Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: KuromiAkira    21/03/2014    4 recensioni
Ryuuji lo fissò confuso e si toccò con la punta delle dita la guancia sinistra che era stata baciata.
- Perché? - domandò solamente.
Hiroto abbassò lo sguardo, rosso in volto.
- Scusa. Ho pensato che la tua pelle sembra miele e mi chiedevo se avesse anche lo stesso sapore - ammise innocentemente, temendo di avergli fatto un torto.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il sole brillava implacabile, quel giorno, caldo e abbagliante quasi come durante una tipica giornata estiva.
In cielo non c'erano nuvole che potessero donare un po' di sollievo schermando i raggi roventi, e non soffiava nemmeno un alito di vento.
A ricordare che estate non era erano state solo le ore passate sui banchi di scuola, e per questo il piccolo Hiroto, sfregandosi il braccio sulla fronte un po' per asciugare il sudore e un po' per ripararsi gli occhi dai raggi accecanti, si stava chiedendo come facesse ad essere solo inizio maggio.
Si guardò attorno, osservando i suoi fratelli dell'orfanotrofio che giocavano in giardino, ma preferì cercare refrigerio dentro casa, e magari mangiarsi un gelato.
Mentre attraversava il corridoio per andare in cucina, notò una presenza in salotto, così si bloccò e si voltò a guardare la stanza.
Appoggiato con la braccia alla finestra e leggermente piegato in avanti, Midorikawa osservava i loro fratelli giocare, con espressione un po' assopita a causa della calura.
Hiroto lo osservò qualche istante.
Midorikawa era arrivato all'orfanotrofio relativamente da poco, e dopo un primo momento di comprensibile timidezza, era riuscito a integrarsi bene.
Non era stato lui a fare la prima mossa, ma fu solo grazie a Fumiko e Maki, che l'avevano preso subito in simpatia, se era riuscito così velocemente a fare amicizia prima con le bambine, e poi anche con gli altri.
Tuttavia Hiroto aveva avuto ben poche occasioni di parlargli e, per qualche motivo, gli dispiaceva particolarmente.
Non sapeva perché, ma qualcosa, in Ryuuji, lo attirava.
"La sua pelle ha il colore del miele" si era ritrovato a pensare con meraviglia la prima volta che l'aveva visto, quando lui arrivò all'orfanotrofio.
Quella fu la prima cosa che aveva notato nel nuovo arrivato, e da allora la sua attenzione veniva inevitabilmente catturata dal bambino dai capelli verdi.
Forse, si disse Hiroto, ne invidiava la carnagione. La sua era così innaturalmente chiara che, spesso, inquietava anche gli altri.
'Sembri uno morto' gli aveva detto una volta Reina. Ricordava ancora quanto ci era rimasto male, quando la sentì dire una cosa del genere.
"Magari è proprio per questo che Midorikawa mi interessa. Però vorrei davvero diventare suo amico" pensò in quel momento il bambino dai capelli rossi.
Ma qualcosa lo bloccava, e lui si era sempre limitato a guardarlo, intimidito da qualcosa.
Hiroto vide nella situazione attuale una buona occasione, così entrò nella stanza e lo salutò.
Midorikawa sussultò, troppo assorto nei propri pensieri per accorgersi prima della presenza del bambino dagli occhi verdi, e si voltò di scatto verso di lui.
- Oh. Ciao - balbettò Ryuuji, sollevandosi col busto.
La pelle ambrata del bambino, resa lievemente lucida dal sudore, sembrava addirittura risplendere.
Kiyama si accostò a lui. - Non giochi con gli altri? - domandò, curioso.
Ma Midorikawa scosse la testa. - Fa troppo caldo, anche con i cappelli. E la sorellona ci ha proibito di giocare con l'acqua. -
Hiroto annuì. - È perché è troppo presto e potremmo ammalarci - disse, ripetendo la spiegazione che aveva dato Hitomiko.
Ryuuji sbuffò e si afflosciò nuovamente contro la finestra.
Rimasero qualche secondo in silenzio. Hiroto non sapeva cosa dirgli, ma voleva assolutamente continuare a parlare con lui.
- Vuoi un gelato? - domandò allora, ricordando le proprie intenzioni.
- L'ho già mangiato prima - pigolò sconsolato il bambino dagli occhi neri, ben consapevole di poterne mangiare solo uno.
- Oh... - si lasciò sfuggire l'altro, pensando di dover, allora, evitare di andare a prenderlo per sé, per non mettere in difficoltà il compagno.
Nuovamente incapace di trovare altri argomenti di conversazione, Hiroto si mise a osservare gli altri.
Ma nemmeno un minuto dopo lo sguardo tornò sul bambino accanto a lui.
"Che posso dirgli?" si chiese, cercando di andare indietro con la memoria per trovare qualcosa di cui potesse fargli piacere parlare.
Ricordò il loro primo incontro, e di nuovo gli tornò in mente la primissima impressione che aveva avuto sulla sua carnagione scura.
Assorto nei propri pensieri, si piegò su di lui quasi inconsapevolmente, fino a sfiorargli il viso con le labbra.
Lo sentì sussultare e immediatamente dopo si allontanò da lui, imbarazzato.
