Le
serviva un abito nuovo. Chiedeva troppo? Un vestito
l’aveva conquistata e lei sarebbe riuscita a conquistare lui, anche se costava
quattrocento sterline. Per lei era come realizzare per metà
il suo sogno, lo
avrebbe indossato per il ballo di fine anno, il tanto atteso, ballo di
fine
anno. Avrebbe fatto un figurone e di sicuro si sarebbe fatta notare almeno per
quell’occasione. Lei era sempre stata messa da parte da
tutti, ignorata e presa
in giro ed il motivo a lei era ignoto. Non aveva niente di male, era una
semplice
ragazza che, come tutte le altre, aveva i suoi difetti, ma anche i suoi
pregi.
Era
sabato mattina e Lottie era già pronta per uscire e
catapultarsi al centro commerciale, suo fratello Louis le avrebbe
prestato i
soldi.
Fece colazione in fretta e furia, eccitata ed emozionata
poiché a distanza di
poche manciate di minuti avrebbe avuto tra le mani quel vestito.
Uscì di casa e prese il bus che la portò a
destinazione.
Era
proprio davanti al negozio, solo una porta la separava
da quello che negli ultimi giorni era diventato il suo pensiero fisso.
Entrò, c’era parecchia gente e aveva paura che
l’abito fosse già stato venduto.
Ma eccolo a pochi metri da lei, bello come se lo ricordava, se non di
più.
Si avvicinò e lo ammirò con gli occhi che le
luccicavano e la bocca aperta, ma
qualcosa attirò la sua attenzione. Una sottile striscia di
carta era poggiata
sul manichino che indossava il vestito, c’erano dei numeri
segnati in nero,
doveva essere il prezzo. Ma… era cambiato! Cinquecento
sterline?! Era troppo.
Gli occhi le uscirono quasi fuori dalle orbite e le caddero le braccia
lungo i
fianchi dallo sconforto. Come la sabbia, parte del suo sogno le stava
scivolando tra le dita.
Non poteva permettersi di comprarlo, non aveva tutti quei soldi e Lou
aveva già
fatto abbastanza. I suoi genitori non l’avrebbero mai
aiutata, troppo esigenti
e presi dal loro lavoro per dare attenzioni a lei. Con gli occhi lucidi
uscì
dal locale.
Era
da Nando’s, adorava mangiare lì, e quel giorno si
stava
letteralmente abbuffando di ogni ghiottoneria che quel posto poteva
offrire.
Faceva sempre così quando era nervosa o giù di
morale, ma quella volta sembrava
che nulla potesse farla tornare a sorridere.
Qualche
minuto dopo si alzò per andare al bagno e quando
tornò decise che avrebbe preso un altro hamburger.
Svoltò l’angolo e in
lontananza vide il suo tavolo occupato. Era una giornata
no e così reagì
d’istinto. Camminò a passo svelto fino al tavolino
e una volta raggiunto si
posizionò di fronte al ragazzo biondo con la faccia
letteralmente nel panino
che stringeva tra le mani.
-Cosa ci fai tu qui?!- sibilò acida. Non si controllava e
non sapeva il perché,
ma quel giorno era tutto sotto sopra, tutto sbagliato, tutto andava
storto. Il
biondino alzò leggermente lo sguardo dal suo pasto. Aveva
degli occhi
azzurri come il mare in estate, da fare invidia alle acque delle isole Hawaii, e sulla
bocca aveva
ketchup e maionese ovunque. Le venne da ridere, ma si trattenne, era
più
arrabbiata.
-Mangio- riuscì a dire. –Ne vuoi un po’?-
continuò porgendole il panino. Un completo
sconosciuto le stava proponendo
di mangiare con lui?
-No, grazie. Adesso arriva il mio- sbuffò. Non poteva
arrabbiarsi con quel
ragazzo, sembrava tanto dolce.
-Oh, bene! Ti va di unirti a me?- chiese sorridente, aveva
dell’insalata tra i
denti. Lottie rise, non poteva non farlo. Lui si pulì un
po’ imbarazzato e
tornò a mangiare il suo panino.
