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Autore: Jejjy_pry    26/03/2014    6 recensioni
Si svegliò che abbracciava il cuscino. La stessa posizione, tutte le mattine, da 7 anni.
ATTENZIONE!!! CONTIENE SPOILER DI ALLEGIANT!
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Four/Quattro (Tobias), Sorpresa, Tris
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Si svegliò che abbracciava il cuscino.
La stessa posizione, tutte le mattine, da 7 anni.
Non sapeva bene come succedesse, ma tutte le mattine si trovava abbracciato a quel cuscino. Come tutte le mattine svegliandosi sperava di trovarsela a fianco,
con quella ciocca di capelli biondi che puntualmente le cadeva sul viso.
Tobias scacciò il pensiero a cui ormai era abituato e si alzò dal letto, diretto al doccia.
Non c'era nulla in quella casa che potesse ricordarla, non una fotografia, o un disegno.
Nulla. Non ne aveva bisogno. Tris viveva nei suoi ricordi, nella sua testa.
Quando ne aveva bisogno gli bastava scavare nella sua testa e cercare un ricordo che lo facesse arrivare a fine giornata.
Si scopre molto spesso a ripensare a quell'ultimo saluto,a quell'ultimo bacio, prima che lui andasse a cercare Zeke.
Solo nelle notti in cui l'unico ricordo che riesce a pescare è quello di Tris, distesa su quel tavolo, allora tira fuori dal comodino l'urna in cui erano state
le sue ceneri e la stringe a sè, confortato da quel metallo freddo che l'aveva contenuta.
Nei primi anni non pensava che sarebbe finito a vivere di ricordi. Non che si fosse sentito solo, anzi!
Aveva Zeke, aveva il suo lavoro, aveva sua mamma, che lentamente invecchiava e che aveva sempre più spesso bisogno di lui.
Si erano tutti aiutati a vicenda, restando uniti per curarsi delle ferite che non si rimargineranno mai del tutto.
Era grato a tutti loro per averlo aiutato, per continuare ad aiutarlo, per non fargli sentire il bisogno di pensare a Tris quando era con loro.
E poi aveva Lei...
Ricorda ancora quando Christina, una paio d'anni prima, seduta nel suo salotto come ogni giovedì, gli confidò di essere incita.
Non era mai stato bravo a manifestare i suoi sentimenti, ma era felice per lei, lo era davvero!
Conosceva il suo fidanzato e sapeva che sarebbero stati dei perfetti genitori per il futuro arrivato.
Si congratulò con lei, felice di come la sua vita stava avendo quella svolta.
Poi lei si posò una mano sulla piccola pancia, che guardandola non sembrava che potesse contenere qualcosa di più di un buon pasto,
e disse "Senti Quattro, so che è un pò presto per chiedertelo, sapremo cos'è solo quando uscirà" lo guardò con un sorriso titubante,
le lacrime agli occhi "Ma ho pensato che se nascerà una femmina mi piacerebbe chiamarla Beatrice. Non è un problema, vero?"
Tobias le era volato al collo, e ridendo le aveva detto "Penso che sia la cosa più bella che tu possa fare per me."

E così ora si trovava al parco almeno 3 volte a settimana, a controllare quella piccola peste che era diventata Beatrice.
Beatrice.
Di nuovo quel nome per lui era una ragione di vita. Senza quella nanetta con cui svagarsi non sapeva dave sarebbe finito.

In Beatrice vedeva Tris, in ogni sua parte. Non che si assomigliassero.
La bambina aveva i capelli scuri della madre, la pelle mulatta, gli occhi castani.
Oramai i test del DNA non si facevano più, ma Tobias sapeva che Beatrice era una Divergete.
Perchè era coraggiosa, e buona, e curiosa. Era come Tris.
E raccontava una bugia dietro l'altra. Proprio come Tris.
La rivedeva in ogni "perchè" che la piccola gli poneva, in ogni bambino che faceva passare avanti sullo scivolo, in ogni volta che sull'altalena Beatrice gli urlava
"Più in alto, Zio!"

