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Autore: Arain    16/04/2014    4 recensioni
Dal testo:
“Osservi, ancora incredulo, la persona in piedi davanti a te. Cercando di non farti notare ti dai un pizzicotto sul braccio, solo per essere sicuro che non si tratti di un sogno. O di un incubo.
No, sei decisamente sveglio.
-Merlino...-
Non è il solito tono con cui ti rivolgi al tuo servo. Non è quel misto di irritazione, impazienza e ironia con cui lo chiami se hai bisogno di lui. Non è lo scatto nervoso che ti esce dalle labbra quando ne combina una delle sue. Non è la voce sincera e seria che usi nei momenti di profondo cameratismo in cui a volte lo coinvolgi.”
Come secondo me Merlino dovrebbe rivelare il suo segreto ad Artù. Merthur. Dal punto di vista di Artù.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Spero di non aver combinato pasticci con i caratteri e le reazioni di Artù e di Merlino. Se così mi scuso in anticipo. Buona lettura!

 

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Osservi, ancora incredulo, la persona in piedi davanti a te. Cercando di non farti notare ti dai un pizzicotto sul braccio, solo per essere sicuro che non si tratti di un sogno. O di un incubo.

No, sei decisamente sveglio.

-Merlino...-

Non è il solito tono con cui ti rivolgi al tuo servo. Non è quel misto di irritazione, impazienza e ironia con cui lo chiami se hai bisogno di lui. Non è lo scatto nervoso che ti esce dalle labbra quando ne combina una delle sue. Non è la voce sincera e seria che usi nei momenti di profondo cameratismo in cui a volte lo coinvolgi.

È quasi un sussurro, o per meglio dire una preghiera, intrisa di delusione e... dolore. La sofferenza di un animale ferito, che ha capito che non riuscirà più a correre come prima, che non uscirà incolume dalla trappola, se sopravvivrà al tormento.

Lui ti lancia uno sguardo rapido e abbassa subito la testa, ma tu sei riuscito a vedere che quegli occhi sono lo specchio delle emozioni nei tuoi, eccetto per il velo di senso di colpa che li riveste. Sa di meritarsi tutto ciò che gli dirai. Però sa anche di avere avuto le sue buone ragioni, e te lo fa capire con un secondo sguardo, più lungo del primo, quasi come fosse un moto di orgoglio. Sono umidi, i suoi occhi. E con tuo grande disappunto ti rendi conto che anche i tuoi hanno cominciato a pizzicare. Chiudi le palpebre e sospiri, tentando di ricacciare indietro le lacrime, e incredibilmente ci riesci. Per ora.

-Merlino...-

Tenti nuovamente di iniziare un discorso di senso compiuto. Inutilmente.

Lui adesso ti osserva apertamente, attendendo in silenzio le tue parole, e la prima lacrima comincia a scorrere sul suo viso. Non sembra farci caso. I suoi occhi ti fissano e dicono “Lo so cosa vuoi, cosa mi devi dire, so che mi merito tutto quello che potrai farmi, quello che dovrai farmi. Lo so. Mi dispiace, tanto, ma non potevo agire diversamente.”

Continua a guardarti, senza più traccia di sfida nello sguardo, solo dolore e... rassegnazione.

Il tuo cuore perde un battito.

Si sono spenti all'improvviso, i suoi occhi, forse perché le tue parole si stanno facendo attendere troppo, e questo ti provoca un brivido gelido lungo la schiena. Non li hai mai visti così. Nemmeno tutte le volte in cui l'hai trascinato in una pericolosa e potenzialmente letale impresa, nemmeno nel momento in cui avete visto cadere un vostro caro, nemmeno se voi stessi vi trovavate ad un passo dalla morte. Nemmeno allora quegli occhi così azzurri e intensi avevano smesso di brillare, anzi forse in quei momenti diventavano ancora più luminosi e potevi scorgere in essi l'urgenza di dover fare qualcosa, qualsiasi cosa, per migliorare la situazione, per scamparla, per salvarvi, per salvarti.

Senti ancora quel pizzicore fastidioso vicino alla radice del naso, senti che le tue lacrime non tarderanno molto ad arrivare.

Il tuo cuore nel petto continua a battere, e tu ti chiedi come sia possibile, quando il tuo mondo è stato appena sconvolto e tutte le tue certezze sono cadute come un castello di carte.

La tua fiducia tradita. Il dolore più acuto è questo.