-D’accordo- acconsentì lei. Quel ragazzo sembrava
non vedesse cibo da secoli.
-Scusa, ma sei forse un evaso?- chiese lei stranita. E quando lui
sorrise, non
poté fare a meno di imitarlo. Aveva una risata così bella
e contagiosa.
-No, sono Niall Horan e hai appena conosciuto il mio miglior amico- e
indicò
l’hamburger. Risero insieme. –Cosa hai ordinato?-
le domandò con la bocca
piena.
-Doppio cheeseburger con patatine- rispose la ragazza. Niall si
complimentò,
non aveva mia visto una ragazza mangiare tanto, era fiero di lei,
così aveva
detto.
I
due fecero subito amicizia, entrambi avevano la passione
del cibo, ridevano spesso e di tanto in tanto qualcuno si girava a
guardarli
come a voler dire probabilmente domandandosi se fossero matti. E lo
erano, ma si stavano
divertendo. Passarono il resto della mattinata e del pomeriggio
insieme, tra un
negozio e l’altro. Lottie gli mostrò anche il suo
amato vestito che tanto
desiderava, ma che non poteva avere. Niall avrebbe voluto aiutarla, ma
non aveva
soldi con lui.
Era
arrivato il momento di salutarsi, erano dispiaciuti,
quella giornata era stata mitica, ma a Niall venne la geniale idea di
invitarla
ad un pizza party a casa di un suo amico quella sera stessa. Lei
accettò
volentieri, forse era stata troppo precipitosa, ma Niall non aveva la faccia di un maniaco omicida, insomma, lui divorava pizze e beveva litri di coca come fosse niente, valeva la pena rischiare.
Era
finalmente arrivata all’indirizzo che Niall le aveva
dato, c’era voluto un po’ perché Louis
la lasciasse andare, ma lei lo aveva
convinto. Lottie vide Niall in lontananza aspettarla
all’entrata di casa, era
tanto carino e dolce, le piaceva stare con lui.
Passarono
tutta la serata a divertirsi, fecero gare a chi
mangiava di più, a chi beveva di più. Lei si era
subito inserita, non smetteva
mai di ridere, era un po’ sbronza. Un po’ tanto, forse aveva esagerato.
D’un tratto si sentì prendere di peso: era Niall.
Il ragazzo la portò in macchina sussurrandole
all’orecchio che l’avrebbe
riportata a casa. Credeva si fosse addormentata, ma non era
così. L’alcol le
faceva ribollire il sangue, agitare ogni particella del suo corpo: era
euforica.
-Ehi Niall, ci mangiamo qualcosa?!- sorrise, la testa le girava e
parecchio, ma
lei non ci badava.
-Magari domani- sorrise lui attento alla strada.
-Sai, mi sei subito piaciuto. All’inizio…
be’, ti avrei voluto prendere a calci
nel sedere, ma poi…- e scoppiò a ridere, era
andata.
-Mettiti la cintura- le disse sorridendo tra sé e
sé.
-Che ne dici invece di cambiare canzone?- portò la mano alla
radio e cambiò
stazione. Partì la canzone di Miley Cyrus, Party in the USA.
Alzò il volume al
massimo e cominciò a cantare, Niall cercò di
abbassarlo, ma senza risultato.
Alla fine si lasciò trasportare dalla musica e si
unì a Lottie. Più che
cantare, sembrava urlassero.
So
I put my hands up, they're playin
my song
The butterflies fly away, Im noddin my head like Yeah!
Movin my hips like Yeah!
Got my hands up, theyre playin my song
They know Im gonna be okay
Yeah! Its a party in the USA!
Yeah! Its a party in the USA!
Niall
la guardò
cantare e rise, continuando con lei. Ma quella distrazione non
doveva
permettersela. Mentre si fissavano e cantavano, un clacson
suonò davanti a loro.
Niall si voltò e una luce bianca lo accecò.
