Mio Padre è
un Re
di Eledhriel
Desclaimer: Questa storia è solo frutto della mia fantasia così come la
situazione che fa da cornice, mentre il protagonista appartiene solo ed
esclusivamente a quel mito che fu Tolkien. Ho preso in prestito la canzone “Mio
padre è un Re” di Biagio Antonacci perché era semplicemente perfetta e perché
la adoro. Spero che mi perdoni per questo.
In quanto a voi spero che
recensiate e che questo piccolo dono vi piaccia.
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Voglio raccontarvi una
storia, una fiaba per la precisione… forse penserete che sia banale, come
quelle fiabe che si raccontano solo ai bambini per farli addormentare, una di
quelle storie che parlano di draghi e cavalieri coraggiosi, una di quelle che
mentono, inneggiando alla bellezza del mondo, ormai perduta, o rendono ovattata
la crudeltà del mondo… no, vi sbagliate, non è così, questa è una fiaba triste,
che parla di un amore stracciato, trafitto, inutile, braccato… irraggiungibile.
Nella mia testa risuonano
ancora le parole del canto del mio cuore spezzato.
Non ho un'età
Mio padre è un Re
Vivo in un grande castello lassù
Ho un letto d'oro...due occhi blu
Ma non so dirti che...nome ho.
Da quanto sono rinchiuso
qui in questa prigione chiamata castello? Aspettando cosa poi? Sono un elfo, un
essere senza età, eternamente giovane ed immortale… ma lo sono davvero? No, la
mia anima è morta, ed il mio corpo è solo un freddo ed inutile involucro.
“Principe” ecco come mi
chiamano… ma è solo un nome… solo un titolo che getterei volentieri in cambio
di un po’ di calore… sono solo il figlio di un Re gelido e distaccato… credo,
in fondo, di non conoscerlo nemmeno… mio padre…
Voi dite di sapere che
cos’è un principe! Illusi… non basta essere coperti d’oro e ricchezze per
esserlo… sì, ho un letto d’oro e molti gioielli, ma questa ricchezza non dona
brividi al cuore né quella strana luce negli occhi… già, i miei occhi, blu come
il cielo, dicono, ma vuoti come l’infinità dello spazio.
D’altronde come altro
porebbero essere? Io che ho combatutto guerre ed ho visto perire esseri d’ogni
razza ed amori che parevano infiniti… ed ora sono rinchiuso qui, in una
prigione dorata, e neppure ricordo il mio nome…
Un giorno poi
Dalla finestra
Quella più alta e più stretta che ho
Ho visto lei....lunghi capelli
L'ho disegnata in me...così.
Ricordo bene il giorno che
una tiepida fiamma s’è accesa dentro me, divampando poi in un fuoco che divora
ogni singolo anfratto del mio corpo… Ero affacciato a questa finestra, nella
torre più alta, a sovrastare tutto il mio regno, nella brezza del tramonto.
Quanto pareva bello il cielo quella sera… ed il desiderio di morte era così
vicino da poterlo quasi accarezzare… ammalia la morte, quando non si conosce
l’amore… il gelo dell’indifferenza è assai più crudele di qualsiasi altra cosa,
e la prospettiva si spegnersi, in un caldo e dolcemente buio abbraccio
allettava da tempo la mia mente… ma il destino ha voluto donarmi, eppure
negarmi allo stesso tempo, l’unica ragione per cui nel mio corpo scorre ancora
l’aere lieve della vita.
In quel prato, ove le rose
selvatiche crescono nella rugiada, arrampicandosi sulla mia torre, ho visto
lei… leggiadra ninfa, che dei fiori rifletteva la delicatezza, e della rugiada
la luminosità. I lunghi capelli corvini al vento e la pelle bianca… era un
miraggio… un sogno… ma si tramutò in realtà quando incontrai il suo sguardo ed
ella parve sfiorarmi l’anima. Così la scolpii a fuoco nel mio cuore, in un
posto segreto, ed imbrigliai il mio sentimento per lei, per non lasciarla
fuggire mai più.
Lei mi guardò....lei mi chiamò
Quanta paura poi...perchè?!....
