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Autore: PhoenixQuill    22/04/2014    4 recensioni
Come è nato "FitzSimmons"?
In questa storia, tenterò di dare una spiegazione e... Che dire? Buona lettura!
[pre-serie] [FitzSimmons; accenno leggero leggero di SkyeWard]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jemma Simmons, Leo Fitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                             Nessuna come te



"Fitz e Simmons." 
L'agente Weaver sorrise, ai due nomi appena pronunciati. Per lei, erano gli alunni perfetti. Non avevano nemmeno vent'anni e il loro libretto indicava già dieci esami nell'arco di due soli semestri. 
Fitz, quando sentì il suo nome affianco a quello della ragazzina seduta dietro di lui, fece distendere le sue labbra in un sorriso forzato. Non che Simmons fosse antipatica, come la gran parte delle ragazze dell'Accademia, fiere del loro Q.I. a tre cifre. No, ciò che Fitz non riusciva a concepire era il fatto di dover dividere la gloria con qualcuno. 
"Sei troppo competitivo, nel tuo campo." Lo ammoniva puntualmente sua madre. 
Sempre il migliore della classe, se non proprio della scuola. Il nome di Leopold Fitz era perennemente sulla bocca delle teste pensanti più brillanti del mondo. E ora, questo! Una ragazzina, una biochimica qualunque, arrivata dal nulla, eccelleva proprio come lui!
Simmons, d'altro canto, non ne fu sorpresa. Lei e Fitz erano gli unici ventenni che affrontavano quel corso. Era abbastanza prevedibile che, prima o poi, l'agente Weaver avrebbe voluto testarne le capacità in un progetto doppio. 
"Il vostro compito è quello di creare un nuovo gadget. Tranquilli, questa volta non è per la Operativa." 
Qualche studente sorrise. 
"Dovete creare un gadget che analizzi non solo l'oggetto in questione, ma anche l'ambiente circostante." 
Dagli studenti, si levò un mormorio sempre più acuto e sbigottito. Era quasi impossibile progettare una cosa del genere. 
"Tranquilli, tranquilli." Esclamò la voce rassicurante della loro tutor. "Avrete tre mesi di tempo. Se il progetto avrà, poi, un voto abbastanza alto, potrete saltare l'esame di Meccanica Avanzata." 
Il cuore di Simmons perse un battito. Perdere l'esame di Meccanica Avanzata! Sarebbe stato un sogno e- 
I suoi pensieri vennero interrotti da un libro sbattuto sul suo banco. Fitz, a fine lezione, le si era parato davanti e, secco, disse: "Ci prenderemo un mese per progettare da soli i prototipi. Poi, ci incontreremo e stabiliremo gli ultimi dettagli insieme." 
Neanche il tempo di dire "D'accordo.", che Fitz era sparito dietro la porta dell'aula. 

 
Immersa nell'oscurità della sua stanza, Simmons lavorava al progetto. 
Mancavano solo pochi giorni, prima dell'incontro con Fitz, e non aveva nessuna intenzione di arrivare impreparata. 
Ovviamente, però, chiedere pace era quasi impossibile. Il telefono, come di consueto, a quell'ora, squillò, mostrando sul display il nome "Mamma e papà". 
Jemma prese un gran respiro e abbandonò per un attimo gomma e matita. 
"Mamma! Papà!" Trillò nella cornetta. 
"Questa volta sei fortunata, Jemma cara." Le rispose una voce squillante, dall'altra parte del ricevitore. "La tua cuginetta preferita vuole tanto fare una chiacchierata con te!" 
Simmons sorrise. "Sei l'unica cugina che ho, Joanne." 
"A maggior ragione!" Esclamò lei. "Come va lì, tra i geni? Pensi che riuscirai a completare la specializzazione in... sei mesi?" 1
Simmons si sedette sullo sgabello da lavoro e sospirò. "Ci hanno dato un progetto doppio. Sai, in coppia. E' abbastanza difficile, perché le particelle protomagnetiche-" 2
Joanne, dopo aver sbuffato, lagnò: "Parla in modo che ti capisca!" 
Parla in modo che ti capisca. Quante volte se l'era sentito dire, nella sua vita? 
"Non fa niente. Il mio compagno è abbastanza restio." 
Joanne ghignò e, per non farsi sentire dai suoi zii, bisbigliò: "Una storia d'amore!" 
Lei fece quasi cadere il telefono, a quelle parole. "Ma cosa dici? Una storia d'amore, che stupidaggine!" 
La nottata passò in quel modo, con Joanne che derideva Simmons e Simmons che si copriva il volto, tanto era disperata da quella ragazza. 