Sterzò bruscamente e urlò. Guardò
Lottie mentre spalancava gli occhi terrorizzata. Poi un rumore, le
sirene delle
auto, i clacson, un tonfo brusco e il buio.
Quando
Niall riaprì
gli occhi vide ancora quella odiosa luce bianca. era in ospedale.
Gli raccontarono tutto quello che era successo dopo
l’incidente. Lottie era in
coma.
Niall, ormai guarito, corse barcollando nella sua camera, con i medici
alle
spalle. La vide attaccata a dei ferri, la flebo nel braccio, il suo
viso più
pallido del solito. Era in quello stato da due giorni per colpa sua.
Le aveva
rovinato la vita, l’aveva portata in punto di morte e ora
stava combattendo per
sopravvivere. Niall si maledì, si odiò.
Passò i successivi giorni senza mai lasciarla sola, poi i giorni divennero
settimane, poi mesi.
Non si staccava dalla sua mano, spesso piangeva, ma cercava di essere
forte per
lei, Lottie non avrebbe mai voluto vederlo piangere. Lui ci credeva,
aveva
speranza. Lei poteva farcela.
Due
anni dopo
Erano
passati due anni, due bui e freddi anni senza rivedere il suo sorriso. Niall era ancora
lì, lui e la sua speranza.
Non l’avrebbe lasciata andare. Anche se i medici dicevano che
lei non dava
alcun segno positivo, lui ci credeva ancora. Le stringeva forte la
mano e, come
faceva sempre, la aggiornava su quello che succedeva nella sua vita. Si
teneva
occupato per non cedere e piangere.
Ma quel giorno tutta la sua forza fu ripagata, lei mosse la mano, Niall
quasi
non ci credeva. Sorrise e chiamò i medici, ma senza mai
allontanarsi.
Lei aprì lentamente gli occhi, il rumore della macchina che
segnava i battiti
cardiaci era il solo rumore che si poteva udire. Poi lui parlò.
-Ehi c-ciao…- balbettò, lei sorrise leggermente.
–Come ti senti?- chiese dolce.
Era più sollevato che mai.
-Niall, n-non è stata colpa tua, o-okay?-
sussurrò. Non voleva che lui stesse
male per lei.
-Okay, ma tu non sforzarti troppo- le accarezzò la fronte,
poi continuò con le
lacrime agli occhi –Vedi, ti ho anche preso quel vestito che
ti piaceva tanto-
era proprio quello che lei sognava. Ma ora Niall era il suo sogno, lui
lo aveva
completato. Lei lo
ringraziò con un sorriso.
-Ti dico un segreto: h-ho voglia di un d-doppio cheeseburger
con p-patatine-
disse facendolo sorridere.
-Quando uscirai di qui avrai tutti i cheeseburger che vuoi- promise
lui. Lei si
voltò leggermente e vide i suoi occhi di nuovo.
-Ho un altro s-segreto- sussurrò ancora.
-Quale?- chiese il ragazzo.
-Ti amo- soffiò lei, in quei due anni lo aveva capito. Niall
sorrise felice e
l’avrebbe abbracciata se avesse potuto.
-Ti amo anch’io- confessò, poi le si
avvicinò, lentamente e dolcemente posò le
sue labbra su quelle della ragazza. Rimasero così per
qualche secondo,
lasciando liberare le loro emozioni.
Bip, Bip, Biiiiiiipppp!
Il suono netto dell’elettrocardiogramma fece spalancare gli
occhi a Niall. Si
allontanò da lei e posò la sua testa sul cuore di
lei. Non si sentiva niente.
Niall prese a piangere ininterrottamente: se n’era andata
via.
Salve a tutte:) spero vi sia piaciuta questa mia nuova os, mi è venuta così... lo so, è un po' triste alla fine ma, non c'è sempre il 'vissero per sempre felici e contenti' Fatemi sapere cosa ne pensate, magari con una piccola recensione:) A presto e grazie a tutte:)
Baci
Alena18 xxx