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Autore: herbivicus    13/04/2014    6 recensioni
Luke è decisamente sull’orlo di una seria crisi di nervi, si lo è decisamente se è arrivato a chiamare Louis Tomlinson, quel Louis Tomlinson, alle tre di notte dopo essersi fatto l’ennesima sega pensando a Calum Hood.
[Luke/Calum] con la speciale partecipazione dei Larry Stylinson from One Direction! 3.311 parole
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Calum Hood, Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Salve a tutti, care persone. Sinceramente non so che cosa sto facendo qui, perchè ho scritto questa cosa o altro, ma, come si dice, non c'è mai un perchè, no? Bene, pensavo che sarei ricomparsa solo con la chilometrica OS larry che sto scrivendo, ma invece sono qui a pubblicarne una Cake corta. E ovviamente ci sono i larry, quanto sono prevedibile. Diciamo che io una passione innaturale per i Cake, sono davvero davvero l'amore e niente, fangirlo per loro un pò troppo. Ma non è una novità, d'altrode fangirlo per tutto. Bando alle ciance, spero che questa specie di OS vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate!
Twitter: @herbivicus
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                                                                                     "Someone like you, always be my baby."


                                                          



Calum si piega mostrando a tutti i presenti della stanza il suo fondoschiena e vaffanculo, Luke lo odia.
Quel piccolo stronzo sa benissimo che effetto gli fa, che effetto fa al mondo in generale e tanto per cambiare non gliene importa niente e continua a piegarsi a novanta quando indossa solo boxer, perlopiù bianchi.
Luke lo odia, decisamente.
Lo sta provocando con parecchia schiettezza da quando Luke durante uno dei soliti “obbligo e verità” ad una festa, completamente ubriaco, ha ammesso che gli piacerebbe scoparsi Calum e BOOM da lì è iniziato il putiferio.
Non c’è giorno, ora, minuto in cui Luke non si sente in un certo senso minacciato dal suo compagno di band, che non fa altro che agitargli il posteriore davanti agli occhi e a rimanere a torso nudo quando è nei paraggi. E non che a Luke dispiaccia, certo che no, ma ha parecchi problemi con le continue erezioni che gli vengono durante la giornata.

(Luke le ha  anche contate: in un giorno è riuscito a farsi dieci seghe pensando alle labbra gonfie di Calum Hood.)
 


Luke non è gay, okay? E’ soltanto sessualmente confuso perché il suo migliore amico lo eccita da morire e forse, anche lui eccita da morire il suo migliore amico –lo ha visto arrossire di botto dopo avergli mostrato il suo percing nuovo di zecca sul labbro- e sono entrambi sessualmente confusi, per concludere.

(Forse questo dovrebbe risultare un segreto, ma Luke si farebbe molto più volentieri un viaggetto sulla “giostra delle meraviglie” di Calum, che infilare il  cazzo in una viscida vagina.)
 
 
 
“Lukey, mi passi i pop corn?”
Eccolo, è partito all’ attacco, Luke riesce a percepirlo anche solo con il suono della sua voce, estremamente languido e che gli fa venire parecchi brividi sulla nuca.
Si irrigidisce e si stringe la ciotola dei pop corn sulle cosce magre, mordendosi le labbra quasi a sangue e ignorando il sapore metallico del percing che è amaro sulla lingua.
Gira un poco la testa e incrocia i suoi occhi scuri, che dall’altra parte del divano brillano di una luce tutta loro e Luke, oh Luke, pensa letteralmente di morire perchè Calum Hood è troppo bello per questo mondo.
Sono seduti lontani sul divano, con Ashton e Micheal in mezzo che  sono gli unici che davvero stanno seguendo il film in televisione mentre gli altri due proprio no –Luke ha appena avuto un flash di Calum che ansima sotto di lui e forse non è neanche il momento appropriato- e Luke deve alzarsi, correre in bagno e buttare la testa sotto l’acqua ghiacciata per scacciare tutti quei pensieri a luci rosse.
Per questo allunga il braccio e cerca di non guardarlo in faccia mentre gli passa i pop corn, con il braccio che gli trema come impazzito e la ciotola che scivola un po’ dalle mani sudate.
“Tieni.” dice, lanciandogliela praticamente in grembo e ignorando le proteste di Micheal che si vede le gambe ricoperte di pop corn fuoriusciti dal bordo della ciotola. “Basta che non li finisci, sono miei.”
Calum alza gli occhi al cielo, ne prende una manciata e se li infila in bocca, non distogliendo lo sguardo da Luke che è arrossito come non mai.
“Ah, davvero sono tuoi? E chi l’ha stabilito?”
Luke si strofina una mano sulla guancia rossa d’imbarazzo e accavalla le gambe, sentendo il rigonfiamento del cavallo dei pantaloni premergli sulla parte alta della coscia. Merda.
Non è per niente normale che si ecciti anche guardando Calum negli occhi –forse non dovrebbe fare sogni erotici su ogni suo movimento, mah- e senta anche il bisogno implacabile di fotterlo e farsi fottere sul tappeto sotto di loro in tutte le posizioni possibili ed immaginabili mai state concepite dal genere umano. Il suo cervello è diventato un po’ troppo perverso negli ultimi tempi ,e non sa se questa sia una cosa positiva oppure no.
“I-io.” Balbetta agitandosi per cercare una posizione che gli permetta di ignorare l’erezione che minaccia di esplodere e far saltare via la cerniera dei jeans stretti.
Calum continua a mangiare i pop corn con un sorrisetto divertito che gli increspa le labbra piene e rosee e Luke non sa se preoccuparsi o meno, perché adesso se le sta leccando molto lentamente e con un  del tutto innaturale.
Andiamo, si sta solo leccando delle fottutissime labbra! A Luke sembra comunque di guardare un continuo film porno con il suo migliore amico come protagonista, maledetto il giorno in cui ha ammesso di volerselo scopare.
“Se lo dici tu Lukey.” Esclama Calum, alzandosi in piedi e passando la ciotola ad Ashton che con una risata contagiosa la prende e inizia a mangiare i pop corn. “Io vado un attimo in bagno.”

