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Autore: Mirandolina    28/03/2014    6 recensioni
Essere il piccolo di casa non è sempre rose e fiori.
Certo, sei coccolato e tutti si prendono cura di te, ma non riesci mai a startene un po’ per conto tuo.
Tranne oggi.
-Questa storia fa parte della serie 'L'amore è nell'aria'
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'L'amore è nell'aria'
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Il piccolo di casa

 
 
 

 
Ciao, mi chiamo John Andrew Castle, ho nove mesi e vivo qui con mamma, papà, mia sorella e nonna.

Essere il piccolo di casa non è sempre rose e fiori.

Certo, sei coccolato e tutti si prendono cura di te, ma non riesci mai a startene un po’ per conto tuo.

Tranne oggi.

Praticamente è la prima volta da quando sono nato che nessun adulto mi controlla.

Mamma e papà non ci sono e non vedo Alexis da un po’.

La nonna voleva farmi addormentare leggendo una fiaba... invece a crollare è stata lei.

In effetti la storia era parecchio inverosimile. Voglio dire, come ha fatto quella bambina a non distinguere un lupo da una vecchietta?!

 Molto meglio le favole che mi racconta papà! La mia preferita è quella della coppia di cowboys spaziali, Rick e John, che
esplorano le galassie combattendo gli alieni che minacciano la pace interstellare. Non so se l’avete notato ma io e il mio papà
ci chiamiamo proprio come i due protagonisti! Sarà perché sono nomi molto comuni...
 
Forse dovrei svegliare la nonna, anche se poi tenterà di farmi fare il sonnellino.

Io odio il sonnellino.

Come non detto, non la sveglio.

Però se la mamma mi scopre si arrabbierà tantissimo.

Nuovo piano: appena la sento rientrare, mi butto sulla prima cosa che vedo e faccio finta di dormire.

Geniale.

Ok, concentriamoci. Cosa farebbe mio padre se fosse solo e con l’intera casa a disposizione?

Disegnerebbe con un pennarello dei baffi sulla faccia della nonna.

Non sono così crudele, tranquilli.

Tra l’altro non è esattamente vero che ho tutta la casa a disposizione.
Le scale sono chiuse da un gigantesco cancello (alto quanto me per intenderci), quindi il piano di sopra è off limits.
Per non parlare dei cassetti! Da qualche tempo, più o meno da quando ho cominciato a camminare, tutti i cassetti della casa si sono rotti... non si aprono più! E non pensiate che non ci abbia provato, eh! Pomeriggi interi passati a tirare e tirare, ma niente. Solo i grandi riescono ad aprirli, non so come ma a loro basta un tocco et voilà, il cassetto si apre, poi un minuto dopo arrivo io e... lasciamo stare.

Vi basti sapere che io e i cassetti abbiamo chiuso. Capito il gioco di parole?
 

Sono nello studio di papà.

Mio padre scrive libri, è il suo lavoro. Da grande però non farò come lui: a me le storie piace sentirle, non raccontarle.

La mia mamma non ho ancora capito bene che lavoro faccia. So solo che quando squilla il telefono, lei deve correre via.

Non voglio fare nemmeno questo.

Un lavoro dove si corre e basta non fa per me.

Non si direbbe ma sono un bambino pigro.
 

Tornando a noi, avete mai letto uno dei libri del mio papà?

Non mi offenderò se dite di no, non l’ho mai fatto neanche io. Non so leggere, ovviamente.

Comunque ne sto sfogliando uno proprio adesso.

Fidatevi, hanno una grossa pecca: non c’è nemmeno una figura.

Giuro che appena saprò parlare gli dico: “ Papà, se vuoi che i tuoi libri facciano davvero successo, ci devi mettere i disegni!”.
 
Momento!

Ho avuto un’idea. Perché aspettare se lo posso aiutare subito? Il tempo di prendere i miei colori e il gioco è fatto.

Non per vantarmi ma sono bravissimo con la matita.

E non lo penso solo io, in famiglia tutti mi fanno i complimenti e le mie opere vanno a ruba!

Figuratevi che l’altro giorno avevo iniziato a malapena da mezzo minuto, quando Alexis si è avvicinata è mi ha detto “John, è bellissimo!”. Era solo un cerchio e non era nemmeno finito, ma dato che le era piaciuto tanto, gliel’ho regalato così com’era. Ognuno ha i suoi gusti.

Oh, vi devo raccontare anche di quella volta che la mamma mi ha fatto proprio ridere. Le ho portato un disegno e lei ha commentato dicendo che era “un bellissimo lombrico”.

In verità il mio era un treno merci (seriamente, chi mai potrebbe disegnare un lombrico?!) però non ho voluto dirle niente, per non imbarazzarla. In fondo non è colpa sua se non sa come è fatto un treno.
 

Sto disegnando da un bel po’.

Non so di cosa parlino le storie che scrive papà (sono momentaneamente analfabeta, ricordate?), perciò sto disegnando un po’ di tutto: papere, case, scarpe... prima o poi ci azzeccherò!

Mi sa che è ora di fare una pausa.

Tra l’altro è un po’ di tempo che sento un rumore. Sentite? Fa tipo: “Grrrrr” o “Prrrr” e viene dal mio pancino. Saranno ore che non metto qualcosa sotto i denti.

...Ok, non ho i denti ma si capiva lo stesso, no?
 
Finirò il lavoro dopo la merenda e, visto che siamo in confidenza, ci sta anche un cambio pannolino...
 
Credo proprio di dover svegliare nonna.

Russa davvero tanto, mi servirà un urlo di quelli belli forti!

Comunque grazie per avermi ascoltato, quando sei così piccolo nessuno lo fa mai veramente...

Ah, ancora una cosa.

Se passate di qui, tornate pure a trovarmi, ok?

Alla prossima!
 


-UUUAAAAAAAAHH!!!!-
 
 
 
 
Fine
 
 
 
Note di una Mirandolina.

Ciao a tutte!! Ben trovate! :)
Ecco il piccolo John in una prospettiva un po’ diversa dal solito.
Una specie di flusso di coscienza che spero sia stato divertente da leggere.
Un bacio e a presto! ;)

 
  
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