*Smile*
Shikamaru era sdraiato sul letto a guardare il soffitto,
dalla finestra spalancata entrava una leggera brezza che faceva ondeggiare le
tende.
Aveva tirato un lungo sospiro, poi si era alzato ed era
andato a sedersi sul davanzale.
Dopo una veloce ricerca nel suo giacchetto da jonin, aveva
tirato fuori il pacchetto di sigarette, infilandosene una in bocca, e
l’accendino.
Il piccolo punto di luce rossa spiccava nel buio della
notte, l’unico suono era costituito dal ritmico respiro del ragazzo.
Di colpo, il suo pensiero era tornato a lei.
Non era riuscito a trattenere un sorriso intenerito.
Impossibile negare che, in fondo, quella ragazza gli
piaceva.
E non era nulla di legato all’aspetto estetico.
Certo, le sue curve mozzafiato erano famose ovunque.
Ma non era quello ciò che lo aveva colpito.
No, era il suo carattere.
Quell’arroganza. Quella perenne aria di sfida. Quello
sguardo che comunicava chiaramente la sua consapevolezza di essere superiore.
E, naturalmente, quella sfumatura di vezzosa femminilità,
onnipresente, a caratterizzare ogni suo gesto.
Un insieme esplosivo di energia, determinazione, e classe
inconfondibile.
Così, mentre la sigaretta si consumava tra le sue dita,
Shikamaru rifletteva su quella che ormai, più che una seccatura, era diventata
un’ossessione.
La vedeva ovunque. Ogni piccola cosa gli ricordava lei. A
partire dal negozio con le specialità tipiche di ogni paese, dove restava per
ore a fissare gli scaffali con i prodotti di Suna, fino alle nuvole, che
venivano portate via dal vento.
E così era partita in un’escalation che, da questo semplice
fenomeno, lo aveva portato a lei.
“Ah!” ad un tratto, qualcosa
lo aveva colpito sulla mano, facendogli cadere il mozzicone acceso.
Riuscendo a stento a trattenere un grido per il dolore acuto,
aveva poi osservato il segno sul dorso della mano: largo, circolare, piatto,
gli aveva lasciato qualche residuo di sporcizia.
Shikamaru aveva sorriso con l’aria di chi ha appena
decodificato un crittogramma ed aveva raccolto un ciottolo bianco, che era
atterrato silenziosamente sul suo futon.
“Bene bene…se sei così bravo a calcolare la traiettoria del
sassolino, vediamo se schivi questa…” aveva mormorato tra sé, brandendo
saldamente l’occhiello di un kunai con l’indice ed uno shuriken con l’altra
mano.
Aveva lanciato prima il kunai, poi lo aveva fulmineamente
deviato con lo shuriken ed era rimasto ad aspettare, acquattato vicino alla
finestra.
Vedendo che l’offensiva sembrava essersi placata, si era
tornato a sedere sul davanzale ed aveva acceso un’altra sigaretta.
Ma, al secondo tiro, aveva sentito un fruscio nella stanza.
Si era voltato di scatto, pronto ad attaccare.
“Guarda cosa mi tocca fare per farti smettere di
fumare.”era una voce femminile. Calda e profonda.
E, come per incanto, dall’ombra era uscita proprio lei.
“Ciao, cry-baby.”
Con il suo passo accattivante gli si era avvicinata,
sorridendo.
“Temari, ma come diavolo ti vengono in mente certe trovate?
E io che chissà che mi credevo stesse succedendo!” aveva risposto lui,
evidentemente infastidito.
“Oh, avanti, non mi dici nemmeno quanto ti sono mancata?”
aveva chiesto lei, con tono provocatorio.
“Hmpf…seccatura.” Aveva sentenziato, per poi voltarsi dal
lato opposto e sorridere.
Non
immagini quanto, Temari.
“Che sei venuta a fare?”
“Non ti riguarda.- aveva iniziato a misurare la stanza con
gli occhi, per poi posarli su di lui, che le appariva stranamente affascinante.
-posso dormire qui?”
“Cert…Cosa?!? Dormire qui?!? Ti presenti a casa mia nel
cuore della notte, mi fai pensare ad un’aggressione e poi ti trovo nella mia
stanza senza un reale motivo. Dovresti ringraziare che non ti ho sbattuta fuori
appena ti ho vista.” Aveva concitatamente ribadito Shikamaru, mentre la
ragazza, seduta davanti a lui, rideva compiaciuta dalla sua rabbia.
“Oh, avanti, non ti mangio mica! E io che volevo farti una
sorpresa. Per un attimo avevo creduto che ti avrebbe fatto piacere stare con
una vecchia amica. Beh, se la metti così, io levo il disturbo. Ciao!”
Temari stava per saltare giù, nel giardino.
Si era imposta di non mostrargli il suo disappunto.
Eppure, si sentiva umiliata e contrariata
dall’atteggiamento di lui.
Così, aveva deciso di indugiare qualche attimo.
CI ripenserai, cry-baby…è solo questione di attimi e mi
fermerai…sai che lo vuoi.
E proprio mentre stava per slanciarsi, aveva sentito una
presa attorno al suo piccolo polso stringerla.
“Aspetta, Temari. Puoi restare.”
