Parole che non si sono detti.










 
“Non avrei mai pensato che fra tutte le persone che sarebbero potute entrare da quella porta nella palestra, lo avresti fatto tu.”

“Tsk. Chi ti aspettai che entrasse a quell’ora, Tetsu?”

“Chiunque ma non tu.”

“Eh?! Vuoi dire che avresti preferito qualcun altro?”

“Non ho detto questo, Aomine-kun.”

“A me sembra proprio di sì.”

“Ho solo detto che se in quella occasione mi avessero detto che ora mi sarei ritrovato a questo punto, non ci avrei mai creduto. E questo lo devo a te, Aomine-kun.”

“Finiscila di sparare stronzate, saresti arrivato fino a qui lo stesso.”

“No, non è vero.”

“Ti dico di sì.”

“No. Se non ci fossi stato sempre tu al mio fianco probabilmente avrei mollato subito tutto. Se non fosse per te, avrei lasciato il basket tempo fa.”

“Io mi sono limitato a dirti che lasciando stare tutto, non avresti mai potuto sapere se ci saresti veramente riuscito. Sei stato tu stesso poi a decidere se continuare o meno.”

“Ma senza le tue parole non ci sarei riuscito.”

“Fidati, ti conosco, te ne saresti tirato fuori comunque.”

“Ma io non mi riferisco solo a quella volta, Aomine-kun. Più volte hai preso le mie difese e mi hai aiutato.”

“Non potevo di certo rimanere a guardare mentre non volevano neppure darti una possibilità. A solo ripensarci, mi fa di nuovo incazzare.”

“Hai rischiato molto, puntando tutto su di me. Avrei potuto deluderti.”

“Stammi bene a sentire, Tetsu. Tu non potrai mai deludermi.”

“Però l’ho fatto.”

“Che?”

“Avrei dovuto dirti qualcosa quella volta, sotto la pioggia, vicino al fiume... avrei dovuto provare a convincerti di venire agli allenamenti invece che andarmene. Avrei dovuto aiutarti, come tu avevi fatto con me.”

“…”

“Magari adesso non ci troveremmo in questa situazione...”

“Non avresti potuto fare niente, Tetsu. Sarebbe successo questo in un modo o nell’altro.”

“Forse hai ragione... ma avrei potuto almeno provarci. Ti avrei detto che lasciando stare tutto non avresti mai potuto sapere se ti fossi sbagliato quella volta.”

“Le tue sarebbero state parole sprecate. Chi cade deve avere la forza di rialzarsi in piedi da solo.”

“Avrei potuto almeno porgerti una mano…”

“…”

“Ho avuto paura di te, Aomine-kun. Ho avuto paura che la persona che mi era davanti fosse qualcun altro, che la persona che conoscevo non ci fosse più.”

“E avresti avuto ragione, non sono più quello di una volta.”

“Ed è qui che sbagli, Aomine-kun. Tu sei sempre lo stesso... Per questo, grazie per tutto quello che hai fatto per me.”

Rimasero fermi, uno di fronte all’altro, a guardarsi negli occhi senza dirsi niente. Era sempre stato così per loro, non c’erano bisogno di parlare per capirsi a vicenda, bastava uno sguardo per dire tutto quello che non avevano mai avuto il coraggio di dirsi.

Aomine sospirò – E va bene, ma questa sarà l’ultima volta.- disse allungando il braccio – La prossima volta vincerò io.- concluse con l’appoggiare il suo pugno contro quello dell’ex-compagno di squadra, non staccando mai il contatto visivo tra di loro.

– Sì.- rispose Kuroko soddisfatto, sicuro che in quel momento entrambi stessero sorridendo dentro.

“Sono felice che tu abbia varcato quella porta, Aomine-kun.”

“Tsk. Finiscila di dire cavolate, Tetsu.”