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Autore: roby_lia    16/04/2014    5 recensioni
Molto pre-Thor quanto pre-slash, i due fratelli sono ancora ragazzi e Thor deve ancora imparare che la camera di Loki è zona off-limits per il suo stesso bene.
E tocca a Loki sistemare i disastri che combina
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“Volevo chiederti se hai la vaga idea di dove potrebbe essere tuo fratello, Loki”
L’altro alzò un sopracciglio, con fare esplicito “No, perché dovrei saperlo?”
Non era una bugia.
Non del tutto almeno.
No… insomma, Thor aveva solo bofonchiato vagamente che voleva parlargli, ma dopo si erano messi a litigare come loro solito e non ne aveva più parlato.
A Thor non era mica venuto in mente di aspettarlo nella sua camera vero? Non aveva passato ore e ore nella sua disordinatissima e pericolosa stanza, con tutti i mezzi incantesimi che la infestavano, vero? Vero?!
“Ne sei certo?” insistette il padre degli dei.
“Assolutamente” ribattè il moro, cercando d’ignorare lo spiacevole groppo che aveva in gola. Quella discussione non stava andando per niente bene.
Odino lo guardò ancora per un momento, prima di spostarsi e lasciare libera la visione del trono.
Trono occupato da un bimbo biondo avvolto da un mantello rosso.
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Primo giorno

Loki camminava svelto per i corridoi del palazzo reale di Asgard.
Era irritato, si vedeva distintamente mentre si sistemava la casacca nera che aveva addosso.
Il fatto era che odiava essere interrotto quando studiava. Questo voleva dire praticamente sempre, sì.
Prese un altro respiro profondo, prima d’incamminarsi con passo controllato nella sala del trono, occupata solo da Odino in quel momento.
“Mi avete fatto chiamare Padre?” domandò il figlio cadetto, fermandosi ai piedi della scalinata del trono.
Odino lo fissò in silenzio per un lungo istante.
“Volevo chiederti se hai la vaga idea di dove potrebbe essere tuo fratello, Loki”
L’altro alzò un sopracciglio, con fare esplicito “No, perché dovrei saperlo?”
Non era una bugia.
Non del tutto almeno.
No… insomma, Thor aveva solo bofonchiato vagamente che voleva parlargli, ma dopo si erano messi a litigare come loro solito e non ne aveva più parlato.
A Thor non era mica venuto in mente di aspettarlo nella sua camera vero? Non aveva passato ore e ore nella sua disordinatissima e pericolosa stanza, con tutti i mezzi incantesimi che la infestavano, vero? Vero?!
 “Ne sei certo?” insistette il padre degli dei.
“Assolutamente” ribattè il moro, cercando d’ignorare lo spiacevole groppo che aveva in gola. Quella discussione non stava andando per niente bene.
Odino lo guardò ancora per un momento, prima di spostarsi e lasciare libera la visione del trono.
Trono occupato da un bimbo biondo avvolto da un mantello rosso.
“è stato trovato che vagava per i corridoi- raccontò Odino, mentre l’altro non riusciva a distogliere lo sguardo dal marmocchio- e i vestiti di Thor formavano una scia fino alla tua stanza”
“Mio non è, Padre” riuscì a dire, proprio prima che il bimbo lo notasse e smettesse di giocare con il mantello rosso per alzare le braccine verso di lui chiamandolo rumorosamente “Ki!! Ki!!”
“Dicevi Loki?”
“…Non è colpa mia! Thor sa di non dover entrare nelle mie stanze e tanto meno di toccare le mie cose. Non puoi dare la colpa a me se è così stupido da non farlo!”
“Se tu ti dedicassi ad attività più degne del tuo rango non avremmo di questi problemi”
Loki abbassò lo sguardo, nascondendo la rabbia dietro i denti serrati e i pugni chiusi.
Chissà come mai Odino aveva un gusto particolare per rinfacciargli quanto disprezzasse ciò in qui lui eccelleva già al di sopra della maggior parte dei maghi di Asgard.
“Se Thor non fosse un emerito imbecille quando ci si mette, i problemi diminuirebbero drasticamente in tutta Asgard” ribattè senza riuscire a trattenersi.
“Basta!- ringhiò il dio, stringendo la presa attorno al proprio scettro- tu sistemerai ciò che è accaduto, in un modo o nell’altro. Da adesso ti prenderai cura di tuo fratello e sarai il responsabile delle sue azioni”
“Ma-“
“Sono stato chiaro?” lo interruppe senza ascoltarlo.
Un muscolo guizzò sulla guancia di Loki, quando il principe serrò le labbra “Sì padre” mormorò cupamente, senza incontrare lo sguardo dell’altro.
 
