Sometimes a dream turns
Into a dream
[Shikamaru x Ino]
Remember beauty is
found within
Ricorda la bellezza
si trova dentro*
Il rumore di un
paio di tacchi a spillo vertiginosamente alti appartenenti a un paio di scarpe
candide quanto le pareti dell’ospedale di Konoha, produceva un ticchettio
snervante e continuo, soprattutto a contatto con la pavimentazione piastrellata della struttura.
Solitamente la
proprietaria di quel tipo di calzatura era in grado di percorrere i lunghi ed
apparentemente infiniti corridoi dell’edificio senza sbandare o barcollare.
Ma in quelle
settimane la ventiseienne bionda, primogenita del ninja Inoichi Yamanaka,
aveva dimostrato di
non essere perfetta, come aveva
sempre sostenuto.
Il suo portamento
elegante era stato sostituito da uno goffo e sgraziato, le occhiaie erano
evidenti sul viso pallido e scarno e il ventre tonico e piatto aveva assunto
una curvatura pericolosamente tondeggiante, che faceva capolino su ogni
maglietta aderente che Ino si ostinava
ad indossare.
Stringendo i denti
bianchi e perfetti, la giovane ninja medico si fece forza e proseguì il
percorso fino a raggiungere la propria destinazione.
La stanza 201, dove
alloggiava Kiba Inuzuka.
Appena tornato da
una missione di spionaggio.
“ti è andata bene
questa volta Kiba!” sospirò Ino prima di fare il suo ingresso nella camera. Gli
occhi celesti erano puntati sulla cartella clinica “frattura multipla al
braccio destro, due costole incrinate e un trauma cranico” lesse ad alta voce.
“un paio di graffi insomma” constatò
l’Inuzuka, sorridendo beffardamente.
“esattamente”
rivolgendo uno sguardo scettico al ragazzo, la bionda, si avvicinò al letto
dove riposava e inconsciamente si ritrovò a pensare al ramen. Aveva una voglia
infondata di mangiare chili di ramen.
“ramen” si lasciò sfuggire dalle labbra
sottili e morbide, dipinte di un intenso rosso rubino.
L’attenzione di
Kiba venne catturata da quel borbottio inconsulto, e immediatamente rivolse
alla ragazza un ghigno infimo e una frecciatina malevola “dovresti frenarti
Yamanaka, oppure oltre alla pancia ti crescerà anche il culone” impotente e
indifeso si beccò un ceffone, e la cartella clinica in piena fronte. Oltre una
dose extra di insulti al posto della morfina.
Stizzita non si curò nemmeno di recuperare la
cartella o sedare il dolore di Kiba, uscì dalla porta sbattendo, appositamente,
i tacchi contro le piastrelle verde acqua
“merda, è il quinto
che me lo fa notare oggi”.
Your beauty cascaded on me
In this white night fantasy
La tua bellezza si è
abbattuta su di me
Il questa bianca fantasia della notte**
Il suono stridulo e
acuto del campanello risuonò più volte nell’ingresso ampio e spazioso della
villetta di Ino.
L’autrice di tanto
baccano era la migliore amica della proprietaria di casa Yamanaka, la signora
Sakura Uchiha.
“Ino non voglio
star fuori tutto il giorno, datti una mossa scrofa!” la porta in legno
massiccio venne aperta qualche secondo dopo, la bionda non rispose alla battuta
poco spiritosa dell’amica, preferì lanciarle uno sguardo inacidito e dedicare
una linguaccia assai infantile, prima di farla accomodare all’interno della
casa.
“vattene in sala e
stai buona lì, io preparo il thè” borbottando maledizioni, indirizzate
chiaramente a Sakura, la Yamanaka si diresse verso la cucina “fragola e mango o
gelsomino?” urlò in attesa della solita, monotona risposta “gelsomino, se lo
sai non chiedermelo ogni santa volta!” “ai tuoi ordini fronte spaziosa!”
sussurrò fra sé e sé Ino, roteando gli occhi al soffitto.
Seduta sul divano
verde pallido con decorazioni floreali, Sakura tamburellava le dita sottili
sulle proprie gambe “insomma Ino che ti prende oggi? Non dovevi farmi una
sorpresa per i tre mesi di matrimonio
con Sasuke?” la voce squillante e acuta della signora Uchiha interruppe il
flusso dei pensieri di Ino, riportandola alla realtà.
“ma cosa dovrebbe
fregarmene?” replicò la bionda, serafica e composta.
“dovresti esserne
invidiosa cara la mia single” con
grazia, che non le apparteneva, Sakura portò alle labbra rosee la tazzina di
porcellana ricolma di thè, mascherando così una risatina superba “ti ricordi la
festa di matrimonio? Shikamaru ti ha portata a casa che eri ubriaca persa” l’amica ammiccò in direzione
della bionda, con aria complice “com’è finita poi…Ino?” la domanda, ed il tono
carico di malizia di Sakura fecero riaffiorare in meno di venti secondi i
ricordi della serata trascorsa in casa propria, in compagnia di Shikamaru.
La serata di tre
mesi prima.
“cazzo!” strillò
sconvolta la bionda “Sakura…vattene!” barcollando, Ino si rimise in piedi e
corse verso la porta. Seguita a ruota dall’amica “che succede Ino?”
le nausee
mattutine, l’improvvisa voglia di dolci, ramen o qualsiasi cosa di
commestibile, avrebbe dovuto capirlo prima “niente, mi sento male vattene!”
senza rimorsi, spinse fuori dalla porta Sakura, sbattendogliela in faccia.