(E quello che il suo migliore amico gli ha appena fatto non è assolutamente un occhiolino, certo che no.)
 


 
Luke è decisamente sull’orlo di una seria crisi di nervi, si lo è decisamente se è arrivato a chiamare Louis Tomlinson, quel Louis Tomlinson, alle tre di notte dopo essersi fatto  l’ennesima sega pensando a Calum Hood.
Luke vorrebbe solo che una botola si aprisse nel pavimento e che lo inghiottisse, portandolo in un mondo privo di Calum e di immagini della bocca di Calum che nei suoi sogni gli succhia il cazzo quasi a sangue.
Il telefono suona per un po’ e al terzo squillo risponde la voce acuta di Louis, che lo saluta con un “Luke!” cordiale.
“Lou, ho bisogno di aiuto. Non ce la faccio più.” mugugna il ragazzo seppellendo il capo nel cuscino e tenendo il cellulare stretto contro l’orecchio.
“Che succede, Lukey? Aspetta che metto in vivavoce che sente anche Harold.”
Luke si irrigidisce e si mette seduto, mordicchiandosi il labbro inferiore.
“Non è che ho interrotto qualcosa, vero? No perché io—“
Louis scoppia in una risata cristallina e alla sua si sovrappone quella bassa e rimbombante di Harry Styles, il suo fidanzato da ben quattro anni.
“Non preoccuparti Luke, abbiamo appena finito. Pensa che Harold ha ancora il mio sperma intorno alle labbra, non è vero amore?”
Luke sente un’altra risata e il rumore di un bacio con lo schiocco, che lo fa intenerire perché davvero, quei due sono diabetici.
“Forse questo non voleva saperlo, Lou.” mugugna Harry ridacchiando come un idota. “Comunque, che succede Luke?”
Il ragazzo giocherella con il lembo del lenzuolo sotto di lui e prende un respiro profondo prima di sganciare la bomba.
“Credo di essermi innamorato di Calum.”
Louis e Harry stanno in silenzio, si sente solo il rumore del respiro agitato di Luke che si infrange contro lo schermo del telefono, l’unica fonte luminosa della stanza buia.
“Ehm, volevo capire, voi come vi siete accorti di essere gay?” domanda di nuovo, nervoso. “Perché non so davvero che cazzo pensare.”
Louis scoppia a ridere fragorosamente e Harry lo segue a ruota facendo spuntare un sorriso sulla bocca di Luke, che anche se non li può vedere se li può immaginare benissimo: Harry appoggiato contro la testata del letto, le gambe larghe che stringono i fianchi di Louis che gli è seduto davanti e le braccia che gli circondano le spalle.
D’altronde li ha visti così tante volte in quella posizione nel loro tour bus che non fa per niente fatica ad immaginarseli  anche ora nella loro casa.
“Luke, esattamente, da quando sei innamorato di Calum?” chiede Louis con un tono gentile, facendo arrossire Luke.
Da quando è innamorato di Calum Hood? Forse da quando a sedici anni si sono ubriacati da soli sul retro della scuola al ballo di fine anno. Oppure forse da quando Calum gli ha presentato la sua prima ragazza e lui aveva sentito un terribile dolore all’altezza dello stomaco. O ancora quando aveva tremato nel guardare le labbra di Calum stringersi intorno alla loro prima canna condivisa.
E allora Luke sospira, perché la risposta è così ovvia che non c’è nemmeno bisogno di dirla ad alta voce.
“Da sempre, credo.”
Si passa una mano sul viso rosso d’imbarazzo e si chiede come farà solo a guardare in faccia Calum dopo essersi reso conto dei sentimenti che prova per lui. Sarà un miracolo se riuscirà a cantarci insieme e tanto per cambiare tra poco inizia il tour.
“E alloraa, vai da lui è digli quello che provi!” borbotta Harry, con la voce più roca del consueto. ”E comunque io sono diventato gay dopo aver visto questo ragazzo che in questo momento è appoggiato contro il mio petto. E credo stia per addormentarsi.”
“Oh, scusate allora.” Luke sospira. “Buonanotte ragazzi.”
“Notte Lukey.” Dice Harry e la chiamata si interrompe, lasciando Luke ancora più confuso di prima. Poggia il cellulare sul comodino accanto a letto e si rigira sul materasso, chiudendo gli occhi e cercando di pensare a tutto tranne che al suo compagno di band.

