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Autore: check_for_double_meanings    28/03/2014    1 recensioni
Ma appena gli occhi iniziarono ad abituarsi al buio, comprese la cosa peggiore di tutte, il letto accanto al suo era occupato, e chi lo occupava era sveglio.
- “Rei-chan?” -
Iniziò a calcolare i danni fisici comportati dalla caduta da una finestra dell’ottavo piano.
- “Na- Nagisa-kun.. non è com..” -
La voce gli si spense, era esattamente come sembrava, lui che si era svegliato ansimante da un sogno erotico con il suo migliore amico.
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho letto un cosa simile su tumblr, ma era in inglese e non abbastanza dolce. Quindi ho deciso che non era giusto privarvi di tale divertimento. L'ho tradotto e modificato riadattandolo al mio gusto personle.  Buona lettura :)

Stava risalendo le scale di corsa, attraversando tutti i corridoi cercando disperatamente il suo numero sulle targhette delle porte, avviandosi il più velocemente possibile alla sua camera d’albergo. Sentiva ogni fetta di salame piccante della pizza tornargli in gola per mandarla ancora più a fuoco. Aveva usato la scusa che si sentiva male per scappare dalla pizzeria caratteristica in cui lui e il club del nuoto erano andati a cenare. Stava sudando un po’ troppo, e di certo non era per lo sforzo fisico.
L’immagine di un piccolo demone biondo che si passava un ghiacciolo sul collo per rinfrescarsi gli faceva l’effetto opposto, facendolo avvampare fino alle orecchie. Sembrava quasi glielo facesse apposta, Rei si era convinto che fosse così. Non era possibile che ogni volta che uscivano insieme al gruppo facesse qualcosa di estremamente eccitante come se nulla fosse, e l’unico che percepiva quei gesti come vergognosamente stimolanti e non infantili era lui.
Ma perché accidenti aveva dovuto togliersi la sciarpa lasciando quelle clavicole perfette in mostra? Perché aveva immerso due dita nel bicchiere di vetro, aveva pescato quel ghiacciolo e lo aveva lasciato scivolare sotto il mento, socchiudendo gli occhi e sospirando appena? Non si capacitava del fatto che i ragazzi avessero semplicemente riso e scherzato sulla sua immaturità, senza mostrare nemmeno un minimo di coinvolgimento, lui per poco non era svenuto.
Finalmente era arrivato alla sua stanza, che, ovviamente, per ironia della sorte gli era toccato dividere con Nagisa-kun. Non avrebbe mai potuto negare niente a quella scimmietta bionda, soprattutto quando lo fissava con i suoi enormi occhioni imploranti. Frugò tra le tasche e finalmente trovò la chiave, appena entrato sentì le narici invase dal profumo fruttato di Nagisa-kun. Imprecò e corse ad aprire una finestra. Ma purtroppo il venticello fresco che arrivava all’ottavo piano non era abbastanza freddo per calmare i suoi bollenti spiriti. Pensò di accendere la tv e distrarsi un po’, ma a quell’ora tarda ormai trasmettevano solo programmi che peggioravano la sua situazione.
Maledisse mentalmente l’umanità.
Aprì il mini frigorifero e ne estrasse una lattina, che gli esplose sulla maglietta quando provò ad aprirla. Venne aggredito dall’immagine di un nanetto biondo a cui era esplosa una lattina in mano e invece che allontanarsi e bloccare il flusso ci si era messo sotto, facendosi letteralmente la doccia di Pepsi, togliendosi poi la maglietta e gettandosi in piscina, riemergendo scrollandosi l’acqua dai capelli e sfoggiando un candido torace rilucente al sole.
Era una maledizione. L’unico modo per salvarsi era una doccia fredda, lunga e purificatrice. Si diresse verso l’armadio in cui aveva accuratamente ordinato i suoi vestiti, scelse della biancheria e la ripose piegata fuori dalla doccia. Entrando mantenne l’acqua più fredda possibile, strinse i denti e lasciò che la sua pelle si abituasse alla temperatura. Sentì un rumore provenire dalla camera, ma suppose fosse solo la finestra che con una ventata si era chiusa. Per un po’ sembrò servire il gelo, ma quando un Nagisa-kun nudo che si riempiva i capelli di schiuma colorata nelle docce degli spogliatoi gli comparve in mente, dovette uscire immediatamente dall’acqua e avvolgersi stretto nell’accappatoio, per reprimere ogni riflesso del suo corpo. Si strofinò un asciugamano in testa per darsi un’asciugata ai capelli, si lavò i denti, si infilò il pigiama e corse sotto le coperte senza nemmeno accendere la luce.
