Una sfera di cristallo fluttua nel cielo stellato, un abito blu scuro con perle cucite sulla seta raffinata.
 
La terra è umida, gli alberi danzano accompagnati dal vento, muovendosi sinuosamente con la loro chioma verde.
Tutti dormono nel caotico labirinto di cemento e ferro, nessun rumore, assordante, pace indiscussa.
 
Passi leggeri su arbusti secchi, scricchiolii, foglie che si infrangono al suo cammino.
 
Un mantello bianco splende tra i tronchi muschiati di querce secolari, veloce, in silenzio fluttua, quasi come uno spettro. Gli occhi azzurri come il cielo contrastavano quel manto bianco, segnato lievi ciuffi di colore grigio fumo sparsi nelle varie parte del corpo.
 
Piccole lucciole creano un sentiero illuminato, come lampioni sospesi nel vuoto che splendono in una notte così silenziosa, fredda e malinconica.
 
Boato.
 
Il cielo ruggisce, la tempesta è in arrivo, le nubi dense e colme di pioggia avanzano rapide, minacciose, pronte a sferrare l’attacco.
Il lupo osservava imperterrito, impassibile, ma i suoi occhi dimostravano altro.
 
Paura.
 
Paura della morte che lo avrebbe strappato al mondo.
 
Come il Cavaliere che dimostra il suo coraggio in guerra, ma l’animo è tormentato, così come il Lupo sulla cima di quella collina.
 
‘’Avanza, avanza Lupo, cancella la paura dai tuoi occhi e dimostra di essere fiero, ostacola il vuoto nel cuore, fai sapere che non sei un codardo.’’
 
Un passo.
 
Due.
 
Tre.
 
La collina è finita, sovrasta un paese fantasma.
 
Un respiro profondo, la schiena si piega e le zampe si saldano nella terra umida.
 
Ululato.
 
Un ululato molto forte, capace di far crollare le montagne, fermare il tempo e far inchinare tutti gli esseri al suo cospetto.
Il suo canto di vittoria echeggia nel cielo e le nuvole piangono per una sublime melodia.
 
‘’Il Canto del Lupo è il canto dei Vincitori.’’