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Autore: DancingFlame    17/07/2008    2 recensioni
cosa succede quando l'acqua s'innamora del fuoco, ma non è ricambiata? potrebbe arrabbiarsi assai...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio da Crepuscopoli fino al castello era ancora lungo. Larx era con gli occhi fissi sulla strada, Roxas col suo stupido videogioco da quindicenne, Axel intento a sbavare dietro alla sua tipa. Naturalmente lei, perfida come sempre si faceva desiderare. Mentre io… io naturalmente ero intento a sbavare dietro ad Axel. Larxene e Roxas erano sui sedili davanti mentre io e Axel dietro. Il paesaggio scorreva veloce, ed ero l’unico ad ammirarlo. Poi a un certo punto, una pacca sulla schiena. “Damyx cos’è questo silenzio?” mi chiese il rosso. “Hm… osservavo” risposi abbassando lo sguardo. Lui scoppiò a ridere e si stravaccò occupando anche il mio posto. Poi incominciò a lamentarsi. “Con tutti i luoghi che ci sono, proprio in spiaggia si doveva andare?” lagnò. Larxene sorrise maliziosa. “Sai quanto mi piace il mare, ragazzino… vuoi forse che la tua Larxy si senta triste?”. Axel si alzò subito e prese ad accarezzarle i capelli. “Questo mai” le sussurrò all’orecchio. Lei sbuffò e le diede una sberla di noncuranza. Poi accese lo stereo. Lui si svaccò di nuovo a mie spese e sorrise sognante. Io ribollivo dalla rabbia. Se colui che amavo avesse ricambiato, non l’avrei certo trattato così. Perché? Perché ere tutto così difficile. Una voce ruppe i miei pensieri. “Non è fantastica?” mormorò rivolto a me. Io annuii mentendo. Poi si addormentò. Roxas si mise a ridere. “Guardalo. Il bell’addormentato”. “Cucciolo, al mare lui si stanca tanto” cantilenò Larxene, non staccando gli occhi dalla strada. Io arrossii. Dopotutto, chi se ne sarebbe accorto se gli avessi sfiorato un po’ i capelli? Infatti lo feci. “Hm… Stai ferma bimba” borbottò nel sonno. Smisi subito. Larxene ridacchiò. Poi si fece subito seria. “Damyx, che frocetto che sei… beh, tra voi non potrà mai funzionare perché sta con me”. Cazzo che stronza. Roxas la guardò malissimo. Per quanto ancora sarebbe durato questo maledetto viaggio? Lei alzò lo stereo. “Roxas, abbassa quel cazzo di videogioco” esclamò Axel svegliandosi di colpo. “Non sono io… è la tua metà!” disse ironico. Larxene fece la finta offesa. “Scusa Larxy, pensavo fosse Rox”. “Sei cattivo, non ti parlo più!” esclamò lei finta. Lui ghignò e si mise a sedere. Cazzo, pareva il suo cane da riporto. Solo perché lei gliela dava a raffica. “Damyx ti vedo passivo. Che hai?” chiese Axel. Scossi la testa e mi appoggiai al finestrino. Ormai il castello si intravedeva da lontano. Meno male. Larxene posteggiò il mezzo e io infilai le scale di fretta. Se avessi potuto piangere l’avrei fatto. Trovai la mia camera, la numero 9. Entrai e stetti per un po’ a osservare l’acquario. Sentivo delle risate oscene e dei risolini femminili dalla numero otto. Poi rumore di serrande che si abbassavano e la porta che si chiudeva a chiave. E il resto si può immaginare. Io mi stesi sul letto e premetti la testa sul cuscino per non sentire quello che succedeva nella camera accanto. Così mi addormentai. Non cenai neanche, quando mi svegliai. Preferii recarmi al lago, dov’ero sovente andare. Poi sentì dei passi “Damyx che hai ultimamente?” una voce famigliare. “Axel…” mormorai scuotendo la testa. Si sedette vicino a me. “Hey, a me puoi dire tutto. Se c’è qualcuno a cui puoi dire le cose qua sono io. Memorizzato? E ora parla, sono tutt’orecchi”. No lui non era esattamente qualcuno con cui potevo confidarmi. Sentivo il sangue ribollirmi nelle vene. Ero, incazzato incazzatissimo. Mi alzai di scatto. “Sei tu il mio problema”. Un vortice d’acqua si alzò dal lago e ci circondò. Scoppiai a ridere. “Ma credo che ora tutto ciò finirà”. Leggevo il terrore nei suoi occhi. Nessuno avrebbe potuto sentirci, a notte fonda. “Cosa stai dicendo Damyx. Fermati” balbettò. L’unico suo punto debole era l’acqua. L’unica cosa che lo spaventava. “Non l’hai ancora capito Axel? Tu stai con Larxene e questo non mi va giù. Tu devi essere solo mio”. Sgranò gli occhi. “Cosa?”. “Ma certo. Peccato che ciò non può accadere, ma se tu non puoi essere mio, non sarai di nessuno!” esclamai. Dopo quell’attimo di stupore, Axel passò all’azione. Evocò i chackram. “Eh no! Questo non sarai certo tu a deciderlo ragazzino”. “Cosa cerchi di fare? Fra l’acqua e il fuoco chi credi che possa vincere?”. Ero folle, completamente folle. Corse verso di me “Mi saresti anche stato simpatico da gay, peccato, con quello che stai facendo perdi duemila punti, Demyx”. Lo respinsi con poca fatica con un getto d’acqua. “Maledizione” mormorò posandosi una mano sulla testa. Barcollava come fosse ubriaco. “Ti prego Demyx, cosa stai facendo? Non dirò niente all’Organizzazione. Giusto perché siamo amici. Ok? Ferma questa follia”. “Cosa fai, adesso passi alle suppliche?” dissi ridendo. Un altro getto d’acqua, questa volta parzialmente respinto dalle sue armi. Poi lasciò cadere i chackram e crollò in ginocchio. “Non ci posso credere. Così non va…” mormorò. Sarei veramente stato capace di ucciderlo? Non credo. Dissolsi l’acqua che ci circondava. Lui alzò lo sguardo. “Cosa stai facendo adesso? Ti diverti tanto ad umiliarmi?”. Mi dissolsi e tornai in camera mia. La mattina seguente la sveglia fu sempre alla stessa ora. Niente era cambiato. Ci avviammo tutti in sala riunioni. Il mio peggior nemico, quello che la sera prima avrei potuto tranquillamente uccidere, barcollava ancora. “Cos’hai scamorza?” chiese Larxene, prendendogli il viso con la mano destra. “Niente, mia dolce musa”. Lei ridacchiò e scomparì, nell’enorme sala. Ci sedemmo tutti ai rispettivi troni. Xemnas fece il solito stupido discorso di superiorità. Non lo ascoltai, osservavo Axel, con la testa tra le mani e occhiaia enormi. Se avesse detto cosa era successo la sera prima, cosa mi sarebbe capitato? Non volevo neanche pensarci. Alzò lo sguardo e mi sorrise. Clamorosamente non raccontò nulla. Mentre uscivamo mi sussurrò “Favore a me favore a te. Del resto ti devo la vita, mi hai salvato da un Damyx che non conoscevo”. E si dissolse.
  
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