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Autore: thembra    07/07/2008    3 recensioni
piccolo sfizio che mi dovevo assolutamente concedere....*___* Fatemi sapere se ne avete voglia ^__- Parla di Neji ed Hinata, un possibile addio di lei a Konoha, la reazione del cadetto...un qualcosa che provano ma che non sanno esprimere...boh giudicate voi ^__- TH
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che cazzo ci faceva LUI in macchina con un come LEI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piove…le goccioline gelide d’acqua gli si schiantano sulla schiena rovente dandogli i brividi, o almeno, all’inizio era così…adesso, per quello che gliene importa potrebbe anche nevicare, non lo sentirebbe affatto.

 

Sussulta, da una spinta e sussurra un roco gemito, stringe fra le dita quei capelli corvini zuppi d’acqua, aspira dal viso di lei le molteplici goccioline che le perlano il viso e le gusta avido, alcune sono pura goccia, altre sono lacrime salate non più dettate dalla tristezza, ma dal piacere, dalla gioia…

 

“Neji san…ngh…”

 

Le sfiora gli occhi velati dall’eccitazione con le labbra, dandosi un leggero slancio per raggiungere quelle chiare iridi ora aperte e languide ora chiuse a forza.

Le labbra di lei si muovono seguendo i suoi colpi, si spalancano senza emettere suono quando preso com’è dalla foga aumenta le spinte, si distendono in un sensuale quanto inconscio sorriso quando rallenta e coi palmi bene aperti percorre le sue cosce assicurandosi che i loro bacini aderiscano perfettamente.

 

Non pensa che a lei, ai suoi occhi e al suo timido e dolce sorriso capace di intenerire chiunque, non può fare a meno di desiderarla di toccarla…di possederla…

perché lei è sua.

 

Hinata gli appartiene, vuole che gli appartenga, la vuole solo per lui perché, e non può più nemmeno nasconderlo a se stesso, è pazzo di lei.

 

“…Hi…nata…”

“…si…?”

 

Poggia il mento accanto a quello della ragazza tossendo l’ennesimo gemito che scaturisce nell’apice di quell’amplesso che lei accoglie in se con lieve sussulto rilassandosi per avvertirlo maggiormente, premendo forte le mani contro la sua schiena e le gambe alla sua vita.

 

Poi rimangono alcuni secondi immobili, respirandosi a vicenda, pensando ad ogni cosa fuorché loro, riprendendo quel poco di lucidità rimasta nei loro animi riprendendo a respirare normalmente.

 

“…non andare domani…”

“…nh?...”

“…non andare via da me…”

 

Sorride sentendo il battito del cugino aumentare di intensità e velocità, si bea di quel raro tremore dettato dall’ansia che lo avvolge e si commuove di tanto affetto di tanta devozione, di quell’amore confessato d’improvviso.

 

 

………………….

 

 

 

 

I gradini lucidi del viale riflettevano ora l’opaca luce del sole offuscata delle nere nubi in avvicinamento da ovest.

 

Sta arrivando un temporale…non è il caso di partire…rientrate tutti…”

 

Hinata scende dalla carrozza di famiglia, uno sfarzoso cocchio degno simbolo di quel prestigio, scende elegantemente dai gradino reggendo fra le mani una bolla sigillata e superando la schiera di servitori inchinati al suo passaggio.

 

Solo uno di loro non china il capo ma si ostina a guardarla con gelida costanza ostentando una rabbia che gli riesce difficile costringersi a provare perché in realtà dentro di lui c’è la disperazione.

 

 

Promessa

 

 

 

…la sua dolce e fragile cugina è stata promessa all’erede di una prestigiosa casata del paese della nebbia, uno dei più lontani da Konoha uno col quale i rapporti erano maggiormente complicati.

 

“Porterà pace ad entrambi i villaggi e garantirà un futuro sereno ad Hinata…”

 

Queste furono le parole di Hiashi, non una benedizione non un gesto affettuoso verso quella sua figlia che immobile e composta accettava quelle parole.

 

Ma lui l’aveva vista benone la nota di delusione nei suoi occhi, la paura e la sensazione di abbandono che stava provando la cugina, quel senso di smarrimento che a poco a poco stava inglobando pure lui.

 

Non voleva perderla proprio ora che finalmente avevano ricominciato a parlarsi, proprio ora che nel suo rigido cuore di cadetto stava incominciando a sbocciare quella dolce emozione chiamata amore.

 

Per questo motivo decise di seguirla prendendo l’ombrello dalle mani di un ancella che si stava avvicinando alla Hyuuga per ripararla dalla pioggia che aveva incominciato a cadere, ignora la sua sorpresa e la strana reazione che assume lei nel trovarselo accanto, continuando a guardarla serio, facendola arrossire e vergognare.

 

Allunga di proposito il tragitto che dalla rimessa dei mezzi nella proprietà porta alla costruzione principale, devia per il boschetto di betulle cercando come un dannato dentro di se la parola adatta ad iniziare un qualunque discorso.

 

“…Neji nii-san…”

“…dimmi Hinata…”

“Io no voglio andare….”

 

Arresta l’avanzata subito dopo di lei guardandola intensamente negli occhi.

 

“…Io…non desidero allontanarmi da Konoha…non voglio…”

 

Lentamente si porta il dorso della mano sotto agli occhi levando le lacrime che ribelli si ostinano a scendere.

 

“…io voglio rimanere…qui…”

 

Afferra un lembo del bianco kimono che indossa lui stringendolo quasi con rabbia, strattonandolo mostrandogli un’espressione che mai nessuno le aveva vista in viso.

 

Il terrore.

