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Autore: peluche    15/04/2014    3 recensioni
Il ghiaccio ha bisogno del fuoco per abbandonare il suo stato di paralisi,
il fuoco ha bisogno dell'acqua per placare le sue fiamme imponenti.
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«Hannah! - disse a un tratto Aria – Quello non è..» prima che potesse finire la frase,un tizio ci passò accanto,scioccato quanto noi.
«Harry Styles ci degna nuovamente della sua presenza,quale onore.» I brividi. Lo fissai nel suo giubbotto di pelle,nei suoi riccioli scomposti e sulla sua moto nera petrolio. Il tizio che qualche minuto prima ci era passato accanto era Zayn Malik. Zayn Malik,il ragazzo più inaffidabile su questo pianeta,dopo Harry Styles,ovviamente.
«Non era finito in riformatorio?» Mi sussurrò Aria.
«Si, - risposi io in una specie di trance – infatti.» Non riuscivo a levargli gli occhi di dosso. Zayn gli si avvcinò e si diedero un affettuoso abbraccio. Il duo-idioti era tornato. Non poteva rimanere lì dov'era? Perchè dopo cinque anni in riformatorio aveva deciso di rimettere piede qui? Perchè era tornato nella sua vecchia scuola?
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ice on fire

capitolo 10

 

Sabato pomeriggio.
Tra poche ore ci sarebbe stato il ballo di inizio anno. Avevo passato tutta la mattina insieme ad Aria a fare compere. Dovevamo cercare il vestito giusto, mi aveva detto, ma io avevo la mente altrove. L'avevo fatta contenta solo perchè glielo avevo promesso tempo prima e infatti, finsi di esserne entusiasta. Così dopo essere entrata in una decina di negozi, dopo aver visto centinaia di vestiti, scegliemmo un tubino nero per lei e uno nero di pizzo per me.
Per tutto il tempo Aria mi interrogò, chiedendomi il perchè fossi scomparsa, dove passassi tutti i pomeriggi. Feci la vaga, e dopo un po' decise di smetterla. Capì che le avrei detto qualcosa solo quando avrei voluto. E così, dopo averla accontentata per l'abito e averla riaccompagnata a casa, andai a correre. Per fortuna quel pomeriggio non faceva tanto freddo e mi dedicavo alla corsa giornalmente ormai, dopo essere dimagrita. Diciamo che Adele mi rubava un sacco di tempo, cosa che non mi dispiaceva affatto, e quindi quando avevo un attimo di tempo ne approfittavo.
Cuffiette e ipod.
Suonava All this time dei One Republic.
All this time i was waiting for you..”
La casa di Harry aveva le tende tirate e potevo scorgere Adele sulla poltrona del salotto. Sorrisi a vederla ma poi tolsi le cuffie dalle orecchie e andai verso casa. Appena aprii la porta venni invasa da un buonissimo odore di dolce. Guardai il salotto confusa, seguendo l'odore fino in cucina.
«Mamma?» chiesi confusa, vedendola vicino al forno.
«Oh ciao tesoro, - mi rispose – come è andata la corsa?»
«Come sempre, ma che stai facendo?»
La vidi aprire il forno ed uscire una teglia rotonda. All'interno vi era una torta, con delle mele tagliuzzate in superficie.
«Ho pensato che ad Adele piacerebbe.» disse.
Rimasi frastornata.
«Cosa?» domandai.
«Ho pensato che Louis può portargliela più tardi.» continuò lei, ignorando la mia perplessità.
