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Autore: MagnusBane_    21/04/2014    5 recensioni
Hikaru si era sempre intrufolato nel letto del gemello la notte, pensava che questo lo facesse sentire meno solo. Ma un giorno, Kaoru dice che ne è stufo. Ma a quanto pare l'assenza del suo gemello lo porterà a fare degli incubi, e chi lo salverà?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hikaru Hitachiin, Kaoru Hitachiin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Hikaru si era sempre intrufolato nel letto del gemello la notte, non avevano la stanza in comune, eppure da quando erano nati, passavano le loro giornate in quella di Kaoru. Pensava che così riuscisse a farlo sentire meno solo e protetto. 
Ma Kaoru quel giorno gli aveva tassativamente vietato di farlo, dicendo di non essere un cucciolo ferito, ed era alquanto seccante che continuasse a
trattarlo come se avesse bisogno di protezione. 
-Devi smetterla.-aveva detto, e Hikaru si era sentito alquanto turbato.
Aveva provato a dirgli che semplicemente voleva stare con lui, ma, ovviamente, Kaoru non gli aveva creduto. Kaoru non gli credeva mai quando mentiva, sarebbero potuti passare secoli, ma lui non ci sarebbe mai cascato. 

Così, quando arrivò la sera e l'ora di mettersi a letto, Hikaru si diresse esitante verso la camera accanto;
-
Allora...Io vado.-disse Hikaru, sul ciglio della porta. 
Kaoru alzò gli occhi al cielo, sbuffando. -Non stai partendo per la guerra, ci rivedremo domattina.-
-Sicuro che vuoi dormire da solo? Non abbiamo mai passato la notte in stanze diverse.-tentò ancora Hikaru, cercando di trovare un segno di tentennamento negli occhi del fratello. 
-Smettila di fare il melodrammatico. Sarò ancora qui domani.-rispose Kaoru, mettendosi a letto. 
Hikaru sospirò ed uscì dalla camera, spegnendo la luce.


Malgrado la sicurezza dimostrata poco prima, a Kaoru  non andava proprio di dormire da solo, voleva solo dimostrare al fratello che non dipendeva completamente da lui.
Nessuno riusciva a distinguerli, eppure, Hikaru era sempre quello più forte, quello con più spirito di iniziativa, quello che lo proteggeva se qualcuno gli dava fastidio. Hikaru è sempre stato un guerriero. 
Invece Kaoru si limitava ad assecondarlo, con sguardo dolce e gentile. Non si perdeva nemmeno una parola di quel che diceva ed era sempre al suo fianco. 
A luce spentà, però, tutta la sua determinazione andò scemando ed ebbe l'impulso di correre in camera dal fratello.
Eppure, si limitò a maledirsi mentalmente, e a chiudere gli occhi. 

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Hikaru non si sentiva per niente sereno, era la prima volta in quindici anni che dormivano in camere diverse. Poteva sembrare esagerato, anche perché la camera era a poco più di un metro di distanza dal fratello, ma nonostante ciò, sentiva una strana lontananza tra loro.
Improvvisamente, si sentì ridicolo, Kaoru aveva ragione: stava drammatizzando il tutto in maniera imbarazzante.
Anche se, quello che lo rendeva irrequieto era il fatto che il fratello potesse sentirsi solo o abbandonato. Insomma, erano sempre stati loro due contro il mondo e, da quando anche la loro tata si dimostrò una traditrice, avevano sempre contato esclusivamente l'uno sull'altro, e benchè si trattasse semplicemente di dormire separati, la cosa lo infastidiva, poiché non poteva difendere il fratello dalla solitudine. 
Ma, dopo un po', decise di smetterla di farsene un dramma e di cercare di dormire. Cosa che gli riuscì perfettamente dopo appena un paio di minuti.

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-3 a.m.-
Erano le tre del mattino, quando Hikaru si alzò di scatto, svegliato da urla dilanianti.
"Kaoru"pensò subito, scostandosi le coperte dal corpo e correndo nella stanza accanto. 
Le urla erano sempre più strazianti, e, quando Hikaru aprì la porta del gemello, lo trovò sudato e terrorizzato, in un angolino del letto che condividevano sempre, che urlava e scalciava.
Hikaru corse al suo fianco, bloccandogli le gambe per fermare gli spasmi. 
-Kaoru! Shhh...Svegliati, va tutto bene. E' solo un sogno, sei al sicuro. Kaoru,shhhh...Io non permetterei mai che ti facessero del male.-gli sussurrò il fratello, dolcemente. 
Nonostante questo, Kaoru non si calmò, anzi, si divincolò dalla presa del gemello, urlando ancora, con gli occhi chiusi ed il suo subconscio che lo imprigionava in un evidente incubo che non voleva avere fine. 
-Kaoru!-urlò adesso, Hikaru, frustrato. Vedere quella smorfia di dolore sul viso del fratello gli stava spezzando il cuore, si sentiva impotente.
Iniziò a percuoterlo con forza, per strapparlo dalle grinfie di qualsiasi cosa lo stesse tormentando.
-------
Dall'altro lato, invece, Kaoru vedeva solo il vuoto. Si sentiva completamente paralizzato, ed il buio lo stringeva in una morsa ferrea.
Ad un tratto, si sentì precipitare. Ancora e ancora. 
Qualcosa gli graffiava i vestiti, il viso, i fianchi, le braccia. Sentiva fitte in ogni parte del corpo, mentre continuava a cadere. Ancora e ancora.
Qualcosa lo stava afferrando, gli tirava i capelli e lo mordeva.
Lui urlava, cercava di divincolarsi, di opporre una qualche resistenza, ma tutto quello che riusciva a percepire era dolore.
Il tutto, seguito di nuovo dal vuoto più totale. 
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Kaoru si svegliò in una pozza di sudore, con il gemello affianco che lo guardava pieno di preoccupazione.
Si guardò intorno, riconoscendo la sua camera, recentemente dipinta di azzurro, e poi spostando lo sguardo sul fratello, che rilassò il viso, l'ansia che scendeva velocemente. 
L'aveva fatto spaventare, e Hikaru era corso da lui, per calmarlo. Doveva aver urlato molto, ma lui non l'aveva lasciato solo. Gli era debitore, ancora. 
-Hikaru...io...-cercò di dire Kaoru, ma fu interrotto da due braccia che gli saltarono al collo. 
-Stupido! Mi hai fatto preoccupare! Tu...tu..tu soffrivi ed io non potevo fare niente...e non potevo salvarti e....-
Kaoru sorrise, pizzicando il fianco del gemello e stringendolo a se'.
-Mi hai svegliato. Mi hai salvato..tu..tu mi salvi sempre.-
-Sempre. E continuerò a farlo. Adesso fammi un po' di spazio, ragazzino!-disse Hikaru, ridendo e stendendosi al fianco del fratello. 
-Hikaru?-
-Sì?-
-Non voglio più dormire da solo.-
Hikaru sorrise -E chi si muove.-
Detto questo, accolse il fratello tra le braccia e, finalmente, dormirono sereni, perché contavano l'uno sull'altro.
  
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