“Stupido, stupido e stupido! Ma come diavolo fai ad essere così idiota, mi chiedo! E come diamine facciamo ad essere fratelli per di più! Sei più scemo di un pentapalmo!!”
Il bambino continuò a guardarlo, sbattendo gli occhi e senza dar il minimo segno di turbamento.
“Ki?” anzi lo chiamò curiosamente, per essere ripreso in braccio.
Il moro lanciò un altro grido esasperato, sedendosi sul lato opposto del letto mentre si stringeva con forza i capelli.
Thor gattonò sul letto, incurante delle carte che lo occupavano.
“Ki!” lo chiamò di nuovo, stringendosi al suo fianco.
Loki sbuffò, decidendosi a degnarlo di uno sguardo “Che vuoi, si può sapere?”
Thor si limitò a sorridere, lo stesso identico sorriso che aveva con una decina di secoli in più. Thor restava sempre Thor dopotutto.
Arrendendosi, il moro gli passò una mano tra i capelli “Vediamo se riesco a sistemare il casino che, come al solito, tu hai combinato”
Prima che potesse fare qualsiasi cosa, un bussare deciso anticipò l’entrata di sua madre.
“Ma allora è vero” sorrise la dea, avvicinandosi al letto.
Loki sospirò “Sì, stavo giusto iniziando a cercare una soluzione”
“Oh bhe, allora non abbiamo da sperare che funzioni. Spero proprio che non ci tocchi affrontare un’altra sua adolescenza. Tu ne sei appena uscito, non ho voglia di doverci ripassare con Thor”
“Madre!” protestò.
“Cosa? Non mi dirai che l’odio profondo per le forbici che hai provato negli ultimi anni ti è passato così all’improvviso”
“Non capisco perché vi lamentate solo di me. Anche Thor ha i capelli lunghi... o meglio, aveva…avrà…”
Frigga scosse la testa sorridendo “Non importa. Su, datti da fare e trova una soluzione, se ci tieni a vederlo tornare in sé”
“Ma tu non protesti…”
“Assolutamente no. È già tanto se me ne occupo ora”
“Ma Madre, non è stata colpa mia!”
“Dovrai porvi rimedio lo stesso temo
Il principe bofonchiò tra sé e sé qualcosa che sembrava vagamente un “Cos’ho fatto per meritarmi un fratello del genere”
 
Qualche ora e alambicchi esplosi dopo, Loki è quasi certo di essere arrivato alla fine delle sue fatiche.
Ora gliene resta solo una da affrontare. Peccato che risulti astiosi di quanto aveva previsto (sperato, sarebbe più giusto dire)
“Thor da bravo, di ahhhh”
Dieci minuti dopo Frigga, andata a darli la buonanotte, li trovò ancora nel bel mezzo dello scontro.
“Loki!!” lo richiamò arrabbiata, portandosi le mani ai fianchi.
Il ragazzo sbuffò, smettendo di tentare di strozzare il fratellino “Cosa c’è adesso? Sono riuscito a trovare una soluzione, non è colpa mia se non la vuole prendere”
“Sì, ma stai parlando di un bambino, Loki. Non puoi comportarti così”
L’interessato alzò gli occhi al cielo, trattenendo l’ennesimo sbuffo “Ma madre-“
“Nessun ma. Adesso siediti e prendi in braccio Thor, ti insegno come si fa”
Loki sentì l’impulso di protestare, ma l’occhiata di avvertimento che sua madre gli rivolse lo fece desistere.
Sospirando melodrammatico, si sedette sul suo letto, lasciando che il fratellino gli si arrampicasse addosso.
“Ecco, ora faglielo bere con calma, non forzarlo troppo o lo farai solo agitare”
Cercando di trattenersi dal digrignare i denti per l’irritazione, Loki obbedì osservando immusonito come Thor era fin troppo volenteroso nell’obbedire, almeno finchè loro madre era a portata d’orecchio.
 “Vedi? Non era poi così difficile”
“Certo madre” sbuffò abbattuto, mentre Thor, finita la pozione, sbadigliò per poi rannicchiarsi meglio sul suo petto.
“Bene, ora non ci resta che attendere e vedere se tutte quelle ore che passi sui libri sono state utili o solo uno spreco”
“Dovrebbe ridurre l’effetto perlomeno. Non sapendo esattamente cosa ha toccato nella mia stanza ho dovuto fare qualcosa di generico” spiegò il principe, indicando tutte le altre e varie provette e alambicchi che occupavano la camera.
La regina sorrise improvvisamente, in quel modo che sia Loki che Thor avevano imparato a temere fin da bambini.
“A questo proposito, hai per caso intenzione di dare una sistemata a tutto questo o devo aspettarmi che prima o poi tuo fratello diventi una leggiadra fanciulla solo per aver messo piede nella tua stanza?”
Loki roteò gli occhi “Se Thor mi ascoltasse quando parlo”
“Se tu mettessi apposto le tue stanze ogni tanto” sostenne la sua tesi la dea.
Il ragazzo s’imbronciò “Io mi capisco benissimo nel mio disordine, non vedo cosa debba interessare ad altri in che stato sono le mie camere”
Frigga alzò un sopracciglio.
“… e va bene! Vedrò di mettere un po’ d’ordine” si arrese suo figlio, abbassando le spalle, sconfitto definitivamente.
“Perfetto- sorrise amabilmente lei, vittoriosa- e vedi di non far cadere tuo fratello dal letto questa notte” gli ricordò, uscendo dalla camera.
Loki, ancora immusonito riportò lo sguardo sul fratellino, orami beatamente addormentato ed intento a sbavare sul suo cuscino.
“Ma che gioia” borbottò, per poi cercare di capirci qualcosa in quel casino di stanza che aveva.
 
Thor si risvegliò solo qualche ora dopo, ancora nella stanza del fratello.
“Loki?” chiamò, passandosi una mano sugli occhi, ancora assonato.
“Finalmente hai imparato a dirlo giusto il mio nome” rispose l’interessato, ancora seduto alla scrivania (ancora ingombrata di cose) intento a leggere.
Il bambino scalciò, liberandosi dalle coperte per correre dall’altro che, sbuffando lo fece salire sulle proprie ginocchia.
Thor sbadigliò, passandosi i pugni sugli occhi e tornò beatamente nel mondo dei sogni, facendo sospirare il fratello.
Loki si mise a fissarlo corrucciato per poi arrendersi e, messosi più comodamente, lasciò che Thor gli dormisse beatamente addosso.


 
  
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