Non
era riuscita a trattenersi, era stato più forte di lei. Ma perché Ryo si
comportava sempre così nei suoi confronti? Cosa aveva meno lei delle altre
donne? E perché lei, che pur sapeva come era fatto, continuava ad amarlo?
Perché non poteva fare a meno di stargli vicino e ogni attimo che gli stava
lontana, per lei era una terribile sofferenza? Kaori alzò lo sguardo e solo
allora si accorse che era davanti a casa. Sorrise amaramente e la sua mente
tornò indietro di otto anni, a quella volta che lo vide per la prima volta,
quando si era travestita da uomo… e poi a poche sere dopo, il giorno del suo
compleanno, quando era tornato a casa con l’anello di Maki e quella valigia che
lei aveva rifiutato e che se forse avesse accettato….
Erano
passati otto anni: otto lunghi anni durante i quali era successo di tutto… si
era innamorata di quell’uomo così strano, diverso dagli altri, ne aveva
scoperto il passato e lo aveva rivissuto con lui quando, mesi prima, Shin
Kaibara si era fatto vivo dopo tanti anni… e poi al matrimonio di Umibozu e
Miki lui l’aveva abbracciato e aveva rivelato a lei e a se stesso di amarla...
Da
quel giorno erano passati tre mesi… tre mesi durante i quali Ryo era tornato ad
essere il solito maniaco, sempre pronto a importunare le clienti o Saeko e le
altre, mentre lei era stata relegata in un angolo buoi del suo cuore e forse si
era persino dimenticato di averle rivelato i suoi sentimenti o forse aveva detto
quella frase solo per convenienza o forse perché "ispirato" dal luogo
o dalle nozze del suo migliore amico… e a giudicare da quello che era successo
quella sera, le sue congetture erano più che fondate.
"Miki,
Miki, vieni qui che facciamo un bel mokkori!!!" aveva esclamato non appena
era entrato nel Cat’s eyes e lei prontamente gli aveva assestato un bel
martellone in testa.
"Brutto
depravato!!" aveva urlato "Quando lo capirai che Miki è felicemente
sposata?"
"Felicemente?"
fece lui massaggiandosi la testa "Come si può essere felici con un gorilla
del genere?" poi assumendo la sua solita faccia da depravato:
"l’unica persona con cui puoi essere felice, sono solo io, mia splendida
Miki!!!" e stava per lanciarsi nuovamente all’attacco, quando un
martellone da 1000t lo fermò.
"Sei
sempre così manesca Kaori!!" aveva esclamato cercando di rialzarsi
"Nessuno potrebbe mai innamorarsi di una ragazza manesca come te!".
La
frase che Ryo aveva lanciato là con tanta leggerezza ebbe l’effetto di uno
schiaffo e lei barcollò, mentre i suoi occhi si riempirono di lacrime. Dunque
era questo quello che lui pensava di lei! che nessuno avrebbe mai potuto amarla
e questo significava che neanche lui era innamorato di lei! E allora perché le
aveva detto il contrario? Perché l’aveva abbracciata con tanto trasporto?
Perché le aveva mentito in quel modo?
Le
sue guance si bagnarono di nuovo di lacrime e corse a rinchiudersi nella sua
stanza. Sola, nella sua camera, diede libero sfogo alle lacrime e senza
accorgersene fu accolta dalle dolci e sicure braccia di Morfeo.
Ryo
si appoggiò alla porta della stanza di Kaori e lentamente si lasciò scivolare
lungo il pavimento. Aveva sentito il suo pianto sommesso, poi sempre più forte,
finché alla fine, affievolirsi nuovamente, fino a cessare del tutto. Ma perché
la faceva soffrire così? Perché le aveva parlato così? Certo aveva voluto
soltanto stuzzicarla, ma era proprio quello il problema: perché continuava a
farlo nonostante le avesse già rivelato i suoi sentimenti? Facendolo era
convinto di aver abbattuto quella barriera che lo inibiva non gli permetteva di
parlarle… dolcemente, così come lei, come ogni ragazza, sognava; invece le cose
erano peggiorate e i suoi "apprezzamenti" erano diventati ancora più
pungenti. Ma perché non riusciva ad esprimere i suoi veri sentimenti? Perché
non faceva altro che dire esattamente il contrario di quel che pensava? Del
resto come poteva pensare di essere diverso? In fondo lui era stato un
mercenario, anzi era stato un miracolo se non era diventato un killer spietato,
dopo quello che aveva visto in America! Anzi era sempre stato convinto che lui
non avrebbe mai potuto amare una donna e non avrebbe mai dato la vita per
qualcuno… e invece… e invece aveva scoperto che anche lui era capace di amare e
con una tale forza che anche lui ne rimaneva spaventato.