«Come fai a saperlo..»
«Hannah, - stranamente aveva un tono dolce – credi davvero che una madre non sappia cosa stanno tramando i suoi figli?»
«Mamma mi dispiace ma Adele sta davvero male e..»
«Lo so, - mi interruppe – Louis mi ha spiegato tutto.»
Si avvicinò a me e mi prese le mani, rassicurandomi.
«Pensavo ti arrabbiassi..»
«Come potrei arrabbiarmi con due figli così premurosi? Credi che abbia dimenticato quanto Adele sia stata dolce con tutti noi?» mi sorrise.
«Grazie! - la strinsi forte – Ma se papà lo scoprisse..»
«Non succederà, - mi rispose lei guardandomi – e se dici che Harry è un bravo ragazzo ti credo.»
Le sorrisi anche io e poi la aiutai a mettere la torta in un vassoio. Quando finimmo mia madre prima mi diede un altro abbraccio e poi salì di sopra.
«Dolce?» domandò mio fratello, arrivando al piano di sotto.
«Come ha fatto a scoprirlo?» gli domandai.
«Conosci mamma..» Louis prese un po' di cioccolata dallo sportello e ne mangiò un po' 
«Fai promettere ad Harry di chiamarmi se succede qualcosa.»
«Certo, ma tu pensa a divertirti.» mi diede un bacio in guancia.
Come non potevo divertirmi? Avevo aspettato questo momento da tanto. Il ballo di inizio anno. Che, ironia della sorte, per me era l'ultimo. Avevamo decorato la palestra della scuola per l'occasione, con stelle e lune di cartone che penzolavano dal soffitto. Luce soffusa. Il tema “Al chiaro di luna” sarebbe stato perfetto. Ma stranamente quell'anno non avevo voglia di balli, incoronazioni, festeggiamenti. In realtà non avevo proprio voglia di tutto quello che avevo sempre avuto fino a quel momento. Tutto ciò a cui riuscivo a pensare era Adele e Harry. Quel ragazzo nascondeva sicuramente qualcosa. A partire dal fatto che si incontrava con gente losca per comprare chissà cosa; ogni volta che ci facevamo più vicini diventava strano. Si staccava e metteva le distanze. Era sempre sulle sue, si guardava le spalle, come se da un momento all'altro qualcuno potesse colpirlo. E poi aveva sempre questa mania di fare a pugni. Qualsiasi cosa succedeva. Bastava una parola di troppo, uno sguardo sbagliato e lui ti metteva KO con un gancio destro. Mi meravigliavo che nessuno sporgesse denuncia. Per non parlare del fatto che se gli chiedevi qualcosa sul suo trascorso al riformatorio si precipitava a cambiare discorso. Non parlava mai di ciò che provava, di quello che sentiva. Era come se avesse un muro. Insormontabile.
«Ciao Aria.» non mi accorsi che avevano suonato alla porta e sentii mio fratello aprire.
«Oh, ciao Louis.» sentii la mia amica imbarazzata. Come sempre quando vedeva mio fratello. Si trasformava in uno struzzo ubriaco. Balbettava e iniziava a dire cose strane.
«Buon ballo.» Louis prese la torta e addentò un biscotto.
«Louis, - lo fulminai – me lo hai promesso.»
«Stai tranquilla.» fece un cenno di saluto con la mano e uscì.
«Dove va?» mi domandò Aria.
«A portare la torta a mio padre, - mentii – una sorpresa di mia madre.»
Lavai le ultime cose in cucina e prima che potesse replicare la trascinai per un braccio su nella mia stanza per iniziare a prepararci.

