Non poteva far finta che dieci anni,i dieci anni più importanti della sua vita,non esistessero più.
Non poteva guardarlo,parlargli,senza pensare a quante volte Henry l’aveva cercata nella notte dopo un brutto sogno e si era aggrappato a lei per sentirti protetto.
Non poteva non pensare a tutti i gesti d’affetto che lui aveva mostrato nei suoi confronti.
Non poteva non pensare ai lavoretti che le portava da scuola,su cui scriveva ‘alla mia mamma’ oppure ‘ ti voglio bene’.
Non poteva pensare a quanto quel bambino le avesse cambiato la vita. A quanto avesse rappresentato per lei. A quanto l’avesse aiutata a riportare la luce  nella sua vita,a quando un enorme spazio vuoto e nero sia diventato luminoso e pieno. Pieno di gioia e di bei ricordi che in quel momento si stavano trasformando in incubi.

Come avrebbe fatto ad affrontare tutto questo?Da sola?

Come avrebbe fatto a  fingere di essere una vecchia amica di Emma,quando lei era la madre di Henry?

Come avrebbe fatto a vivere nello stesso posto in cui c’era lui,sapendo che non poteva stare con lui nel modo in cui voleva.

Non le interessava se la gente pensava che fosse stata lei a lanciare la nuova maledizione.

A lei non interessava più di nulla.

Non lo ricordava lì in quel momento,ma nella Foresta Incantata,durante l’anno in cui la maledizione aveva spazzato via,le aveva tentate tutte per porre fine allo strazio di amare qualcuno di irrangiungibile,di davvero irragiungibile….perfino il sonno eterno.

Ma lei non lo ricordava,non ricordava quanto il dolore l’avesse segnata,quanto soffriva e quanto avesse voluto farla finita.

E ora era spaventata,aveva paura di scoprire qualcosa di nuovo e ancora più doloroso.

Quanto può far male essere un’estranea per il proprio figlio?
Non lo sapeva dire,non lo sapeva spiegare e non sapeva nemmeno come affrontarlo.

“Non so se è una buona idea” era sul punto di andarsene,di correre e fuggire

E Emma lo aveva capito. Lo conosceva quello sguardo. Era lo stesso che aveva lei quando le cose si facevano difficili e lei fuggiva. Era lo stesso che lei aveva sempre avuto e che nessuno aveva mai potuto tranquillizzare,perché lei non aveva mai avuto nessuno.

Ed era per questo che aveva deciso di essere qualcuno per Regina,ma non una persona qualsiasi,quella che sarebbe stata al suo fianco e che l’avrebbe supportata.

“Andrà bene” la bionda si girò per rassicurarla.

Nulla.

Regina non si sentiva né più tranquilla né più serena. Non stava affatto meglio


“Fidati di me” quando Emma pronunciò quelle parole,per Regina si aprì uno spiraglio e capì che doveva farlo,doveva farlo perché per troppo tempo si era chiusa in se stessa senza lasciare entrare nessuno,che ormai non sapeva più come affrontare i problemi ele situazioni.

E Regina Mills non scappava mai.

Regina Mills affrontva i problemi di petto e li risolveva. Non poteva scappare,e ora che aveva qualcuno ad aiutarla e a sostenerla,le cose sembrano più facili.

Emma le prese la mano e la strinse forte nella sua. Regina prese un respiro profondo e chiuse gli occhi per qualche attimo.

Entrarono.

Regina lo vide e quando sentì la mano di Emma lasciare la sua si sentò sola e dispersa,come se tutto fosse diventato all’improvviso buio e lei non sapesse dove andare e come fare.

Emma si avvicinò con Henry per presentargli Regina.

Regina gli disse che sapeva che andava bene a scuola e che era bravo in inglese.
Henry,da parte sua,non capiva perché sua madre le avesse detto quelle cose.

La verità era che Emma non gliele aveva dette,lei le sapeva e basta.
Le sapeva perché lei lo aveva cresciuto e lo conosceva.
E ci teneva a dirgliele perché era fiera di lui,era fiera del ragazzo che era diventato e della maturità e intelligenza che aveva.

Henry le aveva detto che era stato un piacere conoscerla e Regina si sentì come se stesse sul punto di piangere.
Aveva appena sentito suo figlio dirle che era stato un piacere conoscerla. Quanto deve far male?

E lì si sentì il mondo caderle addosso. Stava per abbracciarlo,ma lui tese la mano per stringerla
Regina rimase immobile qualche attimo perché le faceva male.
Voleva abbracciarlo,stringerlo,dirgli che gli voleva bene,che gli era mancato e che lui era tutta la sua vita,ma non poteva.
Non poteva perché lei nella sua vita aveva commesso troppo errori ed era stata troppo cattiva e ora tutti volevano punirla. Anche persone che lei non conosceva,per motivi che lei non sapeva.

Riuscì a trovare la forza di stringergli la mano,come avrebbe fatto una qualsiasi persona normale e a tenere la maschera abbastanza a lungo per non farsi scoprire,per non far capire che Regina Mills era e sempre sarà una maschera.

Il volto di una donna che finge perennemente di stare bene quando dentro muore.
Il volto di una donna che finge di non importarsene,ma che dentro soffre.
Il volto di una mamma che non ha la forza di accettare che il figlio non abbia nemmeno un vago ricordo di lei.

“Come è andata?Stai bene?” sentì Emma sussurrarle
“E’ un inizio” disse con un filo di voce perché non riusciva a parlare.

Si scambiarono uno sguardo e Regina capì che in tutto questo non sarebbe stata sola e che Emma per lei c’era perché aveva capito quanto tenesse a lei,perché lei era riuscita ad andare oltre la maschera e vedere come Regina era davvero,come si sentiva davvero.

Questo perché Emma,con il suo superpotere,riusciva sempre a capire quando Regina mentiva.

Non riusciva a capire il perché,ma con Regina funzionava sempre.

Forse succedeva perché,qualche volta,dall’odio nasce il rispetto,dal rispetto la collaborazione,dalla collaborazione l’affetto e dall’affetto…l’amore.

E forse tutto quello era davvero l’inizio di qualcosa.
  
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