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Autore: Eowyn 1    19/04/2014    2 recensioni
L'aria tiepida gli accarezzava leggermente i capelli, muovendoli al ritmo di una danza quasi primitiva che sembrava provenire dalle antiche notti ormai obliate dalla memoria dell'uomo. In lontananza, alcuni alberi scricchiolavano e gemevano sotto le attenzioni di quello strano vento, mentre la notte continuava, lenta, nel suo cammino oscuro lungo le strade del mondo, nascondendo agli uomini il suo volto e il loro destino.
Chi era? E da dove veniva?
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James 'Bucky' Barnes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!
Premetto che non conosco la serie a fumetti, le mie conoscenze su Captain America si fermano ai film che ho visto insieme alla mia amica (grande appassionata dei fumetti della Marvel), quindi chiedo scusa per eventuali incongruenze di trama o caratteriali. La mia fanfiction voleva solo essere uno “sfogo”, diciamo così, dopo aver visto il film e dopo aver sofferto per il destino toccato a Bucky. Spero vi piaccia comunque. La storia è ambientata dopo l’incontro tra Bucky e Steve, quando il Soldato d’Inverno inizia a rendersi conto che forse conosce il nemico che gli è stato chiesto di eliminare.
Grazie a chiunque leggerà! Un saluto a tutti!
Eowyn 1

 
 
 
 

THAT STORM INSIDE OF ME

 
 

Era una delle prime notti di primavera, una di quelle notti in cui si aspetta con ansia un po' di tepore per rimanere all'aperto ad osservare il cielo stellato, immersi nei profumi dell'imminente bella stagione. Ma quella notte, come molte altre notti, faceva eccezione. O forse faceva eccezione solo per quella figura nera, immobile e saldamente piantata sulle gambe muscolose che, solitaria, si ergeva contro le nubi scure del cielo.
 
Vi erano poche stelle, e anche le poche che si vedevano occhieggiavano a fatica attraverso le grosse nubi che oscuravano ancora di più il cielo notturno. Solo la luna riusciva a rischiarare, col suo lieve alone argenteo, qualcosa del mondo sottostante dando maggiore risalto al profilo scuro dell'uomo che rimaneva immobile a fissare il cielo.
L'aria tiepida gli accarezzava leggermente i capelli, muovendoli al ritmo di una danza quasi primitiva che sembrava provenire dalle antiche notti ormai obliate dalla memoria dell'uomo. In lontananza, alcuni alberi scricchiolavano e gemevano sotto le attenzioni di quello strano vento, mentre la notte continuava, lenta, nel suo cammino oscuro lungo le strade del mondo, nascondendo agli uomini il suo volto e il loro destino.
 
Chi era? E da dove veniva?
 
Lente e oscure gli risuonavano nella mente queste domande, in un'eco che rimbombava nella sua testa rischiando di farlo impazzire. E il suo respiro aveva ormai preso il ritmo di quel vento che faceva parlare in maniera lugubre il mondo attorno a lui, lasciandogli un solo desiderio: quello di stringersi il capo tra le mani e urlare, con tutto il fiato che aveva in corpo, nella speranza di liberare quel dolore e quello stordimento che sentiva aumentare nel petto. Era come se sentisse crescere in sé come una sorta di pazzia e, nonostante i suoi continui tentativi di respingerla, questa non facesse altro che ignorarlo e insinuarsi sempre più a fondo nel suo cuore.
Doveva fare qualcosa, doveva trovare una soluzione, un modo per evitare che quel sentimento si impossessasse di lui, ma più ci provava e più falliva, e il suo sguardo scuro si allontanava dal mondo, sempre più assente.
Cadde in ginocchio, i pugni stretti e un tumulto di voci e rumori nella sua testa, che crescevano a dismisura, assordandolo. Ma ancora non si arrendeva. Digrignò i denti, e proprio quando il rumore raggiunse il massimo, quando la sua testa pareva sul punto di esplodere dal dolore, ecco un suono, diverso da tutti gli altri. Un suono armonioso, leggero e al contempo deciso e profondo tanto che riuscì a calmare ogni altra voce che gridava nella sua testa.
 
"Steve"
 
Che cos'era quel nome?
Ecco, un'altra domanda gli si affacciava ora alla mente, tranquillizzandolo. Ragionava ancora, non era dunque caduto, per il momento, nella pazzia.
 
"Steve"
 
Ed ora aveva due nomi: "Bucky" che cominciava a suonare come qualcosa di molto famigliare, e "Steve" che, non avrebbe saputo darsi un perché, ma gli trasmetteva un senso di fiducia.
L'uomo si alzò, il viso di nuovo rivolto al cielo. Una lieve brezza che profumava di fiori ora sospirava tranquilla, allontanando le nuvole scure dalla luna argentata.
 
"Bucky"
 
Gli occhi azzurri dell'uomo brillarono di vita, sotto milioni di stelle infuocate.
 
"Steve"
 
Sentì rinascere in sé la speranza.
 
"Bucky e Steve"…
 
Era ora di cominciare a fare delle ricerche.
 
 
 
 
 
 

   
 
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