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Autore: LindaBaggins    04/04/2014    4 recensioni
Sei un egoista. Un enorme egoista.
O forse no. Forse, il fatto è che la ami e basta. Forse, il fatto è che ti manca troppo per riuscire a pensare a ciò che è giusto e a ciò che non lo è.

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Piccola raccolta di momenti sparsi sul periodo di separazione di Rumple e di Belle dopo la puntata 2x04 ("The crocodile").
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IN ABSENTIA


I. LUNCH TIME
 

“Se tu, per esempio, vieni tutti i giorni alle quattro,
io alle tre comincerò a essere felice.”
(1)
 


Che l’ora di pranzo potesse diventare il tuo momento preferito della giornata, non l’avresti mai creduto.
Per ventotto anni, senza saltare nemmeno un giorno, alle 13,00 in punto hai girato il cartello sulla porta del negozio sulla scritta “chiuso”, ti sei ritirato nel retrobottega del banco dei pegni e hai trascorso l’ora successiva consumando un rapido pasto freddo e riparando oggetti, in attesa della riapertura.
Da solo.
Non che la solitudine ti dispiacesse, anzi. Avevi imparato ormai da molto tempo a considerarla un’amica confortante e silenziosa, che non ti guardava storto e non ti faceva domande. Ma gli allegri schiamazzi dei bambini che passavano davanti al tuo negozio di ritorno da scuola, le chiacchiere e le risate delle persone che si dirigevano da Granny’s per trascorrere insieme la pausa pranzo, facevano virare il tuo umore verso qualcosa che somigliava pericolosamente alla malinconia. Era sempre un sollievo quando le lancette del’orologio arrivavano finalmente a puntare sulle 14,00, e il cartello sulla porta tornava ad esibire la scritta “aperto”.
Sulle tue labbra affiora un debole sorriso, mentre, seduto nella tua automobile ferma sul ciglio della strada, ti passi distrattamente la punta dell’indice sulle labbra. La penombra e l’aria del tuo retrobottega sembrano così lontane, adesso …
La strada è invasa dalla luce del sole, e dal finestrino appena socchiuso, insieme a una lieve brezza gentile, entra il vociare delle persone che camminano sul marciapiede. Alcune, passando accanto alla tua auto, lanciano un’occhiata al suo interno, e vedendo chi c’è seduto al posto di guida aumentano il passo intimorite, quasi temessero di essere divorate dal mostro della città.
Ma tu non li vedi. Non li senti nemmeno. Per te, esiste soltanto quella finestra dall’altra parte della strada, quella finestra da cui godi una meravigliosa visuale del banco di accettazione della biblioteca di Storybrooke.
Vieni qui tutti i giorni alle 13,00 perché sai che, a quest’ora, lei chiude la biblioteca per la pausa pranzo. Il più delle volte trangugia in fretta un panino comprato da Granny’s e poi approfitta dell’ora libera per mettere in ordine, girando per gli scaffali con un piccolo carrello ricolmo dei libri che sono stati restituiti durante la mattinata. A volte, però, si siede al bancone con le gambe accavallate e, masticando distrattamente il suo pranzo, si immerge nella lettura.
Oggi è precisamente uno di quei giorni, quei giorni in cui i miseri dieci minuti per i quali ti sei ripromesso di restare passano troppo in fretta. Persino da questa distanza, non ti perdi nulla di lei: le labbra semiaperte e gli occhi socchiusi per la concentrazione, le dita sottili che voltano febbrilmente le pagine, il panino mangiato per metà dimenticato nella carta accanto a lei …
E’ difficile non amarla, in questi momenti. Riesce a grondare bellezza da ogni poro della sua pelle, da ogni suo più piccolo gesto.
Riesci persino a intravedere il titolo del libro che sta leggendo: Ragione e sentimento, di una certa Jane Austen. Pensi che sia perfetto per lei, e ti chiedi se l’abbia scelto per un motivo.
Hai considerato la possibilità di scendere dalla macchina, certe volte. Sarebbe così facile attraversare la strada, poggiare la mano sulla maniglia ed entrare in biblioteca con una scusa qualsiasi …
Ma ogni volta, quando sei sul punto di spalancare la portiera, ti fermi. Sai che non sarebbe giusto, che sarebbe prematuro. Sei stato tu a lasciarla andare, e pensi ancora che sia stata la decisione migliore. Il fatto che lei abbia lasciato aperto uno spiraglio di possibilità per voi due non significa nulla; il fatto che tu la notte non riesca a prendere sonno per via di quel posto vuoto e gelato accanto a te non significa nulla; il fatto che tu passi le tue serate ad aspettare che il telefono squilli non significa nulla. E’ Belle che deve decidere, questa volta, e sei fermamente deciso a lasciarle il suo tempo, il suo spazio.
Così continui a venire davanti alla biblioteca tutti i giorni alle 13,00, per guardarla al di là di quella finestra e ubriacarti di quei dieci minuti di felicità che ti permetteranno di arrivare alla fine della giornata. La guardi mordicchiarsi l’unghia mentre legge, guardi i suoi ondeggianti capelli castani catturare i riflessi del sole, il suo braccio candido reggere i libri e l’altra mano sistemarli uno a uno sugli scaffali, mentre il tuo cuore si spezza con un rumore secco ogni volta che ricordi come quelle mani, nel buio della tua stanza – della vostra stanza – scorrevano lievi sulla tua pelle.
Ce la metti tutta per consolarti, per pensare che va bene così, che Belle adesso è più felice, che non c’è più nessuno che possa ferirla; ma le tue volenterose illusioni di amore disinteressato durano sempre il tempo di un battito di ciglia. Ogni volta che la vedi, non puoi fare a meno di chiederti se ti sta pensando, se anche lei ha la stessa lancinante voglia di rivederti che provi tu nei suoi confronti, se le manca mangiare con te, ridere con te, fare l’amore con te.
Sei un egoista. Un enorme egoista.
O forse no. Forse, il fatto è che la ami e basta. Forse, il fatto è che ti manca troppo per riuscire a pensare a ciò che è giusto e a ciò che non lo è.
Alzi lo sguardo verso l’alto, e l’orologio della torre ti informa brutalmente che i dieci minuti sono passati da un pezzo.
E’ il momento di andare. Non vuoi che Belle si accorga che sei lì, non sai come potrebbe reagire.
Sospirando, giri la chiave e metti in moto; non prima, però, di averle lanciato un altro lungo sguardo attraverso quella distanza infinita che sembra separarvi, ma che in realtà è solo la strada, nemmeno tanto larga, di una piccola cittadina del Maine.
La tua automobile scivola via con discrezione, e nel tuo cuore, come tutti i giorni a quell’ora, si apre una piccola voragine.
 