Era voltato di spalle rispetto al letto di Nagisa-kun e si teneva la coperta fin sopra la testa, per riuscire ad isolarsi da lui il più possibile. Finalmente riuscì a rilassarsi, e cadde in un sonno profondo. Sebbene non ne avesse mai parlato, per ovvi motivi, talvolta gli capitava di fare dei sogni strani ma estremamente gradevoli in cui c’era Nagisa-kun che...
Ma questa volta era diverso. Era sicuro di aver sentito Nagisa-kun muovere le sue coperte. Aveva sentito distintamente dei colpetti sul pavimento, e un fruscio delle proprie coperte, un peso sul materasso dietro di lui. Un bacio sulla tempia. Era certo di sentire il respiro caldo di Nagisa-kun sulle spalle. Un piccolo brivido gli percorse la schiena. I suoi soffici capelli che gli solleticavano il collo, il suo nasino che sfiorava delicatamente la zona in mezzo alle sue scapole. Sentiva una sua piccola mano accarezzargli i capelli e l’altra che lentamente viaggiava sulla schiena, alzandogli un lembo della maglietta e infilandocisi sotto, delineando con le dita i singoli addominali contratti, i pettorali.
Iniziava a sudare freddo. Si sentì sfilare la maglietta completamente, un risolino di Nagisa-kun, che lo baciò dietro un orecchio, lo fece delicatamente girare sulla schiena e si sdraiò su di lui. Il suo peso sul corpo non era qualcosa di fastidioso, ma anzi era una sensazione bellissima. Era caldo e morbido, avrebbe voluto tenerlo su di sé per sempre.
Il piccoletto si alzò appena sui gomiti e gli sfiorò le labbra. Rei sentì il viso andare a fuoco, e quel calore spandersi poi per tutto il corpo. Aveva bramato quel momento per così tanto tempo che stentava a crederci. Dopo quell’istante di esitazione ritornò a baciarlo, con più trasporto, allacciando le braccia attorno alle sue spalle strette stringendolo per non lasciarlo scappare, voleva che quel bacio non finisse.
Le sue mani grandi si fecero strada su quel corpicino e ne esplorarono quanto più possibile, così come fece la sua lingua nella sua bocca. Sentì un’ulteriore risatina, un tocco leggero scendergli fino all’elastico dei pantaloni, infilarcisi sotto, e tirarli giù insieme ai boxer. Un altro tocco leggero sull’area scoperta e la sua vista cominciava ad annebbiarsi. Le labbra che sostituivano le dita e il corpo che non reagiva più al cervello, ormai completamente incasinato.
Si ritrovò ad ansimare pesantemente soffiando il nome di Nagisa-kun. Il petto caldo e minuto di Nagisa-kun che aderiva al suo, così come i loro bacini, sentiva il suo battito cardiaco, il suo corpo scendere lentamente lungo il proprio, arrivando a stuzzicare le parti più sensibili.
Le sue dita sulle proprie cosce, sul proprio inguine. Rei non capiva più niente, riusciva solo a gemere il nome del compagno sempre più forte, provocando ulteriormente la piacevole tortura che subiva. Ma il suo cervello andò definitivamente a farsi fottere quando la lingua calda e vellutata di Nagisa-kun prese il posto delle sue dita, quando inarcò la schiena artigliando le lenzuola, urlando il suo nome.
Scattò a sedere sul letto, completamente sudato, respirando a fatica nel buio più totale. Pur non riuscendo a vedere molto, percepì che c’era qualcosa che non andava, tastò il letto confuso. Il peso di Nagisa-kun non pressava più il suo corpo, le sue labbra non lo tormentavano più. Ma appena gli occhi iniziarono ad abituarsi al buio, comprese la cosa peggiore di tutte, il letto accanto al suo era occupato, e chi lo occupava era sveglio.
- “Rei-chan?” -
Iniziò a calcolare i danni fisici comportati dalla caduta da una finestra dell’ottavo piano.
- “Na- Nagisa-kun.. non è com..” -
La voce gli si spense, era esattamente come sembrava, lui che si era svegliato ansimante da un sogno erotico con il suo migliore amico. Avvampò per l’ennesima volta.
- “E’ tutto apposto, Rei-chan. Solo dimmi, era un bel sogno?” -
Il suo cervello ritornò a pochi secondi prima, a quando baciava quel piccolo diavolo, alle sue manine che gli accarezzavano il petto, il suo respiro caldo sul ventre e si ritrovò ad ansimare lievemente. Scosse la testa e si rivolse all’amico sorridendo.
- “Era fantastico.” -
Il piccoletto gli sorrise di rimando e si catapultò nel suo letto, addormentandosi, sempre sorridendo, tra le sue braccia.
  
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