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Autore: sushiprecotto_chan    29/04/2014    0 recensioni
[Alphonse/May] Durante il suo soggiorno a Xing, May guida Al alla riscoperta delle sensazioni.
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphonse Elric, May Chang
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando ho letto il prompt "Al/May, durante un soggiorno a Xing, May guida Al alla riscoperta delle sensazioni. NSFW ben accetto ma non necessario." nel GranSorpresa Fest di maridichallenge, mi sono detta che dovevo quanto meno provarci. La AlMay è uno dei miei OTP di FMA con la LingFan, GreedLing, Elricest e la RoyAi, e... ma sto divagando.
Questa fanfiction è stata scritta per guardagnare qualche strisciolina tentare di ributtarmi in FMA e non ha nessuna pretesa. 

***












Quando l’indice di Alphonse andò a toccare le labbra della vagina di May, fu lei a fermarlo.
Anche mettendo da parte la sua natura gentile, Al non riuscì ad averne a male – era terrorizzato da ogni parte di quell’organo interno. Al pensare a tutti quegli anni spesi ad allenarsi, a tutti i poveri conigli che lui e suo fratello avevano ucciso nell’isola in cui li aveva spediti la loro maestra quelli che sembravano secoli prima, a tutti quei pezzi di corpi che aveva visto, ai suoi organi di cui aveva vissuto la personale estrazione quando lui e suo fratello avevano tentato di trasmutare la loro madre, gli sembrò ancora più strano ritrovarsi così schizzinoso e impaurito, ma non riuscì a farne a meno. Da una parte era elettrizzato da tutte le sensazioni che stava provando al solo stringere il piccolo corpo di May contro al suo, e dalle emozioni che vedeva e sentiva essere provate da May. Dall’altra, la sua esperienza per quanto riguardava il proprio corpo e il sesso in generale era molto ridotta, visto tutti gli anni che aveva passato senza un corpo e quindi senza poter sperimentare tutte quelle sensazioni ‘normali’ per i ragazzi della sua età. Certo, ai tempi diventava comunque timido e contento se una ragazza carina gli parlava, ma finché non si era ripreso il suo corpo non aveva conosciuto cosa significasse essere eccitato.
«Mi dispiace. Non riesco ad andare avanti» gli sussurrò May, ansimando appena.
«Non c’è problema» disse velocemente Al. Non voleva che May pensasse che il fermarsi gli desse fastidio. Non c’è cosa più orribile di fare qualcosa contro la propria volontà perché spinti da altri, e a lui sinceramente faceva piacere poter prendersi tutto il tempo per esplorare quella sfera di esperienze sensoriali.
Così tornò sui piccoli seni, prendendoli a coppa e baciandone l’estremità. May trattenne il fiato, poi espirò forte, felice.
 
Gli ci erano voluti due anni di convalescenza per riabituarsi al suo corpo e rafforzarlo con l’allenamento.
Era stato strano, all’inizio, non sentire più il rimbombo familiare dell’armatura vuota ogni volta che faceva un passo, o quando un suo arto si scontrava contro uno di Ed mentre combattevano. Un’altra novità era stata scoprire che il suo fratellone potesse a metterlo al tappeto, poi.
Gli era mancato sentire il calore umano, pelle su pelle, poter dormire, sentire il vento contro il viso; e ricominciare a esplorare tutto ciò a Resembool, dove tutto gli era famigliare ed eppure gli era mancato terribilmente, era stata una benedizione.
In passato aveva preferito le arti marziali all’alchimia, anche perché gli evitavano di perdere tempo a fare i cerchi di trasmutazione. Lasciava il compito di usarla a Ed, ma negli ultimi anni si era sforzato di usarla più spesso, e la cosa gli piaceva.
In più, probabilmente May lo avrebbe ucciso, se lui non si fosse deciso ad allenarsi sempre di più anche in quel campo, ora che gli bastava unire le mani per trasmutare. A volte lei gli ricordava terribilmente la Maestra, e ciò lo turbava un po’.
Non si poteva dire che May fosse proprio tagliata per l’insegnamento. Non aveva la pazienza né la delicatezza che di solito sarebbero state necessarie per un allievo alle prime armi. Ma Alphonse l’adorava. Più restava a Xing più si rendeva conto che era indubbiamente la migliore a padroneggiare l’arte rentan, e benediceva il momento in cui aveva dato retta al desiderio di lasciare la sua città natale per attraversare il deserto e scoprirne di più.
 
«Mi fa strano pensare che sia stato papà ad insegnare al tuo popolo l’Alkahestry. Se fosse ancora vivo, probabilmente sarebbe qui a insegnarmela lui stesso.» Aveva detto una volta a May, rimboccandosi le maniche.
Lei si era fatta seria, poi aveva affermato: «Ne sono sicura, Alphonse-sama.»
Non gli era servito buttare un occhio su Xiao-Mei, che intanto si era messo in posa da combattimento, per intuire l’attacco successivo della sua insegnante.
 
Alphonse si costrinse a non scendere sulle costole di May, così si concentrò sul suo collo.
Quanti anni aveva avuto quando aveva attraversato da sola il deserto? Tredici? Ed ora era stranamente cresciuta, rimanendo tuttavia la stessa, mantenendo lo stesso entusiasmo nel suo carattere. L’unico cambiamento visibile era una strana luce nei suoi occhi, che si era fatta più cupa, più matura. Quanto aveva influito la guerra su quell’ombra? In piccola parte, c’era segno del suo averlo aiutato nel sacrificare la sua anima per ridare il braccio a Edward, nella zona cupa dei suoi occhi?
Avevano pochi anni di differenza, eppure gli era sembrata così piccola, ad Amestris. Era buffo, ora, ritrovarsi con un’esperienza corporale della stessa età; anzi, forse era Alphonse ad essere indietro, rispetto a lei.
Ma May gli aveva promesso d’insegnargli e di guidarlo alla riscoperta di tutte le sensazioni, quando lo aveva rivisto per la prima volta; e l’aveva fatto con una tale determinazione che era stato difficile non crederle.
Aveva poi scoperto che il riappropriarsi delle sensazioni era parte integrante dell’imparare ad utilizzare arte rentan, poiché non era possibile praticarla senza una buona consapevolezza dei propri sensi e dell'ambiente circonstante. A volte, prima o dopo l'allenamento, May lo portava a mettere le mani dentro i sacchetti di spezie, al mercato, o ad aiutare un membro del suo clan a cucinare o a far partorire una vacca. Alphonse amava soprattutto quando doveva mettersi ai fornelli, per tutte le sensazioni che questo gli dava. Non era molto bravo, ma in cucina erano implicati tutti i cinque sensi, ed era una liberazione e una gioia per lui impegnarsi a dividerli in categorie. Il suo corpo in quei momenti fremeva, e i suoi occhi s'illuminavano.
 
May gli catturò il collo e lo tempestò di morsi misti a baci, tirandoselo più addosso. Gli piacque ogni secondo.
Pensò distrattamente a come avrebbe fatto a spiegarne i segni a Jelso e Zampano, il giorno dopo, ma decise che non era importante.
   
 
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