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Autore: telesette    13/04/2014    3 recensioni
Nel frattempo, proprio come aveva detto Harlock, Tadashi si stava battendo come un vero leone.
Pure se ferito, e con le forze che venivano a mancargli sempre più, era deciso a non mollare per nessuna ragione al mondo.
Troppe vite a lui care erano in pericolo: Harlock, Maji, Meet, Yattaran, l'anziana ed irascibile signora Masu, il dottor Zero e soprattutto lei...
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dottor Zero, Harlock, Tadashi Daiwa, Un po' tutti, Yuki
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Capitan Harlock 宇宙海賊キャプテンハーロック Uchū Kaizoku Kyaputen Hārokku ), nato come manga di fantascienza nel lontano 1977 dalla mente geniale di Leiji Matsumoto, da molti è giustamente ritenuto ancora oggi uno dei "pilastri" tra i capolavori che hanno segnato la storia dell'animazione. Passato attraverso svariate derivazioni dalla versione originale, compreso il film d'animazione al computer uscito nel 2013, si può tranquillamente affermare che il fascino dell'opera rimane pressoché immutato e non influenzato dalle mode o dal rincoglionimento delle generazioni... come spesso succede, purtroppo, quando i capolavori del passato vengono riproposti secondo i gusti e le esigenze del pubblico.
Che dire di Capitan Harlock?
Le emozioni e i viaggi intergalattici, a bordo dell'astronave Arcadia, sono solo una piccolissima parte di quello che questa serie ha avuto modo di trasmettere e che trasmette tuttora.
Harlock unisce in sé il fascino e il carisma del guerriero silenzioso, con chiari riferimenti che rimandano soprattutto caratterialmente al "Capitano Nemo" di Verne, e in sintesi rappresenta il perfetto archetipo dell'antieroe: nella giustizia di Harlock, infatti, non sussistono gerarchìe ed intoccabilità; i suoi ideali vivono in lui e infiammano il cuore del suo equipaggio, disposto a morire pur di combattere sotto la sua bandiera pirata; e oltre alle insidie Mazoniane, ordìte dalla crudele reginaRaflesia, i suoi nemici più temibili sono forse l'ipocrisìa e l'indolenza di una società corrotta, atta a rispecchiare la decadenza umana che non offre alcuna possibilità di scelta.
Persino il giovane Tadashi Daiba, inizialmente restìo ad unirsi con il pirata dello spazio, comprende che quella di Harlock è la via di un uomo libero che tiene il rispetto verso sé stesso più caro di ciò che viene ingiustamente associato al suo nome.

Guarda la sigla italiana:
https://www.youtube.com/watch?v=Yxo3soclk_A

 

***

 

Il coraggio di Tadashi
immagini tratte da internet

 

Tadashi sbarrò gli occhi incrèdulo.
La lama calda e affilata dell'avversario, approfittando della sua inesperienza e debolezza con le armi da taglio, gli aveva appena aperto un lieve squarcio all'altezza del petto.
Per fortuna non si trattava di una ferita mortale ma, continuando di questo passo, il giovane Daiba non aveva molte speranze di uscirne vivo.
Purtroppo, dall'esito di quel combattimento, ne andava della vita di Harlock e degli altri membri dell'equipaggio tuttora prigionieri del malvagio re Fàrogham.
Atterrare sul pianeta Zàrcos non si era rivelata una buona idea.
Come l'Arcadia era atterrata sul suolo del pianeta, infatti, Harlock e i suoi si erano ritrovati vittime di un'imboscata senza neppure la possibilità di reagire. Fàrogham aveva infatti stretto uno sporco accordo con la regina Raflesia: oro e gioielli preziosi, in cambio della testa di Harlock e del suo equipaggio... ciononostante, essendo egli un amante delle lotte e degli scontri all'ultimo sangue, si era offerto di proporre ad Harlock una possibilità per salvare la pelle.
Secondo la proposta del sovrano, uno degli uomini del pirata spaziale doveva affrontare e vincere in combattimento contro il Maestro di Spada di Zàrcos. Se fosse riuscito a vincere, Harlock e i suoi sarebbero stati liberi di ripartire... ma in caso contrario, sarebbero morti tutti.
Fàrogham aveva scelto Tadashi, per una spietata questione di calcolo. Essendo infatti il più giovane tra i compagni di Harlock, era logico supporre che Daiba non  sarebbe mai riuscito a sconfiggere un veterano della spada. Difatti, fin dal primo scambio di colpi, apparve subito chiaro che Tadashi sarebbe stato miseramente sconfitto.

- Tadashi...

Non appena il giovane si strinse il petto ferito, macchiando l'arena del suo stesso sangue, Yuki ebbe un sussulto misto di orrore e di angoscia.
Non poteva sopportare di veder morire Tadashi, senza nemmeno poter fare nulla per aiutarlo.
Si trattava di uno scontro ìmpari.
Era chiaro che il giovane rampollo di Harlock non aveva la forza o l'abilità necessaria, lui stesso pareva cònscio di essere nettamente inferiore all'avversario, tuttavia arrendersi significava condannare tutti al suo medesimo destino.
Tadashi era diventato improvvisamente responsabile della vita dei suoi compagni.
Non aveva altra scelta, se non combattere appunto, ma agli occhi di Yuki e degli altri il poverino appariva già spacciato.
Alla prima ferita seguirono altri due o tre tagli profondi, sulle braccia e sulle gambe, i quali costrinsero Tadashi in ginocchio ad ansimàre per lo sforzo e per la mancanza di fiato.
Yuki fece quasi per gridare, senonché Harlock le fece cenno di calmarsi e di guardare attentamente lo scontro.
Costei non riusciva a credere che il capitano potesse essere così calmo e freddo, considerato che Tadashi era poco più che un ragazzino, tuttavia Harlock aveva i suoi buoni motivi per credere ciecamente nel coraggio e nella forza di volontà di Tadashi.

