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Autore: RememberToBeBrave    23/03/2014    3 recensioni
Ho scoperto che è tutta una bugia. Alcune volte si pensa che il tuo cuore possa essere spezzato in così tanti pezzi da non poter essere frantumato ancora, ancora e ancora. Cazzate. Non c’è una fine al dolore, ci si può sempre rompere e rompere e rompere e ogni cicatrice sarà peggiore della precedente; nemmeno con la morte si trova la pace. Dean non l’ha fatto, e si meritava la felicità più di qualsiasi altra persona. Io sarò dannato, proprio come lui, ma non posso dire di non meritarlo.
{ Ambientato nella 4x01. Dean è risorto e Sam lo vede dopo mesi di agonia.
A Sarah. }
Genere: Drammatico, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Ruby, Sam Winchester
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Umanità

 
 
« Che accadrebbe se un giorno o una notte,

un demone strisciasse furtivo nella più solitaria delle tue solitudini e ti dicesse:

"Questa vita, come tu ora la vivi e l'hai vissuta,

dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte,

 e non ci sarà in essa mai niente di nuovo,

ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro,

e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te,

e tutte nella stessa sequenza e successione" . »


 
– Friedrich Wilhelm Nietzsche
 



 
Una luce chiara, filtrata dalle trascurate tende rosse, illumina la stanza da troppo tempo. Mi sono svegliato da poco, e sono rimasto fermo, sdraiato su un letto  non vuoto, a differenza del mio petto.

Da quando Dean è morto, non sono più niente. Niente, se non un’anima in pena, senza possibilità di redenzione o liberazione, come quella di mio fratello.

È la prima volta che lo faccio: pensare, riflettere, osservare, fino a sentirmi senza peso, come una piuma che cade a terra, lentamente ma inesorabilmente.

Ho scoperto che è tutta una bugia.
Alcune volte si pensa che il tuo cuore possa essere spezzato in così tanti pezzi da non poter essere frantumato ancora, ancora e ancora. Cazzate. Non c’è una fine al dolore, ci si può sempre rompere e rompere e rompere e ogni cicatrice sarà peggiore della precedente; nemmeno con la morte si trova la pace.
Dean non l’ha fatto, e si meritava la felicità più di qualsiasi altra persona. Io sarò dannato, proprio come lui, ma non posso dire di non meritarlo.

Sono diventato un mostro.

Eppure non riesco a fermarmi. Ha tutta questa importanza, il sangue?

Cos’è il sangue? È quello a definirci?

Mi sono convinto che sì, lo è.
Sono in parte un demone, e devo agire da tale, e non m’importa se è sbagliato, perché non ho più niente; perché per tutta la mia vita ho visto persone innocenti morire e allora io che non lo sono sarò dannato lo stesso.

Alcune persone combattono i demoni, come me.
Sono un cacciatore, e sono anche un demone. Come posso cacciare, quanto il demonio sono io?

Ruby si sta svegliando: posso sentire il suo respiro accelerare, le sue gambe iniziare a muoversi. Non devo aspettare molto prima che lei si volti verso di me. È ancora nuda, ma non m’importa.
Dean mi odierebbe se sapesse di lei, ma è morto. Morto, quanto la parte umana di me. Morto, come il bambino che cambiava scuola dopo scuola, paese dopo paese, che desiderava una vita normale, come se una persona fuori dall’ordinario potesse semplicemente andare al college e diventare un avvocato.

Dopo pochi secondi, Ruby si volta verso di me, poggiando la testa su un braccio, i capelli neri sparpagliati sul cuscino.
Mi sorride, io non mi muovo.
Non so più nemmeno come si faccia, a sorridere.

« Sam. » Mi chiama; è quello il bello di stare con lei: è più mostruosa di me. « È stato divertente, ieri sera. Ordiniamo una pizza? Poi potremmo divertirci un altro po’, mh? »

« Certo. » La mia voce suona roca e oscura. Non parlo molto, da quando Dean se n’è andato.

Mi alzo in fretta, sentendomi sollevato. Stare senza far niente accentua ogni dolore, rimpianto e il rischio è di cadere nell’oscurità più profonda –come se io non fossi l’oscurità stessa.
 


 
« Anch'io avevo le mie illusioni.

Pensavo che la vita sarebbe stata una commedia brillante,

e tu uno dei suoi molti e affascinanti personaggi.

Scopersi che era una tragedia repellente e ignobile e che la sinistra occasione del grande colpo di scena,

sinistra nella concentrazione della sua mira e nell'intensità del suo maligno volere,

eri tu,

spogliato di quella maschera di gioia e piacere da cui non meno di me eri stato ingannato e fuorviato. »


– Oscar Wilde
 
 


 
Il pavimento è freddo contro i miei piedi caldi.
Non lo sento nemmeno; forse ho perso qualsiasi tipo di capacità di provare emozioni per le piccole cose.