Ti fidavi di lui. Ti sei sempre fidato, fin dal primo giorno, irrazionalmente, istintivamente, ti sei fidato di quel buffo ragazzo tutto ossa, capelli neri e orecchie spropositate; ti sei fidato dal primo istante, anche se non volevi ammetterlo, di quei grandi occhi azzurri, che ti sembravano i soli sinceri in mezzo alla marea di persone false che ti circondano e ti adulano perché sei il figlio del re.

Senza rendertene conto la sua presenza ti è diventata indispensabile. Lui era l'unico che non pretendeva nulla da te, che non si aspettava niente, che ti accettava per come eri, per come sei.

-Merlino...-

Provi per la terza volta con più convinzione. L'amarezza e la rabbia repressa con cui hai pronunciato il suo nome sorprende anche te stesso.

Anche lui sembra essersene accorto, perché dalla sua bocca esce un respiro tremulo. Lo sguardo sempre vuoto. Gli occhi spenti sempre puntati nei tuoi.

-Artù, io...-

Sono le prime parole che gli senti dire da quando è piombato in camera tua per rivelarti il suo segreto. Riesci a percepire dal suo tono neutro che lui non vuole davvero spiegarsi, che lo fa più per abitudine che per reale convinzione. Mentre prima invece...

 

-Artù, devo parlarvi.-

Ti volti stupito, non è da Merlino richiedere la tua attenzione in un modo così formale. Di solito inizia a parlare e basta. Anche troppo e spesso a sproposito, ad essere sinceri.

-Avanti, non fare il timido, sono tutto orecchie.-

Lo dici con una punta di sarcasmo, ma poi ti accorgi che Merlino è serio, mortalmente serio, e ti preoccupi. Lui ha sempre un sorriso così caldo sulle labbra...

-Non... Non è facile ma... Ormai ho deciso e non si torna indietro...-

Più che con te, sembra che stia discutendo con se stesso.

Senti che la sua voce vibra di emozione trattenuta e sei sempre più perplesso, e un po' irritato, a essere onesti.

-Insomma Merlino, che c'è?-

-Ho la magia. Sono uno stregone. E anche piuttosto potente, a dire il vero.-

Il tuo servo accenna un sorriso che sembra più una smorfia, senza riuscire a guardarti negli occhi.

-Non potevo più mentirvi. Siete diventato troppo importante per me, asino che non siete altro. Ma sappiate che ho sempre usato i miei poteri per aiutare voi e Camelot, e che non potrei mai farvi del male. Morirei, per voi. Lo sapete questo, vero?-

Ora ti guarda implorante, con quella smorfia patetica agonizzante sulle labbra, che al protrarsi del tuo silenzio muore definitivamente.

Tu in un primo momento rimani interdetto, pietrificato, ma poi lentamente ti metti a ridere.

-Ah ah ah, bella battuta Merlino, per un attimo ci ero quasi cascato! Dovresti proprio fare il giullare di corte. Devo proporti per questo ruolo a mio padre.-

Ti accorgi che però il tuo servo non sta ridendo. Anzi che è ancora più serio di prima e ora nei suoi occhi scorgi un po' di paura. Non starà mica dicendo sul serio? Pensi.

Lui sembra rendersi conto che tu non gli credi e allora lo fa.

Mentre tu stai ancora decidendo se sbatterlo fuori a calci per lo scherzo di cattivo gusto, se portarlo da Gaius per farlo visitare, o se ignorarlo e basta, Merlino controlla che la porta della tua stanza sia chiusa e dopo aver mormorato qualche parola che non riesci a capire i suoi occhi diventano per un attimo dorati e poi ti mostra una mano, sul cui palmo sta danzando una fiammella arancione.

Sei nuovamente pietrificato. Il tuo servo fa svanire il fuoco e abbassa la sguardo.

Non è possibile...

 

-Artù, non... Ti prego...-

Lo dice con una voce talmente incolore che fatichi ad associarla alla tua idea di Merlino, che comunque è appena stata sconvolta irrimediabilmente.

-Perdonami.-

Non sai cosa rispondere e senti la prima lacrima abbandonare i tuoi occhi, mentre ti accorgi che il viso dell'altro ormai è un fiume in piena.

Ma le tue sono lacrime di rabbia, più che di dolore; le sue non lo sai: sofferenza, senso di colpa, paura?

-Perdonarti? Perdonarti!-

Esclami, la voce che trema un po', ma ben udibile.

-Come? Come hai potuto nascondermi una cosa così... enorme per così tanto tempo? Come hai potuto servire al mio fianco senza mai rivelarmelo? Che razza di persona sei, Merlino? Che razza di... amico sei?-

Man mano che parli senti esplodere tutti i pensieri finora trattenuti nella tua mente.