Cosa aveva fatto?
Ryuuji lo fissò confuso e si toccò con la punta delle dita la guancia sinistra che era stata baciata.
- Perché? - domandò solamente.
Hiroto abbassò lo sguardo, rosso in volto.
- Scusa. Ho pensato che la tua pelle sembra miele e mi chiedevo se avesse anche lo stesso sapore - ammise innocentemente, temendo di avergli fatto un torto.
Seguì un insopportabile silenzio e, dopo qualche secondo, Hiroto trovò il coraggio di sollevare lo sguardo per controllare l'umore dell'altro.
Ma proprio quando fece questo movimento, Midorikawa si sporse a sua volta su di lui e finì col posargli le labbra proprio sulle sue.
Entrambi si allontanarono di scatto, e solo allora il bambino con i capelli verdi sembrò offeso.
- Ma non ti devi muovere! - lo sgridò.
- Come? - non riuscì a evitare di dire l'altro.
Ryuuji gonfiò le guance.
- Dato che tu hai baciato me perché la mia pelle sembra miele, io volevo baciare te perché la tua sembra latte! - spiegò, sinceramente dispiaciuto per aver toccato con le labbra una parte diversa da quella che aveva prefissato.
- Oh. Mi dispiace - si scusò Kiyama, rendendosi conto solo l'istante dopo di ciò che l'altro aveva detto. Era la prima volta che gli dicevano una cosa del genere. - E ha il sapore del latte? - chiese quindi, speranzoso.
Midorikawa aggrottò le sopracciglia, quasi ci stesse riflettendo sopra, poi scosse la testa.
- No - ammise. - E la mia sa di miele? -
Anche Hiroto dovette negare, ed entrambi si fissarono in qualche modo delusi.
Rimasero ancora in silenzio, poi Hiroto sollevò la testa.
- Senti, dato che fa caldo, perché non andiamo a giocare in camera? - domandò
Midorikawa lo guardò incuriosito, forse, pensava Kiyama, perché non era abituato a giocare con lui.
Ma annuì, con somma gioia del ragazzino dagli occhi verdi, che lo prese per mano e insieme e lui corse al piano superiore.

Hiroto aprì gli occhi con lentezza, quasi stesse cercando di svegliarsi con cautela, e provò a rigirarsi nel letto.
Percepì un peso bloccargli il braccio sinistro e piegò la testa. Il movimento gli fece sfregare le labbra contro una calda e morbida pelle, e l'uomo ricordò di aver dormito abbracciato a Midorikawa.
Non era la prima volta, tra l'altro, che poggiava la bocca sulla sua spalla, già segnata da morsi e succhiotti dalla sera precedente, come se persino nel sonno cercasse di percepirne il gusto.
La pelle nuda del segretario della Kira Company emanava un leggero profumo di lavanda ma, remore del sogno sul passato appena fatto, fu con un sorriso che l'uomo dai capelli rossi rifletté sul fatto che il sapore era ben diverso da quello del miele, ma che tuttavia gli piaceva tantissimo.
Sollevò appena la testa per poterne studiare il bel volto rilassato, ma il movimento svegliò l'altro, che aprì i suoi occhi neri e gli sorrise.
- Buongiorno - biascicò, con la voce ancora impastata dal sonno.
- Buongiorno, 'dolcezza' - gli rispose Hiroto, ridendo dell'espressione che lui stesso aveva usato.
Non era da lui dargli dei nomignoli, e per questo anche Ryuuji lo fissò stranito.
Kira rise ancora, ma non disse nulla.
- Hiroto, - lo chiamò allora Midorikawa in tono serio, quasi fosse un avvertimento, - a cosa stai pensando? - domandò poi, consapevole che dietro quello strano comportamento ci fosse un motivo.
L'uomo strinse il fidanzato a sé, cercando di tornare in una posizione comoda per entrambi, e gli diede un dolce bacio sulla guancia sinistra.
- Pensavo che il latte e il miele sono un binomio perfetto. Non credi anche tu? -






Note finali: era da tempo che non scrivevo una one-shot random. Naturalmente è HiroMido.
Mi mancava scrivere su loro due, anche perché ultimamente mi sto concentrando solo su 'Revenge', e poi ormai è raro che scriva one-shot, quindi sono contenta di essere riuscita a finirla.
L'ispirazione mi è venuta vedendo un'immagine. Hiroto e Midorikawa erano vicini, e si notava bene la differenza del colore della pelle. Ho pensato 'praticamente il latte e il miele!' e così ecco qui una fiction a tema XD
Mi piace tantissimo descriverli da bambini, e fargli fare cose tecnicamente imbarazzanti, ma poi neanche tanto dato che sono bimbi innocenti.
Le frasi dette e pensate nella prima parte hanno una grammatica un po' approssimativa a causa dell'età che hanno Hiroto e Midorikawa, naturalmente.
Ammetto che volevo far dire a Hiroto 'Buongiorno, honey', però non so, già non vedo Hiroto dare nomignoli del genere, figurarsi pure in un'altra lingua! XD
Bene, meglio tornare alle long. See ya!
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: KuromiAkira