Sono diversi minuti che cerchi di concentrarti sulla pagina del libro che stai leggendo, ma ti sei resa conto fin dall’inizio che si trattava di una battaglia persa: è la decima volta che scorri la stessa riga senza capire una parola di quello che c’è scritto.
Con la coda dell’occhio, stando attenta a non muovere la testa, continui a sbirciare in direzione della finestra alla tua sinistra, mentre un angolo delle labbra si piega in un impercettibile sorriso.
E’ di nuovo lì davanti, anche oggi.
Reprimi a stento una risatina, e mascheri il tuo divertimento dando un altro morso al panino.
Sai benissimo che tutti i giorni Rumple viene davanti alla biblioteca per vederti. Rimane al massimo per dieci minuti, e poi se ne va via silenzioso come è arrivato, fermamente convinto che tu non ti sia accorta di nulla. Peccato che tu lo abbia scoperto praticamente da subito!
Eppure, giorno dopo giorno, continui a far finta di non vederlo. Ti tieni occupata facendo altre cose – pranzando, leggendo, mettendo in ordine la biblioteca e la scrivania – ma la consapevolezza di quella finestra ai limiti del tuo campo visivo è costantemente al centro dei tuoi pensieri. Non la guardi, ma in certo senso è come se l’avessi sempre davanti agli occhi.
Sarebbe così facile voltarsi, guardarlo e sorridergli … magari invitandolo ad entrare, o andandogli incontro per salutarlo … Sai che lui sarebbe felice. E, sì, è inutile raccontarsi storie: anche tu lo saresti. Immensamente.
Però non lo fai.
I tuoi sentimenti sono ancora molto, troppo confusi. Domande, ricordi, ragionamenti, si affollano tutti insieme nella tua testa impedendoti di capire che cos’è che vuoi veramente.
Lo ami, certo che lo ami. Questo non puoi impedirlo, e nemmeno negarlo. Desideri vederlo più di ogni altra cosa al mondo, ma allo stesso tempo il pensiero di farlo avvicinare di nuovo ti spaventa. Ti ha ferito profondamente, troppe volte, e le coltellate sono andate a sovrapporsi le une alle altre finché non ti è stato più possibile ignorare il dolore che ti provocavano. E anche se l’ultima volta che ha infranto la sua promessa lo ha fatto a fin di bene, non sei ancora riuscita a perdonarlo del tutto.
Non è la magia che ti spaventa, ma l’influsso che riesce ad avere su di lui, il modo in cui, anche se usata per motivi legittimi, riesce a tirare fuori il suo lato oscuro.
E’ la sua mancanza di sincerità che ti spaventa. Per questo, giorno dopo giorno, ti sforzi di non voltarti mai verso quella finestra: perché non sei sicura se riuscirà mai ad essere l’uomo che meriti di avere al tuo fianco.
I primi giorni, quando ti sei resa conto che continuava a presentarsi tutti i giorni davanti alla biblioteca, ti sei quasi arrabbiata. Hai cercato di convincerti che fosse l’irrispettosa invasione dei tuoi spazi, a farti infuriare, ma la verità era che la consapevolezza della sua presenza rischiava ogni volta di mandare all’aria i tuoi ragionevoli propositi di stargli lontano. Ti sentivi messa alla prova, e questo ti faceva impazzire.
Poi, pian piano, hai deciso di smettere di prenderti in giro: hai fatto pace con te stessa, e hai accettato il fatto che quella sorta di appuntamento fisso giornaliero ti faceva piacere. Da lì, il passo è stato breve. E’ stato un attimo ritrovarsi a passare la mattinata guardando in continuazione l’orologio e aspettando con impazienza che arrivassero le 13,00, in attesa del momento in cui la sua macchina fosse comparsa dall’altra parte della strada.
Ti lasci sfuggire un lungo sospiro e volti la pagina del libro, senza avere la minima idea del punto in cui sei arrivata a leggere.
Continuerai a far finta di non vederlo, di questo sei certa. Per quanto, ancora non lo sai, ma per adesso non te la senti di colmare quella distanza che hai messo tra di voi. Ogni giorno ti ripeti: “Domani. Domani mi volterò verso la finestra, domani gli sorriderò, domani gli farò un cenno di saluto con la mano.”
Domani. Sempre domani.
Il fatto è che hai paura di spezzare quella sorta di incantesimo che si è creato. Sai che Rumple non ha intenzione di essere invadente, e se capisse che ti sei accorta della sua presenza, probabilmente se ne andrebbe e non tornerebbe più.
E tu ami troppo quei dieci minuti dopo le 13,00 per rinunciarci del tutto. E’ un modo per sentirlo vicino, per averlo con te senza dover mettere da parte i tuoi dubbi e le tue paure.
Torni a sbirciare alla tua sinistra, ma la macchina non c’è più. Il piccolo piazzale dall’altra parte della strada è vuoto, in modo quasi desolante.
Come ogni giorno, il tuo stomaco viene punto dalla sottile spina della delusione, ma non hai il tempo di lasciarti sopraffare dalla tristezza. Nella tua testa, una voce appena percettibile bisbiglia una parola che fa subito piegare le tue labbra in un piccolo sorriso.