Dicono che l’umanità sia proprio questa: riuscire a trovare la bellezza nella natura, nei dettagli, nelle foglie colorate che ricoprono i parchi in autunno e nei bambini che si rincorrono per strada.

Io non provo niente, solo un vuoto, solo l’oscurità. Perché le foglie verranno spazzate via, e i bambini che si rincorrono potrebbero diventare assassini, il loro spirito potrebbe tormentare, i loro occhi potrebbero diventare neri.
Non riesco più a trovare la bellezza in niente, figuriamoci nelle piccole cose.
Forse è per questo che ho perso la mia umanità.

Entro in bagno. Una parte di me vuole evitare lo specchio; ha paura di vedervi riflessa una delle creature che ho sempre cacciato.

Una doccia veloce, senza sentire davvero l’acqua bagnarmi. La mia testa è vuota quanto il mio cuore.
Quando ho finito, indosso una t-shirt e dei jeans nuovi. Ho buttato via ogni vestito che avevo, mi ricordavano mio fratello e le sue battute sul mio “pessimo gusto”. Ho tenuto soltanto la macchina e le armi; la prima perché mi manca il coraggio di venderla, la seconda perché gli fanno onore. Io non le uso, non ne ho più bisogno.

Ruby ha acceso la musica nella stanza accanto.

Io accendo il phon, e non sento più niente per dieci minuti.
Le mie orecchie si sono abituate a quel rumore, quando spengo l’asciugacapelli e torno in camera.

È un attimo.
Come a rallentatore, vedo Ruby sulla porta. Indossa soltanto un top e l’intimo. Ma è quando il mio sguardo si posa su coloro con cui sta parlando che non sento più niente, se non una forza che mi vuole spingere a terra, come se tutto avesse iniziato a girarmi attorno, come se il tempo si fosse fermato.

Uno è Bobby, l’altro…Dean. Senza accorgermene, inizio a respirare a fatica, i miei occhi si fanno lucidi, sento qualcosa dentro di me rinascere.

« Ciao Sammy. »

Dean fa un passo avanti ed entra nella camera.

Sento una fitta, un calore al petto; sento, per la prima volta, dopo mesi e mesi, un’emozione. Un miscuglio di emozioni: felicità, speranza, incredulità, felicità, felicità, felicità. La mia mente però non realizza. Forse sto sognando, forse…Poi capisco.

Un mutaforma? Un demone?

Quel bastardo figlio di puttana sa anche che Dean mi chiamava “Sammy”.

Non ho nemmeno il tempo di concentrarmi sulla rabbia improvvisa, sull’odio che mi annebbia la vista, perché il mio corpo si muove da solo.
Tiro fuori un coltello e attacco. Lo spingo contro il muro, il braccio alzato e pronto ad affondare la lama nella riproduzione di mio fratello.
Lottiamo per qualche secondo in silenzio.

Ruby non fa niente, se non fingere di essere spaventata.

Perché fa così, perché non muove un dito? Pensa che sia davvero lui?

Non è molto importante, perché Bobby mi è addosso in un secondo: blocca il mio braccio e mi trattiene. Allora esplodo, esplodo in mille pezzi, nei pezzi in cui il mio cuore si è frantumato quando ho perso mio fratello.

« Chi sei tu? » Grido.

« Eppure dovresti saperlo! » Replica lui.

Io non capisco, non capisco niente, niente, non capisco perché il vuoto che mi riempiva il petto si sta riempiendo, dato che non è Dean, non è Dean, non è Dean.

« Sapere cosa? »

La mia voce trema di una furia disumana, e quando Bobby inizia a scuotermi, a tentare di convincermi -« È lui! È lui! »- torno ad essere me stesso, torno a concedermi la speranza, a pensare che magari me lo merito. Che le cose belle succedono, in questo mondo avvelenato dalla cattiveria e dal peccato, le cose belle tornano, mio fratello torna, ed io torno con lui.

Se lui è risorto, lo sono anch’io.

Urlo a Bobby di lasciarmi, perché gli sto credendo, e non devo farlo. Perché il buio ritornerà e io sarò di nuovo solo ad affrontarlo.

Ma lui continua, dice che è proprio lui, ed io taccio. Taccio perché la mia anima non è più in pena, perché non importa il resto, non importa quante cose sbagliate io abbia fatto, perché se c’è davvero Dean, su questo mondo, se io ho davvero mio fratello, su questo mondo, il resto non importa.

