Serie TV > Doctor Who
Segui la storia  |       
Autore: Lori Liesmith    02/04/2014    2 recensioni
Dopo l'addio avvenuto alla Bad Wolf Bay Rose cerca di sopravvivere nel "mondo di Pete" costruendo un'esistenza in quell'universo in cui manca un pazzo con la sua cabina blu.
E se accadesse l'impensabile?
A voi l'ardua sentenza.
Genere: Fluff, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
AFTER CANARY WHARF
 
Ad Agata che ascolta sempre
i miei scleri anche quando non
sa di cosa sto parlando.

 
 
-10 giorni dopo Canary Wharf-

DRIIIIIINNN
Le sette e trenta. Sono esattamente le sette e trenta e Rose si alzò stancamente dal letto.
Andando in bagno si lasciò alle spalle la camera da letto interamente dipinta di blu – sua madre aveva sospirato rassegnata quando l’aveva vista- e dopo una doccia uscì fuori di casa: ad attenderla l’uggioso mattino Londinese e distrattamente la ragazza si domandò se mai in qualche altro universo parallelo Londra avrebbe mai avuto il privilegio di poter avere un clima più soleggiato.
Sto bruciando un sole solo per dirti addio
Scrollò la testa e scacciò quel pensiero doloroso e scomodo in un angolo della sua mente; doveva lavorare! Non sopportava di essere guardata con un misto di compassione e tristezza da parte della sua famiglia come se fosse una povera vedova alle prese con il lutto.
Lei si sarebbe dimostrata degna del Dottore e avrebbe fatto tesoro delle nozioni apprese in quelle mille avventure.
Questo è ciò che pensava, sicura di sé, mentre entrava al Torchwood.
Ma questo era il giorno, pieno di lavoro da fare, di persone con cui stare e soprattutto di luce.
La notte era un altro discorso: durante quelle sette-otto ore che Rose trascorreva nel suo letto tutti i pensieri, i sentimenti repressi durante la giornata uscivano fuori con la forza di una valanga e lei, povera umana non poteva far altro che piangere, disperata per ciò che aveva perso, per quella cabina più grande all’interno, per gli abbracci, i sorrisi e le loro mani sempre strette in una ferrea morsa.
Dopo arrivavano gli incubi: sognava l’altro Torchwood, lei che lascia la presa su quella dannata leva e l’urlo disperato di lui che le riecheggia nella mente; oppure sono alla Baia del lupo cattivo dove lui le sta dicendo addio.
Alla fine, alle prime luci dell’alba pregava; non ad un dio in particolare ma all’universo alle stelle e al creato: pregava che non fosse da solo, che non si facesse prendere dall’odio o dalla vendetta e più che altro per la sua vita.
E questa era la routine di Rose Tyler divisa tra gli incubi e il lavoro, preghiere e determinazione, lacrime nascoste e sorrisi finti, notte e giorno in attesa che quel dannato cannone funzionasse e la riportasse da lui.
 