Gli occhi di Merlino sono ancora spenti, ti guardano incassando tutte queste parole, che sa di meritare.

-Dovrei denunciarti a mio padre, ti rendi conto! Dovrei dirgli che per tutto questo tempo non mi sono mai accorto che il mio servo fosse un mago! Dovrei farti impiccare o bruciare sul rogo per stregoneria!-

Speri che queste parole lo scuotano dallo stato catatonico in cui è caduto, che la paura della morte lo faccia rinvenire, ma niente. Vuoi farlo reagire e spingerlo a darti una spiegazione. Una parte di te spera ancora che tutto questo sia solo un'allucinazione dovuta ad una forte botta in testa.

-Ti ho assunto al mio servizio, ti ho tenuto con me, sei rimasto al mio fianco per così tante avventure. Ti ritenevo una delle poche persone che non avrebbero mai potuto tradirmi, e invece scopro che tu per tutto questo tempo hai tramato alle mie spalle, infrangendo la legge più importante di Camelot! Io mi fidavo di te, Merlino!-

Ti fermi, ansante, a riprendere fiato. Gli stai sputando addosso tutte le tue frustrazioni, tutta la tua ira. Finora ha incassato, ma adesso vedi che i suoi occhi sono tornati a brillare, di rabbia.

-Tramare alle vostre spalle? Tradirvi? Ma se da quando vi conosco non ho fatto altro che salvarvi la vita! Non vi siete mai reso conto che tutte le volte in cui vi trovate in pericolo e io sono presente, accade sempre qualcosa per cui in un modo o nell'altro scampate alla morte? Di come all'improvviso cadano rami dal nulla sulla testa degli assalitori, o scoppino incendi nei momenti più opportuni? E non provate nemmeno a pensare che sia facile, cercare di salvare la vostra testa di fagiolo, con tutto l'impegno che ci mettete per rompervela! Non vi ha sfiorato la mente il pensiero che se avessi voluto farvi del male avrei potuto lasciare che quel maledetto pugnale vi trafiggesse, o magari semplicemente non cercare di ostacolare tutti i pazzi che attentano alla vostra vita? O è una riflessione troppo complicata per il vostro cervello da asino?-

Adesso è Merlino a guardarti furente, con il fiato corto e le guance rosse. Tu sei allibito. Mentre il tuo servo parlava la tua mente si è estraniata, tornando indietro nel tempo ad esaminare tutte quelle situazioni in cui ti sei trovato in pericolo e inspiegabilmente è accaduto qualcosa che ti ha permesso di uscirne illeso, o quantomeno vivo e non troppo acciaccato.

Per un attimo ammetti a te stesso che le sue parole hanno un senso.

Solo per un attimo.

-Anche se fosse vero quello che hai detto, e non sto dicendo che lo sia, resta comunque il fatto che mi hai mentito. E che la magia è malvagia.-

Sembra che tu invece di parlare abbia tirato una secchiata d'acqua fredda addosso a Merlino, perché lui ora ti sta guardando ferito. Per un attimo hai paura che i suoi occhi scivolino nuovamente nell'oblio.

-La magia non è malvagia. Sono le persone ad essere malvagie. Come la spada, che a seconda della persona che la brandisce può essere usata per difendere degli oppressi o per uccidere degli innocenti, così la magia assume le caratteristiche della persona che la utilizza. Sono gli uomini, sempre e solo gli uomini che hanno reso la magia una minaccia. Io ci sono nato, con la magia. Non ho scelto io di poterla usare. È parte di me, anzi, senza di essa non sopravviverei. -

Ti perdi a guardare gli occhi infervorati del tuo servo. Sembra che stia parlando di una cara amica che conosce da sempre. Probabilmente è davvero così.

-Mio padre ha sempre detto che....-

-Come potete ritenere un bambino appena nato malvagio! Vostro padre non conosce la magia! Ha visto solo il suo lato peggiore! Il dolore lo ha distrutto e ha fomentato il suo odio, rendendolo incapace di riconoscere la realtà!-

Artù si avvinò a Merlino, che a sua volta nella foga della discussione aveva fatto qualche passo verso di lui.

-Non osare parlare così di mio padre! Lui ha sempre agito per il bene di Camelot. E resta comunque il fatto che mi hai mentito! Hai tradito la mia fiducia!-

Ora lui ti sorride amaramente.

