Vivo in una tetra dimora
fatta di nebbia e cenere,
di pietre funebri e aghi avvelenati.
Racconto ai corvi
posati sulle lapidi gelide,
le mie storie di carnefici
e di stelle senza luce;
dopo poco
anche loro volano lontano.
Non vi è arcobaleno,
né raggio di sole
nei miei territori d'inverno perenne.
Non vi è fiore, né filo d'erba
sulla mia terra di fango e sangue.
E corro
senza fermarmi;
e corro
mentre il mio cuore diventa un rovere
e le mie lacrime si tramutano in perle candide
che il vento triste,
di questo mondo silente,
porterà via.