« Lo so…» Inizia lui, facendo un passo avanti. Poi le sue labbra si aprono in un sorriso, il sorriso che nessun mutaforma o demone saprebbe imitare. « Ho un aspetto fantastico, eh! »

Voglio piangere. Di gioia. È reale, Dean è davvero vivo. Adesso anche io mi sento tale.

Faccio appena un passo avanti, poi mi getto tra le sue braccia e lo stringo come non ho mai fatto prima, per assicurarmi che non sia un sogno né una finzione, che domani mi sveglierò e avrò un motivo per alzarmi dal letto e vivere davvero.
Mi mordo il labbro inferiore con forza, mentre Dean ricambia l’abbraccio, cercando di non piangere, cercando di abbandonarmi alla felicità, di abbattere i muri che ho alzato in quei mesi con il resto del mondo.

Dopo degli attimi che sembrano troppo pochi, mi stacco dalla sua presa. Ci guardiamo per un po’, annuendo.

Adesso voglio sorridere. Di gioia. Perché è reale, e Dean è davvero vivo e perché non c’è inferno peggiore che lo stare senza la persona più importante della tua vita.

Sento la voce di Ruby come se provenisse da lontano, ma comprendo le sue parole.
« Ehm—Scusate, voi due state insieme? »

Sta continuando la sua recita, e so che devo farlo anch’io, anche se è l’ultima cosa che vorrei.

« Cosa? No! » Replico. Dean corruga la fronte, sconvolto. Probabilmente sta pensando che sono un’idiota, se la donna con cui ho passato la notte ha dei dubbi sulla mia eterosessualità.

« Lui è mio fratello. » Continuo, sentendo l’orgoglio annebbiarmi la mente. Lui è mio fratello. Ed è vivo.

Ruby balbetta qualcosa, poi decide di andarsene. So che dopo mi invierà un messaggio, intanto dobbiamo continuare a fingere. Lei è molto brava, ma probabilmente è senza parole tanto quanto lo sono io.
Mi infilo una camicia e lei se ne va, dopo aver messo su una scenetta comica insieme a me. Non m’importa di niente, in questo momento, soltanto di Dean.





 
«Ho scoperto che sono nato buono.

Una creatura di puro amore.

Che posso tornare ad esserlo, ma poco alla volta. »


– Chuck Palahniuk



 
Non so perché soltanto adesso lo capisco. Forse è vero che per vivere davvero bisogna prima essere morti. Le cose che ho fatto quando Dean era morto, le ho compiute credendo che fosse per un bene superiore. Sapevo, in una parte di me, che non era vero, che anche se mi ripetevo che era tutto okay, perché così molte persone innocenti sopravvivevano, che stavo facendo l’eroe, non era la realtà. Avere sangue demoniaco non è da eroe, e berlo è da mostro.

Ma non sono sempre stato così. Ho sempre cercato di fare la cosa giusta, in passato, ed è questo che importa.

Solo adesso capisco che gli eroi non esistono. Sono soltanto persone che non possono scappare dal loro destino, che ci sono troppo dentro per tirarsi indietro.

Sono un eroe.

E so per certo che c’è ancora qualcosa di umano in me, che io sono umano, e Dean è al mio fianco, e sta bene, e io capisco che forse posso essere salvato, che non sono irrecuperabile, e che anche se non posso scappare dal mio destino posso sempre cercare di non lasciare che l’oscurità mi avvolga.

Io, che non ho mai creduto che tutti possano essere salvati, sento il bisogno di farlo.

Il sangue non è più ciò che mi definisce, ma soltanto ciò che mi aiuta.

Faccio sì che sia l’umano che c’è in me a definirmi, perché finché c’è un cuore che batte, un motivo per vivere, un motivo per essere, finché io siedo accanto a mio fratello e lo sento ridere e mangiamo gli hamburger insieme e ci insultiamo a vicenda, ci sarà sempre un modo per essere salvati.

E io sarò salvato.





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SAAAAALVE A TUTTI!
Allora, questa è la prima os su Supernatural, perciò chiedo perdono se non vi è piaciuta. Non ci ho lavorato molto, a dire la verità è stata scritta in mezza giornata, quando sono stata colta dall'improvvisa ispirazione e sono tornata indietro nel tempo, alla quarta stagione. AH, LA QUARTA STAGIONE. Bei tempi (Erano drammatici anche allora, uff). 
Ho scelto questo momento perché è una delle scene che più mi hanno colpita in tutto il telefilm, in cui ho sentito questo profondo legame e questa empatia nei confronti di Sam, che è uno dei miei personaggi preferiti. 
Perciò, se questa os vi è piaciuta, o anche se  vi ha fatto schifo, lasciate una piccola recensione. (♥)
Alla prossima, 
Gaia.
  
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