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Autore: Amy Dickinson    24/04/2014    1 recensioni
Quanto è difficile affrontare la perdita di qualcuno che si ama?
Tre flashfics prive di qualsiasi pretesa per esordire in questo fandom, che adoro.
Personaggi: Henry, Rumpelstiltskin, Emma.
Buona lettura ^^
{ATTENZIONE: Spoiler! 3x15 “Quiet Minds”}
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Amy Dickinson © 2014 (24/04/2014) 

Disclaimer: Tutti i personaggi di Once upon a time (C'era una volta) appartengono a ABC e a chi detiene i diritti sull'opera. Questa storia è stata redatta per mero diletto personale e per quello di chi vorrà leggerla, ma non ha alcun fine lucrativo, né tenta di stravolgere in alcun modo il profilo dei caratteri noti. L’intreccio qui descritto rappresenta invece copyright dell'autrice e non ne è ammessa la citazione altrove, a meno che non sia autorizzata dalla stessa tramite permesso scritto.


Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Italia.










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- Perdita -

 

1. 

Henry 

 

Il sesto livello era davvero difficile, si impegnava tanto ma, puntualmente, finiva per perdere la partita quando era a un passo dal completamento. Perché arrivare al settimo era così complicato? Era da quando lui e sua madre erano arrivati in quella cittadina insieme a quello strambo tipo che non riusciva a portarsi avanti con il suo videogame preferito. 

Ruby appoggiò sul tavolino una tazza di fumante cioccolato caldo con panna montata e cannella e gli rivolse un sorriso prima di servire gli altri clienti. Era sempre molto gentile e premurosa con lui, come tutti a Storybrooke del resto, forse troppo, quasi come se lo conoscessero da sempre. Chissà perché si trovavano lì, si chiedeva da giorni, quale poteva essere la vera motivazione? Ma, se sperava di tirar fuori qualcosa a sua madre, sapeva già di perdere tempo. 

Bevve un sorso e sbloccò la pausa, tornando a giocare. Spinse i tasti lucidi con rapidità e precisione, non sbagliando un colpo. Strinse gli occhi, concentratissimo, avvicinandosi di mossa in mossa al completamento del livello. 

Poi, all’improvviso, la vista gli si annebbiò per un istante che parve durare un secolo ed avvertì una dolorosa stretta al cuore. Una parola, apparentemente senza alcun particolare significato, sembrò riecheggiargli nella testa: padre. Durò solo un istante, il tempo che l’eco si estinguesse, poi tutto tornò come prima. 

«Henry? Henry!» sentì Ruby chiamarlo. 

Si voltò e la vide accanto a sé, un’espressione preoccupata le solcava il viso.  

«È tutto a posto?» gli chiese. 

«S-sto bene» rispose lui. 

«Ne sei sicuro?» 

Henry annuì e si sforzò di mostrare un sorriso convinto. Ruby si raccomandò di chiamarla se avesse avuto bisogno di qualcosa e lui la ringraziò. Quando la ragazza si fu allontanata, mandò giù un ampio sorso di cioccolato, quindi recuperò la console che aveva lasciato cadere sul tavolo e iniziò la partita daccapo. 

Non aveva idea di cosa avesse provocato quella reazione nel suo corpo né il perché, di tanti pensieri esistenti al mondo, quello che gli aveva attraversato la mente riguardasse proprio suo padre – un padre di cui non sapeva nulla e che non aveva mai avuto occasione di conoscere. Tentò di non pensarci, asciugò una lacrima solitaria dalle ciglia e tornò a concentrare tutta l’attenzione sulla barra della vita del suo personaggio.    

 

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*** *** *** *** *** *** 

 

 

 

2. 

Rumpelstiltskin 

 

Guardò la sua mano, stava tremando. Alcuni degli oggetti che una volta posavano sul bancone adesso giacevano sul pavimento, riversati in un angolo buio. Era stato lui a scagliarli lontano dalla sua vista, in un attimo colmo di rabbia, amarezza e disperazione. 

«Gli ho fatto delle cose orribili e adesso ho permesso che lui morisse...» gemé. «Che razza di padre sono?»

«Baelfire ti amava. Lo ha sempre fatto, nonostante tutto» disse Belle dietro di lui, appoggiandogli le mani sulle spalle. «E ti ha perdonato»

«Ma non c’è più, lo capisci? Mio figlio è morto!» gridò, divincolandosi dalla gentile presa. «Ho passato tutta la mia miserabile vita ad aspettare di rivederlo, di riabbracciarlo, ho sperato in una seconda possibilità e ora...» deglutì. «Ora se n’è andato. Sono rimasto solo. E lo sarò per sempre»

«No, su questo ti sbagli» 

La ragazza gli si mise difronte, prese quelle mani tremanti fra le sue, le baciò e lo guardò negli occhi, intensamente. 