Si,
aveva deciso, doveva chiederle scusa… ma perché si riduceva sempre così? Perché
non imparava mai la lezione?
Lentamente
aprì la porta della stanza della ragazza ed entrò. La guardò dormire, gli occhi
ancora bagnati di lacrime. Le asciugò una lacrima solitaria che scendeva lungo
la sua guancia pallida con una tale delicatezza che si stupì di se stesso. Un
vero peccato che sapeva essere dolce con lei SOLO quando dormiva… già, ma così
era tutto più semplice.
"Perdonami"
si trovò inconsciamente a bisbigliare "Perdonami.. se non fosse per me,
non saresti così triste e non piangeresti… ma perché ti ostini a vivere con un
tipo come me? Come fai? Sono otto anni eppure…eppure continui a starmi accanto
e ad occuparti di me, nonostante tutto… ma perchè? Cosa ti do io che ti porta
ad amarmi in questo modo? E chi sono io per accettare un amore come il tuo?
Io.. non posso… non ne sono degno… non potrò mai esserlo!".
Ripensò
a se stesso, al suo passato, a Hideyuki, a Kaibara e alla guerra e a tutto
quello che aveva vissuto. Avrebbe tanto voluto cancellare se stesso e il suo
passato dal mondo, avrebbe tanto voluto non essere mai nato.
"Se
io non fossi mai nato
…
Hideyuki non sarebbe morto così…
…
Kaori non soffrirebbe così…
…
Kaibara non sarebbe morto a causa mia…
…
Saeko e Maki ora sarebbero felici…
…Mick
non avrebbe rischiato di morire per la polvere degli angeli…
…
se io non fossi mai nato nessuno avrebbe sofferto a causa mia…
…soprattutto
tu" si trovò suo malgrado a bisbigliare, perso com’era nei suoi pensieri.
"Ti
sbagli… io soffrirei se tu non fossi qui…."
Ryo
sussultò e solo allora si accorse che Kaori era sveglia e lo stava osservando.
"Kaori…"
Kaori
si alzò e i suoi occhi nocciola fissarono quelli scuri del ragazzo "Non
devi dire mai più una cosa del genere! Se tu non fossi qui Mick e Kazue non si
sarebbero mai conosciuti, Umi avrebbe continuato a fuggire da Miki… senza
contare tutti quei clienti che ti devono la vita!".
Ryo
le sorrise e solo in quel momento si accorse che voleva piangere… sì, piangere,
lasciare che quelle gocce d’acqua salata uscissero dai suoi occhi… Non aveva
mai pianto neanche quando bambino, si era ritrovato solo nella jungla, unico
superstite di un disastro aereo. Sentiva dentro di se il desiderio di diventare
bambino, quel bambino che non era mai stato, vivere quell’infanzia che non gli
era mai stata concessa e che affannosamente cercava nel suo essere allegro e
burlone… per un attimo, solo per un attimo, avrebbe tanto voluto essere cullato
dalle braccia di Kaori e addormentarsi sul suo petto…
Kaori
lo guardò e improvvisamente capì. Non aveva bisogno di parole, bastavano quegli
occhi, occhi di un bambino che si è perso nel labirinto della vita e ha paura
di trovare la strada da solo…"Ryo… non temere… ci sono io con te…"
disse e l’abbracciò.
Rimasero
così per alcuni minuti durante i quali ambedue capirono di essere indivisibili,
perché sapevano capirsi senza parlare e sentire le emozioni e le paure
dell’altro era quello il loro modo di amarsi.
Fu
Ryo il primo a staccarsi da lei "Ho bisogno di te" esclamò alzando il
viso verso quello della ragazza "Ho bisogno di te… del tuo amore, della
tua voglia di vivere, della tua allegria… ho bisogno di te, Kaori
Makimura"
"E
io di te, Ryo Saeba" bisbigliò, mentre le loro labbra si univano in un
tenero bacio.
FINE
NdNaco chan: Questa è la
prima ff che scrivo su CH e francamente sono un po’ nervosa… Come si può notare
non è un affatto pensata, ma mi è uscita di getto.. spero di far meglio la
prossima volta! ^_^
Fatemi comunque sapere cosa
ne pensate, ok? Un mega saluto a tutti!!!!