Darklaw chiuse gli occhi. Respirò profondamente e lasciò che ogni cosa, ogni sentimento, ogni pensiero abbandonasse il suo corpo; ciò che stava provando era nocivo e si sentiva sporca, come la più misera ed infima tra le minuscole formiche che servono, obbedienti e silenziose, la deliziosa Regina. Mera formica, mera serva e lavoratrice, Eve Belduke non aveva alcun diritto di provare invidia nei confronti della meravigliosa Regina. ‹‹ Uhm— ›› dolce come il profumo candido e leggero dei fiori che riempivano quella piccola stanza, la voce di Espella riusciva sempre a rompere ogni sua difesa; non era altro che un soldato da cuore troppo dolce e dallo scudo troppo debole; ‹‹ Eve? ›› dopotutto, qual servo non è perdutamente innamorato della propria Madonna? Espella, nelle sue vesti da regina sposa, i lunghi capelli biondi che, liberi dalle catene che li tenevano legati, finalmente potevano liberarsi e danzare sulle sue spalle, deliziosamente accompagnati dal vento leggero; gli occhi luminosi che avevano lo stesso colore del cielo notturno; le rosee labbra, sottili, proprie d’una principessa— che Barnham fosse caduto vittima dell’incantesimo che quella bella figura sapeva lanciare non fu una sorpresa. Zacharias Barnham non è altro che un uomo: piccolo nella sua grandezza, debole nella sua forza, preda nel suo esser cacciatore. ‹‹ C-come sto? ›› ma come esser gelosi d’una voce così deliziosa? Come portar rancore all’incarnazione d’un angelo? ‹‹ Deliziosamente, Espella. ›› miseri sono i sentimenti dell’uomo; miseri i suoi comportamenti. Mentire, piegare la naturale espressione del proprio volto e cambiare disarmonicamente le note della voce semplicemente per permettere a false parole d’uscir fuori da labbra che desiderano il peccato— non è questo forse misero? ‹‹ Non potresti essere più bella. ›› e la sposa fece un giro su se stessa, facendo svolazzare il candido vestito del puro bianco, simbolo della spensierata felicità giovanile; e la damigella con falso sorriso si disse d’esser felice, perché era la contentezza dell’altra, il suo rider armonioso ad appagare il suo animo. Ma le labbra e le membra, ma il cuore maligno, ma ciò che la mente non può controllare, nel silenzio dell’ombra, fremono per rabbia, tristezza, rancore e lentamente gli occhi iniziano a lacrimare, come se tutto fosse ormai terminato.

E lo sposo può ora -finalmente- baciare la sposa.