IL PRIMO GIORNO
Il suono della lametta che cade a terra mi fa capire che avrei fatto una cavolata. Mi chiamo Hanna Smith sono una ballerina e voglio passare l'audizione per andare a studiare danza a tempo pieno alla Royal Ballet di Londra. Mi guardo le braccia e mi dico di non fare la stupida, sono una ballerina non posso tagliarmi. Domani sarà il primo giorno di scuola, ricomincerà l'inferno e mio padre ricomincerà a viaggiare e quindi a lasciarmi sola con la mia matrigna. La odio, aveva preso il posto di mia madre quando lei era morta. Crede di potermi dire quello che devo non devo fare, ma non capisce che non l'ascolterò mai. "Hanna tesoro vieni che la cena è pronta" la sua voce stridula mi distrae dai miei pensieri. Non le rispondo e butto la lametta nel cestino, apro la porta del bagno e mi ritrovo nella mia camera. È piccola con una sola grande finestra che da sulla strada, sotto la finestra c'è il mio letto a una piazza e mezzo, poi la mia scrivania, un armadio e uno specchio. Scendo in sala da pranzo e mi siedo. "Hanna stasera ti ho preparato il tuo piatto preferito, non sei contenta?" Mi tratta come una bambina ma mi sforzo di risponderle gentilmente "Stecy grazie ma non dovevi, dov'è mio padre?" Lei mi guarda con uno sguardo stupito e mi risponde "Come non ti ha scritto un messaggio? È partito questo pomeriggio per la California, aveva affari urgenti. Mi aveva detto che ti avrebbe scritto per avvertirti" qualcosa dentro di me si spezzò "Fa niente, si vede che aveva cose più importanti da fare che gli hanno fatto dimenticare di scrivermi" cerco di far suonare la mia voce normale. Stecy mi guarda con uno sguardo triste, lei mi vuole molto bene e crede che io ne voglia a lei. "Bene che ne dici di mangiare quello che hai preparato?" le chiedo con finta allegria nella voce. Lei si riprende subito e mi serve una bella porzione di spaghetti alla bolognese sul piatto. Mi si è chiuso lo stomaco e non riesci più a mangiare ma per non offenderla prendo comunque qualche boccone. Dopo aver mangiato la aiuto a sparecchiare e vado in camera mia la mia gatta nera è sdraiata sul mio letto. La guardo e comincio a mettere il mio pigiama poi mi metto sotto la mia coperta e la prendo in braccio "Luna, tu sei la mia unica amica vero?" Lei mi guarda con i suoi occhioni e miagola, lo prendo come un sì. Spengo la luce e comincio a singhiozzare nel buio con Luna che fa le fusa per tranquillzarmi finché mi addormento.