Film > Il Corvo
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Autore: S_a_r_a    23/04/2014    0 recensioni
Una notte qualunque, in una città qualunque, su una strada qualunque il buio si estende come una macchia d'olio. Solo una luce brilla nell'oscurità: un sorriso a 32 denti. Eterno. Immutabile. È il sorriso della morte.
La leggenda narra che quando una persona muore, un corvo trasporta la sua anima nell'aldilà. Però, se le circostanze della morte sono brutali e l'anima non ha pace, a volte capita che il corvo la riporti indietro a regolare i conti.
Al diavolo le leggende, il corvo è obsoleto. Questa partita se la gioca il quokka, il marsupiale più feroce e coccoloso che ci sia. Insieme a una versione quasi femminile di Eric Draven, molto più bionda e logorroica.
Una rivisitazione un po' particolare – forse molto particolare - del film ispirato all'opera di James O'Barr.
Genere: Comico, Demenziale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: Gender Bender
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Notte del Diavolo 1987

 



 

Edwin solcava le onde della notte con ali leggere e l'orgoglio nel petto pennuto. Era il novecentocinquantaseiesimo discendente della stirpe dei corvi psicopompi. Molti suoi avi avevano avuto prima di allora il compito di traghettare le anime nell'aldilà. Ma non a tutti era stato concesso il beneficio di cui ora godeva lui: poter fare il viaggio a ritroso. Quale emozione!

Non vedeva l'ora di raccontare a mamma e al nonno Dwight la sua prima avventura. Questi fu un degno antenato, nonché appassionato novelliere dei tempi in cui era in carica, riempiendo la fantasia del piccolo Edwin. Poi va beh, il titolo passò anzitempo alla figlia perché si era invaghito di una giovane e conturbante corvetta, quantomai colpita dal fascino del maschio maturo (la prematura dipartita della moglie non potè fermare la nascita di una tal passione, a detta di Dwight solamente platonica). Il Comitato Supremo dei Corvi Regali non si esentò dal redarguirlo a dovere e successivamente a punirlo per recidiva. Non aveva più l'età per certi passatempi. Tutto ciò lo coprì al punto di vergogna che non potè perdonarsi se non con la solenne promessa di lasciar la sua fiamma libera di cercare amori più giovani e di essere un nonno esemplare.

Con questi pensieri – in realtà la maggioranza gli erano sconosciuti -, Edwin planò delicatamente su una lapide, guardandosi circospetto attorno. Era essenziale che nessuno vedesse. Le conseguenze si sa, sarebbero state spaventose. In una sezione speciale degli archivi del Ministero della Difesa, cui faceva capo il Comitato, erano raccolte le storie più incredibili. Nonno Dwight aveva raccontato a Edwin di esserci sgattaiolato una volta. Aveva letto di gente che era impazzita in maniera irreversibile per aver assistito al Risveglio: chi rimaneva stitico, chi si credeva un petauro e tentava la fortuna gettandosi dalle alture più disparate o chi, in preda alla paramnesia reduplicativa, si chiudeva in casa col terrore di venire rapito dagli alieni.

"Ehi, sacco di piume, come te la passi?"

Edwin trasalì. Dall'ombra spuntarono un paio di occhi scuri che lo fissavano in tralice. Il proprietario di quegli occhi sembrava un gatto, o forse era uno scoiattolo obeso?

"E tu chi saresti, di grazia?" rispose Edwin.

"Sono Norman, il capo branco dei quokka della riserva dell'isola di Rottnest" spiegò tutto impettito lo strano essere.

"Mhm, che?"

"Sono un quokka, uno dei marsupiali più sottovalutati del pianeta. Ignorante di una cornacchia, comprati un'enciclopedia!"

"Ah, adesso è tutto chiaro. Non sei molto in forma, Norman, sei arrivato rotolando?" rispose sardonicamente Edwin.

"Spiritosissimo, non ti conviene piantar grane con me, sai?"

"E perché mai?" sfidò Edwin.

"Sono campione regionale di taekwondo e nazionale di karate. Soprattutto un discreto ballerino di salsa."

"E questo che c'entra?"

"Niente, però è un ottimo elemento in un curriculum."

"Oh certo" convenne seriamente Edwin. Poi proseguì "Non voglio problemi, ho solo molto da fare ora, se non ti spiace.."

"So benissimo che sei venuto a fare qua. E io non lo permetterò."

"Come puoi sapere?" rispose allarmatissimo Edwin.

"Ho i miei informatori." Spiegò Normann con un sorriso che turbò impercettibilmente Edwin. Era tenero e spaventoso insieme.

"Osi venir qui con tutta questa pomposità e pretendere di interferire con i miei doveri. Un affronto del genere non può restare impunito. Ti faccio AAAAAAAARGHHH!!!".

I quasi duellanti vennerò interrotti dal passaggio improvviso del sergente Fitzroy che facenva la ronda notturna, ma doveva aver deragliato un po' sulla rotta, il suo peto a propulsione era troppo potente da gestire a volte. Sparì in un lampo così come era apparso, lasciando la consueta scia dietro di sé. Edwin prese a tossire violentemente, il fetore era un misto tra uova marce, acqua sulfurea e morte. Sfortunatamente per lui, era decisamente troppo. Dopo neanche mezzo minuto di agonia svenne.

"Beh, questi sono i vantaggi di avere un cugino come Benny!" rise Norman tutto tronfio, ben avvezzo ad avvenimenti simili e con un impianto di purificazione nasale perfezionato dall'assidua frequentazione di Benny. Giurò che lo avrebbe ringraziato dopo questa storia. Finalmente, con quell'impiastro pennuto KO, poteva agire! Alzò le piccole zampe al cielo, concentrandosi con tutte le sue forze e blaterando un po' di parole a caso. Improvvisamente la terra cominciò a muoversi. Norman non si mosse e rimase in trepidante attesa. Una mano spuntò dall'erba fresca, portandosi dietro a fatica il resto di uno sbigottito e urlante Christopher Morrins. Quando fu fuori dal terreno e si rese conto davvero di respirare si guardò tutt'intorno. Si muoveva a fatica, come un bambino che ha appena imparato a camminare. Cosa ci faceva in quel posto freddo e tetro? Era come aver dormito per un sacco di tempo.

"Ehi bellezza, ben tornato!"

Chris si volse di colpo al punto da cui provenne quella voce. Poco distante da lui, ritto su due zampe, stava un buffo animale a guardarlo, con uno strano sorriso stampato sul musetto.

Era il sorriso del quokka.

  
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