Sapeva che non era un rapporto molto sano, che non era giusto basare la propria vita su una bambina di qualche anno, che avrebbe potuto crescere e andarsene.
Ma con Beatrice accanto, dopo tanti anni di solitudine, sentiva Tris sempre più vicina. Era ipocrita, lo sapeva.
Ma ora sapeva di avere una ragione per arrivare alla fine della sua vita, per poi mantenere la sua promessa.

Perchè le ultime parole che le aveva rivolto erano "A presto", e lui sarebbe tornato, prima o poi.



Nel suo letto, a casa sua.
File di tubi gli escono dalle braccia.
Gli anni sono passati in fretta, dopotutto.
Ora, a 82 anni, Tobias sente che il tempo sta per scadere, che anche la sua fiammella sta per spegnersi.
La donna forte che è diventata Beatrice gli stringe la mano, trattenendo le lacrime.
"Mi mancherai così tanto, Zio" dice lei stringendo ancora di più la sua mano, come se non volesse lasciarlo andare.
"Anche tu mi mancherai, piccola peste. Saluterò la mamma da parte tua" dice Tobias con un sorriso radioso.
La donna accenna un lieve sorriso, che le fa risaltare le piccole rughe attorno agli occhi, e subito torna seria.
"Zio, voglio farti una domanda, ma giurami di essere sincero!" dice in tono accusatorio ma scherzoso "Sei stato veramente felice, in questa vita?"
Lui ci riflette. Nel corso degli anni il ricordo di Tris si era sempre più assottigliato, e Beatrice aveva preso il suo posto.
L'unico motivo che lo aveva portato ad arrivare a quell'età era stata lei, per starle accanto. Solo in quel momento si ricorda che Beatrice è come Tris.
Lei è forte, ce la può fare da sola, non ha bisogno di lui, non più.
Ha una sua famiglia, dei figli, e sa che lei è forte dentro di sè, anche se da fuori sembra sempre tanto fragile.
Le posa una mano rugosa sulla guancia, e lei ci si appoggia. "La mia felicità è iniziata quando tu sei entrata nella mia vita Beatrice. Si, ero e sono felice"
Il sorriso di Beatrice ora è ampio e le lacrime le scorrono lungo le guance, macchiando il piumone del letto.
Un battito di ciglia e al posto degli occhi castani di Beatrice ce ne sono due azzurri, un caschetto di capelli biondi al posto dei lunghi capelli neri.
Tris gli sta stringendo la mano, il sorriso radioso. Tobias si intravede nel riflesso di uno schermo dietro le spalle della sua ragazza; ha dinuovo l'aspetto di un 18enne.
"Ciao!" gli dice lei, la voce squillante e piena di attesa.
"Ciao..." risponde lui guardandosi intorno. E' ancora nel suo letto, i macchinari attorno a lui, ma la casa non c'è più. Attorno a lui c'è solo bianco,
bianco spumoso, come una nuvola.
Tris sembra leggergli nel pensiero e lo rassicura "Ti ci abiutuerai, tranquillo! Solo i primi tempi tutto questo bianco da un pò fastidio agli occhi!"
Gli sorride di nuovo.
Non sa se sia un'allucinazione o davvero Tris sia davanti a lui, ma non gli interessa.
Scende con un balzo dal letto, i muscoli di nuovo forti, e la stringe a sè.
Lei gli infila le mani sotto la maglia, come era solita fare, alza la testa e gli dà un bacio leggero sulle labbra.
"Ce ne hai messo di tempo eh! Ma ne sono felice, sei rimasto per la figlia di Christina" gli dice lei, stringendolo ancora di più.
Alle spalle di Tris compare un enorme cerchio di luce, che rende la vista ancora più difficle in tutto quel bianco.
Tris si stacca da lui, gli prende la mano e si volta verso il cerchio.
Tobias rabbrividisce alla vista delle due macchie rosse sulla schiena della maglietta di Tris. Colpi di pistola che fanno intravedere pelle e carne sotto la maglietta.