“dopo 60 secondi
precisi si potrà sapere l’esito del test, se non appare alcuna linea significa
che il test è negativo, al contrario se appare una linea il test è positivo
alla gravidanza…” le mani sudate tremavano, e il foglietto delle istruzioni era
bagnato. Colpa delle lacrime che Ino non riusciva a fermare. “le probabilità
sono del 99%” inspirò ed espirò più volte, in attesa che quello stramaledetto
minuto si decidesse a passare.
Il test di
gravidanza era in bilico sul bordo del lavandino.
Lo sguardo della
Yamanaka alternava un’occhiata all’orologio e una al test.
“ma perché a me”
mugugnò, osservando la linea che spiccava sullo schermino di plastica.
Chiudendo gli occhi
riportò alla luce ogni singolo errore compiuto tre mesi prima.
Il primo, farsi
accompagnare da Shikamaru, chissà poi se era stata lei a chiederglielo o se si
era offerto lui di controllarla. Non
sarebbe stata la prima volta che le faceva da balia.
Il secondo sbaglio,
aggrapparsi a lui, il terzo cominciare a baciargli il collo, il quarto buttarlo
sul divano, il quinto spogliarlo, e il sesto scoparselo.
Poteva sentire
ancora il suo profumo stordente, quell’acqua di colonia di pessimo gusto, che
non aveva mai sopportato.
Solo perché se la sentiva addosso ogni
singolo istante, anche se Shikamaru non c’era.
Era in grado di
udire chiaramente la sua voce, mentre in preda al piacere le mormorava il suo
nome nell’orecchio.
E poi la sensazione
delle sue braccia, che la stringevano dopo averla avuta. Forse non si trattava di semplice sesso, almeno da parte di Ino.
Per la seconda
volta nell’arco della giornata il suono ridondante del campanello riportò la
bionda alla dolorosa e scomoda realtà
“sarà ancor Sakura…l’ho cacciata via proprio male”
Sospirando si
preparò ad architettare una scusa, e a mostrare un sorriso di circostanza,
falso, come il denaro che Tsunade-baa-chan rifilava di tanto in tanto ai tizi
con cui aveva debiti.
“Sakura scus…” la
frase le morì in gola, e il sorriso venne stroncato sul nascere “Shikamaru…che
vuoi?” il rampollo della famiglia Nara spinse via Ino sgarbatamente, facendosi
spazio nell’ampio ingresso della villetta “mia mamma mi ha cacciato di casa, ti
spiace ospitarmi? I genitori di Choji si sono messi d’accordo coi miei”.
Boccheggiando, Ino
richiuse la porta “ non posso Shikamaru, mi dispiace” secca e diretta gli negò
forzatamente l’alloggio “che?!Vuoi lasciarmi all’aperto??Va bhè almeno fammi
usare un attimo il bagno” senza aspettare una possibile replica, sparì
dall’ingresso lasciando la compagna pietrificata, che ancora aveva la mano
sulla maniglia della porta “il….test”.
Il grido lacerante
che squarciò il silenzio due minuti dopo fece intuire alla ragazza che,
probabilmente, Shikamaru aveva scovato la causa delle sue ansie.
Il ragazzo le si
presentò davanti poco dopo con il test fra le mani, che tremavano come foglie
scosse dal vento “cosa significa?!” sbottò contrito, gli occhi scuri sembrava
che stessero per schizzare fuori dalle orbite “cosa vuoi che significhi
coglione…sono incinta!” sbottò lei di rimando, acida “e quando pensavi di
dirmelo??Alla nascita magari?!” senza rispondere Ino si diresse verso il
salotto, per buttarsi sul divano, preda di un pianto isterico.
“è mio no? Voglio
dire…per quella sera”
“e di chi volevi
che fosse?!” sospirando, Ino si mise a sedere.
“cosa hai
intenzione di fare? Io lo terrò che tu lo voglia o no”.
Seduti da una
ventina di minuti sul divano di casa Yamanaka i due compagni di squadra
fissavano ognuno le proprie mani, a rompere il gelido silenzio che attanagliava
l’atmosfera fu Shikamaru, che repentino frugò nella tasca del giubbotto da
jonin, scovando l’accendino e le sigarette, ne scelse una che strinse fra le
labbra.
Con enorme
disappunto vide il rimedio ad ogni sua preoccupazione e al nervosismo, venirgli
sottratto da un paio di dita lunghe, affusolate e magre “non fumare in casa mia
e del mio bambino!” lo rimproverò,
quasi ringhiando, Ino prima di spezzare in due la sigaretta.
“scusa…non fumerò
mai più in casa del nostro bambino”
puntualizzò lui, fissando in maniera ossessiva il soffitto “pretendo il soffitto della camera del
bimbo dipinto di nuvole…futura signora Nara”
In the end
I will always love you
Alla fine
Io ti amerò per sempre***
Note
Finali:
·
*Frase
presa da Beauty and the beast-Nightwish (voleva risultare lievemente ironica
nei confronti di Ino, che ingrassa ha le occhiaie eccetera XD)
- **Frase presa da Ever Dream-Nightwish
- ***Frase presa da The poet and the
pendulum-Nightwish
Questo era il mio piccolo tribute allo Shikaino’s
day, in realtà io non sono soddisfatta, il finale mi sembra troppo scialbo.
Ma quando mai sono soddisfatta io? Spero
comunque che piaccia ai fans Shikaino!
La dedico a Mimi18, lei dovrebbe sapere perché
XD
Thank
you Micchan! Hope U like it!!! Ah mi raccomando voi lettori sfaticati, commentate!
(non chidete nulla riguardo agli
aggiornamenti,sapete come sono fatta!!!)
BYE Saku *chu*