One Night
“I
feel the way you want me
I see
that you are lonely
If
you couldn’t know, you’d leave with me
It’s
more than curiosity
And
I’m never long for winter
To
your presence makes me shiver
Untethered
you’d be better if you’d only come with
me.”
“Se provassi dei sentimenti per te, io te lo farei
capire, probabilmente in modo incredibilmente irresistibile. Non ti manderei
dei segnali. Non sono una delle tue tante studentesse con una cotta da
scolaretta. E, Daniel, come molte altre cose, anche questa è soltanto nella tua
testa.”
[Perception
– 2x04]
“Dai, alla fine è stata una bella serata, non trovi?” esordì Kate, incrociando le braccia al petto per proteggersi dal vento primaverile spuntato al calare della sera.
Daniel aveva insistito per riaccompagnarla a casa a piedi, vista la tarda ora e la relativa vicinanza con il luogo in cui si era tenuto il ricevimento.
“Sì certo, una noiosa festa alla quale, come sempre, ho dovuto parlare con gente ricca e importante solo per avere qualche stupido finanziamento.” Rispose l’uomo, gesticolando nervosamente.
“Un grande sacrificio per un ancor più grande scopo.” Lo punzecchiò sarcastica l’agente dell’FBI.
“Ehi, hai colto in particolare la parola ‘noiosa’?”
La mora non riuscì a trattenere un sorriso, mentre ormai si riusciva a intravedere il vialetto dell’abitazione.
“Grazie comunque dell’invito visto che, a differenza tua, mi sono davvero divertita.”
L’uomo cominciò a guardarsi attorno e grattarsi la testa,
come era solito fare in quei momenti di imbarazzo che tanto di frequente
capitavano fra loro.
“D-di nulla…” farfugliò a bassa voce.
Senza nemmeno accorgersene erano giunti di fronte all’entrata di casa Moretti.
La luce del lampione illuminava perfettamente la ragazza, che
Daniel poté così osservare segretamente in tutto il suo splendore. Vestito
semplice nero, lungo. Orecchini di brillanti a forma di lacrima. Capelli
lasciati liberi di scendere lungo la schiena. Occhi grandi, magnetici. E infine
quell’espressione. Dolce. E sexy.
“Quindi… Vuoi entrare?” chiese la ragazza, appoggiandosi allo stipite della porta.
L’uomo, perso nelle sue contemplazioni, sentì a malapena le quelle parole.
“Cosa? No io non… N-non ti ho accompagnata per questo…” iniziò a balbettare senza riuscire a fermarsi.
“Che hai capito Daniel?” disse Kate, guardandolo maliziosamente. “Senza il mio telefono come pensi di chiamare un taxi per tornare a casa? Dista diverse miglia da qua.”
L’uomo si maledisse mentalmente per la figuraccia appena fatta. Con lei. Ancora una volta la sua testa stava costruendo qualcosa che realmente non esisteva.
“Ma se vuoi posso sempre offrirti qualcosa…”
O forse no.
Kate lo guardò intensamente, tradendo però il nervosismo che provava iniziando a giocherellare con le chiavi di casa, in attesa di una risposta.
L’ingegnoso dottor Pierce sì sentì paralizzato. Non sapeva come reagire: nessuna voce gli stava dicendo cosa fare, nessuna Nathalie era al suo fianco a dargli consigli.
“Lo stai facendo davvero?” chiese, socchiudendo gli occhi.
“Cosa?”
“Farmi capire i tuoi sentimenti per me in
modo incredibilmente irresistibile.” Spiegò l’uomo, rievocando le parole di
Kate ma continuando ad evitare il suo sguardo.
“È altamente probabile.” Rispose semplicemente la mora.
Fu in quel momento che stabilì pericolosamente un contatto fra loro, ponendo con delicatezza una mano sul petto di Daniel. “Ma la vera domanda è…” riprese, alzandosi in punta di piedi per meglio raggiungere il suo orecchio “… Sta funzionando?”
Non poteva cedere. La sua mente non lo avrebbe fatto.
Doveva tenerla lontana da lui e dai suoi problemi, permetterle di costruirsi una vita felice.
“Kate io… Non possiamo.”
La ragazza si allontanò immediatamente, ripristinando la distanza fra loro.
“Non ti sto chiedendo un miracolo Daniel. Vorrei solo che mi
rispondessi con sincerità. Ne ho bisogno.”
L’ultima frase fu solo un sussurro. Eppure lui riconobbe subito l’espressione
che le si era dipinta in volto: era quella che tipicamente la giovane agente
Moretti assumeva prima di incastrare il colpevole di un qualche crimine.
Se lo ripeté di nuovo: la sua mente non avrebbe ceduto.
Il suo cuore sì.
Forse alla fine anche per lui era arrivato il momento di arrendersi.
“Sì. Sta decisamente funzionando. Funziona sempre.” Dichiarò con voce sicura.
Poi le si avvicinò, rapido, come se potesse svanire da un momento all’altro, e posò le labbra su quelle di lei.
Proprio come già era accaduto nella sua immaginazione.
Ma stavolta era realtà.