-Davvero, Artù, davvero non riuscite a intuire da solo il perché? Con la legge vigente e tutto il resto? Dopo aver avuto questa discussione? Ho avuto paura, lo ammetto. Inoltre sarebbe stato da stupidi. Perché rischiare la mia vita quando rimanendo in silenzio ho potuto compiere il mio des... il mio dovere di servo?-

Se te lo chiedessero lo negheresti fino alla morte ma le parole di Merlino ti fanno riflettere. Effettivamente, se lui facesse parte di un diabolico piano per impossessarsi di Camelot, perché farsi bistrattare così a lungo rimanendo un tuo servitore? Perché cercare di aiutarti e di salvarti la vita? E se è vero ciò ce ti ha detto riguardo al numero di volte in cui ti ha evitato una morte certa, davvero la magia è malvagia come tuo padre ti ha sempre detto?

-E tutte quelle persone dotate di poteri magici che hanno attentato alla mia vita e a quella di mio padre? Non ho mai conosciuto qualcuno che usasse la magia a fin di bene.-

Eccetto te, forse, Merlino.

-Ehm, forse perché tutte quelle persone stavano cercando di vendicarsi per un torto subito, e quindi hanno usato ogni mezzo a loro disposizione per riuscire nel loro intento? D'altro canto come avreste voi potuto vedere una persona usare la magia positivamente, quando vostro padre non permette a nessuno di praticarla?-

Le risposte di Merlino ti stanno lasciando senza argomenti con cui controbattere. La logica e la sincerità delle sue affermazioni ti colpisce come un pugno allo stomaco, facendo traballare anche quelle poche certezze che ti sono rimaste.

Nella confusione in cui ti trovi ti viene in mente che non hai ancora posto a Merlino una domanda, forse quella più importante di tutte.

-Perché?-

La tua voce ora è forse più tesa di prima, e nell'ansia di conoscere la risposta ti sporgi ancora di più verso il tuo servo.

Perché sono così nervoso? Dovrei essere furioso, deluso, inflessibile.

Il mago - già, ora devi cominciare a misurarti con il fatto che Merlino, l'idiota, è uno stregone – ti guarda confuso, colto alla sprovvista sia dal tono della tua voce che dalla richiesta della domanda.

-Cosa perché?-

Per un attimo vorresti lasciar perdere, e continuare a vomitargli addosso la tua frustrazione.

-Perché hai deciso di dirmelo?-

Ti ritrovi a pensare che in fondo sarebbe anche potuto restare in silenzio, tanto tu non avevi capito nulla... Sarebbe stato decisamente meglio...

Dal suo sguardo spaurito capisci che è questa, forse, la domanda che temeva di più.

-Perché io... cioè voi... io non...-

Arrossisce fino alla punta delle sue grandi orecchie e scuote la testa.

-Che cosa importa ormai? Portatemi da vostro padre.-

Ti si avvicina ancora e solleva le mani fino al tuo petto, tenendo le braccia vicine come a suggerirti di legargliele.

Tu gli afferri le mani, e senti che sono gelide.

Lui ha abbassato lo sguardo e attende probabilmente di sentire una corda intorno ai polsi, ma tu lo cogli di sorpresa tirandolo verso di te e facendo in modo che i vostri nasi arrivino quasi a sfiorarsi.

-Perché me l'hai detto?-

Sussurri, costringendolo ad alzare i suoi occhi occhi, che si incatenano ai tuoi, come un angolo di cielo terso che si riflette su un lago cristallino.

Lo vedi che cerca di distogliere lo sguardo e di allontanarsi da te, ma tu lo tieni stretto.

-Merlino, è un ordine. Perché me l'hai detto? Sai benissimo che non sospettavo nulla. Avresti potuto lasciare le cose come stavano...-

I suoi occhi ti ricordano quelli degli animali in trappola, senza via di fuga. Senti che il suo respiro sta accelerando, e puoi scommettere che anche il suo cuore sta volando.

Lo puoi quasi percepire battere all'unisono con il tuo.

-Non... non riuscivo più a sopportare il peso... del senso di colpa...-

Sussurra. Se non foste così vicini difficilmente l'avresti udito.

I suoi occhi però cercano ancora di liberarsi dal tuo sguardo, e capisci che questa è solo una parte di verità.

-Merlino...-

Ecco. Questo è il tono. Quello che usi per chiamarlo quando non hai veramente un valido motivo, ma vuoi semplicemente vederlo e ascoltare i suoi teneri sproloqui.

Dal modo in cui ti fissa ora capisci che anche lui ha riconosciuto la tua intonazione, e potresti giurare che le sue labbra stanno trattenendo a stento un sorriso.