 

Lei che non l’aveva guardato così nemmeno durante quel loro scontro all’esame per essere promossi chunin, lei che aveva resistito alle sue ingiurie psicologiche e ai suoi fatali colpi distruttivi, lei che ogni giorno splendeva sempre di più e cresceva in donna.

Lei che voleva fosse solamente sua.

 

“Hinata…”

“…ngh…”

 

I singulti della ragazza si fecero sempre più disperati e quelle perle salate che le sgorgavano dagli occhi, le poteva quasi distinguere dalle gocce d’acqua che simultanee si posavano a terra.

 

Non riuscì più a pensare a nulla, al levarsi del vento di tempesta lasciò la presa sull’ombrello che volò via con feroce sibilo avvicinandosi a lei per stringerla come non aveva mai fatto nessuno.

 

Si accorse solo in quel momento di quanto fosse effettivamente esile la sua corporatura, dalle linee morbide e chiare che risvegliavano in lui null’altro che cieco desiderio.

 

E mentre l’acqua si impregnava nelle loro vesti il loro muto osservarsi parlava più di mille parole e i gesti leggeri ma decisi di lui non trovarono impedimento nel posarsi sui suoi fianchi e stendere la scura e pregiata stoffa azzurra del fiocco dell’obi, nemmeno in seguito quando scivolarono sul ventre piatto di lei per lambire i bordi del vestito e stenderlo oltre le sue pallide spalle lucide e infreddolite al contatto con la pioggia.

 

Non vi era incertezza nei suoi occhi, ne la minima traccia di imbarazzo, rimaneva immobile lasciando che la scoprisse, che la osservasse nella sua nudità come mille volte il cadetto aveva sognato di fare, e poi chiuse gli occhi vedendolo avvicinarsi ulteriormente, e sussultò nell’avvertire il calore pulsante delle sue labbra sotto al lobo dell’orecchio, e il fiato bollente di lui, e le sue mani che sempre più voraci le massaggiavano i fianchi.

 

“Neji ni…”

“Stai zitta…non pronunciare quella parola…”

 

Aveva ragione, non avrebbe potuto mai più chiamarlo fratello…ma questo non la intristì affatto.

 

Neji-san…”

 

Mosse il  viso verso lo sterno del cugino che si intravedeva dall’allacciatura del vestito che indossava sfiorandolo con la fronte.

Tremava e aveva freddo e stringeva fra le dita della mano destra ancora il messaggio che suo padre voleva inviare a quello del suo futuro marito.

 

Non oppose resistenza nel sentirselo sfilare dalla presa dal dolce e lento passaggio del palmo di lui, e nemmeno cercò di raccoglierlo vedendolo buttato in mezzo ad una pozza d’acqua e fango.

 

Sorrise timidamente serrando le mani sulla schiena di lui incapace di prendere la benché minima iniziativa.

 

“Faccio io…”

 

Si allontanò da lei quel tanto da guadagnare un minimo di libertà per poter stendere le braccia e levarsi la casacca e successivamente la maglietta chiara che indossava sotto, mostrando alla cugina il suo busto di jonin e il guizzare dei suoi muscoli al muoversi delle articolazioni.

Senza distogliere lo sguardo dalla sua buffissima espressione scese con la mano verso la cinta fermandosi a pochi centimetri dalla fibbia, sorridendole malizioso prima di ghermirle la mano per avvicinarla al suo inguine.

 

“Nh…”

 

Chiuse gli occhi imbarazzata al contatto che provò sul palmo.

Era caldo e desideroso l’essere di Neji così come lo erano il suo animo e quelle sottili labbra che non vedeva l’ora di sfiorare.

 

Preso un po’ di coraggio sfilò la cinta e sciolse il bottone staccando le mani dalla stoffa che per il peso dell’acqua cadde frusciando a terra.

Avvicinò le labbra al suo petto trovandolo rigato dalle gocce d’acqua che gli scendevano dal collo e dal viso, posò le mani aperte sui suoi pettorali sfiorandoli con dolcezza, scuotendogli l’animo.

 

Si studiarono per alcuni minuti, stringendosi per riscaldare i loro corpi dal freddo vento e dalla pioggia, poi quando ci fecero l’abitudine iniziarono a fare sul serio.

 

“Hinata…se non è ciò che desi…”

 

Gli smorzò le parole in bocca avvicinandosi timida sulla punta dei piedi piegando leggermente una gamba incastrandosi quasi al bacino di lui.

 

“Nei miei sogni o sperato fosse così…”

 

Chinò il capo posandolo nell’incavo del suo collo abbandonandosi completamente a lui presa dal piacere e dall’emozione che come un brivido le bruciava l’anima.

 

 

 

 

……………..

 

 

 

 

 

Ed erano ore che si trovavano li, incatenati ai loro desideri e a quella strana passione che aveva unito il bianco più puro di Hinata con il freddo candore di Neji.

 

 

 

 

Gemette nel sentire un delicato morso al seno sorridendo mentre con entrambe le mani scopriva la fronte del cugino e il segno del sigillo.

 

“…non andrò…”

 

Rimase solo lo scrosciare della pioggia

 ad assistere a quel loro proibito amore

che si andò a disperdere assieme ai mille zampilli dell’acqua

 al sorgere del nuovo sole.

 

 

 

 

 

 

“…non andrò via da te…”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Yawn…sonno….()__()

Che dire…qui diluvia tanto per cambiare, XD

Sono stanca morta e anziché andare a nanna

Ho dovuto soddisfare l’irrefrenabile desiderio di metter giù sta storia,

pensata stamattina mentre svolgevo

l’interessantissimo compito di…..

…pulire i bagni del bar -___-‘’’’

 

 

fatemi sapere che ve ne pare e ricordate…

 

è la mia prima, specie di Hyuugacest u.u

 

 

ciau

 

 

TH

 

 

  
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