 

Ci infilammo i vestiti e ci truccammo. Aria passò la maggior parte del tempo a dire quanto fossero stupendi i vestiti ma che se gli avessi disegnati io sarebbero stati migliori. Fui felice di quel complimento ma non disegnavo un vestito da giorni, e tenevo il blocco da disegno chiuso nel cassetto. Forse avevo perso la fantasia, il tempo.. disegnare vestiti mi sembrava così sciocco adesso.
«Liam rimarrà estasiato!» esclamò la mia amica, guardandomi.
«Non esagerare.» replicai.
«Come pensi che sia questo Lucas?»
Avevo detto a Liam che ancora nessuno aveva invitato Aria al ballo e mi dispiaceva andarci senza di lei, così lui senza farselo ripetere due volte, trovò immediatamente un ragazzo per lei. Mi promise che fosse un bravo ragazzo, molto carino e alla portata di Aria – se fosse mai possibile esserlo.
«Sarà fantastico.» presi la borsa e le feci cenno di scendere al piano di sotto.
«Eccole.» sentii gioire mia madre.
Scendemmo le scale e notai i miei genitori in piedi, entusiasti, con in mano una macchina fotografica.
«Sorridete!» ci incitò mio padre, scattando una foto.
Il flash mi annebbiò la vista e pregai di smetterla.
«Papà perfavore..»
«Avanti Hannah sorridi.»
Mio padre continuò a fotografarci, da vero paparazzo.
«Avanti papà così le sciupi.»
Louis ci raggiunse al piano di sotto e mi scoccò un bacio sulla guancia sussurrandomi un 'sei bellissima'. Sorrisi.
«Oh tesoro, - mia madre si commosse – sei così bella!»
«Mamma ti prego!» andai ad abbracciarla.
«Genna tesoro..» brontolò mio padre.
«Basta basta, - mia madre sciolse l'abbraccio – siete entrambe bellissime ma meglio che andiate.»
In quel momento suonarono alla porta. Louis andò ad aprire e Liam apparve sulla soglia.
«Ehi Liam.» disse mio fratello.
«Ciao Louis, - rispose lui – questo è Lucas.»
Un ragazzo moro accanto a lui si presentò a mio fratello e notai lo sguardo di Aria emozionato e scintillante. Neanche lei credeva al fatto che il suo accompagnatore fosse quasi più bello del mio.
«Riportala a casa per mezzanotte Liam.» lo avvertì mio padre.
Lo fulminai con lo sguardo e raggiunsi mio fratello che teneva la mia giacca.
«Non è Harry Styles, - iniziò – però non è male.»
«Grazie per la precisione Louis.» dissi sarcastica, infilandomi il giacchetto.
«Figurati.» rispose lui.
Raggiunsi gli altri fuori dalla porta e ci incamminammo verso la macchina. Diedi una veloce occhiata alla casa di fronte e notai le luci accese e la moto di Harry nel vialetto.
Se me l'avessi chiesto non sarei venuto. Idiota.
«Sei bellissima stasera Hannah.» disse a un tratto Liam.
«Grazie, - sorrisi – anche tu lo sei.»
E lo era davvero.
Aveva lo smoking, cravatta nera, capelli alll'indietro fatti con il gel. Sembrava di essere in un film con John Travolta.
«Non è che ieri non lo fossi, - iniziò a farfugliare – lo sei sempre non mi fraintendere ma stasera più del solito.»
«Anche tu stasera lo sei più del solito.»
Risi del suo imbarazzo, come sempre. Non ridevo per cattiveria, ero davvero contenta che Liam si imbarazzasse ancora per queste cose.
Mi voltai e vidi Aria e Lucas parlottare tra loro e ne fui felice. Poteva essere davvero una bella serata e sicuramente ce la saremmo spassata.

 

