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Autore: OfeliaMontgomery    15/04/2014    1 recensioni
Cos'hanno in comune Ofelia Montgomery, Rebekah Warner, Arlene Douglas, Georgia Adams, Delia Morton e Nora Day? Il corpo.
Dal primo capitolo:
Il signor Nicholas Hudson, il guardiano del cimitero restò stupito nel vedere Ofelia Montgomery camminare per le strade della città, di notte e da sola.
– Signorina Ofelia che ci fa qui da sola? E per giunta così? – chiese l’uomo indicando l’abbigliamento strano della ragazza, portava ancora la camicia da notte ed era scalza.
– Non so chi sai questa Ofelia, il mio nome è Georgia Adams e sono venuta a trovare il mio defunto marito – parlò la ragazza con voce quasi metallica facendo qualche passo verso l’entrata del cimitero.
Genere: Dark, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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– Wow, cioè loro possono uscire quando vogliono? Possono usare con il tuo corpo? – chiese Evan mentre accarezzava una coscia coperta dal vestito ad Ofelia. Se ne stavano sul letto della ragazza a parlare del loro passato.
– Beh, il corpo è anche loro. Comunque non possono uscire proprio quando vogliono, perché le sento che ci provano. Quando sono debole riescono ad uscire di più e quando dormo perché sono indifesa – spiegò Ofelia spostando di lato tutti i capelli, lasciando scoperto il collo e la spalla destra.
– Tu e Rebekah fate la stessa cosa con i capelli – constatò Evan accarezzando una guancia alla ragazza facendola arrossire.
– E ho la passione per le erbe come Delia – ribatté Ofelia avvicinandosi ad Evan e scoccandogli un dolce bacio sulle labbra.
Stettero sdraiati quasi tutta la mattinata a parlare. Fin quando Evan non si alzò dal letto, e guardò il suo orologio da polso che segnava le 12.36.
– Ti va di andare a fare un picnic? – le chiese dolcemente prima di avvicinarsi a lei e prenderle il viso fra le mani, per poi darle un lungo e dolce bacio sulle labbra.
Ofelia roteò sul letto e pensandoci un po’ rispose – Sì, perché sono affamata – rise, prima di alzarsi dal letto per poi prendere un vestito a fiori ed entrare in bagno.
– Ofelia, vado a prendere qualcosa al supermercato poi torno, okay? – urlò Evan dalla camera da letto per farsi sentire della ragazza che stava in bagno.
– Va bene, non metterci tanto – urlò a sua volta Ofelia, da dentro il bagno.
Evan scese al piano inferiore e poi uscì di casa, lasciando Ofelia in bagno intenta a cambiarsi. Ma entrambi i ragazzi non sapevano di essere seguiti e spiati da qualcuno, qualcuno in particolare.
 
Evan era entrato nel supermercato e prendendo un carrello, iniziò a prendere qualcosa da mangiare. Prese dei tramezzini, da quelli con il tonno a quelli con il prosciutto. Due bottiglie d’acqua naturale e due birre - sempre se Ofelia la beveva - e una crostata di frutta. Pagò il tutto e uscendo con i sacchetti della spesa, si diresse verso casa Montgomery, pronto per il suo picnic con Ofelia.
 
Intanto Ofelia si stava preprando nel suo bagno. Indossò il vestito a fiori che aveva preso dalla camera. Un vestito nero con fiori bianchi con le maniche a ¾. Si sistemò i capelli, passandoci il phon per tirarli un po’ perché sembrava un leoncino spettinato. Si passò una linea di matita sugli occhi e sotto. Una passata di lucidalabbra per darle un po’ di lucentezza ed infine un po’ di mascara sulle ciglia per allungarle. Uscì dal bagno, controllando che Evan non ci fosse e correndo verso la sua scarpiera, prese un paio di ballerine nere e comode e le indossò.
Appena suonarono al campanello, Ofelia corse giù, cercando di non cadere dagli scalini ed andò ad aprire la porta d’ingresso. Evan era vicino alla macchina che caricava la spesa che aveva fatto. Ofelia lo chiamò e lui si girò facendole segno di venire. Ofelia chiuse dietro di sé la porta poi correndo si avvicinò alla macchina e salì sul posto del passeggero.
Evan entrò in macchina ed accendendola partirono, pronti per il loro picnic romantico.
– Ho preso anche una coperta in caso il tempo dovesse cambiare – disse Ofelia indicando i sedili posteriori.
– Hai fatto bene –.
 
La persona che stava seguendo i ragazzi, appena loro girarono a sinistra per andare nelle aree per i picnic, lui svoltò a destra diretto fuori città.
Guidò velocemente per arrivare alla sua destinazione. Una villa circondata da un grande giardino e un alto cancello in ferro battuto. Era bella, elegante ed enorme di un colore grigio topo. La grande scalinata che conduceva al porta d'ingresso era ornata da fiori colorati che faceva capire che c’era di mezzo il tocco di una donna. Il cancello si aprì lentamente, mentre l’uomo in macchina entrava nel giardino della grande villa. Passò per il sentiero e quando fu vicino alla villa, parcheggiò l’auto vicino ad un’alta siepe.
L’uomo scese dalla macchina e togliendosi gli occhi da sole, si mise apposto il suo completo per poi dirigersi verso l’entrata della villa.
Fu accolto da una cameriera anziana dai capelli bianchi e dall’andatura lenta. L’uomo disse alla cameriera che non serviva il suo aiuto e che sarebbe andato da solo nello studio del suo capo.
Bussò alla porta e quando sentì con voce forte un avanti, entrò nello studio – Signore Allen, suo figlio sta uscendo con una rinata, Ofelia Montgomery – disse l’uomo buttando sulla scrivania del signor Allen delle foto ritraenti suo figlio Evan con la rinata. Il signor Allen ne prese una e spalancando gli occhi parlò con voce alta – Questa è Rebekah, credevo che fosse una semplice prostituta, non una rinata –.
Il suo sicario scosse la testa poi indicò Ofelia – No, Rebekah era una rinata e ora suo figlio ci sta insieme. Ne sono sicuro perché l’ho vista mentre due lei già morte uscivano per parlare con i genitori –  spiegò l’uomo con voce cattiva.
Il signor Allen sospirò grattandosi la barba – Uccidila e uccidi anche la sua famiglia, così non avremo più problemi con questa famiglia – ordinò con voce autoritaria prima di sbattere le mani sul tavolo. Si alzò di scatto e dirigendosi verso una mobilia di vetro, prese una bottiglia di whisky, se la versò in un bicchiere di cristallo e ne bevve un sorso, guardando malvagiamente il suo sicario che era pronto per il suo prossimo incarico.


 
  
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