- Lui vincerà - esclamò Harlock convinto.
- Ma come può dirlo? - mormorò Yuki sconvolta. - Non lo vede com'è ridotto... se va avanti così, morirà!
- Guarda più attentamente - ribatté l'altro. - Nonostante le ferite e la stanchezza, Tadashi non ha affatto l'aria di chi è prossimo alla sconfitta: i suoi occhi hanno ancora la luce di chi sa per cosa sta combattendo, la luce intensa di chi vuole vincere a tutti i costi, dunque non è detta ancora l'ultima parola!
- Ma...
- Yuki - fece Harlock, guardandola dritto negli occhi. - Devi renderti conto che Tadashi è cresciuto, non è più lo stesso ragazzino inesperto che abbiamo raccolto con noi a bordo; lui ora combatte per difendere i suoi ideali e coloro che ama, esattamente come ognuno di noi si farebbe uccidere pur di salvare gli altri, e anche adesso sta mettendocela tutta per permetterci di lasciare vivi questo pianeta!
- E se non dovesse farcela - gemette Yuki. - Non ce la faccio, è più forte di me... Non posso vederlo morire così, non è giusto!
- Devi avere fiducia in lui - tagliò corto Harlock. - Soprattutto se lui significa molto per te!

Yuki sbarrò gli occhi.
Evidentemente Harlock doveva avere intuìto che tipo di sentimenti la legavano a Tadashi, anche se lei non lo avrebbe mai ammesso apertamente, e comunque nelle sue parole c'era anche un grosso fondo di verità.
Anche se non poteva aiutarlo materialmente, a maggior ragione, doveva credere in lui e sostenerlo fino alla fine.

- Non ti arrendere, Tadashi - pensò. - Puoi farcela, ne sono sicura! Devi farcela perché, se dovesse succederti qualcosa, io... io...

Yuki non osava neppure pensare ad una simile ipotesi.
Nel frattempo, proprio come aveva detto Harlock, Tadashi si stava battendo come un vero leone.
Pure se ferito, e con le forze che venivano a mancargli sempre più, era deciso a non mollare per nessuna ragione al mondo.
Troppe vite a lui care erano in pericolo: Harlock, Maji, Meet, Yattaran, l'anziana ed irascibile signora Masu, il dottor Zero e soprattutto lei...
Yuki.
Per lei, Tadashi si sentiva pronto a sacrificare anche la vita. Peccato che, in quel momento, non sarebbe servito a molto.
Se solo fosse riuscito a trovare una soluzione.
Ormai era giunto al limite del proprio fisico, tanto da non riuscire neppure a tenere sollevato il braccio, e già il suo avversario stava appunto per vibrare il colpo che lo avrebbe ucciso all'istante.
Tadashi si fermò dunque a riflettere.
Continuare ad attaccare alla cieca equivaleva a suicidarsi, su questo non vi era il minimo dubbio, eppure doveva esserci almeno un'alternativa per chiudere il duello in suo favore.

- Non posso morire adesso - disse il ragazzo a denti stretti. - Non m'importa cosa ne sarà di me, dopo, devo assolutamente concludere in piedi questo combattimento; è troppo importante, lo devo fare per Harlock e per gli altri, loro sono tutta la famiglia che mi è rimasta... Non posso tradirli, devo vincere!

Improvvisamente, come per un qualche moto istintivo, Tadashi intravide una soluzione a dir poco disperata.
Nel mentre che l'avversario attaccò, deciso a trapassarlo da parte a parte, il giovane sollevò il pugno per intercettare con quello il colpo. La lama affondò interamente nella mano e nella cartilàgine, attraversando il braccio destro di Tadashi come una sorta di spiedino, fino a che la lama non sbucò al di fuori della sua spalla assieme a vari spuntoni di ossa e carne lacerata.
Malgrado il dolore a dir poco atroce del suo braccio completamente distrutto, ora che il Maestro di Spada non poteva più estrarre l'arma dal suo arto, Tadashi raccolse le ultime energie residue e conficcò a sua volta la propria arma nel petto del nemico.
Lo spadaccino zàrcosiano morì con un lampo di sorpresa negli occhi, tanto che il re e i presenti non riuscivano neppure a crederci.
Tadashi aveva vinto.
Ma a che prezzo?
Dal suo braccio il sangue gocciolava denso e copioso, come se alla sua spalla avesse attaccato un'appendice di carne martoriàta, tuttavìa si voltò ad incontrare lo sguardo sgomento dei suoi compagni ammutolìti.
Prima di perdere i sensi, a causa dello shock e della fortissima emorragìa, Tadashi riuscì appena a vedere il volto incorniciato da lunghi capelli biondi del comandante in seconda Kei Yuki...
Poi, un attimo dopo, sui suoi occhi scese l'oscurità.
 

 

continua )

   
 
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