                                                            ***                                                                             
 
-40 giorni dopo Canary Wharf-


Jackie Tyler si era sempre ritenuta la persona meno ipocondriaca della Gran Bretagna ed aveva trasmesso questa sua attitudine alla figlia Rose.
Per questo motivo non si preoccupò più di tanto quando vide la ragazza assumere un colorito verdastro a tavola, durante il loro pranzo della domenica, per poi correre verso il bagno e rimettere –a giudicare dai versi strozzati- anche la torta del suo sesto compleanno, pensando subito ad un’intossicazione essendo lei una pessima cuoca (ma questo lo avrebbe ammesso solo con se stessa).
Quando Rose, però, crollò a terra esanime nel bel mezzo del centro commerciale Jackie si diede dell’imbecille per tutto il tragitto in ambulanza fino all’ospedale.
Appena sveglia Rose vide bianco. Odiava quel colore in quanto troppo vuoto e luminoso, sembrava qualcosa di incompleto che doveva essere riempito.
Prima che avesse il tempo di chiedersi in che modo fosse finita in quell’orrenda ed asettica stanza sua madre irruppe:
“tesoro mio, come stai? Sei così pallida! I medici non mi vogliono dire nulla”
“Mamma, mi sento bene, solo un po’ di mal di testa, ora vediamo cosa hanno da dire i medici e torniamo a casa” la interruppe la figlia, iniziando a pescare in quella nebbia che erano i suoi pensieri lo svenimento al centro commerciale.
Proprio in quel momento un giovane medico che si presentò col nome di Mike Stemford entrò nella stanza.
“Miss Tyler, abbiamo effettuato tutti i controlli di routine in seguito al suo mancamento” iniziò con aria professionale “abbiamo trovato i risultati un po’… curiosi e vorremmo parlarne con lei.”
Guardando quel medico che le stava rivolgendo uno sguardo a metà tra la compassione e la preoccupazione Rose capì che la faccenda era davvero grave e che sarebbe stato meglio discuterne a quattr’occhi.
“Mamma, potresti lasciarmi sola con questo medico, per favore?”
La donna guardò allibita la sua unica figlia: nessuno nella sua vita, a parte un certo alieno con due cuori, si era messo fra lei e la sua bambina, quella stessa bambina che le stava rivolgendo uno sguardo supplicante.
“Sarà meglio per te dirmi tutto non appena rientro signorina!” si limitò a dire per poi lasciare quella stanza con il cuore gonfio di preoccupazione.
Una volta soli Mike si decise a guardare la ragazza sdraiata su quel letto: avevano poca differenza d’età ma la cosa che lo lasciava sconvolto era il suo sguardo, quegli occhi marroni sembravano molto vecchi, come se avessero visto più di quanto si possa immaginare.
Lasciate perdere quelle disquisizioni filosofiche con una scrollata di spalle, il giovane medico si preparò a parlare con quella che era solo una paziente come un’altra.
“Allora, Rose, posso chiamarti Rose, vero? Dopo aver fatto le analisi abbiamo notato un errore tra i risultati e il documento di accettazione compilato da tua madre”
Ad uno sguardo interrogativo della ragazza si decise a continuare:
“Vedi qui?” le mostrò il foglio del pronto soccorso “non c’è segnalato nessuno stato interessante, mentre le tue analisi dicono il contrario”
Mike aveva dato tante brutte notizie in quei pochi anni di servizio e quella non lo era, ma non appena vide gli occhi di Rose allargarsi per la consapevolezza e poi riempirsi di lacrime temette il peggio; ad avvalorare la sua tesi l’assenza di un monile che indicasse un qualunque legame.
“Sei ancora in tempo ad interrompere il tutto se la situazione non è stata programmata o consensuale” le disse dolcemente prendendole la mano
Ma di nuovo quella strana ragazza riuscì a stupirlo: tra le lacrime gli rivolse un bellissimo sorriso.
“Quanti mesi ha?”
“Quasi quattro” le rispose confuso.
“Sta bene?”
“Si, sei tu che dovresti mangiare di più; sei troppo magra per essere in questo periodo della gestazione. Allora vuoi tenerlo?” Chiese il medico non riuscendo a capire l’interesse di una donna scoppiata in lacrime alla notizia di essere incinta.
“Lei mi ha dato la notizia migliore del mondo, Mike” gli rispose la ragazza, asciugandosi le lacrime.
“Allora permettimi Rose, perché piangevi?”
Lei si accarezzò piano il ventre “perché suo padre non c’è più”.
Era chiaro il soggetto di quell’affermazione e senza aggiungere altro le disse che poteva essere dimessa il giorno stesso.
 
                                                            ***                                                                             
 
-30 giorni prima di Canary Wharf-


Aveva salutato i ragazzi nello shuttle, abbracciato quella simpatica professoressa che il Dottore aveva salvato e aprendo la porta del TARDIS pensò che tutto era risolto e che erano riusciti a salvare delle brave persone.
Lo vide che rivolgeva un ultimo saluto a loro compagni d’avventura, chiudere le comunicazioni e voltarsi a guardarla.
Mentre su quel viso che era cambiato ma comunque era il medesimo si faceva largo un enorme sorriso, Rose iniziò a correre verso di lui abbracciandolo come se non volesse più lasciarlo andare.
Il Dottore la allontanò da se quel tanto che bastava a vederla bene e prendendole il viso tra le mani le disse:
“ho temuto di perderti oggi” per poi baciarla.
Molto dopo, quando ormai era stata separata da lui, Rose si chiese se quel gesto fosse stato dettato dall’adrenalina di aver sconfitto il diavolo o dalla paura di poter morire, per poi ricordare con un sorriso sulle labbra a come si fermò appoggiando la testa sul suo collo.
“Non posso Rose, non posso e lo sai” le disse con la guancia che premeva tra le sue scapole.
“Dottore” gli rispose lei dolcemente “tu pensi troppo” e ricongiunse le loro labbra.
 
