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Autore: TrustInBieber    07/04/2014    7 recensioni
Essere l'angelo custode di qualcuno fa schifo, specialmente quando non ti vedono e non ti sentono.
Sono praticamente isolato, ecco tutto. Isolato con una ragazza di 17 anni che ho visto nuda almeno un miliardo di volte e che non sa neanche della mia esistenza.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Justin's POV.

«Oh, ma andiamo! Che cosa ti ho fatto?» Borbotto mentre seguo Lux su e giù per le scale, impedendole di rompersi anche la testa quando inciampa.
«Sei entrato nel bagno mentre mi facevo la doccia!» Mi strilla contro, girando su se stessa e iniziando a camminare giù. «La vuoi smettere di seguirmi?!»
«Se potessi, anche subito!» Incrocio le braccia e mi siedo in cima alle scale, perché tanto ritornerà su in qualche secondo.
«Insomma, è da maleducati! Non puoi farlo, è violazione della privacy!» Mi urla di nuovo, ritorando su.
«Beh, denunciami. Mi piacerebbe entrare in tribulane, deve essere una figata.»
Mi da una sberla sul braccio e sbuffa. «Sei un coglione.»
«Senti, ti ho vista nuda più dei tuoi genitori, una volta in più non mi ucciderà. E non ucciderà sicuramente te.» Sbotto, alzandomi per sovrastarla. É bassa e piccola, il che è una fortuna.
«Invece potrebbe! Se entri e non ti sento, mi viene un attacco e potrei scivolare e morire. Cosa dirai a Dio, eh? Eh? Eh? Eh? Eh?» Mi punzecchia finché non le afferro i polsi.
«Senti, zitta un attimo. Che differenza fa? Non ti ho neanche vista, mio Dio! Sono entrato solo per prendere il pettine, okay?»
«A che cavolo ti serve il pettine?!» Cerca di allentare la mia presa ma fallisce, sospirando. «Lasciami andare e io lascio perdere.»
Faccio come dice e mi da un'altra sberla, poi ritorna a camminare su e giù. «Stai facendo ginnastica?»
«Il dottore ha detto che devo camminare tanto e non voglio uscire con questa pioggia.» Si stringe nelle spalle e riprende fiato prima di risalire, due gradini alla volta. «Allora, parliamo di cose serie.»
«Del tipo?» Le lancio un'occhiata e la vedo scendere di nuovo. «Puoi fermarti un momento? Mi stai facendo venire mal di testa.»
«Beh, se tu fossi stato più attento, adesso non dovrei fare ginnastica e tu potresti vedermi nuda ogni volta che vuoi!» Ribatte seccamente e si ferma, ansimando.
«Non sarebbe stata una cattiva idea, già.» Borbotto mentre mi passo le mani tra i capelli, sbadigliando. É una cosa impossibile dormire con i suoi che fanno sesso nella stanza accanto, lo giuro. Non so come ci riesca, lei.
Lux si ferma davanti a me e si inginocchia, posandomi le braccia sulle gambe. «Allora, i tuoi genitori. Parliamo un po' di loro.»
«Parliamo un po' di loro. Cosa vuoi sapere?»
«Allora, so che vivono a Milwaukee e so anche che non gli hai visti dal 1990. Non ti mancano?»
Faccio spallucce leggermente e lei mi tira un dito. «Non più, direi. Lux, è stato tanto tempo fa, non ha senso parlarne.»
«Invece sì. Devi vederli, Justin. Sono convinta che ti sentiresti meglio.» Annuncia. Questa ragazza è fuori di testa.
«E perché mai? Non potrei salutarli e non potrebbero salutare me. Come ho detto, non ha senso.» Cerco di alzarmi ma mi tiene giù, mettendo tutto il suo peso sulle mie gambe. Buon Dio.
«Perché non vuoi andare? Vederli è meglio che non vederli. Almeno saprai come stanno.»
Sospiro e mi lecco le labbra. «Come ben sai, non posso allontanarmi da di te e-»
Scatta in piedi, probabilmente colta da un'illuminazione improvvisa, e mi da varie sberle sulle gambe. «Justin! Justin, Justin, Justin! So cosa dobbiamo fare!»
«Che cosa dobbiamo fare? Perché devo farlo anche io- Lux!» Sbuffo mentre mi alzo in piedi e la seguo fino in camera, osservandola mentre prende il telefono e digita un numero.
«Zia! Ciao! Senti, sai che ci sono le vacanze di Pasqua tra poco, vero?» Annuncia, e poi ascolta. «Sì, esatto, pensavo di venire un po' da te a Milwaukee!»
Che cosa?
«Sì, ne parlerò con mamma e papà stasera quando arrivano. Per te va bene?» Silenzio. «Okay, perfetto, ti chiamo domani. Ciao!» Riaggancia e mi sorride di nuovo.
«Indovina che cosa faremo?» Saltella su e giù finché non prende una storta e si siede sul letto, continuando a fissarmi.
«Oh, non so, dammi qualche indizio.» Borbotto sarcasticamente mentre mi siedo sulla scrivania. «Ascolta, Lux, apprezzo quello che stai cercando di fare ma i miei genitori si sono abituati alla mia assenza, tornare lì non farebbe alcuna differenza e inoltre non potrebbero vedermi.»
«Io non stavo parlando di loro che vedono te. Parlavo di te che vedi loro. Insomma, sono anni che non li vedi, no? Hai un'occasione, adesso. Sfruttala!» Mi incoraggia, muovendo le braccia da tutte le parti mentre mi spiega dove vivono i suoi zii.
In che razza di posto sono andato a finire?