«Hai perso Bae, la persona più importante, questo è vero, purtroppo. Ma non sei solo. Hai ancora me. Sarò sempre al tuo fianco, Rumpel, tutta la vita, se lo vorrai. Non ti lascerò andare, questa è una promessa»

«Come puoi continuare a starmi accanto? Sono un mostro!»

«Sei un uomo» lo corresse. 

«Un uomo, sì, un uomo che non fa altro che commettere sbagli e che poi non può fare nulla per porvi rimedio...»

«Tutti possiamo sbagliare, nessuno è immune dal farlo. L’importante è imparare qualcosa da quegli errori» insisté. «Hai sbagliato molte volte, persino con me. Non eri gentile all’inizio, ricordi? Ero la serva e tu il padrone, ma questo non mi ha impedito di vedere chi sei veramente. È stato allora che mi sono innamorata di te e da quel momento non ho più smesso. Adesso è troppo presto, ci vorrà del tempo ma supereremo questo dolore insieme, vedrai»

«Oh, Belle...»

Gold seppellì il volto rigato di lacrime fra le braccia della ragazza e, segretamente, rese grazie per avere Belle accanto a sé.   

 

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*** *** *** *** *** *** 

 

 

 

3. 

Emma

 

Il freddo del bosco contrastava con il tepore dei guanti. Le sue mani lo avevano abbracciato e il calore si era trasferito tutto sulla lana, non riuscendo però a raggiungere la pelle sottostante né il suo cuore, spezzatosi silenziosamente in tante piccole parti. 

Aveva i brividi. Si strinse nella giacca di pelle e continuò a camminare senza una meta, lasciandosi guidare dai propri piedi. 

«Swan?» 

Al sentire quella voce familiare espandersi tra gli alberi, la donna si fermò di colpo e si voltò lentamente nella direzione da cui proveniva.

«Che ci fai qui da sola? A quest’ora non dovresti essere da Grann...» stava dicendo ma, non appena la vide, Hook si bloccò. «Swan, tu hai pianto. Perché?» 

Emma lo guardò, gli occhi gonfi e arrossati, le guance umide. 

«Killian... Killian, Neal è...» tentò di spiegare, la voce rotta. 

«Che cosa gli è successo? Dov’è ora?» chiese, allarmato. 

«Se n’è andato» esalò. 

Il pirata sussultò e rimase a bocca aperta, costernato dalla notizia.  Scosse piano la testa, stentando a credere alle proprie orecchie.  Tuttavia sapeva che era la verità, non l’aveva mia vista così scossa. Coprì i pochi passi che li separavano e l’abbracciò senza alcuna esitazione, stringendola contro il suo petto ed accarezzandole piano la testa coperta dal berretto. 

Emma si sentiva profondamente in colpa, infelice, svuotata. Anche se era stato tutto frutto della magia, come aveva potuto dimenticarsi di Neal e di tutto quello che c’era stato fra di loro? Se non fosse stato per l’uomo che in quel momento la stava confortando, si disse, probabilmente non avrebbe ricordato nulla, si sarebbe sposata e avrebbe costruito una nuova famiglia, ignorando quale fosse la verità. 

Neal era stato troppo importante, lo era ancora. Era il padre di suo figlio e l’uomo che aveva amato più di chiunque altro. L’aveva perso più volte e l’aveva sempre ritrovato, ma non quella volta. Avevano perso un compagno e un padre, lei e Henry. Neal non sarebbe tornato. 

Se avesse potuto, avrebbe esternato i tumulti celati dentro di sé, avrebbe gridato così forte da spaccare i timpani agli abitanti di Storybrooke, avrebbe usato il suo potere per sradicare gli alberi e radere al suolo l’intera città. Ma non lo avrebbe fatto. Se anche avesse avuto le capacità, a cosa sarebbe servito, dopotutto? 

Lasciò che Hook continuasse ad avvolgerla nelle sue braccia e si abbandonò ad un pianto sommesso e rassegnato, mordendosi le labbra e aggrappandosi alla giacca del capitano. 

Veglierò su di voi, da qualche parte. Promettimi che sarete felici

Emma aveva promesso. E giurò a se stessa che avrebbe mantenuto la parola data, realizzando l’ultimo desiderio di Neal. Lo avrebbe fatto per lui e anche per Henry. Si sarebbe rialzata, di nuovo, un giorno. 

    

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L’angolo di Amy

Ciao gente,

come ho premesso, questa è la primissima volta che scrivo qualcosa su OUAT e non so con quale coraggio mi sia decisa a pubblicare. So bene che queste flashfics trattano un tema molto triste e so anche che non sono dei veri missing moments ma, dopo aver visto la puntata, mi sono sentita ispirata e sono venute fuori praticamente da sole. Spero che i personaggi siano IC e che queste piccole impressioni non siano totalmente da buttare ^^ 

Se avete letto e vi sono piaciute lasciatemi una recensione, ve ne sarei davvero grata ^___^ 

Un saluto e alla prossima,

Amy

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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