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Autore: Eledhriel    15/12/2004    4 recensioni
"Ognuno può essere quello che vuole sai, Non si può perdere quel che non hai..." Vasco Rossi
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Legolas
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Mio Padre è un Re

Mio Padre è un Re

 

di Eledhriel

 

 

Desclaimer: Questa storia è solo frutto della mia fantasia così come la situazione che fa da cornice, mentre il protagonista appartiene solo ed esclusivamente a quel mito che fu Tolkien. Ho preso in prestito la canzone “Mio padre è un Re” di Biagio Antonacci perché era semplicemente perfetta e perché la adoro. Spero che mi perdoni per questo.

In quanto a voi spero che recensiate e che questo piccolo dono vi piaccia.

 

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Voglio raccontarvi una storia, una fiaba per la precisione… forse penserete che sia banale, come quelle fiabe che si raccontano solo ai bambini per farli addormentare, una di quelle storie che parlano di draghi e cavalieri coraggiosi, una di quelle che mentono, inneggiando alla bellezza del mondo, ormai perduta, o rendono ovattata la crudeltà del mondo… no, vi sbagliate, non è così, questa è una fiaba triste, che parla di un amore stracciato, trafitto, inutile, braccato… irraggiungibile.

Nella mia testa risuonano ancora le parole del canto del mio cuore spezzato.


Non ho un'età
Mio padre è un Re
Vivo in un grande castello lassù
Ho un letto d'oro...due occhi blu
Ma non so dirti che...nome ho.

 

Da quanto sono rinchiuso qui in questa prigione chiamata castello? Aspettando cosa poi? Sono un elfo, un essere senza età, eternamente giovane ed immortale… ma lo sono davvero? No, la mia anima è morta, ed il mio corpo è solo un freddo ed inutile involucro.

“Principe” ecco come mi chiamano… ma è solo un nome… solo un titolo che getterei volentieri in cambio di un po’ di calore… sono solo il figlio di un Re gelido e distaccato… credo, in fondo, di non conoscerlo nemmeno… mio padre…

Voi dite di sapere che cos’è un principe! Illusi… non basta essere coperti d’oro e ricchezze per esserlo… sì, ho un letto d’oro e molti gioielli, ma questa ricchezza non dona brividi al cuore né quella strana luce negli occhi… già, i miei occhi, blu come il cielo, dicono, ma vuoti come l’infinità dello spazio.

D’altronde come altro porebbero essere? Io che ho combatutto guerre ed ho visto perire esseri d’ogni razza ed amori che parevano infiniti… ed ora sono rinchiuso qui, in una prigione dorata, e neppure ricordo il mio nome…

 

Un giorno poi
Dalla finestra
Quella più alta e più stretta che ho
Ho visto lei....lunghi capelli
L'ho disegnata in me...così.

Ricordo bene il giorno che una tiepida fiamma s’è accesa dentro me, divampando poi in un fuoco che divora ogni singolo anfratto del mio corpo… Ero affacciato a questa finestra, nella torre più alta, a sovrastare tutto il mio regno, nella brezza del tramonto. Quanto pareva bello il cielo quella sera… ed il desiderio di morte era così vicino da poterlo quasi accarezzare… ammalia la morte, quando non si conosce l’amore… il gelo dell’indifferenza è assai più crudele di qualsiasi altra cosa, e la prospettiva si spegnersi, in un caldo e dolcemente buio abbraccio allettava da tempo la mia mente… ma il destino ha voluto donarmi, eppure negarmi allo stesso tempo, l’unica ragione per cui nel mio corpo scorre ancora l’aere lieve della vita.

In quel prato, ove le rose selvatiche crescono nella rugiada, arrampicandosi sulla mia torre, ho visto lei… leggiadra ninfa, che dei fiori rifletteva la delicatezza, e della rugiada la luminosità. I lunghi capelli corvini al vento e la pelle bianca… era un miraggio… un sogno… ma si tramutò in realtà quando incontrai il suo sguardo ed ella parve sfiorarmi l’anima. Così la scolpii a fuoco nel mio cuore, in un posto segreto, ed imbrigliai il mio sentimento per lei, per non lasciarla fuggire mai più.


