22/07/2008
8 recensioniPlenty of Flowers in my Car
Plenty of Riza in my Mind
Roy guardò il proprio riflesso nel finestrino dell'automobile.
Così ben vestito e circondato da quella marea di colori, poteva sul serio essere scambiato per un vero gentleman - o per un matto che se ne va in giro con un carico di fiori stipato nella macchina, come i più sembravano sospettare, lì intorno. Fiori.
Aveva mai regalato dei fiori ad una donna? Ora come ora non lo ricordava.
Così come non ricordava il motivo esatto per cui aveva parlato e pagato quella vecchia per un mazzo di fiori - anche se poi lei glieli aveva lasciati proprio tutti, a quanto pareva. Alla fine, stanco dei borbottii e degli sguardi curiosi che i passanti gli gettavano addosso come reti da pesca, il Colonnello si fece largo tra steli e corolle e chiuse lo sportello dell'auto, per poi dirigersi ad una cabina telefonica.
Sbuffò quando, in pochi attimi, si trovò l'orecchio destro incollato al ricevitore, il numero già composto. Chissà perché, gli era sorto un dubbio. « Grazie per aver chiamato. Parla il suo fioraio preferito. »
« Guardi che io non ho nessun fioraio preferito. » Un dubbio che solo quella voce stanca e perplessa poteva dissolvere. « Scusa. Mi sono ubriacato così tanto che alla fine ho comprato una montagna di fiori. » A lei, di fiori ne aveva mai regalati?.. « Ti sarei grato se potessi aiutarmi a disfarmene.. »
Ma Riza non rispose. Sospirò. E lui corrugò le sopracciglia.
« .. Che c'è? E' successo qualcosa? »
« No. Niente. » Peccato che il suo tono dicesse il contrario.
« E' davvero così? Ne sei proprio sicura? »
« Niente, non è successo niente. Sì. » Non le credette. Però poi si vide riflesso nel vetro della cabina telefonica, con il suo pseudo-vestito da sera, e pensò di dover comportarsi davvero da gentiluomo, per una volta. E i fiori lo aiutarono a calarsi nella parte. « No, grazie. A ogni modo in casa non ho nessun vaso da fiori. Comunque, grazie per avermelo chiesto. Colonnello. » Fu una strana sequenza; la sua voce lievemente più rilassata e dolce, il ricevitore chiaramente messo giù, e lui che fissava la cornetta che ancora reggeva in mano, chiedendosi - come un idiota, avrebbe pensato in seguito - se il grazie di lei fosse per averle chiesto di accettare dei fiori che non avrebbe mai visto perché a chilometri di distanza, o per averle domandato se tutto andasse bene. E veramente si sentì un idiota, solo accanto ad un'automobile stracolma di fiori, senza un tenente a cui regalarli. Sbuffò. Qualcosa gli diceva che avrebbe dovuto tenerseli.
***
Non avrei mai creduto di scrivere qualcosa su Fullmetal Alchemist, davvero. Soprattutto, contavo di scrivere casomai su Al, qualora mi fosse capitato; e invece no.Guarda un po' chi mi doveva capitare? Il cu.. -ehm- colonnello e i suoi strani arrovellamenti mentali - che, ovviamente, sono invenzione mia XD Come ho già detto, per questa flashfic mi sono ispirata al diciottesimo volume del manga (uscito in Italia proprio questo mese, se non sbaglio), e vi assicuro che Arakawa-sensei è molto più brava di me - quindi se la scena non vi fosse piaciuta, non imputate la colpa a lei, bensì alla sottoscritta (e ci mancherebbe! XD).
E' chiaro che la fanfiction qui presente non giunga a nessunissima conclusione, ma io ho sentito ugualmente il bisogno di scriverla. Ho anche aspettato un po' a pubblicarla, nella speranza di ripensarci, e invece no.
Ringrazio però voi tutti per aver letto con pazienza (o impazienza), e mi auguro di non avervi nauseati per davvero. Sayounara! ^^