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Autore: Narsyl    28/03/2014    1 recensioni
Raccolta di drabbles che fondamentalmente descrivono tutte le scene che dalla 4x07 in poi avrei voluto vedere (spoiler alert!). Il primo drabble è una sorta di piccola continuazione della fic "It's always darkest before the dawn", ma si può apprezzare anche a sè stante. Gli altri cercano di riempire i buchi fra le scene dei vari episodi, e nella mia testa, beh, sono head canons... Hope you enjoy!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Salve fandom! Ho deciso di raccogliere qui tutti i drabbles che ho postato su tumblr (follevolo.tumblr.com), per fare un po' di ordine e per chi di voi li volesse avere tutti a portata di mano (nessuno, probabilmente, ma ho tempo da perdere). Enjoy e vi prego, lasciatemi un feedback!



Spalancò gli occhi e si tirò su di scatto, preso da un panico improvviso, i muscoli tesi, la mascella contratta, le labbra serrate nello sforzo di non urlare.

Il solito incubo, il solito iter.

Ma questa volta, c’era qualcosa di diverso: Mickey Milkovich era steso accanto a lui e dormiva con un’espressione talmente beata e felice, che ogni singolo muscolo si sciolse immediatamente solo a guardarlo. L’incubo era lontano, dimenticato, spazzato via da una realtà per la prima volta migliore dei suoi sogni più rosei.

- Ehi, Mickey. Svegliati.

- Gallagher, Cristo, dormi!

- Non ci riesco, ho gli incubi.

- Non metterti a piangere di nuovo. Ne ho avuto abbastanza di cose da femmine, oggi.

Ian roteò gli occhi e sorrise nel buio.

- Mick?

- Eh?

- Allora, me lo dici perché?

Mickey si voltò verso il ragazzo, appoggiando la testa su una mano e puntellandosi sul letto con il gomito, gli occhi ridotti a due fessure.

- Pensavo avessimo chiarito la cosa quando ti sei lanciato su di me singhiozzando come una donna incinta.

- Beh, più o meno, ma non so quanto.

- Cristo santo, Ian, davvero dobbiamo affrontare questa conversazione? Cioè, non basta che mi sono buttato addosso una camicia e mi sono messo la stupida colonia del nero di Mandy, non basta essermi trascinato in due gay bar in cui tutti i vecchi obesi ci provavano con me e io non potevo prendere a calci nessuno, non basta averti visto fare la puttana con qualcun altro e non aver detto niente, non basta aver sopportato tutto il tuo teatrino, dopo mesi che non ci vedevamo, e poi essere stato platealmente respinto come il primo cliente non gradito passato di lì per caso, non basta averti aspettato fuori per una fottuta mezz’ora, aver picchiato quello stupratore seriale inquietante che era pronto a portarti a casa e approfittarsi di te, non basta averti caricato su un taxi, ma hai visto quanto sei grosso tu rispetto a me? Non basta aver appoggiato la tua testa sulle mie gambe, non basta aver fatto tutte quelle stronzate che i fidanzati fanno con le loro ragazze nei film di quella puttana di Nora Ephron, non basta averti portato a casa mia e averti messo nel mio letto, non basta aver parlato di te con mia sorella come due fottute comari, non basta averti mostrato la foto e non basta averti abbracciato mentre piangevi ed essermi steso accanto a te, cioè se non basta tutto questo davvero, porca puttana, ma che cosa cazzo…

Ma il suo sproloquio furioso venne interrotto dalle labbra di Ian, soffici, contro le sue.

- Hai appoggiato la mia testa sulle tue gambe nel taxi? – chiese quietamente, la luce dei suoi occhi era l’unica della stanza.

- Beh. Sai che gran cosa… - bofonchiò Mickey, sminuendo la domanda con una smorfia - … Se proprio lo vuoi sapere, ti ho anche accarezzato i capelli.

- Ma davvero. Cristo, Mick, sei proprio una checca! – Ian si parò velocemente con un cuscino mentre il puntuale pugno di Mickey tentava di colpirlo su una spalla.

- Fottiti, Gallagher – sentenziò il bruno con un tono di assoluta e totale indignazione, mentre gli saliva di sopra colpendolo forte in ogni punto disponibile. Ma Ian era più allenato di lui e riusciva sempre a pararsi, capovolgendo ben presto i ruoli e bloccandolo sotto il suo peso. Le loro braccia erano intrecciate, strette, nel tentativo divertito di impedire all’altro di colpire, e i loro respiri affannosi ridevano sommessamente fra i sospiri.

- Quindi… adesso… - esordì Ian dopo un po’, approfittando della posizione di forza in cui si trovava in quel momento – io e te… uh?

Mickey emano un gemito di frustrazione: non poteva muoversi, e non poteva evitare il suo sguardo senza apparire del tutto ridicolo. Porca puttana, ma quanta umiliazione avrebbe dovuto ancora sopportare per quel ragazzo?

- Ian. – disse con rassegnazione – se a questo punto non lo sai ancora, probabilmente non lo saprai mai, cazzo.

Si guardarono negli occhi, un momento, mentre le loro braccia intrecciate si scioglievano e si riannodavano per tutt’altri motivi. Ian si piegò in avanti, scrutando da vicino l’espressione di Mickey, fra l’esasperato e l’intenerito. Poi appoggiò la fronte sul suo petto, e ascoltò il suo battito irregolare calmarsi pian piano nel silenzio.

- Lo so – disse infine, sorridendo contro la sua pelle calda.

Mickey restò in silenzio così a lungo che Ian pensò si fosse addormentato. Poi, sentì le sue braccia cingerlo forte contro di , e le sue labbra sfiorargli vagamente i capelli.

- Bene.

 

  
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