Lux corre dentro la camera da letto e si getta a capofitto sul materasso, così poso la rivista che stavo leggendo e la guardo mentre mi sorride beatamente.
Oh, no.
«Che cosa hai combinato?» Mi nascondo il viso tra le mani e la sento ridere mentre si siede.
«Indovina chi va a Milwaukee tra due giorni? Indovina, dai! Dai, indovina!»
«Tu mi farai diventare pazzo, Lux. Lo sai, vero?» Borbotto mentre alzo lo sguardo su di lei. Fa spallucce e salta giù, afferrando la valigia da sotto il letto e aprendola per poi andare verso l'armadio.
«Allora, allora. Cosa potrei portare? Fa freddo a Milwaukee in Aprile?» Mi chiede mentre passa in rassegna i vestiti che sono appesi nell'armadio.
«Lux, io-»
Mi interrompe di nuovo. «Non voglio sentire scuse, Justin. In ogni caso non potresti dirmi di no visto che è deciso e io ci vado. Tu devi venire con me. Rassegnati.»
Sospiro e appoggio la testa sulla poltrona, chiudendo gli occhi e sentendola armeggiare con le varie ante. Non voglio tornare a vedere i miei genitori. Mi sono finalmente abituato al fatto che non potrò rivederli per altri quarant'anni come minimo e adesso Lux mi porta da loro.
«Dobbiamo proprio andarci?» Chiedo infine, riaprendo gli occhi e vedendola annuire.
«Dobbiamo proprio andarci. Justin, ti prometto che andrà tutto bene. Insomma, tu mi salvi la vita tutte queste volte e io voglio fare qualcosa per te. Sono sicura che vederli ti farà bene. Almeno saprai se stanno bene o no, giusto?» Mi lancia un'occhiata inquisitoria e io faccio spallucce.
Che posso dire? In parte ha ragione, in parte vorrei darle qualcosa in testa così non si potrà muovere per un po' e dovremo rimanere qui. «Lux, non voglio vederli.»
«C'è una grande differenza tra il non voler vederli e l'avere paura di vederli. Tu a quale parte appartiene, Justin?» Chiede mentre tira i vestiti nella valigia e si guarda intorno.
Dio, quanto odio questa ragazza. Non nel senso letterale della parola ma si capisce. «Alla prima.»
«No, alla seconda. Ascolta...» Oh, no. Ora arriva il discorsetto. Si inginocchia davanti a me e mi prende le mani come se fossi un bambino a cui stanno per dire che devono trasferirsi. In parte è così. «So che morire è una brutta cosa, sia per te che per quelli che rimangono qui e che ti volevano bene, ma fai finta per un secondo che sono i tuoi genitori quelli che sono morti. Vorresti che ogni tanto venissero a trovarti? Non importa se non li vedi e non li senti, ma semplicemente non vorresti mai pensare che siano lì con te?»
Mi lecco le labbra e guardo fuori dalla finestra, mentre Lux continua a fissarmi in silenzio. Alla fine mi stringo nelle spalle. «Suppongo di sì.»
«La stessa cosa vale per loro, allora. Sono sicura che ti pensano e anche se si sono abituati alla tua assenza, non vuol dire che non gli manchi. Va bene? Dai, smettila di rimuginarci sopra. Andrà tutto bene.» Si alza e torna alla sua valigia. «Hai visto la mia piastra?»
«Sì, è nella spazzatura. L'ho rotta stamattina.» Mi lancia un'occhiataccia e io sorrido velocemente. «Non urlarmi contro, sto per vedere i miei genitori dopo 24 anni.»
Scuote la testa e chiude velocemente la zip, lanciano la valigia a terra e crollando sul letto. «Dio mio, il volo sarà lungo. Tu dove ti siedi?»
«Tu dove ti siedi. Io mi siedo sul tuo posto e tu ti siedi sopra di me.»
«Perfetto, e se ti addormento le gambe?» Si tira su sui gomiti e mi lancia un'occhiata perplessa. «Le gambe ti si addormentano ancora?»
«No.»
«Fico!»
Rido.
Non ci credo che mi sta costringendo a fare queste cazzate.


Mi dispiace tanto per l'assenza. Ma proprio tanto, tanto, tanto.
Ma sapete com'è: si cresce e la vita va avanti e non posso scrivere a 19 anni così come facevo a 17, ovvero quando mi sono iscritta.
Prima scrivevo storie perchè mi piaceva farlo, ma con il tempo le recensioni sono passate da 'Amo la tua storia, non vedo l'ora che continui!' a 'Aggiorna subito, cazzo! Aggiorna, aggiorna, aggiorna!', e sinceramente questa fretta mi ha stancata, perciò ho deciso di prendere un periodo di pausa da tutta questa roba.
Come avrete notato le storie belle su EFP stanno diventando sempre meno, e la maggior parte di quelle belle sono una copia di altre.
Non volevo diventare un'autrice che deve copiare altre storie per scrivere,
anche perché so bene quanto questo dia fastidio visto che anche quando non scrivo più, c'è gente che copia le mie storie sperando che io non lo noti.
Comunque, nonostante tutto, sono tornata perché controllavo il sito almeno una volta al mese mentre non scrivevo,
e non sopportavo di avere queste due storie incomplete (e da cogliona che sono, ne ho iniziata un'altra).
Per finire;
Spero che la storia vi piaccia ancora! Vorrei solo avvertire tutti quelli che seguiranno le mie ultime tre storie, che con queste ho chiuso. Non scriverò più e non entrerò più nel sito, perciò spero che la fine vi piaccia.
Fatemi sapere e seguitemi su

TUMBLR.
Okay, sciao, bellesse. :)
   
 
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