Stelle e lune di cartone penzolavano dal soffitto.
Stelle e lune fosforescenti illuminavano le pareti.
Un cielo stellato splendeva sul soffitto.
Al chiaro di luna.
La palestra era scomparsa. Non eravamo a scuola, eravamo all'aperto in una calda sera di agosto, con il cielo limpido in cui ti puoi anche specchiare. La gente che balla sorridendo, si sussurra segreti all'orecchio, si scambia qualche bacio in più e qualche bacio in mano. Ci sono sguardi, amori che sbocciano, amori che crescono. Persone che si innamorano per la prima volta, amori persi e ritrovati. E c'è la melodia di quella canzone che ti ricorda il tuo primo bacio, il tuo primo amore, la tua prima volta, il tuo primo cuore spezzato. Quella canzone che ti ha segnato, quella canzone che ti fa sognare, ti fa desiderare di arrivare più in alto, che ti fa credere di poter toccare il cielo con un dito. No, non siamo in una palestra. Siamo sotto il chiaro di luna e lei ci spia, ci osserva tra le stelle. E' dispettosa perchè ci fa innamorare di persone sbagliate, ride dei nostri errori, ma quando arriva quello giusto sa regalarti l'atmosfera più bella che tu possa desiderare. E se ne sta lì, compiaciuta. E tu la guardi, in tutto il suo splendore, nella sua luce soffusa, pensi che ti stia sorridendo, alzi un pollice, chiudi un occhio, e ti rendi conto che in qualsiasi posto sei non è mai più grande del tuo dito. E ti viene da ridere perchè sai che in realtà la luna ha ben altro a cui pensare. Deve pensare alle maree lei, agli umori delle persone.. non ha tempo per te, per la tua storia, per il tuo amore. E in quel momento lui ti prende le mano e capisci che ci deve essere qualcosa di più grande a questo mondo, che le cose non succedono per caso. E la luna è lì. Ti guarda da sottecchi e anche se tu pensi che lei si faccia gli affari suoi, in cuor tuo sai che veglia su di te e sul tuo amore. 
«Hannah questa volta hai superato te stessa» esordì Aria, guardando con gli occhi luccicanti la sala decorata.
Anche io ero stranamente soddisfatta di quello che avevamo fatto però dovevo ammetterlo, gran parte del merito era stato di Melissa.
«Melissa, - la fermai vedendola passare – hai fatto un ottimo lavoro.»
Lei mi sorrise e riprese a camminare. Ci siamo sempre detestate, mai capite, ma in realtà forse eravamo più simili di quanto pensassimo.
Suonava Dancing with the moonlight, dei Toploader. Quale altra canzone poteva esserci se non questa? Io e Liam andammo verso il buffet e iniziammo a mangiare qualcosina. C'erano stuzzichini di ogni tipo e ponch a non finire.
«Sicura di non essertene pentita?» mi chiese lui a un tratto.
«Su cosa?» bevvi un sorso di spumante.
«Venire al ballo con me, - continuò – magari preferivi qualcun'altro.»
«Se avessi preferito qualcun'altro ci sarei andata con qualcun'altro.» Posai il bicchiere ormai vuoto sul tavolo e soddisfatto della mia risposta, mi seguì in pista. Iniziammo a ballare insieme ai nostri compagni e notai Aria e Lucas fare delle giravolte non molto distanti da noi.
«Sembra carino il tuo amico.» alzai il volume della voce.
«Te l'avevo detto.» mi rispose lui.
Mi afferrò un braccio e iniziò a farmi girare come una trottola sulle notte di un rock and roll. Iniziai a ridere, divertita, per la prima volta senza pensare a niente. Mi sentivo come una trottola, una di quelle di legno che lanciavi con il filo. Mia nonna mi regalò la sua quando ero più piccola e non smettevo di guardarla fin quando non smetteva di girare. E sognavo tante volte di essere come lei, di girare senza sosta, senza avere male alla testa. Ma non ero una trottola, quindi Liam dovette smetterla con le giravolte.
«E che ne dite di un bel lento?» annunciò a un tratto il dj.
Partì Let her go, di Passenger.
Liam mi strinse a se e io portai le braccia al suo collo. Sentivo la sua mano destra sul mio fondo schiena e provai un brivido. Lui appoggiò le labbra sulla mia fronte e il mio naso sfiorava quasi il suo collo e potevo sentire il suo profumo. La canzone accompagnava i nostri passi e la pista divenne un enorme piazza di coppiette avvinghiate l'una all'altra. Stavo bene. Stavo benissimo. Nessuna complicazione, nessun pensiero. Era tutto così semplice.
E poi quello. Sentii vibrare la borsa e sbuffai al pensiero del mio telefono che suonava.
«Non rispondere.» mi sussurrò Liam.
Ma prima che potessi ribattere lessi sullo schermo Harry.
«Scusa..» mi scusai imbarazzata con Liam e scappai fuori dalla sala per poter rispondere.
«Ehi! - portai il telefono all'orecchio – tutto bene?»
Hannah non so che fare, non so chi chiamare!
Confusione assoluta. Sentivo Harry singhiozzare dall'altro lato, terrorizzato.
«Harry che succede?»
Mia madre Hannah, è successo tutto all'improvviso..
«Harry mi stai spaventando, dove sei?»
Al Central Hospital
«Va bene tu stai tranquillo io sto arrivando ok?»
Chiusi la chiamata con ancora il cuore in gola e quando mi voltai trovai Liam.
«Tutto bene?» mi chiese.
«Liam puoi prestarmi la tua macchina? E' un'emergenza!»
«Ti accompagno io..» si offrì.
«No! - non volevo che tutti sapessero di Adele – Non posso parlartene, ti prego..»
«Riguarda Harry vero?»
«Non è come credi, - mi difesi – è davvero urgente.»
«Certo.»
Mi lanciò le chiavi senza neanche guardarmi in faccia e lo vidi girare i tacchi e rientrare in palestra. Non avevo tempo per questo. Era successo qualcosa ad Adele ed Harry era sconvolto. Avrei pensato a Liam più tardi.


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Ehilà :)
Come state? Io ho l'influenza e mi sento malissimo ç_ç
Oggi riprendo la palestra quindi domani sarò tutta rotta!
A parte questo, spero che il capitolo vi piaccia. Cosa pensate sia successo ad Adele?
Baci

  
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