 
L'appuntamento al parco dell'Accademia era stato fissato per le cinque di quel pomeriggio. Fitz, come prevedibile, si era presentato con un quarto d'ora d'anticipo e, nel frattempo, controllava gli ultimi appunti del suo progetto. 
L'aria intorno a lui, quella primaverile, gli pizzicava leggermente le orecchie e faceva in modo che il notes su cui lavorava non stesse fermo un minuto. Il sole, poi, aveva deciso che quell'altezza era l'ideale per dargli fastidio e, perché no?, le nuvole potevano stare a casa propria, una volta ogni tanto. 
Il risultato era, quindi, un Fitz alquanto irritato e infastidito. 
"Ciao." Lo interruppe Jemma. 
"Simmons." Fece un cenno con il capo per salutarla. Lei, nel frattempo, si metteva comoda sulla panchina. Notò, Fitz, che usava un notes identico a quello che aveva in mano lui e che gli appunti erano meticolosi e ordinati almeno quanto i suoi. 
Gli erano sempre piaciute le persone meticolose e ordinate. Gli davano un senso di sicurezza, di stabilità, che un quaderno scarabocchiato non gli proponeva. 
"Come va, con il tuo progetto?" 
"Non male." Asserì Fitz, aprendo il suo notes e mostrandole il progetto. "La scala è di 1:10." 
Simmons sfiorò il foglio ruvido su cui era disegnato un enorme microscopio, a cui erano applicate tante di quelle funzioni che, ne era sicura, alla fine sarebbe esploso. 
"Non pensi che sia un po' troppo grande?" 
"Grande?" Fitz osservò attentamente il progetto. 
"Sì, voglio dire... Se deve fare analisi sul campo, deve essere anche in grado di infilarsi nei posti più impensabili." 
Fitz si stupì. Perché non ci aveva pensato? Il prototipo era per delle indagini sul campo, diamine! 
"Non voglio dire che non sia un progetto buono, ma-" 
"No, hai ragione." La bloccò Fitz. "Com'è andata, a te?" 
 Simmons arcuò le sopracciglia e assunse un'espressione abbastanza abbattuta, quando aprì il primo foglio del suo notes. 
"Non bene." 
Il suo progetto era, invece, su una scala 1:1. Ma l'esserino che aveva progettato era troppo piccolo, Fitz ne era sicuro, per contenere tutte le informazioni che lei voleva inserire. 
"E' un po'-" 
"Piccolo, sì." 
Fitz e Simmons rimasero alcuni minuti piegati sui loro progetti, fin quando lei non spezzò il silenzio. 
"Non lo si può fare troppo grande, perché, altrimenti, non avrebbe alcuna utilità sul campo." 
"Né lo si può fare troppo piccolo perché non avrebbe i requisiti richiesti." 
Fitz aprì lo zaino che aveva portato fin lì e disse: "Ho un altro progetto, su un altro notes. Sai, avevo accumulato così tante informazioni che ho dovuto divider-" 
Entrambi sbarrarono gli occhi. 
"Basta dividerli!" Esclamarono, all'unisono. 
"Quante caratteristiche deve avere?" Chiese Simmons, entusiasta. 
"Vediamo, vediamo." Fitz sfogliò velocemente le pagine su cui aveva rimuginato. "Deve analizzare l'oggetto e il campo. Quindi, composizione chimica e biologica." 
"Propongo anche le misure dell'oggetto analizzato." 
"Dell'oggetto analizzato e della stanza. Insieme anche a un rilevatore di radiazioni." 
"Ce ne deve essere uno che analizza gli odori della stanza. E uno che analizzi le traiettorie." 3
Fitz contò, repentino, i prototipi che si erano suggeriti a vicenda. 
"Sette." 
"Ne manca uno che controlli la situazione..."
"...e metta in ordine le funzioni che ci servono. Sette più uno."  
"Come Biancaneve e i Sette Nani." 
Un sorriso si dipinse sulle labbra di entrambi, prima di dire, insieme: "Abbiamo il nome del progetto." 

 
Il laboratorio numero 394 era stato occupato da Fitz e Simmons, ventiquattr'ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Il progetto non era molto complesso, ma i tentativi che facevano, fallivano miseramente le prime volte.
"La terza è sempre quella giusta, no?" 4
E così, al terzo tentativo, il loro drone volava per la stanza, comandato dal tablet di Fitz. 
Di fronte a loro, una lavagna nera descriveva, nei minimi particolari, i D.W.A.R.F.s.
"E' un nome perfetto." 
"Drones Wirelessly Automated to Retrieve Forensics. E li chiameremo proprio come i Sette Nani. Vi presento Cucciolo, Mammolo e Brontolo, per ora." 
Tre piccoli robot si levarono in aria, iniziando ad analizzare le prime cose che si trovassero davanti. 
"Sai, Simmons." La chiamò una volta Fitz, mentre erano in pausa pranzo. "Non ho mai incontrato nessuna come te." 
"Nessuna come me? E' un complimento?" Sorrise Jemma. 
"Non lo so, esattamente. Ma penso di sì." 
Addentò il panino che si era preparato la mattina prima e, un attimo dopo, si ritrovò a tossire, fin quando non riuscì a far uscir fuori dalla sua bocca un chip, finito lì chissà come. 
"Sai, Fitz." Rise lei. "Nemmeno io ho incontrato nessuno come te. E, credimi, neanch'io so se è un complimento." 

