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Autore: _diana87    30/03/2014    4 recensioni
[Questa storia fa parte della serie "Keep followin' your daily routine."]
"È solo una linea di confine, un muro, dicono. Perché quindi non possono dividerlo? Ma so perfettamente che certi muri non sono facili da abbattere."
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Ferma, piantata sulla collinetta, chiudo gli occhi sentendo il vento dell’est giocare con i miei capelli.
O almeno con ciò che rimane scoperto.
Il velo viola scuro, corredato con un lungo vestito dello stesso colore, copre ogni centimetro della mia pelle, mentre mi porto un’estremità di quel soffice tessuto sulla bocca e sul naso.
Chiudo gli occhi; temo che la leggera sabbia del deserto che si è sollevata possa nuocere il mio volto.
Percepisco il rumore del vento intorno a me ed è come se sussurrasse parole d’amore disperse nel tempo, inarrivabili; forse il viaggiatore tentava di raggiungere la sua amata con dolci frasi che sono rimaste dischiuse in uno scrigno. Ora il deserto è l’unico custode del loro amore.
Il suo braccio mi cinge la vita e mi fa voltare verso di lui.
“Vieni, i soldati vogliono parlarti.”
Anche quello fa parte della nostra routine quotidiana. Infondere saggezza e coraggio ai militari in missione. Loro mi guardano come una del gruppo. Non sono una donna, non sono un poliziotto.
Oggi, io, Kate Beckett, sono una guida spirituale.
Mi chiedono come faccio a rapportarmi con la popolazione locale e come è andata la mia prima missione sul campo. Quindi abbasso il capo, sistemandomi il velo, poi cerco le mani del mio scrittore. Entrambi ci guardiamo e i ricordi di quella spaventosa guerra, in cui eravamo coinvolti anni fa, riaffiora nelle nostre menti.
Evito di raccontare delle esplosioni, degli uomini che ho perso, del ferimento di Rick, che ha rischiato di compromettere la sua vita, ma soprattutto evito loro tutto il dolore e la sofferenza. Alcuni dei soldati tengono in mano delle fotografie con ritratti di famiglia; passo di sfuggita una mano sulla guancia per scacciare una lacrima. Non sanno che alcuni di loro torneranno vivi, e altri verranno trattenuti dalla morte.
Poi, dalla bocca di uno dei militari arriva la domanda più difficile: “Come siete riusciti a sopravvivere?”
Intanto, il suono di un elicottero che plana poco lontano per venire a prendere me e Rick, diventa sempre più udibile. Sorrido amaramente al giovane soldato e annuisco come per incoraggiarlo.
“Continuando a seguire la routine quotidiana.”
 
A casa, nel nostro nido sicuro, le immagini violente della televisione sembrano stonare con la nostra tranquillità familiare.
Mia figlia... sì, posso dirlo con grande orgoglio... e il mio fidanzato scrittore ascoltano attentamente i bombardamenti di notizie provenienti dal telegiornale. Lei è arrivata sorprendendoci, proprio quando pensavamo di aver visto tutto nella vita... ed è stata una meravigliosa sensazione accogliere una vita in grembo per nove mesi.
Faccio una smorfia mentre guardo le mie due ragioni di vita. Preparo una bella e sostanziosa insalata, trattenendomi dal ridere. Ironico come riesca a paragonare le brutte notizie a dei bombardamenti. Cerco di immaginare ogni news ad una bomba. L’associazione che fa la mia mente è accurata perché ho imparato a distinguere ogni tipo di ordigno.
Di nuovo mi sporgo nel salone del loft per osservare quei due. Mia figlia Becky assume le stesse posizioni di Rick. Lui accavalla le gambe e poggia un gomito su una coscia, lei dà uno sguardo al padre, senza darlo a vedere, e fa lo stesso. Quando lui si gratta la testa, lei fa altrettanto. Ha solo tre anni, ma a me sembra ne abbia di più delle volte. Forse è cresciuta nel nostro mondo troppo presto, e ha assorbito ogni piccola informazione, anche la minima, senza mai sentirsi disturbata da ciò che sentiva. Ovviamente le nascondo sempre i file delle indagini... troppa crudeltà. E il mondo è già orribile di suo.
“Di nuovo missili sulla striscia di Gaza... famiglie costrette alla fuga... bambini palestinesi investiti, ma le autorità israeliane negano tutto... il governo israeliano continua a negare i diritti dei palestinesi per una convivenza pacifica sulla Striscia di Gaza...”
Come dicevo, il mondo è già orribile di suo.
“Ora basta televisione, perché non mettiamo un po’ di cartoni animati, che ne dite voi due?”
Sistemo dei vassoi con i piatti e i bicchieri. Abbiamo deciso di cenare nel salone questa sera. Meccanicamente, Rick cambia canale senza dire una parola, mentre Becky si lamenta. Si regge la testa con le mani. Ridacchio accarezzandole i capelli castani. Gli occhi azzurri, soprattutto se si dilatano le pupille, esprimono tutta la curiosità. Una caratteristica che ha preso dal padre.
“Uffaaa volevo sentileee...”
“Ti interessa così tanto, piccola? Di cosa parlavano?” mi siedo tra lei e Rick, dandogli le spalle, poi le metto il bavaglino, che prontamente vuole togliere, e inizio a darle da mangiare una pappetta deliziosa alla frutta.
Rick mi afferra per le spalle e mi dà un bacio sulla guancia.
“Adesso non mangerà più!”
Lo sento sorridere soddisfatto; quella scenetta domestica gli mancava. Ora Alexis è una donna cresciuta.
“Del muro che divide i palestrinesi e isaeliani... pecché non si possono pallare, mamma?”
Ridacchio nel sentirla pronunciare quelle parole difficili. Poi assumo un’espressione seria. Resto a pensare con il cucchiaio della pappetta in mano.
Se ci penso ha ragione, sarebbe tutto molto semplice. È solo una linea di confine, un muro, dicono. Perché quindi non possono dividerlo? Ma so perfettamente che certi muri non sono facili da abbattere.
I genitori dovrebbero avere risposte per ogni domanda che i figli pongono. Eppure quando mia figlia mi guarda con quei suoi occhioni azzurri, piena di tanta curiosità, e mi chiede: “Se litigano pe un pezzo di terra, mamma, pecché non fanno a metà?” io mi volto verso Rick, aprendo la bocca ma senza emettere nessun suono, e non so cosa risponderle.



Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
Ho scritto la shot di getto e molto brevemente. Mi ha ispirato una volontaria che seguo su facebook che attualmente vive a Gaza e ogni giorno scrive un diario su ciò che accade.
Ne ho approfittato per continuare la serie sulla guerra con Rick e Kate. Sono passati anni, la sensazione di disagio in quei posti è rimasta, ma sono andati avanti con la loro vita seguendo la routine quotidiana a testa alta. Ma anche nelle cose più semplici, neanche loro due sanno dare risposte alla loro adorata figlia Becky...
Spero abbiate apprezzato il messaggio e che vi sia piaciuta, quindi una recensione per sapere cosa ne pensate è sempre gradita ;)
A presto *-*
D. <3
   
 
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