                                                            ***                                                                             
 
-50 giorni dopo Canary Wharf-


FLASH BACK

“Perché non vuoi dirmi nulla? Rose sono tua madre per l’amor del cielo e pretendo di sapere cosa ha mia figlia!”
Jackie non ne voleva sapere di aspettare fino a casa per sapere cosa quel giovane medico avesse detto alla figlia e tentava di strappare qualche notizia a quest’ultima nonostante non avesse pronunciato una parola da quando erano salite in macchina.
Aveva lo sguardo assente la sua Rose e guardava fuori dal finestrino persa nei suoi pensieri.
“Voglio che papà e Mickey siano presenti” disse soltanto la ragazza ritornando a volgere lo sguardo al finestrino.
Arrivate a casa Jackie si diresse subito nell’ufficio del marito e chiudendo il telefono in faccia a qualche importante dirigente (o almeno aveva capito ciò dagli improperi di Pete) lo condusse in salotto dove Rose e Mickey stavano chiacchierando del più e del meno.
Nonostante ciò la tensione era palpabile nella stanza e non appena si furono seduti gli sguardi dei coniugi Tyler si rivolsero sulla figlia insieme a quello confuso del ragazzo moro alla sua destra.
“Papà, Mickey” iniziò titubante “Ho chiesto alla mamma di non dirvi nulla ma oggi sono stata in ospedale. Nulla di grave, comunque, mi hanno solo detto, beh, che sono incinta”.
Si sarebbe aspettata di tutto ma non il silenzio sepolcrale che cadde nel salotto: suo padre aveva la mascella così sotto sforzo che probabilmente gli si sarebbe slogata, Mickey la guardava come se fosse un alieno e sua madre con sguardo deciso si diresse verso quest’ultimo per poi rifilargli un sonoro manrovescio.
“Mickey Smith come ti permetti di fare questo alla mia bambina! Ha solo ventidue anni!”
Ma subito dopo mamma Tyler si rese conto che qualcosa non andava:
Mickey che guardava Rose con troppa sorpresa e la ragazza che scuoteva leggermente la testa.
Jackie fu attraversata da un’idea così impensabile che la rigettò con tutta la forza che aveva in corpo.
“Mamma” la chiamò con dolcezza la figlia “sono quasi al quarto mese”
“Ma, ma tu al quattro mesi fa eri..”
Ci pensò suo marito a prendere in mano la situazione alzandosi da quel divano e abbracciando quella che ormai era a tutti gli effetti sua figlia e ripetendole sommessamente una sola frase:
“non sei sola tesoro mio, non sarai mai da sola”
 
FINE FLASH BACK
 
Ripesando a quegli avvenimenti Rose si accarezzò il ventre.
Avevano appena finito di montare la porta che collegava la sua stanza a quella che sarebbe appartenuta a suo figlio.
Il suo bambino. Rose non poteva smettere di pensarci: si sentiva euforica e triste al tempo stesso.
Sperava che crescesse sano e forte e che ereditasse i caldi occhi castani del padre, dello stesso padre che non avrebbe mai conosciuto, che non gli avrebbe mai insegnato a leggere o a riconoscere le stelle.
In quel momento Rose si sentiva più sola che mai ma, nonostante ciò, se prima il suo scopo era tornare indietro ora era accudire quella piccola creatura che riposava tranquilla dentro di lei, solo come una madre avrebbe saputo fare.
 

 
 
NOTE SPARSE

First of all… questo è il mio primo esperimento su Doctor who e spero vi piaccia!
Per quanto riguarda la storia, mi sono permessa di parafrasare l’episodio della seconda stagione l’abisso di Satana (non ricordo bene il titolo in italiano xD).
Faccio pena a descrivere le scene “hot” anche quelle più velate anche se credo di non essere caduta del tutto nel ridicolo.
Infine ringrazio pubblicamente Chos che mi ha aiutata nel betare questo capitolo.
Grazie di avere letto,
con affetto,
Lori Liesmith
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Doctor Who / Vai alla pagina dell'autore: Lori Liesmith