 
"Sì, sì, va bene così." L'agente Weaver mandò al posto gli ultimi due studenti. Le avevano portato, come previsto, un enorme disco rotante. Secondo loro, sarebbe stato perfetto per una ricognizione su campo. 
"Sì, un campo da tennis." Disse qualcuno, in fondo alla sala. 
L'agente Weaver fece fatica a trattenere una risata. Aveva ragione. Era troppo grande per una ricognizione su campo. 
I suoi occhi si illuminarono quando vide i prossimi due nomi sulla lista. 
"Fitz e Simmons." 
I due si alzarono in piedi e poggiarono, sul loro banco, una valigia nera che avevano portato con sé. 
"Agente Weaver, le presento i D.W.A.R.F.s." 
"Hey-ho, hey-ho, andiamo a lavorar!" Canticchiò, la solita voce, da dietro. 
"Basta." Ammonì l'agente. 
Leo e Jemma iniziarono a spiegare il loro progetto, completando uno le frasi dell'altra. Lo scherno che si era creato da principio, con quella battuta, si era trasformato in sguardi di ammirazione e di invidia. Tutti pendevano dalle loro labbra. 
"E questo è quanto." Conclusero insieme. 
L'agente Weaver sorrise e, mentre scriveva qualcosa sul suo registro, disse: "Vorrà dire che non farete l'esame di Meccanica Avanzata."
Simmons sbarrò gli occhi, sorpresa e gongolò sul posto, quasi quanto Fitz.
"Complimenti-" 
"FitzSimmons." La voce da dietro la interruppe ancora. 
"Johnson, la caccio dall'Accademia, se non la smette, una buona volta." 
Il ragazzo, dietro, si giustificò, dicendo che gli erano sembrati un'unica persona divisa in due. FitzSimmons, "un genio scisso in due corpi.", concluse teatrale. 

 
"Quindi, vi chiamano tutti FitzSimmons, perché una volta avete fatto una presentazione?" Chiese, incredula, Skye. 
"Oh, non solo quella. Da lì in poi, abbiamo studiato sempre insieme e, ogni volta che ne avevamo l'occasione, partecipavamo ad un doppio, insieme." 
Dal laboratorio, arrivò Fitz, insieme ad alcuni attrezzi da lavoro.
"Eri un po' acidello in Accademia, vero Fitz? Da come me ne hai parlato, Simmons, sembrava una tredicenne con le mestruazioni." 
Fitz fece cadere tutto per terra e boccheggiò un attimo, prima di balbettare qualcosa come: "Io non sembravo una tredicenne con le mestruazioni!"
In quello stesso istante, Ward uscì fuori dalla sua cuccetta, assonnato. Mentre si dirigeva verso il frigo, Skye gli disse: "Hai sentito la storia del nome di FitzSimmons?" 
Ward, con la bocca impastata di sonno, borbottò: "Sanno tutti la storia del nome di FitzSimmons."  
"E, quando sarò un agente vero e proprio..." Skye mimò con le mani una pistola. "Saremo SkyeWard, il duo delle meraviglie." Soffiò sulla canna della pistola finta, guadagnandosi un'occhiataccia da lui. 
"Perché tu hai il nome e io no?" 
"Hai un nome?" Lo derise lei. "E poi, sarebbe orrendo. SkyeGrant o GrantSkye." Fece una smorfia e continuò: "No, meglio SkyeWard." Lui alzò gli occhi al cielo e bofonchiò: "Simmons è stata fortunata. Alla fine, ha trovato qualcuno che la capisse. Io, invece, dovrò avere a che fare con un'incapace per tutto il tempo." 
"Incapace?!" Esclamò Skye, indignata. 
I due cominciarono a punzecchiarsi. Fitz e Simmons si lanciarono un'occhiata d'intesa. 
"Una storia d'amore!" Sussurrarono, all'unisono.    
  
1 - Non penso che Simmons abbia detto alla sua famiglia che lavora allo S.H.I.E.L.D. Se è così, scusate 
2 - Non sono sicura che esistano. 
3 - Nella serie non sono espresse tutte le funzionalità, quindi, alcune sono inventante di sana pianta D:
4 - E' una frase presa dalla puntata in cui Jemma contrae il virus alieno e Fitz la aiuta a creare l'anti-siero (cuori, cuori, cuori!)



-SPAZIO AUTRICE-
Spero che la storia vi sia piaciuta, è la prima volta che mi addentro, come autrice, in questo fandom :/ 
Tanti cuori a chi shippa, come me, FitzSimmons :3 
Un bacio, 
PhoenixQuill
   
 
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