Anche i suoi occhi si posano sulla tua di bocca e ti accorgi che anche tu stai contraccambiando il sorriso.

Prima che tu te ne possa rendere conto hai annullato la distanza tra voi per unire i vostri sorrisi. Poggi le tue labbra su quelle di merlino e le baci con bramosia. Per un attimo senti che Merlino si irrigidisce, ma subito stacca le mani dalle tue per passartele dietro la nuca e avvicinarti di più a sé, ricambiando il bacio con altrettanta passione. Tu gli cingi i fianchi con le braccia, come fosse la cosa più naturale del mondo. Le sue labbra si schiudono e tu approfondisci il bacio, percependo il suo sapore sulla lingua. Entrambi avete chiuso gli occhi, vi siete persi l'uno nelle braccia dell'altro.

Ricordi vagamente che dovresti essere arrabbiato con lui, che dovresti odiarlo perfino, ma in questo momento riesci a pensare solo alla morbidezza della sua bocca sulla tua, al calore delle sue mani tra i tuoi capelli capelli e del suo corpo tra le tue braccia.

Dopo un tempo che ti pare interminabile e troppo breve allo stesso tempo vi staccate, ansanti, ma questa volta non per la rabbia.

Vi fissate, ancora abbracciati, e tu vedi nei suoi occhi, dopo una iniziale euforia, una dolcezza infinita.

-Questo, questo è il motivo per cui ho deciso di dirvelo. Voi siete il mio destino, noi siamo le due facce di una stessa medaglia. All'inizio vi reputavo solo un asino arrogante, ma conoscendovi ho capito che in voi c'è molto di più. Che avete un cuore nobile e siete sempre disposto a mettervi in gioco per le persone che amate, per il vostro popolo, o semplicemente perché siete convinto che sia la cosa giusta da fare. Dapprima ho imparato a rispettarvi e a stimarvi. Poi ho iniziato a considerarvi come un amico. Ed infine, ho capito... ho capito di amarvi. Per questo non potevo più vivere con il peso del mio segreto sulla coscienza, con il senso di colpa per il fatto che mentivo alla persona più importante per me. Ho la magia. E vi amo, Artù.-

Non riesci più a sostenere questo suo sguardo intenso e abbassi gli occhi, ma continui a tenere le tue braccia intorno ai suoi fianchi.

Ti ha detto di essere uno stregone, e fino a poco tempo fa saresti stato pronto a condannarlo. Ma sai che ora non puoi. Non riesci nemmeno a ritrovare la rabbia di poco prima. Ti accorgi – ma dentro di te lo avevi già intuito – che non avresti mai potuto evitare di innamorarti di Merlino, non dopo averlo conosciuto. E per questo ora non puoi odiarlo per non averti parlato prima. Forse ancora per un po' sarai diffidente riguardo alla magia, ma se il tuo servo la usa, allora così malvagia non potrà essere. Ma al momento questa questione sembra essere passata in secondo piano.

Sollevi gli occhi e incontri nuovamente quelli di lui, che non si sono mai staccati da te, ansiosi, in attesa di conoscere la tua reazione.

-Uhm, Merlino, sei tu quello bravo con le parole; io preferisco la spada ai discorsi, lo sai.-

Posi di nuovo le tue labbra sulle sue, questa volta con estrema dolcezza.

Vi staccate di nuovo, restando con le fronti vicine.

-Ah, un'altra cosa, Merlino.-

-Sono tutto orecchie, sire. Parlate pure.-

Ti avvicini nuovamente alla sua bocca, gli occhi fissi nei suoi.

-Smettila di rivolgerti a me dandomi del voi.-

E ti impossessi ancora una volta delle sue labbra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell'autrice.

Non riesco a credere di averlo fatto. Ho scritto la mia prima vera Merthur! Lacrime di commozione rigano il mio viso! Ok ora sono seria. Essendo la prima storia in cui faccio, ehm, “interagire” Artù e Merlino sono aperta a tutte le critiche del caso. Io mi sono divertita a scriverla, quindi spero tanto che vi sia piaciuta! Ringrazio tutti quelli che leggeranno, recensiranno, si addormenteranno sul computer per la noia...

P.S. Daiii lasciami una recensioneee, lo so che vuoi farloooo.

Ok dopo questo mi ritiro.

Un bacio!

P.P.S. Se seguite la mia long “Anche i maghi possono innamorarsi” spero di poter aggiornare a breve, ma non prometto nulla di sicuro!

   
 
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