Rimasi a guardarla a lungo
ed ad un tratto il vento, mio gentile amico, mi portò il suo profumo ed i suoi
colori… la sentivo chiamarmi… Legolas… era dunque questo il mio nome? Perché
fino ad allora, mai l’avevo udito così soave e magico?
Era un sogno… ma poi la
paura mi assalì… troppa la sofferenza che avevo dovuto sopportare, eppure il
mio cuore si ribellava ai miei tentativi di soffocare anche quel brivido di
speranza che si stava facendo largo dentro me… perché? Perché, mi chiedo, visto
che ben sapevo che avrei sofferto un’altra volta?
Io da quassù.....dalla finestra
l'aspetto e arriva col sole già giù
Raccoglie i fiori....lo fa per me
Corre nel prato ed io.....ed io quassù
Da allora io sono quassù… lunghi anni sono
passati eppure ogni giorno l’aspetto ed ogni notte Lei giunge, non appena il
manto scuro della notte si ricopre di stelle… la vedo rilucere laggiù, nel
prato, come una stella luminosa scesa per guidarmi nella tagliente oscurità del
mio animo… la vedo, che raccoglie fiori, per me, e canta, un canto di eterno
amore, e sempre il mio canto si unisce al suo, ed i nostri cuori gridano e
piangono, ed i nostri occhi si cercano, per unire le nostre anime in una danza
di emozioni… alla fine, quando l’alba giunge impietosa, le nostre vite si
legano di una promessa…
se mai amore conoscerò
solo e di ruggine....vivrò
Siamo soli, eppure
insieme, lo sentiamo… e l’amore divora le nostre membra, tingendo di ruggine le
nostre vite… viviamo e moriamo ogni volta, per poi rinascere con questa
promessa nel cuore.
Ho conosciuto l’amore
finalmente, eppure nel silenzio sono confinato… e allora sono mille le lame che
mi trafiggono: la morte che giunge e la voglia di vivere… ma più di tutto, la
paura.
Non avrò, non avrò, non avrò un giorno io non avrò....non avrò più paura
Anche se io non posso parlare e giocare con lei...
Perchè mio padre è un Re!
Ma io credo che sia una
specie passaggio, come fare un piccolo salto nel vuoto, e cadere su un morbido
tappeto di petali e piume, e poi la paura svanirà.
Sì, non potrò cullarmi
nelle sue braccia ed addormentarmi sotto il suo sguardo, correre insieme a lei
per i boschi e le distese ed i cieli infiniti… perché mio padre è un Re e mi
tiene rinchiuso qui.
Ma io so...ma io so...ma io so che per lei prima o poi
Scavalcherò le mura
Io per lei...solo lei...è per lei che da adesso vivrò
E non avrò paura...io non avrò paura
Ma ora so, ne sono certo,
che per lei fuggirò, mi lancerò nel vuoto, farò il passo che mi separa
dall’abisso, e queste mura saranno finalmente alle mie spalle.
Devo farlo, solo per lei,
per dirle che l’amo, capite?
Perché altrimenti sarà
troppo tardi e lei se ne andrà, lasciandomi solo, qui rinchiuso a morire, tra
mille sofferenze e mille lacrime.
Io devo raggiungerla, e
dirle che solo per lei vivo, che solo con lei sarò felice…
Io devo…
Non avrò, non avrò, non avrò un giorno io non avrò...non avrò più paura
Anche se io non posso parlare e giocare con lei....
Perchè mio padre è un Re
Ma io so...ma io so...ma io so che per lei prima o poi
Scavalcherò le mura
Io per lei...solo lei....è per lei che da adesso vivrò
E non avrò paura...e non avrò paura....
E allora farò questo salto… per lei… per me…
per la nostra felicità… per raggiungerla, anche se significa morire…
Per La Libertà.
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Dedico
questa FF a tutte le persone che sono imprigionate per le proprie idee o per
ostacoli insormontabili di cui non hanno colpa, ed a tutti quelli che, come me,
anelano alla libertà del loro cuore, divorato dalle fiamme dell’amore, ma
prigioniero dell’odio che le circonda.
Grazie.