Lei mi guardò....lei mi chiamò
Quanta paura poi...perchè?!....

Rimasi a guardarla a lungo ed ad un tratto il vento, mio gentile amico, mi portò il suo profumo ed i suoi colori… la sentivo chiamarmi… Legolas… era dunque questo il mio nome? Perché fino ad allora, mai l’avevo udito così soave e magico?

Era un sogno… ma poi la paura mi assalì… troppa la sofferenza che avevo dovuto sopportare, eppure il mio cuore si ribellava ai miei tentativi di soffocare anche quel brivido di speranza che si stava facendo largo dentro me… perché? Perché, mi chiedo, visto che ben sapevo che avrei sofferto un’altra volta?


Io da quassù.....dalla finestra
l'aspetto e arriva col sole già giù
Raccoglie i fiori....lo fa per me
Corre nel prato ed io.....ed io quassù


Da allora io sono quassù… lunghi anni sono passati eppure ogni giorno l’aspetto ed ogni notte Lei giunge, non appena il manto scuro della notte si ricopre di stelle… la vedo rilucere laggiù, nel prato, come una stella luminosa scesa per guidarmi nella tagliente oscurità del mio animo… la vedo, che raccoglie fiori, per me, e canta, un canto di eterno amore, e sempre il mio canto si unisce al suo, ed i nostri cuori gridano e piangono, ed i nostri occhi si cercano, per unire le nostre anime in una danza di emozioni… alla fine, quando l’alba giunge impietosa, le nostre vite si legano di una promessa…


se mai amore conoscerò
solo e di ruggine....vivrò

Siamo soli, eppure insieme, lo sentiamo… e l’amore divora le nostre membra, tingendo di ruggine le nostre vite… viviamo e moriamo ogni volta, per poi rinascere con questa promessa nel cuore.

Ho conosciuto l’amore finalmente, eppure nel silenzio sono confinato… e allora sono mille le lame che mi trafiggono: la morte che giunge e la voglia di vivere… ma più di tutto, la paura.


Non avrò, non avrò, non avrò un giorno io non avrò....non avrò più paura
Anche se io non posso parlare e giocare con lei...
Perchè mio padre è un Re!
 

Ma io credo che sia una specie passaggio, come fare un piccolo salto nel vuoto, e cadere su un morbido tappeto di petali e piume, e poi la paura svanirà.

Sì, non potrò cullarmi nelle sue braccia ed addormentarmi sotto il suo sguardo, correre insieme a lei per i boschi e le distese ed i cieli infiniti… perché mio padre è un Re e mi tiene rinchiuso qui.


Ma io so...ma io so...ma io so che per lei prima o poi
Scavalcherò le mura
Io per lei...solo lei...è per lei che da adesso vivrò
E non avrò paura...io non avrò paura

 

Ma ora so, ne sono certo, che per lei fuggirò, mi lancerò nel vuoto, farò il passo che mi separa dall’abisso, e queste mura saranno finalmente alle mie spalle.

Devo farlo, solo per lei, per dirle che l’amo, capite?

Perché altrimenti sarà troppo tardi e lei se ne andrà, lasciandomi solo, qui rinchiuso a morire, tra mille sofferenze e mille lacrime.

Io devo raggiungerla, e dirle che solo per lei vivo, che solo con lei sarò felice…

Io devo…

Non avrò, non avrò, non avrò un giorno io non avrò...non avrò più paura
Anche se io non posso parlare e giocare con lei....
Perchè mio padre è un Re
Ma io so...ma io so...ma io so che per lei prima o poi
Scavalcherò le mura
Io per lei...solo lei....è per lei che da adesso vivrò
E non avrò paura...e non avrò paura....

E allora farò questo salto… per lei… per me… per la nostra felicità… per raggiungerla, anche se significa morire…

Per La Libertà.

 

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Dedico questa FF a tutte le persone che sono imprigionate per le proprie idee o per ostacoli insormontabili di cui non hanno colpa, ed a tutti quelli che, come me, anelano alla libertà del loro cuore, divorato dalle fiamme dell’amore, ma prigioniero dell’odio che le circonda.

Grazie.

  
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