Si era voltata, fingendosi stupita.
Tutto come avevo immaginato!
“Ne sei sicuro?” aveva chiesto, diffidente, ricevendo per
tutta risposta uno sorriso gentile.
Shikamaru le aveva porto le mani per aiutarla a scendere,
Temari le aveva strette, confidando in lui.
Per poi rischiare di finire lunga per terra.
“Cry-baby, sei un idiota!” aveva tuonato lei, prendendolo
per il bavero.
“Guarda che non è colpa mia se tu sei così pesante.- le
aveva risposto, sarcastico.- Touché.”
“Le mie curve sono sexy,guarda che non è colpa mia se tu
sei così frigido.”
Shikamaru, non sapendo cosa rispondere, si era soffermato a
verificare il particolare “curve-di-Temari”,
che aveva naturalmente già notato, ma sul quale non si era mai realmente
soffermato.
Arrossendo leggermente, si era divincolato dalla sua presa
e si era passato una mano tra i capelli, inspiegabilmente sudato.
“Le hai appena notate?” aveva incalzato lei.
Lui sentiva l’imbarazzo aumentare ad ogni momento. Questa
era Temari: sempre pronta a rigirare il coltello nella piaga, ad indagare sugli
argomenti che più lo mettevano in difficoltà, a fare domande estremamente difficili.
Se le avesse risposto di sì, avrebbe corso il rischio di
passare veramente per un ragazzino.
Se le avesse risposto di no, avrebbe corso il rischio di
passare per un pervertito.
Si trovava in un vicolo cieco: qualunque cosa avesse detto,
avrebbe fatto comunque una figura pessima.
“Non è che le ho appena notate, è solo che preferisco altre
cose di te.”
“Ah, ora mi diventi anche galante! così mi aumentano i
trigliceridi, sai?…se ti devi salvare
la faccia, almeno inventa una bugia migliore.”
E le aveva scorto quel bagliore negli occhi. Irresistibile.
Le aveva preso il mento, tirandola a sé, e le aveva cinto
la vita con l’altro braccio.
“Guarda che dico sul serio.” Aveva sussurrato, beandosi
dell’espressione stupefatta ed estremamente bella di Temari.
E Temari aveva sorriso, soddisfatta, vedendolo proteso
verso di lei con gli occhi chiusi e le labbra semiaperte, in attesa di una sua
mossa.
Aveva riso, divertita dalla dolcezza di quello spettacolo
che solo a lei era concesso assistere.
Shikamaru si era imbronciato per quella risata tanto
indelicata nei suoi confronti.
Lo aveva baciato, silenziosamente, tenera ed incalzante,
sentendone i movimenti impacciati ed insicuri.
“Avanti, non dirmi che era il tuo primo bacio!” aveva
esclamato Temari.
“E invece sì, lo era. Contenta ora?” aveva detto lui,
avvilito.
“Sì!” aveva risposto, felice, abbracciandolo.
Shikamaru non aveva capito del tutto quel gesto, però
l’aveva abbracciata anche lui, di rimando, sentendo il viso di lei adagiarsi
sulla sua spalla.
Erano rimasti in quel modo tutta la notte: Temari si era
accoccolata tra le gambe di Shikamaru, il capo reclinato sul suo petto; lui con
la schiena appoggiata al muro tenendola stretta a sé, quasi per proteggerla.
Quando il sole era sorto, lei era sgusciata via dalle
braccia accoglienti del jonin. Aveva sorriso, prendendosi un ultimo bacio
furtivo dalle labbra, con gli angoli leggermente piegati verso l’alto, di lui.
Ieri sera mi hai chiesto cosa fossi venuta a fare…beh, ora
lo sai. Sono venuta a vederti sorridere.
Gli aveva rivolto un ultimo sguardo, concedendosi
un’espressione intenerita, prima di saltare giù, riprendendo il suo
atteggiamento fiero e orgoglioso di sempre.
“E’ un addio, Temari?”
Si era voltata, stupita di vederlo sveglio.
“Non esistono addii tra noi due, cry-baby. Altrimenti come
farei a salvarti quando sei nei guai?”
Era andata via, con quel maledettissimo sorriso beffardo.
Shikamaru aveva sbuffato, incrociando le braccia dietro la
nuca, gli occhi fissi sulla strada.
“Donne…che incredibili seccature.”aveva sentenziato
sottovoce, prima di mettersi in bocca una sigaretta.
Ma proprio quando stava per accenderla, aveva sentito una
fitta alla mano. Aveva voltato il dorso ed aveva visto un livido circolare.
Hmpf…sei incredibile, lo sai?
Prendendolo come un monito, aveva riposto
la sigaretta nel pacchetto, stupito di sé stesso.
E, senza una spiegazione precisa, Shikamaru aveva sorriso.
.:Spazio Cos:.
Prima Classificata al contest NejiTen-ShikaTem indetto da gaara_4ever
Sono molto fiera di questa fic. Le ho donato anima e corpo,
ed è nata in un brutto momento.
Eppure, ce l’ha fatta.
La amo, è la mia bambina bella!
E la dedico a Ivano Masala.
Lui lo sa perché.
Un Bacio, popolo.
Cos <3