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Autore: mamie    14/04/2014    15 recensioni
Questa storia nasce da una semplice constatazione. Nessuna bandiera può sventolare nello spazio perché le mancano due elementi fondamentali: l’attrito dell’aria e il vento. Manca anche “un centro di gravità permanente” che ti renda semplicemente naturale tenere i piedi appoggiati per terra. E la libertà, parola magica che sa di esaltazione e di anarchia, è una strada difficile e spinosa quando la si vuole percorrere fino in fondo. Dopotutto, come cantava Gaber, “la libertà non è star sopra un albero, / non è neanche il volo di un moscone, / la libertà non è uno spazio libero, / libertà è partecipazione”.
E già che ci siamo, buon 25 aprile a tutti...
[Prima classificata al contest "Cerco un centro di gravità... " di darllenwr]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harlock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: Prima classificata al contest Cerco un centro di gravità permanente di darllenwr.


IN NESSUN LUOGO DELL’UNIVERSO
 
Sappi che nemmeno io ho un posto per me, in nessun luogo dell’universo.[i]
 
La gravità, gli uomini la danno sempre per scontata. Il peso di un corpo, il rumore di un oggetto appoggiato su un tavolo, l’equilibrio necessario per non cadere. È talmente naturale che nessuno ci fa mai caso.
Eppure nello spazio non c’è.
Possiamo ricrearla, possiamo persino variarla a nostro piacimento, ma là fuori non c’è.
Nello spazio non c’è il peso, non c’è il rumore. Non ci sono nemmeno il giorno e la notte. Non hai punti di riferimento. Sei solo. Solo in un’immensità che non accoglie impronte, che non ha memoria, che non si cura della vita.[ii]
È per questo, dunque, che i tuoi passi battono così scanditi sui pavimenti metallici della tua nave? È per questo che tieni sempre ferma, incrollabile, l’idea della libertà, come un’ancora che ti salvi da questo mare di niente?
La libertà è una bandiera che non può sventolare nello spazio. Sei tu che devi darle il vento.
 
Ti manca, il vento.
 
Ti manca l’odore della terra dopo la pioggia e ti manca il rumore delle foglie calpestate. Ti mancano le nuvole. Tutto ciò che difendi si copre di nostalgia come un velo di polvere. Te ne sei andato disgustato dalla crudeltà, dalla meschina arroganza, dalla stupidità dei tuoi simili. Te ne sei andato con in bocca quella parola: libertà. L’hai masticata e l’hai inghiottita. Sapeva di miele e di schegge di vetro.
 
La libertà è un’amante esigente. Se tu la tradissi, anche solo una volta, non ti perdonerebbe. Devi riconquistarla, come fosse il primo istante, ogni giorno della tua vita. Ti chiede sangue e respiro, rispetto e fatica perché sai che, se la accetti, devi dividerla con tutti, quelli che ti sono compagni e quelli che ti sono nemici. Gli uni e gli altri hanno il diritto di rivendicarla e tu non puoi negarla a nessuno, nemmeno per odio… nemmeno per amore.
 
Le paratie dell’Arcadia gemono impercettibilmente, è un suono che conosci, un linguaggio che puoi capire. Il suo cuore metallico batte col tuo. Anche lei ha la sua volontà, i suoi desideri. Anche lei ha la sua libertà. Il timone tra le tue mani è una cosa viva, la presenza rassicurante di un amico vicino.
A volte ritorna, l’acuta consapevolezza che sarai per sempre un esule, che non potrai mai tornare in un posto chiamato “casa”. A volte fa così male che solo l’inesprimibile lontananza delle stelle sembra darti sollievo. In questo vuoto senza punti d’appoggio la tua anima può sospirare la carezza del nulla.
Senza rumore, senza peso.
Sarà bello lasciarsi andare nell’infinito di quel mare senza onde.
Libertà.
Non è soltanto una parola.
 
 
 
 
 
[i] Endless Odyssey
[ii] Joseph Conrad.
 
  
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