Domani.
 
 
(1) A. De Saint- Exupery, Il piccolo principe
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
Che volete che vi dica, in questo periodo m’è presa bene. E sì, nel caso non si fosse notato, sono reduce dalla visione della 2x04, “The crocodile”. Il che significa che dovrete sorbirvi one-shot più o meno malinconiche sul distacco e sulla mancanza finché quei due non si decideranno a darsi una mossa e a tornare insieme sul serio, andando a mangiarsi quel maledetto hamburger.
Ma veniamo alla storia. Non so come mi sia venuta in mente questa cosa, ma mi sembrava carina l’idea che Rumple, in attesa del momento in cui lui e Belle si fossero decisi a riavvicinarsi, andasse tutti i giorni davanti alla biblioteca per contemplarsela. Forse è una cosa un po’ da stalker, in effetti, ma mi sembrava molto da lui … Insomma, se c’è qualcosa che non vi ha convinto o che non vi è piaciuta ditemelo pure, così che io possa rimediare al più presto :D
Se l’ispirazione mi assiste, prevedo di aggiornare presto questa piccola raccolta … ho già qualche idea in proposito! Ovviamente, le one-shot non avranno necessariamente un collegamento temporale tra di loro, ma soltanto un tema comune, ovvero gli stati d’animo di Rumple e di Belle durante il loro (spero breve) periodo di separazione dopo la 2x04!
A presto!
Linda
   
 
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