(La mattina dopo si sveglia con le mutande bagnate e il fiatone, quindi niente, l’ha sognato comunque.)
 
 


“Io esco, non aspettatemi svegli.”
Calum si sistema i capelli allo specchio nell’ingresso e prende le chiavi dalla mensola con un’espressione annoiata.
Luke si irrigidisce e allunga il collo per guardarlo meglio, visto che l’ingresso da proprio sul salotto dove Luke e Micheal sono seduti a giocare alla play station.
“Va bene, Cal. Con chi esci?” esclama Micheal dando una gomitata a Luke, che fa perdere un po’ di punti alla sua squadra nel gioco.
“Mah, una tizia, l’ho conosciuta l’altra sera.” dice tirandosi i pantaloni strettissimi sul sedere e piegandosi a novanta come suo solito per prendere le chiavi che gli sono scivolate dalle mani -Luke lo odia lo odia e lo odia.-
“E’ carina?” chiede Luke, e le parole gli escono così velocemente dalle labbra che non fa in tempo a rimandarle indietro. Maledetta la sua boccaccia.
“Oh, è un’amica di Ash, Lukey.” lo informa il ragazzo avvicinandosi al divano dove sono seduti i due giocatori. “ E si, è piuttosto carina. Ti interessa?”
Luke sente li sangue affluire nelle sue guance ma si affretta a scuotere con forza la testa, mentre la squadra di Micheal fa l’ennesimo goal della partita.
“Assolutamente no.” mormora sperando di sembrare secco -sembra soltanto un povero bamboccio innervosito- “Fai come ti pare.”
Calum alza le spalle e li saluta di nuovo, uscendo dall’ingresso quasi fischiettando.
 
(Micheal batte Luke in un modo  vergognoso.)
 