Buchi da cui il sangue non scorre più fuori da anni.
Si incamminarono mano nella mano verso la luce accecante, e lui si scopre a fissare la ragazza.
E'più bella di come i suoi ricordi gliela facevano vedere. I capelli scomposti, un ciuffo davanti agli occhi azzurri ghiaccio. Il corpo sottile. Le spalle muscolose
su cui capeggiano i suoi tatuaggi. I tre corvi sulla clavicola. Non è una allucinazzione. Lo sa.
La prende in braccio e lei inizia a scalciare con i piedi come quando le avevano iniettato il siero dei Pacifici. Ride come una bambina, e lui la bacia.
Un bacio più deciso di quello che gli aveva dato lei. La stringe a sè pensando "ora non ti mollo più, ora non scappi più".
Rimangono così per un pò finchè lei non si separa da lui "Abbiamo tutto il tempo anche per questo" gli dice schioccandogli un ultimo bacio sulle labbra.
Mentre la rimette a terra, una voce proveniente dal cerchio di luce lo colpisce.
"Hey Tris! Allora?" E' la voce di Uriah, che poco dopo sbuca per metà dal cerchio, guardandolo col suo solito sorriso.
"Stiamo arrivando! Dagli tempo!" gli risponde Tris con una smorfia.
Il senso di colpa cerca di attaccarlo, ma negli occhi di Uriah vede la risposta che cercava da una vita.
"Non è colpa tua. Sta tranqillo, amico."
Uriah riscompare nel cerchio per poi urlargli "Hey Quattro! Guarda che qui abbiamo la torta al cioccolato! Datti una mossa o me la mangio tutta io"
Segue una risata fragorosa, come se al di là ci siano molte persone ad aspettarlo.
Ormai sono difronte al cerchio, e la paura lo attanaglia. Tris lo guarda, gli si mette davanti e dice seria "Non sei obbligato e venire. E' una scelta tua"
"Tu come hai fatto a non avere paura?" Che domanda stupida. Tris non ha mai paura.
"Sapevo che era il posto dove dovevo andare, l'ho sempre saputo, anche da viva." Gli sorride. Tobias lo sapeva già. Tris era stata una fiamma fortissima, e come tale si era spenta in fretta.
"Credimi, ti piacerà!" continua lei, saltellando sui piedi con impazienza. "Puoi allenarti quanto vuoi, e ci sono un sacco di cose da fare, pur essendo un posto
dove il tempo non passa mai! Zeke ha costruito un trampolino da cui possiamo fare dei tuffi pazzeschi! Una volta io e Christina abb" "Ok mi hai convinto"
dice Tobias con una fragorosa risata. Si sorprese di saperla ancora fare senza la presenza di Beatrice.
Tris lo guardava senza capire. "Tris, al di là di quel cerchio vivi tu. E io sono stanco di vivere senza di te" Gli occhi di Tris si velarono di lacrime
che lei prontamente ricacciò indietro. "Ti amo, Tobias" "Anche io ti amo" e insieme attraversarono il cerchio.
Tobais lasciò che il calore della luce lo attraversò. Strinse la mano di Tris con forza nel momento in cui i suoi piedi toccarono il pavimento nuovo.
Non si diede importanza di guardarsi attorno. Aveva scorto il viso di sua madre e di Zeke mentre passava la luce, mentre sentiva Christina piangere di commozzione
a fianco a lui. Non alzò lo sguardo dal viso di Tris. Le guance di lei si rigarono di lacrime "Non sai per quanto ho aspettato questo momento!" disse lei mossa dai singhiozzi.
Prese il suo viso tra le mani e le diede un bacio sulla fronte, mentre coi pollici le accarezzava le guance, e continuarono a fissarsi.
Era questo il suo posto. Accanto a lei. Continuò a fissare il suo viso finchè nella sua mente non riaffiorarono tutti i ricordi, finchè non rivide la ragazza che era saltata
per prima.
Non l'avrebbe lasciata mai più, per tutto il tempo che quel posto gli avrebbe concesso.

 
  
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