Luke vorrebbe dire di essere andato a dormire e di aver ignorato il pensiero del suo migliore amico fuori, alle due di notte, ad un appuntamento con una ragazza.
Ma non può, semplicemente perché è seduto sul divano dalle undici e mezza di sera, Ashton e Micheal sono andati a dormire da un pezzo e lui sta aspettando che ritorni il suo migliore amico con il cuore che letteralmente gli va su e giù dal petto alla gola.
Ma che diamine sta facendo? Luke vuole proprio sapere cosa spera di ottenere nell’aspettarlo seduto su un divano, nel buio più assoluto con il cellulare stretto tra mani con forza.
Luke abbandona il capo contro i cuscini del divano e sospira, esausto. Sono passati due giorni dalla chiamata con Louis e Harry e lui ha ancora le idee confuse come non mai. Forse è davvero gay, forse è davvero innamorato del suo migliore amico, perché da quando Calum è diventato l’unico centro dei suoi pensieri lui le ragazze non le guarda neanche più.
In quel momento si sente il rumore di una chiave infilata nella porta dell’ingresso e Louis serra di scatto le palpebre, fingendo di dormire. Non ce la fa proprio a parlare con Calum, soprattutto ora.
La porta si apre e poi si richiude velocemente, facendo arrivare un po’ d’aria contro la nuca di Luke.
Sente i passi di Calum avvicinarsi al salotto e percepisce che si è fermato perché non si sente più alcun rumore.
Passa qualche secondo e Luke apre piano gli occhi azzurri e oh cazzo, rischia l’infarto.
IL viso di Calum è a pochi centimetri dal suo, che lo fissa con uno sguardo estremamente divertito e questa non è una cosa positiva, non lo è proprio per niente.
“Mi stavi aspettando Lucas?” gli sussurra delicatamente, sfiorandogli quasi le guance con le ciglia. “Non riesci a dormire?”
Luke diventa rosso e prega qualunque cosa, anche Dio, che al buio non si vedano le condizioni del suo viso che sono davvero catastrofiche.
“S-stavo andando a dormire. Ora vado infatti, Buonanot—“ fa per alzarsi ma viene prontamente rimesso seduto da Calum, che gli sorride e gli si siede accanto, giocherellando con i lacci della sua felpa.
“Ammettilo, mi stavi aspettando.”
Luke scuote con forza la testa e si morde il labbro, imbarazzato.
“Nemmeno per idea.” esclama, fulminandolo con gli occhi. “Il mondo non gira intorno a te, Calum.”
Calum ride fragorosamente, non preoccupandosi di svegliare gli altri due.
“Il tuo  di mondo, però Luke, gira intorno a me. Vero?”
Luke vorrebbe spaccargli la faccia ed emette un ringhio sommesso, stringendo con forza il cellulare.
“Smettila Cal. Mi hai stufato. ” Si alza e si avvia verso la sua camera da letto, infuriato.
Calum è troppo sveglio, è ovvio che ha capito tutto. D’altronde sono migliori amici da una vita e si capiscono al volo. Calum sa che Luke ha una gigantesca cotta per lui, è chiaro come il sole.
Però il ragazzo non si spiega perché Calum gli sia corso dietro, gli abbia stretto il polso con forza e l’abbia guardato dritto negli occhi, più serio che mai.
 
(Non si spiega neanche perché adesso è a gambe aperte sul suo letto, il suo cazzo pulsante ed eretto  interamente dentro la bocca di Calum e le unghie piantate nella sua schiena e questo, Luke ne è sicuro, non è decisamente un sogno erotico.)
 
 


“Credo di aver fatto sesso con Calum ieri notte. Forse. Non ne sono propriamente sicuro, ecco.”
Luke sposta il peso da un piede all’altro e si riempie un bicchiere d’acqua con una mano e con l’altra tiene il telefono all’orecchio, rosso in viso come non mai.
“Che diamine vuol dire forse?” la voce di Louis è parecchio stridula quella mattina.
“Quando mi sono svegliato non c’era più, ma sul cuscino c’era il suo odore. E non si spiegano tutti quei graffi che ho sulla schiena e l’intenso dolore al fondoschiena.”
Louis ride e Luke prende un sorso d’acqua, guardando fuori dalla finestra.
“E quindi il piccolo Luke sta sotto! E chi l’avrebbe detto? Harold, senti qua, abbiamo un altro culo sfondato come il t—“
Luke sente il rumore di un telefono che viene strappato via e un ringhio sommesso.
“Lascialo perdere, Luke.” dice Harry, con un tono abbastanza rassegnato. “Com’è successo?”
“Credo…era piuttosto ubriaco e mi ha chiesto perché l’avessi aspettato sveglio, visto che era uscito con una ragazza. E poi non so come mi sono ritrovato la sua lingua in bocca e la sua mano infilata nei boxer. E’ imbarazzante, davvero.”
“Uhm…” borbotta Harry, pensieroso. “Cosa pensi di fare quindi?”
Luke poggia il bicchiere sul lavello e guarda l’orario: sono appena le 8:00 di mattina, deve andare a farsi un giretto per schiarirsi le idee. Non ce la farebbe proprio a sostenere una conversazione decente con Calum, ora come ora.
“Non lo so, Harry. Non lo so proprio.”
 
(Esce di casa e si siede sulla panchina del parco; non ne è sicuro, ma forse si addormenta anche.)
 


 
“Mikey? Ash?” esclama aprendo la porta con la chiave, piuttosto nervoso. La sfila dalla serratura e la appoggia sulla mensola all’ingresso; si sfila la giacca e la  butta sulla cassapanca stracolma di roba.
“C’è qualcuno?”
Avanza nel salotto a grandi falcate, non trovandoci nessuno però. Alza le spalle e guarda l’ora, accorgendosi di essere stato fuori casa per più di cinque ore. I ragazzi lo ammazzeranno, decisamente.
Sbadiglia e va in cucina, aprendo il frigo sbattendo le ciglia lentamente. La luce del frigorifero ronza fastidiosamente, punzecchiando quel senso di fastidio che ha nella testa da quando si è svegliato quella mattina e si è accorto di aver fatto sesso con Calum  durante la notte.
Tanto per cambiare il frigo è vuoto e lui non ha nessunissima voglia di fare la spesa, quindi decide che la farà Ashton, perché quel ragazzo per fare felici gli altri sarebbe in grado anche di buttarsi dal grattacielo più alto del mondo.
“Luke?”
Il ragazzo si blocca, come paralizzato: chiude il frigo e si gira molto lentamente, perché tanto sa già chi si ritroverà davanti.
“C-Cal?” balbetta, imbarazzatissimo. “Pensavo che voi ragazzi foste usciti…”
Calum sbadiglia e si strofina gli occhi ed è bellissimo, davvero, anche con i capelli scompigliati e gli occhi gonfi di sonno.
“Loro sono usciti.“ sbadiglia. “Io mi sono appena svegliato, come puoi vedere.”
Luke annuisce, abbassando lo sguardo sul pavimento che, per la cronaca, ha davvero bisogno di una pulita. Da quant’è che non fanno le pulizie?
Il cuore gli batte come impazzito nel petto, Luke pensa che questa volta forse ci rimarrà secco sul serio perché le gambe gli tremano ed è davvero sul punto di svenire.
Già si vede a bocconi sul pavimento, con gli occhi chiusi e il corpo percosso da spasmi di dolore. Luke non ha proprio voglia di morire per un fottutissimo battito di cuore, grazie tante.
“Già.” Mugugna in risposta, alzando il viso. “Lo vedo.”
Calum lo sorpassa e si versa un bicchiere d’acqua, continuando a sbadigliare.
“Senti Luke. Dobbiamo parlare.” dice, chiudendo il rubinetto. “Che cos’è successo esattamente ieri notte?”
Il ragazzo si sente morire, anzi, vuole morire perché non è decisamente pronto per intraprendere questa conversazione e non lo sarà mai.
“I-io—non lo so, Cal.”
Calum prende un sospiro profondo e lo guarda, come rassegnato in un certo senso.
“Io lo so, invece. Sento qualcosa per te, Luke, qualcosa che per le ragazze in generale non riesco a sentire più. Da quando quella volta, alla festa hai detto quella cosa non faccio altro che pensare a te, ed è davvero estenuante. Mi dispiace per quello che è successo ieri, non—“
Non fa in tempo a finire la frase che Luke non capisce più niente, ma si sporge in avanti e poggia le labbra su quelle grandi e carnose del suo migliore amico.
E’ un bacio leggero, casto e puro che fa sospirare Luke come una ragazzina innamorata.
Quando si staccano c’è silenzio per un attimo, un silenzio fatto di parole che ancora non sono state dette, cariche di emozioni.
Un attimo dopo ha la lingua di Calum che lo inchioda sul posto, solleticandogli la gola.
 
(E se Calum mentre entra con spinte decise dentro di lui, di nuovo in meno di ventiquattro ore, gli sussurra che ha pensato ai suoi occhi tutto il tempo la sera prima con quella ragazza con cui è uscito, Luke non può fare altro che gemere forte ed amarlo un pochino di più.)
 


 
“Ho fatto sesso con Cal di nuovo, Lou. E ora stiamo insieme in un certo senso. Cioè, mi ha baciato davanti a Micheal che è inciampato ed ha rotto la lampada in salotto. Credo che l’abbia detto anche ad Ash, quindi nel complesso tutti sanno che è il mio ragazzo.”
Luke sdraiato accanto a Calum sorride e gli accarezza il petto nudo, attorcigliandosi il lenzuolo intorno alle gambe.
“Congratulazioni, Luke! Sono contentissimo per voi!” esclama Louis, contento. “Ci vediamo tra poco comunque no? Mi racconterai tutto, non preoccuparti. Ora devo andare che Harold mi aspetta sotto la doccia e sai com’è, al mio amore non piace aspettare.”
Luke si schiaffa una mano sulla faccia perché davvero, Louis Tomlinson e Harry Styles sono impossibili.
“Va bene, ciao Louis.”
Chiude la conversazione e si abbandona sul petto di Calum, che ridacchia e gli lascia un bacio sui capelli, facendolo arrossire.
“Il tuo ragazzo, Lucas? Sono il tuo ragazzo?”
Luke si morde il labbro, giocherellando con il pearcing.
“Solo se lo vuoi.”
 
(Si baciano con la lingua e fanno sesso di nuovo, e Calum dice sì, vuole essere il suo ragazzo, alla fine dell’ennesimo orgasmo.)



 
   
 
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